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PRIMO CONCETTO D'UN CONGRESSO

DI FILOSOFI ITALIANI NEL PROSSIMO ANNO 1883.

Nessuna cosa al cospetto dei savj sembra più discosta dalla possibilità o per lo manco dall'utile e dal profittevole quanto un' adunanza d'ingegni speculativi o filosofi che li domandiamo. Perocchè a ciascuno corre in mente che in tal consesso, ancora che rispettabilissimo per sè medesimo, si avvererebbe senza fallo il trito proverbio latino tot capita tot sententiae. Nè si obbietti che per ciò stesso gioverebbero oltremodo quelle adunanze; in quanto il conversare urbano e amichevole ripetuto più giorni e governato da certo ordine, dileguerebbe gran numero di preoccupazioni, appianerebbe molte asprezze e dissidj, e le menti si accorgerebbono di essere meno discordi in fra loro e meno confligenti che dal pubblico non si stima.

Tutto il che sebbene in qualche parte apporrebbesi, rimane senza paragone assai più probabile e prevedibile che nel congresso accennato quanto gli animi si accosteranno, tanto rimarrannosi le opinioni divise e l'una acerbamente aliena dall'altra; considerato che ciascuna reputa di possedere per sè l'evidenza; e non è un sol punto dottrinale in cui sia sperabile di rinvenire un cominciamento e un imbasamento comune.

Dacchè, si disputa del metodo e del primo cognito con maggiore fierezza ancora che delle altre materie.

Noi facendo luogo a tutte queste difficoltà concludiamo dal lato nostro che un congresso di filosofi propriamente scientifico e addirizzato alla conciliazione ed unione delle teorie forza è che riesca o non attuabile o ciarliero, presuntuoso e infecondo.

Ma se invece porremo ad oggetto delle proposte adunanze il linguaggio adoperato nelle diverse scuole italiane con crescente ambiguità e discrepanza, noi ci troveremo a fronte d'una materia e d'un tema non pur trattabile ma pratico interamente ed applicativo.

Sulla qual cosa occorre d'intenderci assai nettamente. Io non pretendo nè mi confido condurre i nostri filosofi a una comune ed esatta accezione degli stessi vocaboli. Conciossiachè, come sa ogni studioso, difficilissime sono e scabrose oltre modo le diffinizioni; e disputandosi sopra esse, rinascerebbero del sicuro le varietà innumerevoli e le profonde discrepanze delle dottrine.

Per lo che io non intendo aprir questo arringo pericoloso quanto infruttuoso; senza dire che mancherebbemi al tutto l'autorità e la convenienza di farlo,

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Il proposito mio è più semplice e più positivo, Chè se i filosofi italiani discordano, per via d'esempio, nel concetto della sostanza, della causa, della sensazione, rappresentazione, idea e simili, essi anno sempre attitudine piena, vivo interesse e opportunità, sempre ànno mezzi ed ajuti d'indagare ed annoverare in quanti significati ciascuno di tali concetti e vocaboli venne assunto appresso di noi. Cotesto ufficio utilissimo e pratico, chi bene lo guarda, è di storico e d'erudito; sebbene sia storia

ed erudizione la quale ricerchi il saper filosofico e l'abito di investigare e pensare i sistemi. ·

A

Ciò veduto e fermato, seguita che si riconosca il gran bene che può indurre e operare un congresso di filosofi, sia per costituire le norme acconce e i metodi peculiari a tale specie di lavoro e sia per eleggere una Commissione permanente ed assidua a cui si deputi il compilare via via il lessico sopra indicato. Non ignoro che tal sorta di memoriali e di lessici venne più volte e in più paesi tentato. Ma non mi perito di asserire che fu lavoro abortivo ed informe; attesochè, avendolo i compilatori dilatato ad ogni lingua, ad ogni nazione e ad ogni epoca, ne uscirono giudiej troppo indeterminati, e dove si die' nel soverchio, dove nello scarso e molto spesso vi si avvertono ommissioni gravissime e inescusabili. Oltrechè, l'oggetto lor principale non tanto fu di notare e fermare i diversi usi e talvolta contrarj dei vocaboli filosofici quanto di fornire in compendio l'idea di tale sistema e di tale altro, di questa ipotesi o di cotesta.

In cambio di tutto ciò dovrebbero i, deputati del proposto congresso piegare l'opera loro alla forma quasi non dissi grammaticale e tessere come una cronaca o meglio anche un manuale degli usi diversi appo gli autori nostri delle dizioni logiche e metafisiche. Che quando essi autori le adoperino in modo confuso ed ambiguo o ne variino da un caso all'altro gli adoperamenti ed applicamenti, debbe il lessico venirlo notando con precisione e perspicuità. Ogni cosa dentro i confini d'Italia e con relazione perpetua alla nostra lingua e alle nostre lettere Il che importa dovere essere i deputati così dotti in filosofia come esperti dello scrivere e ben saputi dell'arte di bellamente significare il pensiere.

In tali confini e con tal proposito a chi può rimanere occulta o dubbiosa la utilità grande e durevole sì del congresso che ardisco proporre e sì della dotta compilazione che a quello succederebbe?

Forse io mi illudo e lasciomi vincere alla immaginazione, ma sembrami che in pochi anni entrerebbe nelle nostre scuole e massime appo i giovani un rigor di linguaggio e perciò anche di analisi non più veduto per innanzi e farebbesi sementa e radice di alti e nuovi dettati.

Per ultimo vuolsi notare che se le amichevoli confabulazioni poco gioverebbero a conciliar le dottrine e accostarle a qualche unità, tuttavolta sarieno acconce a rompere quella sorta d'innocente sonnambolismo in cui si vivono gl'ingegni speculativi, massimamente in Italia, i quali privati della conversazione dei dotti chiudonsi negli abituali loro pensieri in modo da perdere la facoltà di movervi sopra alcun dubbio e d'avere indizio e sentore d'altre forme di concezione e altra natura di sistemi.

Roma li 10 Agosto, 1882.

TERENZIO MAMIANI

Bibliografia.

Théorie des sciences, plan de science intégrale par L.BOURDEAU

Egli è un fatto che da alcun tempo si vagheggia dagli studiosi un disegno di scienza appellata integrale, e che risponda alle esigenze della ragione e delle nobili discipline. Avemmo altra volta accennato all'opera di uno scrittore spagnuolo, il quale si argomentava di volere la filosofia, siccome la scienza integrante di ogni altra scienza e disciplina (').

Ora il Bourdeau nel vasto disegno del suo lavoro, che spazia per due grossi volumi, piglia appunto le mosse dal significato di scienza, che per lui è un sistema di cognizioni, per distendersi nella introduzione a chiarire il concetto della sua tela ideale, augurandosi non lontano il tempo, in cui la filosofia non sarà più una scienza, come la scienza punto non sarà per iscadere, presentandosi come una filosofia. Onde apparisce come lo scrittore francese, lontano dagli intendimenti dell'autore spagnuolo, vorrebbe che ogni disciplina nel suo metodo a esperienza e a dimostrazione si informasse, e la filosofia punto non fosse una particolare disciplina. Egli è perciò che la sua Teoria delle Scienze prende il nome di scienza integrale, percorrendo con copia e peregrinità di concetti il vasto campo dell'umano sapere.

Richiamando in onore le Categorie dei filosofi trova la risposta alle sue accurate analisi in sette classi di fatti sottoposte a leggi distinte di apparizioni e svolgimenti, sì che

() Philosophie elliptique du latent - Opérant par le Marquis de Seoane. Filosofia delle Scuole italiane; disp. 2, aprile 1882.

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