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gato di attributi costituiscano l'obbietto, egli credette che si dovessero cercare le categorie degli attributi o proprietà delle cose, e determinarne scientificamente la natura, perchè dall'intreccio di questi attributi generali risultano tutti gli altri attributi e perciò tutte le proprietà particolari di ciascuna cosa come individui, cioè la forma della cosa stessa.

Per ispiegare poi che cosa Bacone intenda per Forma bisogna avvertire che per lui sostanza e qualità sono lo stesso che causa ed effetto ('); una modificazione della qualità denota una modificazione della sostanza, e perciò (questo è principio fondamentale necessario per intendere la Filosofia di Bacone) gli attributi essenziali immanenti di tale sostanza, o nature semplici, danno origine con le varie loro combinazioni agli attributi accidentali che denotano l'individuo o il fenomeno. È chiaro pertanto che guardando le cose in tal modo si trova negli attributi una scala o piramide formata dalle successive loro specificazioni, corrispondenti ad ogni singola modificazione della sostanza. La legge secondo la quale avviene una data determinazione o specificazione degli attributi essenziali è per Bacone la Forma, e la legge universale, comune a tutte le speciali modificazioni, sarebbe la forma dell'Universo. Bacone certamente non ha esposto in termini così precisi il nucleo della sua dottrina, ma pare a noi che soltanto in questa maniera la si deva interpretare; e infatti ora possiamo facilmente spiegarci tutte le definizioni che Bacone dà della forma e ancora la frase con la quale chiude l'esempio del calore: « Forma sive definitio vera caloris » perchè definire non vuol dire altro che determinare il posto occupato dalla cosa che dev'es

(') L. Ellis, Op. cit. p. 28.

sere definita; e l'altra con la quale incomincia la Vindimiatio Prima Per universas et singulas istantias, natura cujus limitatio est Calor, videtur esse Motus ()». — La Forma degli individui e nello stesso tempo

è « differentia vera

<< Fons emanationis

<< ipsissima res » e << natura naturans» () poichè la linea che descrive ogni singola figura passa pei diversi punti in cui s'intrecciano gli attributi essenziali.

La ricerca della Forma, ritenuta impossibile nella Scolastica che considerava le essenze delle cose, pel nuovo significato che Bacone diede alla parola non è più, secondo lui, una chimera; s'investigano gli attributi essenziali, le nature semplici, i segreti processi e schematismi (), non le sostanze. << Recte ponitur; Vere scire esse per causas scire » ma come faremo a conoscere queste cause quando in natura non vi sono che << corpora individua edentia actus puros individuos ex lege? » Studiando, risponde Bacone, questa legge o forma (*) che dovrà trovarsi impreteribilmente dove si presenti la data natura o fenomeno e non mai riscontrarsi dove manchi il fenomeno osservato. Peraltro non è detto ancora niente di preciso perchè la massima esposta può venire interpretata in varî modi, e Bacone trova necessario di spiegarsi meglio; dice che la vera

(') Nov. Organum, II, § 20, ed. cit. pp. 261, 266, Vol. I. Sul carattere della forma come limitazione di una natura più generale, cfr. L. Ellis, Op. cit. p. 43; egli tuttavia non pare che lo ritenga fondamentale principio della teoria baconiana.

(*) Nov. Organum, II, § 1, ed. cit. p. 227. Il Kuno Fischer, Op. cit. p. 228, parla della frase « natura naturans » nè dà l'origine e la distingue dalla natura naturata » dello Spinoza.

(') Nov. Org. II, § 6 e 7, ed. cit. Vol. I, p. 232.

(*) Nov. Org. II, § 2,. ed. cit. Vol. I, p. 228.

legge mostrerà il fenomeno o individuo come traente la sua essenza da qualche cosa più generale o, secondo l'espressione Aristotelica, più nota in natura ('). Quindi trae l'assioma del perfetto conoscere; «ut inveniatur natura alia, quae sit cum natura data convertibilis, et tamen sit limitatio naturae notionis, instar generi veri », cioè si cerchi una qualità di cui sia una speciale maniera di essere la qualità o la somma della qualità da noi percepite, ossia il fenomeno; p. es. se si dicesse che il color bianco è il prodotto di una speciale disposizione delle molecole alla superficie dei corpi, avremmo nella disposizione delle molecole alla superficie dei corpi la natura più nota e generale a tutti i colori, e nella specificazione della particolare disposizione di esse molecole nel fenomeno osservato la. forma del bianco, che nel tempo stesso è la vera differenza tra esso colore ed ogni altro perchè il rosso risulterà da un' altra speciale disposizione delle molecole, il giallo da un'altra e così via (1). Trovata la forma

(') Notisi che talvolta Bacone usa il vocabolo forma nel senso scolastico generando così non poca confusione, come nel passo a p. 330, Vol. I: « Postremo forma vere talis est ut naturam datam ex fonte aliquo essentiae deducat, quae inest pluribus et notior est naturae (ut loquuntur) quam ipsa forma dove chiaramente si vede che intende dire « quam ipsa data natura». Bacone adopera i termini della filosofia antecedente con significato speciale.

(*) Il Rémusat, Op. cit. p. 245, dà la seguente spiegazione dell'assioma baconiano: «Si tratta di conoscere la causa o legge della produzione di un fenomeno determinato così da essere padroni di riprodurlo in un oggetto conosciuto, che esso modifica, in uno dei corpi della natura che passa così da uno stato neutro e generale ad uno stato particolare e voluto ». Se non erriamo qui è svisato completamente il senso delle parole; non è più generale il corpo nel quale si può produrre un dato fenomeno, ma la natura o qualità che, limitata in un dato modo, produce il fenomeno il quale perciò sarà convertibile con questa speciale limitazione della natura più generale.

del bianco noi potremo, dice Bacone, produrlo in un corpo qualunque disponendo le molecole della sua superficie nel modo conosciuto; e qui sta l'assurdo della dottrina. Ma i corpi non possono considerarsi in questo modo; occorrono appositi assiomi (e per assioma s'intende l'esposizione della legge). Due ne stabilisce Bacone: l'uno risguarda il corpo quale un complesso di nature semplici, o gli schematismi dei corpi; l'altro ha di mira il corpo nei suoi più reconditi movimenti, nei latenti processi di nutrizione, di trasformazione, di generazione, consunzione ecc.; la forma poi risguarda più specialmente alle nature generali.

Or come si raggiunge la conoscenza delle forme? La risposta a tale domanda implica l'esposizione del metodo baconiano del quale argomento ci occuperemo in un prossimo articolo. Intanto ci crediamo autorizzati a concludere che Bacone, abbandonata come insolubile la vecchia ricerca intorno alla natura delle cose, vide che si sarebbe ottenuto il medesimo risultato di cui la filosofia medioevale andava in cerca ove si fosse scoperta la natura degli attributi generali; se poi sia realmente possibile o più facile di conoscere la natura degli attributi invece che la natura delle cose e perciò se le speranze di Bacone avessero un fondamento scientifico, ognuno giudichi a sua posta.

TULLIO RONCONI.

FILOSOFIA GIURIDICA

Nuovo oriterio di cui abbisogna il diritto penale.

§ I.

Gran dubbio è se nelle Corti criminali possa a' dì nostri la istituzione dei Giurati proseguir bene il geloso ufficio suo di affermare o disdire la reità degl'imputati. Perocchè viensi ogni giorno più insinuande nell'animo del popolo che le azioni malvage sono effetto deplorevole d'una viziosa complessione, massimamente del cervello. E ancora che pel forte grido della coscienza le moltitudini si peritino insino ad oggi di assol- . vere i facinorosi, incolpando invece la mala loro organizzazione, il fatto fa che la tendenza costante ed ormai comune si è di attenuare quanto si possa la imputabilità morale e cercar le scuse del delitto or nel difetto di educazione, or nell'ambiente sociale, or nella violenza irresistibile di certe propensioni e passioni; ed infine, cercando per ogni lato segni e indizj di alienazione mentale.

Per altro verso le cattedre in parecchie università inse- · gnano pubblicamente e solennemente che gli atti umani sono tuttiquanti determinati da cagioni impellenti e fatali e che a queste gli effetti si commisurano in modo esattissimo, non diversamente da ciò che accade nel mondo meccanico. Laonde

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