Istoria Fiorentina: tradotta in volgare ; premessovi un discorso su Leonardo Bruni Aretino per C. Monzani

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Felice Le Monnier, 1861 - 611 pagine
 

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Brani popolari

Pagina ix - Ma breve e più apparente che reale fu la quiete ; imperocché nuovi sospetti aggiuntisi agli antichi , e le arti usate da Ladislao ad eccitare tumulti fecero nuovamente prendere al popolo le armi. Innocenzo mandò allora per soccorso a Rimini e Cesena Leonardo, il quale adempì la commissione con tanta soddisfazione del papa, che al suo ritorno gli offri un vescovado, ch'egli ricusò, e d'altri titoli onorollo. In questo mezzo (6 novembre I406), venne a morte Innocenzo, e nuovamente agitaronsi i...
Pagina xlv - ... leggenti approvata, ho trovato come nella descrizione delle guerre fatte dai Fiorentini con i principi e popoli forestieri sono stati diligentissimi, ma delle civili discordie e delle intrinseche inimicizie, e degli effetti che da quelle sono nati, averne una parte al tutto taciuta e quell'altra in modo brevemente descritta che ai leggenti non puote arrecare utile o piacere alcuno.
Pagina 204 - Ma questi errori che s' allegano, 'spesse volte intervengono nell' arte militare, dove non è un sol capitano, ma molti condottieri, e dove i soldati non seguitano ordinatamente le bandiere, ma una turba raccolta di varie genti seguita l'arbitrio suo; le quali cose accaddero allora, perchè molti condottieri v' erano pari fra loro, e la moltitudine v'era nuova e raccolta d'ogni luogo.
Pagina viii - Bonifazio , che posto aveva ogni studio a ridurre la città sotto la sua tirannide e fatto i patiboli sostegno al principato , sorse il popolo in armi per rivendicare la perduta libertà. Tra le agitazioni, l'armi, le fazioni ei tumulti fu eletto al pontificato Gusmano di Sulmona, che prese il nome di Innocenze VII, uomo giudizioso, di mite e moderata natura , il quale pose ogni sua cura a tornare la quiete nella città. E non fu malagevole , dacché il popolo, che diffidava di Ladislao re di Napoli...
Pagina xxxii - ... nella nuova generazione la vita. Nell'antichità si educarono , studiarono intensamente e con una specie di frenesia , e in essa tanto si sprofondarono da non reputare bello se non quello che era antico. Guardando unicamente all'antica Roma , alcuni felici ingegni riuscirono si bene a pensare...
Pagina 473 - E se non fusse stata la virtù e la costanza di Michele gonfaloniere di giustizia, che faceva loro resistenza, sarebbe stato l'ultimo sterminio della città. Questo uomo, benché fussi nato d'infima condizione e artigiano, nientedimeno io ardirò di dire, che per divina permissione fussi in que...
Pagina viii - Le qualità ei precedenti del pontefice, come anco gli scrupoli della sua coscienza, parvero guarentigie sufficienti dell'esecuzione del trattato; se non che in progresso di tempo la cupidigia e la immoderata ambizione de'suoi congiunti , tra 'quali segnalavasi un nipote ambiziosissimo, la vinsero sul suo disinteresse; di maniera che indi a poco fu tratto a violare i patti , a volere estendere sua autorità in Roma usurpandola al popolo. Nel quale ogni di più crescevano i sospetti , avvalorati dall...
Pagina vi - Roma coll' ufficio di scrittore delle lettere apostoliche , con ogni sollecitudine si adoperò a soddisfare al desiderio dell'amico , volendo egli dargli con ciò una prova del suo costante e tenerissimo affetto. Era Poggio da Innocenzo VII risguardato con particolare amorevolezza e considerazione : da ciò .ei prese animo a commendare in ogni opportuna occasione le virtù, l'ingegno e il sapere di Leonardo, il quale dal pontefice invitato si recò a Roma nel marzo del 4405.
Pagina viii - ... venerato. Leonardo, lieto della conseguita vittoria, scrisse a Coluccio una lettera piena di gentili e affettuosi sensi , in cui gli espresse la sua gratitudine per la prova che gli avea data di singolare benevolenza. Ebbe Leonardo in sui primordii del nuovo ufficio a vedere da quanti pericoli è circondata la grandezza , ea quali rigori di fortuna soggiacciano i potenti, dove prudenza e senno non gli governi. Morto il nono Bonifazio , che posto aveva ogni studio a ridurre la città sotto la...
Pagina viii - Napoli, accorso per fare suo pro di que' tumulti , consenti facilmente a restituire al pontefice il Campidoglio , a condizione che fossero distrutte le fortificazioni e che restassero in sua guardia Castel Sant'Angelo e il Vaticano. Fu convenuto che il Senatore sarebbe scelto dal papa fra tre candidati eletti dal popolo , e che il governo della repubblica starebbe nelle mani di un magistrato, che prenderebbe il nome di Dieci della libertà. Le qualità ei precedenti del pontefice, come anco gli scrupoli...

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