LETTERATURA ITALIANA ESEMPJ E GIUDIZJ ESPOSTI DA CESARE CANTÙ A COMPLEMENTO DELLA SUA STORIA DEGLI ITALIANI Prima edizione napoletana eseguita sulla prima torinese Canonico Gaetano Barbati CAPO OTTAVO IL SETTECENT 0. L'accademia degli Arcadi aveva rimediato alle lambicca te ampollosità e alle vanità concettose del seicento, non però col ricorrere alla natura e all' inesauribile fonte dei sentimenti, bensi col rifarsi al Petrarca e al Di Costanzo. A chi imita, sia poi dai Greci o dai Turchi, dee mancare quel vigore e quella poderosa vitalità, che il vero soltanto può infondere anche alle opere d' immaginazione. In fatto questi scrittori riuscirono più corretti, ma slombati, senza varietà, senza originalità. FRANCESCO MARIA ZANOTTI (1692-1777) bolognese, ingegno universale, fece sonetti lodati, precetti poetici, trattati di morale che ancora si leggono; e ne' dialoghi Sulla forza viva e ne' Commentari dell' istituto vesti letterariamente le quistioni filosofiche. Il prevosto LODOVICO MURATORI MOdenese (1672-1750) meno neglettamente che gli Annali d' ltalia (1) scrisse la Regolata devozione, la Carità cristiana, la (1) « Sereno cominciò a voler raccorciare il piviale a Donato ( all'anno 719). «Ma un grand' imbroglio era il dover correre dietro a costoro (722). «Non sapevano digerirla d'aver per signore un imperatore empio (728). « Per timor della pelle se ne tornò a Roma (731). «S' imbrogliarono in quest'anno non poco gli affari d'Italia (740). << Cammina con tutti i piedi lo zelante gridar del papa (770). << Vedendo il re Carlo esser un osso duro quella città (773). Cosa manipolassero insieme papa Giovanni e Bosone, si raccoglie da... (878). « Federico, quant' era da lui, avrebbe ridotto il papa a portar il piviale di bombagina (1239). « L'armata venetà gli diede un giorno una buona spelazzata ( 1509 ). Cantù, Lelt. Ital. - II, 1 |