Canti di Giacomo LeopardiF. Le Monnier, 1860 - 128 pagine |
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Pagina 5
... Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria . ༥ vs. 20 Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive , „ Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno ; Omero XVI Mirico ( * ) 2 Chè fosti donna , or I. ...
... Le genti a vincer nata E nella fausta sorte e nella ria . ༥ vs. 20 Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive , „ Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno ; Omero XVI Mirico ( * ) 2 Chè fosti donna , or I. ...
Pagina 13
... età futura . In seno al vostro smisurato affanno Posate , o di costei veraci figli , Al cui supremo danno Il vostro solo è tal che s'assomigli , Di voi già non si lagna La patria vostra , SOPRA IL MONUMENTO DI DANTE 13.
... età futura . In seno al vostro smisurato affanno Posate , o di costei veraci figli , Al cui supremo danno Il vostro solo è tal che s'assomigli , Di voi già non si lagna La patria vostra , SOPRA IL MONUMENTO DI DANTE 13.
Pagina 18
... danno , L'ora estrema ti fu . Morte domanda Chi nostro mal conobbe , e non ghirlanda . Torna , torna fra noi , sorgi dal muto E sconsolato avello , Se d'angoscia sei vago , o miserando Esemplo di sciagura . Assai da quello Che ti parve ...
... danno , L'ora estrema ti fu . Morte domanda Chi nostro mal conobbe , e non ghirlanda . Torna , torna fra noi , sorgi dal muto E sconsolato avello , Se d'angoscia sei vago , o miserando Esemplo di sciagura . Assai da quello Che ti parve ...
Pagina 21
... danno e scorno Dell ' umana progenie al dolce raggio Delle pupille vostre il ferro e il foco Domar fu dato ! " A ... danni e il pianto Della NELLE NOZZE DELLA SORELLA PAOLINA ...
... danno e scorno Dell ' umana progenie al dolce raggio Delle pupille vostre il ferro e il foco Domar fu dato ! " A ... danni e il pianto Della NELLE NOZZE DELLA SORELLA PAOLINA ...
Pagina 25
... danno misura e il flutto ascolta ; Beata allor che il piede Spinto al varco leteo , più grata riede . VI . BRUTO MINORE Poi che divelta , nella tracia ( 5 ) polve Giacque ruina immensa L'italica virtute , onde alle valli D ' Esperia ...
... danno misura e il flutto ascolta ; Beata allor che il piede Spinto al varco leteo , più grata riede . VI . BRUTO MINORE Poi che divelta , nella tracia ( 5 ) polve Giacque ruina immensa L'italica virtute , onde alle valli D ' Esperia ...
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Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 41 - Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete 10 nel pensier mi fingo; ove per poco 11 cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il...
Pagina 41 - Io solitario in questa Rimota parte alla campagna uscendo,* Ogni diletto e gioco Indugio in altro tempo; e intanto il guardo Steso nell'aria aprica Mi fere il Sol che tra lontani monti, Dopo il giorno sereno. Cadendo si dilegua, e par che dica Che la beata gioventù vien meno.
Pagina 67 - Opre de' servi. E che pensieri immensi, Che dolci sogni mi spirò la vista Di quel lontano mar, quei monti azzurri Che di qua scopro, e che varcare un giorno Io mi pensava, arcani mondi, arcana Felicità fingendo al viver mio!
Pagina 108 - Libertà vai sognando, e servo a un tempo Vuoi di novo il pensiero, Sol per cui risorgemmo Della barbarie in parte, e per cui solo Si cresce in civiltà, che sola in meglio Guida i pubblici fati. Così ti spiacque il vero Dell'aspra sorte e del depresso loco Che natura ci die. Per questo il tergo Vigliaccamente rivolgesti al lume Che il fe...
Pagina 42 - SERA DEL DÌ DI FESTA Dolce e chiara è la notte e senza vento, E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti Posa la luna, e di lontan rivela Serena ogni montagna.
Pagina 48 - Da presso né da lunge odi né vedi. Tien quelle rive altissima quiete; Ond'io quasi me stesso e il mondo obblio Sedendo immoto; e già mi par che sciolte Giaccian le membra mie, né spirto o senso Più le commova, e lor quiete antica Co' silenzi del loco si confonda.
Pagina 78 - Già tutta l'aria imbruna, torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre giù da' colli e da' tetti, al biancheggiar della recente luna. Or la squilla da segno della festa che viene; ed a quel suon diresti che il cor si riconforta. I fanciulli gridando su la piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto romore: e intanto riede alla sua parca mensa, fischiando, il zappatore, e seco pensa al dì del suo riposo.
Pagina 6 - Perché, perché? dov'è la forza antica, Dove l'armi e il valore e la costanza? Chi ti discinse il brando? Chi ti tradì? qual arte o qual fatica O qual tanta possanza Valse a spogliarti il manto e l'auree bende? Come cadesti o quando Da tanta altezza in così basso loco? Nessun pugna per te? non ti difende Nessun de
Pagina 72 - CHE fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna? Sorgi la sera, e vai, contemplando i deserti; indi ti posi. Ancor non sei tu paga di riandare i sempiterni calli? Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga di mirar queste valli?
Pagina 5 - Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive, Mai non potrebbe il pianto Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno; Che fosti donna, or sei povera ancella. Chi di te parla o scrive, Che, rimembrando il tuo passato vanto, Non dica: già fu grande, or non è