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tutti tendono a vari punti della città, e sono praticabili, e l'uso frequente di tali cunicoli nelle antiche città, tutto convince che veramente fosse uno di questi passaggi sicuri e coperti per mettere in comunicazione le varie parti (10).

Entrando in questo cunicolo, dopo breve spazio si trova libero affatto: la sua costruzione, (X.1.) è il vero emplecton (11), cioè di scaglie di travertino appoggiate attorno attorno ad una centina, che ne comprendeva tutta la capacità, come ben dimostra la calce schiacciata fra i ciottoli delle fronti, come vedesi in tutte le volte antiche fabbricate in questo metodo; la sua arcuazione è a tutto sesto, come dice Vitruvio nel citato passo sin autem terrenum aut arenosum erit solum, parietes cum camera in specu struantur. Le pareti non hanno rivestimento alcuno, la qual cosa ben palesa che non vi scorreva acqua, giacchè in questo caso era massima costante presso i Romani di rivestirle, o di fortissimo intonaco, come vedesi in tutti gli spechi pensili o sotterranei dell'agro Romano, ed addossato all' opera signina, come vedesi anche nelle piscine.

(10) Ne csistono a Cora, Norba, Ardea, Alatri, Palestrina, alla Civita presso Montefortino, e n'è principalmente solcata la valle della Cremera tra Veio ed il Tevere.

(11) Eurλento quorum frontes poliuntur, reliqua ita uti sunt nata, cum materia collocata alternis alligant coagmentis. (Vitr. lib. II. 8). Questa costruzione era l'opus cœmentitium dei Romani, giacchè i loro rustici che l'usavano, non l'avranno certamente imitata dai Greci; le sue pareti non ave❤ vano rivestimento, ed è appunto quale soventi trovasi nelle fondamenta antiche, che sempre vedonsi murate fra due tavole verticali, ed i ciottoli esterni messi con maggior cura. Emplecton tantummodo frontibus politis, reliqua fortuito collocant dice Plinio (lib. XXXVI. 51), e la distingue bene dal Stapiztov, ossia riempimento fra due fronti d'altra costruzione Medios parietes farcire fractis cœmentis. diamicton vocant. L'emplecton era dunque il genere, il diamicton un impiego speciale di questa costruzione, come suona la voce stessa derivata da diapxto frammischio.

Questa costruzione Romana prolungasi per quasi cento metri dove dopo un difficile passo, essendosi pel filtramento dell'acque smottata la terra e col suo peso rotta la copertura, si entra nella parte veramente primitiva ed antica.

Fra tutte le città Italiche che avevano simili strade coperte, nessuna era tanto celebrata quanto Preneste, per la fama che a queste diede la morte avvenutavi del giovine Mario, onde ne parlarono tutti gl' Istorici di quelle guerre. Strabone (12) specialmente dice che la città era traforata da cunicoli in tutti i sensi, de'quali alcuni servivano per sortite occulte, altri per portarvi l'acqua, e Velleio Patercolo (13) ne descrive le parti narrando quel fatto celebre C. Marius adolescens per cunicolos, qui miro opere fabricati, in diversas agrorum partes ferunt, conatus erumpere, cum foramine e terra emersisset, a dispositis in id ipsum interemptus est. Queste parole ci porgono grandi lumi per descrivere il cunicolo Albense, che in ciò come nel rimanente poco o niente differiva dai monumenti delle Italiche città a' tempi della loro indipendenza. (tav. II. X.)

Miro opere fabricati. Non tutti i cuniculi di Preneste erano fabbricati, anzi come nelle altre città, rade volte lo potevano essere, poichè trovandosi queste quasi sempre collocate sopra eminenze di tufo, o di pietra calcare, venivano i cunicoli per lo più scavati nel masso stesso, e tali sono appunto quelli che rimangono in Palestrina. Quel

(12) Lib. V. Molti ancora se ne vedono in Palestrina, fra i quali uno serve ancora all'uso di acquedotto. Lo stesso riferisce Appiano (De B. Civili lib. I.) che li chiama úrovμov, con nome indicante un passaggio anzichè una cloaca,

(13) Lib. II. 27.

lo di Alba però trovandosi nella terra e breccia avvallate dai colli soprastanti fu veramente fabbricato; la sua poligonia costruzione, si può dire essere come il passaggio dal secondo al terzo stile: la pietra è il palombino: i sassi senza calce, ed il loro solido molto s'approssima ad una piramide tronca avente in altezza da 0,600 a 0,720, la di cui base varia dal quadrilatero all'esagono, essendo però quasi sempre a lati rettilinei; questi massi sono piccoli poichè dovendo sorreggere una copertura leggerissima, scorgesi che quei costruttori crederono che la spinta del terreno avrebbe bastato a tenerli assestati, mentrechè nelle gallerie fuori terra e coperte di massi enormi a Tirinto, e nell'isola di Delo, i loro fianchi sono di molta grossezza. La copertura è formata da massi rettangolari, o trapezoidi grossi 0,150, tagliati a foggia di grossi tegoloni, e messi in piano (X.3.); il pavimento è come le pareti, ossia fatto col metodo usato tanto dai Romani nel selciare le loro vie, ma senza i vari strati dello statumen, e del nucleus, che formano il legamento di queste. La sua sezione è un trapezio, essendone la rastremazione di 0,020 per lato, e benchè tenue, è però costante; questa ci richiama il metodo antico di fabbricare in una cloaca di Norba, e nella fonte recentemente scoperta a Fiesole, dove inclinando i lati rendevasi minore il volume e per conseguenza la pressione del sopracarico sull'architrave.

In diversas agrorum partes ferunt. Dopo percorsa la parte anteriore del cunicolo, incontransi diramazioni che partendo a dritta, e sinistra portavano a vari punti della città o campagna; la loro distanza (14) varia secondo i bisogni

(14) Fra i due primi non intercedono che m. 1,765, mentre altri distano circa 50,000. Così pure questi cunicoli minori sono selciati dove è terra,

delle località, e la loro direzione ora è ad angolo, ora quasi normale al cunicolo principale, del quale sono tutti un poco minori sì in altezza che in larghezza, ma di costruzione perfettamente identica; varia solo il piano, che nei cunicoli minori è talvolta molto inclinato e saliente, la qual cosa deve dipendere dalla vicinanza ed elevatezza del punto a cui portavano. Io ne contai undici, ma tutti ostrutti di terra ad una certa distanza dal loro ingresso. Il cunicolo maggiore rendesi pure impraticabile quando arriva quasi sotto la porta di Fellonica: questa direzione però ben manifesta, che il suo scopo era di fornire una strada sicura. e nascosta agli abitanti che attingessero acqua alla fonte di tal nome, prima che dai Romani venisse edificato il Burgo del quale di sopra si è ragionato, che serviva a difesa della fonte.

Conatus erumpere, cum foramine e terra emersisset etc. La copertura del cunicolo conserva la parte inferiore di vari pozzi verticali sempre della stessa pietra, e della stessa lavorazione, per conseguenza contemporanei a tutto l'edificio. Variano le loro distanze, poichè la loro estremità superiore doveva nella città corrispondere a punti determinati. Negli spechi degli acquedotti, (che quando erano sotterranei, portavano anche il nome di cunicoli) la distanza fra questi pozzi (15) era fissata a due atti, ossia un iugero;

o breccia, ma quando comincia la rupe, cessa il pavimento, il che mi fa conghietturare, che dove arrivano ad un masso solido di pietra, il cunicolo debba essere traforato, non più costrutto, secondo gl'insegnamenti di Vitruvio, e come consta per tanti esempi.

(15) Puteique ita sint facti, uti inter duos sint actus (Vitr. lib. VIII. cap. 7.) dove il duos si riferisce ad actus non a putci come vogliono i commentatori, poichè Plinio (lib. XXXI. cap. 27) dice si cuniculo veņiet, in binos actus lumina esse debebunt.

(m. 70,800); Vitruvio per analogia li chiama pozzi, ma Plinio dallo scopo loro d'introdurre luce e ventilazione li chiama lumina. Nel cunicolo di Alba alcuni di questi canali verticali sono quadrati, larghi 0,560: la loro strettezza dimostra che servivano al solo uso di ventilatoi, e lucernarii ed in questo caso l'apertura è intagliata nei sassi, che formano la copertura (X. 2. X. 4.); altri sono larghi 0,675, lunghi 2,030 onde non solo facevano l'ufficio de' precedenti, ma benanche trovavansi di sufficienti dimensioni onde vi potesse un uomo salire, e discendere coll'aiuto di funi, o d'intacchi che intagliavansi verticalmente nelle pareti più vicine, come vedesi in simili casi usato dagli antichi. Nei cunicoli laterali, o secondari non ne trovai alcuno. In tutti questi lucernarii a maggiore o minore altezza sono sovrapposti da lontana epoca, e probabilmente dai Romani stessi che non usavano tal genere di strade coperte, sassi orizzontali che li chiudono affatto, inserire i quali è necessario che si sia distrutta la parte superiore dei lucernarii.

per

Questo cunicolo trovasi ora in cattivo stato per avere il terreno agito con estrema forza, e rotto in molti punti la copertura e le pareti, che formate di sassi bene aderenti solo nella fronte interna non poterono resistere ad una simile spinta. Ciò è una nuova prova della non troppa solidità delle costruzioni poligonie principalmente per non essere legate da perni e rivestimento, poichè la parte anteriore del cunicolo, benchè solo di opera cementizia, per trovarsi arcuata, e colle pareti ridotte ad un solo masso dall'azione della calce, conservasi intatta, mentrechè nel rimanente dovendo le pareti resistere alla spinta del terreno col solo peso delle loro parti, senza alcun legamento

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