SANTA ORSOLA VERGINE E MARTIRE
O Verbo eterno, immaculato e santo, O Redentor dell' umana natura, Spira nell' intelletto e ingegno tanto Che d'Orsola clemente, onesta e pura Noi possiam recitar con dolce canto, Della sua gran prudenzia oltra misura, Come vedrete, se starete attenti, Che Dio vi facci del suo amor ferventi.
El RE di Bertagna padre di santa Orsola, dice: Sta su Currado e per mia parte truova Quanti dottor tu sai d'Astrologia Ch'i' ho disposto al tutto di far pruova Che chiarir possa la mia fantasia, E vo' veder se alcun pianeta appruova El nascimento della figlia mia:
CORRADO truova i Dottori di astrologia, e dice loro:
Per parte del mio Re famoso e degno Io son mandato, o padri reverendi, Che ognun venire a lui facci disegno, Io dico, presto, perchè ognun m'intendi.
Uno de' DOTTORI risponde per tutti, e dice: Va che ci basta a l'ubbidire un segno, Nè fa bisogno più parole spendi, Che chi è lento a servire al signore Pensa quel che de' far d'un servidore.
UNO DOTTORE agli altri dice:
Trovate l'astrolabio e 'l libro rosso
E le stelle, e la spera, e'l taccuino; E chi non vuol parer uom vile e grosso Parli con chi non sa spesso in latino. L'aver tal volta un bel vestire indosso Fa che l'uom è tenuto un uom divino, Che giova aver voltato libri e carte,
Se l'uom non ha con la dottrina l'arte?
E' Dottori giungono dinanzi al Re di Bertagna, e il Re dice: Per mille volte e' ben venuti siate,
O esimii Dottor prudenti e degni ; Io vo' saper se segno alcun trovate Che il nascimento di mia figlia insegni.
Uno de' DOTTORI risponde:
Serenissimo Re, non dubitate,
Che quanto porteranno e' nostri ingegni, Ogni cosa farassi appunto e bene, Che si vedrà donde tal cosa viene.
Uno DOTTORE disputando, dice agli altri così:
Si placet vobis dicere, dicatis
In quo consistit modus, ars et via.
L'altro risponde, e dice:
Ut bene veritatem comprendatis Parmi Mercurio suo pianeto sia.
Un altro DOTTORE, dice loro:
Si recte in signo hoc speculatis Credo che gran prudenza in costei sia.
Deh! non facciam fra noi più i bus e i basse Che'l ver di questa cosa è presso all'asse.
Séguita il medesimo DOTTORE:
Ben disse Marco Tullio Cicerone
Nel primo testo che chiosò il Vannino, Che sare' me' studiare in un cappone E in un perfetto e vantaggiato vino, Che almeno l'uom trovería la cagione. E questo par che appruovi il Magnolino; Che questo astrologare è cosa sciocca E possiam dir quel che ci viene a bocca.
E' Dottori tornano al Re, e uno di loro per tutti dice: Noi non troviam, signor, segno perfetto El qual ci mostri interamente il vero.
Dunque tanto studiare a che effetto? Vostra dottrina io non la stimo un zero; Andatevi con Dio ch'io vi prometto Che un giorno vi farò mutar pensiero. Costoro in su cujussi sempre stanno,
E quanto studian più, men poi ne sanno.
RE d'Inghilterra dice di volere mandare al Re di Bertagna, imbasciadore, e chiama Cornelio e dicegli che vada a chiedere Orsola per darla al suo figliuolo.
Sta su Cornelio mio ch' i' ho disposto
Di mandarti in Bertagna con prestezza,.
Che benchè sia quel Re da noi discosto Pur non si può celar sua gentilezza;
Onde per questo io m' ho nel cor proposto, Mosso sol da costumi e gran bellezza D'una sua figlia graziosa e bella,
E vo' che al mio figliuol sia data quella.
Et però tu farai questa imbasciata,
Senza altro dimorar, per parte mia,
Ch' io vo' che quella al mio figliuol sia data, E se non lo farà, mia signoria
Presto sarà contra di lui armata,
E so che mal contento poi ne sia,
Che a fuoco e fiamma io metterò il contado Se non vorrà far meco parentado.
E lui farò morire e la sua gente, Nè speri se nol fa, trovar mercede; Vedrammi più feroce che un serpente Se questa grazia lui non mi concede. Un giusto sdegno turba assai la mente Quando uno aver ragion dal suo si vede; Ma prima fa che, innanzi a me ritorni, Che gli dia nel pensare almen tre giorni.
LO IMBASCIADORE chiama lo Scalco, e dice:
Truova su, Scalco, veste ed ornamenti Ed oro e perle e gioje e drappi assai, E copia di scudieri e di sergenti, Lattizii, pance, ermellini e vai, Rubini, balasci, e copia di pendenti, E ogni cosa in punto metterai, E sopra tutto con prestezza spaccia Che la voglia, il disio mi sprona e caccia.
Noi abbiamo ogni cosa preparato, Quando vi piace prendete il viaggio.
LO IMBASCIADORE si parte, e mentre si vuol partire, dice:
Andiam che 'I servo al suo signor è grato Quanto più mette sua vita in oltraggio,
E chi vuol veramente essere amato
Non serva sol quando è fiorito il maggio, Perchè si suol comunemente dire,
Che nel bel tempo ognun si sa servire.
LO IMBASCIADORE essendo presso, dice così:
Noi abbiam fatto già tanto cammino, Che mi par di veder la terra appresso; Io ho tanto il piacer d'esser vicino Ch' io non mi curo perchè io sia defesso; Par che sia dato per fatal distino Che a ognuno sia questo desio permesso Di non si riposare in pace una ora Se l'uom non è d'ogni tormento fuora.
LO IMBASCIADORE giunto innanzi al Re di Bertagna, dice: Quel Macon che ci fe' venire in terra,
Salvi e mantenga tua real corona,
El nostro eccelso Re dell' Inghilterra, La cui gran fama tutto il mondo intruona,
E perchè la virtù che in te si serra Per l'universo e in ogni parte suona, E specialmente della tua figliuola Unica di virtù nel mondo sola.
E perchè sappi, egli ha disposto al tutto Che tu la dia per donna al suo figliuolo, E se tu nol farai, arso e destrutto
Vedrai il tuo regno con pena e con duolo, Vedrállo a fuoco e fiamma in pianto e lutto,
E poi che tu sarai restato solo
E' ti farà morir con molto strazio Che il ciel sarà di sua vendetta sazio. E perchè meglio a questo caso pensi Tre giorni ti vo' dare alla risposta; Pensare il fin d'ogni cosa conviensi
Che non si può pentir l' uom a sua posta.
Lo IMBASCIADORE séguita ancora questi dua versi, e dice: Fa or che'l caso molto ben compensi E guarda se dal giusto e' si discosta.
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