Canti di Giacomo LeopardiF. Le Monnier, 1860 - 128 pagine |
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Pagina 5
... Che di catene ha carche ambe le braccia ; ( 5 ) Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata , ' Nascondendo la faccia Tra le ginocchia , e piange . ( 2 ) Piangi , chè ben hai donde , Italia mia , Le genti a ...
... Che di catene ha carche ambe le braccia ; ( 5 ) Sì che sparte le chiome e senza velo Siede in terra negletta e sconsolata , ' Nascondendo la faccia Tra le ginocchia , e piange . ( 2 ) Piangi , chè ben hai donde , Italia mia , Le genti a ...
Pagina 6
Giacomo Leopardi. Mirico ( * ) 2 Chè fosti donna , or sei povera ancella . Chi di te parla o scrive , ( 5 ) Che , rimembrando il tuo passato vanto , Non dica : già fu grande , or non è quella ? Perchè , perchè ? dov'è la forza antica ...
Giacomo Leopardi. Mirico ( * ) 2 Chè fosti donna , or sei povera ancella . Chi di te parla o scrive , ( 5 ) Che , rimembrando il tuo passato vanto , Non dica : già fu grande , or non è quella ? Perchè , perchè ? dov'è la forza antica ...
Pagina 9
... chè d'altrettali Oggi vedove son le tue contrade , Nè v'è chi d'onorar ti si convegna . Volgiti indietro , e guarda ... Che non che il SOPRA IL MONUMENTO DI DANTE 9.
... chè d'altrettali Oggi vedove son le tue contrade , Nè v'è chi d'onorar ti si convegna . Volgiti indietro , e guarda ... Che non che il SOPRA IL MONUMENTO DI DANTE 9.
Pagina 11
... che tanto alto locasti Qualche novella ai vostri lidi arriva , Io so ben che per te gioia non senti , Chè saldi men che cera e men ch'arena , Verso la fama che di te lasciasti , Son bronzi e marmi ; e dalle nostre menti Se mai cadesti ...
... che tanto alto locasti Qualche novella ai vostri lidi arriva , Io so ben che per te gioia non senti , Chè saldi men che cera e men ch'arena , Verso la fama che di te lasciasti , Son bronzi e marmi ; e dalle nostre menti Se mai cadesti ...
Pagina 16
... chè scuro M'è l'avvenire , e tutto quanto io scerno È tal che sogno e fola Fa parer la speranza . Anime prodi , Ai tetti vostri inonorata , immonda Plebe successe ; al vostro sangue è scherno E d'opra e di parola Ogni valor ; di vostre ...
... chè scuro M'è l'avvenire , e tutto quanto io scerno È tal che sogno e fola Fa parer la speranza . Anime prodi , Ai tetti vostri inonorata , immonda Plebe successe ; al vostro sangue è scherno E d'opra e di parola Ogni valor ; di vostre ...
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Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 41 - Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete 10 nel pensier mi fingo; ove per poco 11 cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il...
Pagina 41 - Io solitario in questa Rimota parte alla campagna uscendo,* Ogni diletto e gioco Indugio in altro tempo; e intanto il guardo Steso nell'aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti, Dopo il giorno sereno. Cadendo si dilegua, e par che dica Che la beata gioventù vien meno.
Pagina 67 - Opre de' servi. E che pensieri immensi, Che dolci sogni mi spirò la vista Di quel lontano mar, quei monti azzurri Che di qua scopro, e che varcare un giorno Io mi pensava, arcani mondi, arcana Felicità fingendo al viver mio!
Pagina 108 - Libertà vai sognando, e servo a un tempo Vuoi di novo il pensiero, Sol per cui risorgemmo Della barbarie in parte, e per cui solo Si cresce in civiltà, che sola in meglio Guida i pubblici fati. Così ti spiacque il vero Dell'aspra sorte e del depresso loco Che natura ci die. Per questo il tergo Vigliaccamente rivolgesti al lume Che il fe...
Pagina 42 - SERA DEL DÌ DI FESTA Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Pagina 48 - Da presso né da lunge odi né vedi. Tien quelle rive altissima quiete; Ond'io quasi me stesso e il mondo obblio Sedendo immoto; e già mi par che sciolte Giaccian le membra mie, né spirto o senso Più le commova, e lor quiete antica Co' silenzi del loco si confonda.
Pagina 78 - Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla da segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo.
Pagina 6 - Perché, perché? dov'è la forza antica, Dove l'armi e il valore e la costanza? Chi ti discinse il brando? Chi ti tradì? qual arte o qual fatica O qual tanta possanza Valse a spogliarti il manto e l'auree bende? Come cadesti o quando Da tanta altezza in così basso loco? Nessun pugna per te? non ti difende Nessun de
Pagina 72 - CHE fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga di mirar queste valli?
Pagina 5 - Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, Che, rimembrando il tuo passato vanto, Non dica: già fu grande, or non è