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BCTARSE ZO, Avvilirsi; Abbiosciarsi ; Abbandonarsi.

BUTARSE ZO SU L'ERBA, Gittarsi stanco su Perba.

BUTARSE EL TEMPO IN PIOVA O IN NEVE, Risolversi in pioggia o in neve.

BUTARSE ZO COME UN GRAN PORCO, Abbiosciarsi, Sdraiarsi abbandonatamente— Appanciollarsi significa Distendersi boccone su qualche cosa, per dormire o riposarvi. V. STRAVACARSE BUTARSE ZO, detto fig. Sdarsi; Annighittirsi; Impigrirsi. BUTARSE ZO UN POCO, Andar a letto; Velar l'occhio; Sonniferare.

BUTAR SORA LA STRADA O SORA RIO, Riguardar sopra la calle o sopra il canale: dicesi d'una finestra o simile che sia posta verso una data parte o plaga; che dicesi anche Riescire nella strada o sopra la strada.

BUTAR SOSPIRI, Sospirare, V. TIRAR SU. BETAR SU AL FOGO, Metter legne al fuoco. BETAR VIA EL SOo, Scialacquare; Scialare; Dilapidare; Mandar male; Gittar via il suo; Far del ben bellezza; Scaca z

sure

agg. que' Patrizii, che ne' primi due anni del loro ingresso nel Maggior Consiglio, erano in libertà di variare ivi da un banco all'altro, dopo il qual tempo dovevano scegliersi quello ove rimaner seduti nelle convocazioni; ed allora perdevano il nome di Butarini, voce derivata dal verbo BUTAR o BUTARSE cioè Gettarsi o poggiarsi quasi di volo.

BUTIRO, V. BorÌRO.

BUTIROSO, V. BOTIRÒSO.

EL BUTIROSO, detto in gergo, vale le Natiche; il Culo.

BUTO, s. m. Bottone, detto anche Gemma; Occhio; Otricolo e Svernatoio, Quel corpo ovale o conico composto di scaglie o foglie, che nelle piante contiene il ramo o il fiore. Quando nasce sulle radici vivaci, come nelle patate, negli asparagi e simili, chiamasi Turione. Mignolo si dice quello dell' ulivo.

-

Germe; Germoglio; Germog'iamento, di cesi generalmente la prima messa delle piante Rampollo, il Germoglio che spunta dalle branche e dai rami - Sortita quelCacchio, Que' primi tral

ci o messe che fa la vite. Tenerume, la Sostanza tenera degli alberi.

lo delle radici BUTAR VIA EL SOO A PALAE, Mandar male a palate, vale Mandar male il suo, spendendo prodigalmente e inconsideratamente - BUTAR VIA EL SOO AI CANI, Gittare il lardo ai cani, vale Affidare altrui ciò che da altrui appunto è insidiato. Dar la pecora al lupo, alle papere le lattughe.

BUTAR VIA LA LISSIA E 'L SAÒN, Perdere iranno ed il sapone; Andarne il mosto e lacquerello, vale Metter di suo la fatica el capitale. Gittare il giacchio in sulla sipe; Seminare in sabbia; Fondare o Zappare in terra; Far l'erba a'cani, hanno il medesimo significato.

BUTAR UNA PAROLA, Getlar motto, parola o simili, vale introdurne discorso.

BUTAR ZO DA CAVALO, Scavalcare o Scavallare; Gittare da cavallo, V. SCAVAL

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BUTAR ZO UNA PORTA, Sprofondare un uscio; Atterrare.

BUTAR ZO UNA SERADÙRA, Sconficcare; Schiodare una toppa.

BUTAR ZO UNA SCRITURA, Distendere; Fare una scrittura, uno scrillo a penna corrente; Gillar sulla carta alcune idee • lo sbozzo d' un'opera.

BUTAR ZO A CAMPANE DOPIE, Tirar giù na lettera; Scrivere come la penna getta, Serivere senza riflessione, alla buona.

BUTAR ZO UN MURO o altro, Smurare; Spianare; Buttar giù; Demolire.

BUTAR EL SASSO E SCONDER EL BRAZZO, lo stesso che TRAR EL SASSO, V. SASSO.

BUTAR LE TESSERE O LE Bruschete, Trar al toco e zogar a toco.

BUTARLA FORA, detto figur. per Parlare - BUTELA FORA, Datela fuori; Vomitatela; Spiattellatela, cioè Dite la cosa schietta com'ella fu.

BUTARINI, antico termine volgare del cessato Governo Veneto. Così chiamavansi per

Pollezzola, si dice la Pianta tenera dei polloni che son cresciuti innanzi al tempo Brocco; Sbrocco; Scrocco; Figlio, propr. Quello che rimette dal bosco tagliato Brocco Pipita, dicesi dell'erbe Sterpo; Sterpe; Viticchio, Fruscolo o Rimessiticcio stentato. V. BoCOLO.

Becchetto; Beccuccio; Rostrello, chiamasi la Radicula delle piante appena sviluppata Plumula è il Piccolo fusto del seme il quale spunta immediatamente dopo il rostrello. Bolla, si dice la Plumula sviluppata e propriamente quando ha messo le prime foglie Lobi o Cotiledoni sono poi Quelle foglie carnute applicate una sopra l'altra, in mezzo alle quali esiste la Plumula.

BUTO D'ACQUA, Rampollo; e quindi Rampollare il Sorgere o Scaturire che fa l'acqua dalla terra Zampillo e Zampilletto o Schizzo d'acqua, Sottil filo d'acqua, che schizza fuori da piccolo canaletto, come quelli delle fontane artificiali. V. SPINÈLO. BUTI DEI BROCOLI, V. BROCOLO.

PERDER BUTI, Ammutolire, dicesi figur. degli occhi delle viti e degli alberi, quando perdono le messe.

TIRAR VIA I BUTI A LE PIANTE, Accecare le piante, vili e simili, si dice del Guastar loro gli occhi troncandone le messe. E in sign. neutro pass. Divenir prive de' loro occhi. Gli occhi della vite aperti accecherannosi senza speranza. BUZARA o più copertamente BUDELA, 8. f. Baia; Inezia; Frascheria; Frottola; Bagattella, Cosa da nulla.

ANDAR IN BUZARE, Dare in ciampanelle; Dare in ceci o in cenci o in budella, che valgono Fare delle minchionerie, incorrere in debolezze, non corrispondere all' e

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Scerpellone, Error solenne, commesso nel parlare o nell'operare. Svarione, dicesi il Detto spropositato.

AVER LA BUZARA SU O AVER LA BUZARA PER LA TESTA, Aver il broncio; Pigliar il broncio, Esser in collera. Aver la mattana, cioè Una specie di malinconia. Essere impensierito, vale Frastornato da pensieri, di mal umore, infastidito, inquietato. Aver le lune a rovescio; Aver il cimurro, dicesi di chi ha qualche umore o fantasia.

AVER ALTRO PER LA BUZARA, Locuzione bassa e fam. Aver altra fantasia, Aver il capo ad altre cose e di maggior importanza.

AVER UNA BUZARA PER LA TESTA, Aver un cocomero in Aver alcun dubbio o capo, timore che faccia stare sospeso AVER DE LE BUZARE IN TESTA, Aver de' farfallini o delle farfalle o de' grilli, Esser mezzo

matto.

CAZZAR VIA LE BUZARE, Cacciar le passere, detto fig. Cacciare i pensieri noiosi.

DIR UNA BUZARA CHE NO POL ESSER, Dire un passerotto, Dire una cosa spropositata e fuor del verisimile - DIR CONTAR DE LE BUZARE, Canzonare, cioè Dir fanfaluche.

FAR UNA BUZARA, Far un passo falso; Far un passerotto; Far una corbelleria o castroneria. E fu detto ancora Dar in frittura, Far delle minchionerie.

FAR BUZARA SORA BUZARA, Imbottar sopra la feccia, Errori sopra errori.

GH'È DE LE BUZARE PER ARIA, La marina è turbata, cioè Son vicine le inquietudini.

HO FATO UNA GRAN BUZARA, Ho fatto un grande arrosto, cioè Mi sono ingannato di assai.

QUESTE XE BUZARE CHE NO VAL GNENTE, Questi sono pannicelli caldi, modo fig. dire Rimedii inconcludenti. per

I ALTRI FA LE BUZARE E A MI ME TOCA Sugarle, Tal pera mangia il padre, che al figliuolo allega i denti, Portar la pena dei mali altrui.

LA BUZARA! (per Ammirazione) Ah! Canchita! Cappita! Capperi! Canchero! Diamine! Domine! LA BUZARA CHE TE INCORONA, Il diavolo che ti porti, Espressione d'impazienza contro chi pretende una cosa non concedibile. LA BUZARA CHE TE SCANA, Messer malanno che ti colga.

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PENSAR A BUZARE, V. Pensar. QUALCHE BUZARA GHE XE SOTO, Gatta ci cova, cioè c'è sotto inganno e malizia.

QUESTA XE UNA BUZARA, Questa è cosa mal fatta; Questa è o mi pare marchiana.

VEGNIR SU LA BUZARA O LA BUDEla, Sallar la mosca; Montare, Venire o Salir il moscherino; Venir la muffa o la muffa al naso o la senapa o la mostarda. Se mi prende il ticchio, io v'affardello come una matassa.

FAR VEGNIR SU O FAR SALTAR LA BUZARA A QUALCUN, Metter a leva alcuno, Farlo arrabbiare.

UNA BELA BUZARA! Detto ammirat. Cancheri! Zucche fritte! e vale Taccola; Tresca, Affare imbrogliato, imbarazzo.

UNA BUZARA IN SETE SOLÈRI, Uno sproposito madornale ; Uno scerpellone o Strafalcione, Un grand' errore.

VOGIO VEDER DOVE STA BUZARA VA A PINIR, Vo' vedere a che il giuoco debba riuscire, cioè il termine di questa faccenda.

SENZA BUZARA O BUDELE, Maniera avv. che dicesi nel sign. di Seriamente parlando; Senza scherzi o buffonerie; Da senno e simili.

BUZARÀ, add. Bubbolato; Sbirbato, modo basso, vale Ingannato, frodato, gabbato.

SON BUZARÀ A SCHIOPO, Son rovinato; Son perduto; Son coglionato.

SIA BUZARA! Detto per impazienza. Lo stesso che BUDELA e Gazari, V.

SIA BUZARA QUELA PIERA CHE M'HA FATO CASCAR, Gavacciolo al sasso, io ho dato un cimbottolo in terra, che sono stato a manco d'un pelo per dinoccolare il collo. BUZARADA o Budelàda, s. f. TOR SU UNA BUZARADA, modo basso, Esser frodato, gabbato, truffato, barato, bubbo

lato.

-

No GHE NE DAGO UNA BUZARADA O UNA BUDELADA O SBUELADA, Non me ne curo; Non me ne cale; Non me n'importa un fico,

un zero.

No GHE NE SO UNA BUZARADA O BUDELADA; Non ne so, Non ne intendo bocciata o boccicata; Non ne so nulla.

NO LO STIMO UNA BUZARADA O BUDELADA, Lo stimo come una foglia di porro o come il terzo piede, un niente, niente affatto,

un zero.

BUZARADA, o BUDELADA! e BUZARAGNA!

Esclamazione di maraviglia, Canchita!

Cappila! Capperi! Zoccoli! Finocchi! Pof fare il mondo! Eh vatti con Dio! BUZARADAZZO, Lo stesso che BudelaDAZZO. V.

BUZARAGNA, V. BUZARADA.

BUZARAR e BUDelir, v. Bubbolare, Portar via con inganno. Frodare, Nascondere e celar il vero. Ingannare, Far fraude. V. ROSTIR.

Buzarar o Budelår la cavala, detto fig. Sdonzellarsi; Dondolarsela; Incantare o Imbottar la nebbia, Perdere il tempo. Chichirillare, Trastullarsi in cose da nulla Badaluccare; Fare a te te cogli spilletti; Dondolar la mattea, Perdere il tempo. Garabullare, Operar da scioperato senza conchiudere. Menare il can per l'aia, Mandar le cose in lungo. Abbacare, verbo neutro vale Avvilupparsi, confondersi; star dietro a far che che sia e non trovar la via di terminarla, per non aver tanto giudizio o scienza che a ciò basti.

RESTAR BUDELA, Rimanerci o Rimaner preso, cioè Gabbato.

Andar o Mandar a farse budelår, V. AnDAR E MANDAR.

LA ROBA VA A FARSE BUDELÅR, La roba va a Patrasso, a Scio, al bordello, in conquasso, in rovina · TUTO VA A FARSE BU·DELÀR, Ogni cosa va a bioscio, alla peggio, a catafascio, all' ingiù · VA A FARTE BUDELAR, Vatti con Dio.

FARSE BUDELAR PER QUALCUN, Far carte false o falsissime per alcuno, Esser pronto a far che che sia per esso.

BUZARARSE DA SO POSTA; Infilzarsi da sè da sè, vale Incorrere disavvedutamente nelle insidie dell'avversario. BÚZARO, add. e nel dimin. BUZARÈTO O BUDELETO, Marmocchio, Ragazzo, e dicesi per ischerzo Mingherlino, vale Magrino, sottilino Scricciolo, Persona giovane e piccola, Piccin piccino. V. COGIONARIO e MOSTRICHIO. BUZARON DA UA, Maniera bassa, Scaltro; Furbo in cremisi; Mascagno; Bagnato e cimato. Agg. ad uomo, V. Dretòn. BUZARONA O BRUTA BUZARONA O BRUTA E FORA, detto per agg. a Donna, e s'intende Di pessimo costume, Mondanaccia; Puttanaccia.

COSSA BUZARONA, Affare disgraziato, malaugurato, difficile, pericoloso.

RAZZA O CANAGIA BUZARONA, detto per ingiuria, Nato di cento albumi; Mariolo; Manigoldo; Scellerato;Canaglia berrettina. HO BUO UNA PAURA BUZARONA, Ho avuto una battisoffiola delle belle; Ho avuto una paura sgangheratissima, estrema.

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PUTANA BUZARONA! Espressione di maraviglia, Poffar bacco! V. POFARDIA. BUZAROSCA! Interiezione di maraviglia, lo stesso che BUZAROSSA, V. BUZAROSSA! Interiezione di maraviglia, lo stesso che COGIONI ammir. V. BUZARÒTO, Lo stesso che BUZAREto, per Agg. a Persona piccola, ma dicesi in mala parte.

BUZAROTO, si dice poi nel sign. di Quantità di Legnate, Busse e simili, e ancora per Paura.

DARGHENE UN BUZAROTO, Dar un rovescio o carico di legnate, di bastonate, una bastonatura di santa ragione; Dare un rivellino di mazzate; Suonare a catasta; Dare un carpiccio o un buon carpiccio. AVERGHENE UN BUZAROTO, Aver una battisoffiola, cusoffiola, balsolata delle buone, Avere una gran paura.

Darsene un buzaroto, V. Dar.

CANI CHE SE NE DÀ UN BON BUZAROTO, Darsene una spellicciatura, dicesi del Mordersi de' cani.

BUZZOLÁ, s. m. Bozzolao; Ciambella; Bracciatelle e Bracciatella - Chiocciolino, dicesi al Bracciatello piccolissimo. Buccellato lo chiamano in alcuni luoghi della Toscana.

BUZZOLA FORTE, Confortino e Bericuocolo, Pane intriso col mele, entrovi spezierie. Panforte, dicesi al Pan pepato inferiore.

* RESTA DE BUZZOLAI, vale Quantità di ciambelle o bracciatelle infilzate in un lungo filo di paglia o in uno spago o funicella sottile.

BUZZOLA O PARABOTE, Cercine, Riparo formato a guisa di cerchio al capo de'bambini per ripararli dal danno delle percosse in terra. Quindi dicesi Incercinare, Ripararsi il capo col cercine.

BUZZOLA DA MANDOLE, T. de' speziali, Buscola, Voce di dialetto toscano; Specie di Gabbia fatta di spago rinforzato, o sia Sacco dentro al quale si mettono le mandorle pestate per ispremerne l'olio.

BUZZOLA DEL CARO, Parte del Carro la quale è composta di due parti; la superiore dicesi Rotelli, l'inferiore Sottoruote.

FARSE IN T'UN BUZZOLA, Acchiocciolarsi; Accoccolarsi, Collocarsi a guisa di chiocciola. Fare un chiocciolino; Farsi un nicchio, vale Raggrupparsi colla persona dor

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C

C. Vedi CE.

CAC

CA, s. f. Casa-Ca è voce antica, e dicevasi anche negli ultimi tempi veneti per Casata, Famiglia, come CA CORNER, CA MOCENIGO, CA GRIMANI, CA CONTARINI, etc. Famiglie patrizie notissime.

CA DE COLO E DE CULÙ. Lo stesso che CA DEL DIAVOLO, usato da taluni, e segnatamente dalle donne, per citar di nominare il Diavolo.

CA DEL DIAVOLo, Inferno detto fig. Casa piena di fuoco; Casa maledetta, calda, del diavolo, vale Casa dove si sta male per ogni verso Stare o Esser nel fuoco, Esser in continua discordia e travaglio co' suoi di casa.

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UN CA DEL DIAVOLO, Un rovinio, Gran Un rovistio; rumore, grande strepito Un trambustio o trambusto o trambusta, Una confusione, un tumulto piglia, V. BARAFUSOLA,

Un para

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CA, Cappa, sust. masc. Lettera greca, che da noi non s'usa.

CABALA, s. m. Cabala, Arte d'indovinare per via di numeri o d'altro.

QUEL DA LA CABALA, Cabalista, si dice Colui ch'esercita la cabala per indovinare - Talvolta però questa locuzione vernacola diventa pronome e s'intende CABALÒN, V. Cabala, in altro sign. vale anche presso a noi per Raggiro, Giunteria, Marioleria, Fraude. FAr de le cabale, lo stesso che CABALAR, V.

CABALAR, v. Giuntare; Garabullare, Mariolare; Infinocchiare; Dar bubbole panzane, Ingannare.

CABALON, s. m. Gabbatore; Aggiratore, Rigiratore; Frappatore; Busbaccone. CABARÈ, s. m. Lo stesso che GUANTIERA. V. CABULON, s. m. dicesi dagl' idioti per CABALÓN, V.

CACA, 8. f. Cacca, Merda.

*EL SA FATO CACA IN BRAGHESSE vale Ebbe un' estrema paura, che dicesi anche EL S'A CAGA IN BBAGHESSE. Si dice inoltre EL SE FARA CACA O EL SE CAGARÀ IN BRAGHESSE, per esprimere una bravata o BULADA in credenza. V. in CAGADA.

Boerio.

CAD

FARSE CACA SOTO, Pisciarsi sotto; Dare in ceci o in budella; Far fico, dicesi fig. di Chi non riesce nelle sue operazioni. V. FAR FIASCO. FAR CACA, detto fig. Cascar ad alcuno la coratella; Pisciarsi sotto, modi bassi e valgono Esser sorpreso da grave timore e quasi Sconcacarsi.

CACAGLIA, V. ERBA CACAGLIA. CACASSENO (coll'e larga) s. m. O SIOR CACASSENO, Cacacciano, Uomo da nulla. CACATÙ, s. m. Cacatua, Specie di Pappagallo di coda corta, e bianco o giallo nella maggior parte del corpo, con una cresta o ciuffo di color giallo. Linneo lo chiama Psittacus cristatus.

CACHEMÒLE, s. m. Lo stesso che CacoV.

MIRO.

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CA DE DIA O CA DE DIANA, Voce d'ammirazione e d'impazienza. V. PER diana, CADÈMIA, s. f. Accademia.

CADEMIA D'AVOCATO, Accademia di declamazione. Radunanza degli studenti d'avvocatura, per esercitarsi nell'arte della declamazione o arringa estemporanea, com'era una volta in Venezia ed altrove. CADEMICAMENTE,avv.Accademicamente.

DISCORER O DESCORER CADEMICAMENTE, Dialogizzare; Confabulare; Discorrere. CADÈMICO, add. Accademico.

AFAR CADEMICO, Affare problematico, cioè Disputabile per l'una e l'altra parte, dubbioso.

CADENA, s. f. V. CAENA. CADIN, s. m. Voce agr. Chiassaiuola, Quel canale murato che si fa a traverso de' campi, a fine di raccorre le acque piovane. CADRA O CADRAO, s. m. Vivandiere; e nel significato vernacolo s'intende Colui che porta e vende cose da mangiare ai Lazzaretti di sanità, nei giorni di contuma cia.

CAE

CADUDO, add. V. CASCA,

CAÈCHIA, s. f. T. de' Pesc. Pesce di mare del genere de' Cani, senza spiracoli, chiamato da Nardo Squalus plumbeus. Ha il muso rotondo, piuttosto compresso, le mascelle fornite di tre serie di denti; quelli della mascella superiore sono piramidali e dentellati, gl'inferiori più lunghi stretti e liscii; vedesi una fossetta o incavo circolare alla base della coda; il colore è piombo scuro; arriva ad una discreta grandezza, ed è buono a mangiare.

CAECHIA DEL PIE, V. CAICHIA.

VOLTAR LE CAECHIE, Frase antica che vuol dire Volger la schiena per dispetto, Volgersi altrove, Voltar faccia. CAEC HIO, V. CAICHIO. CAÈNA O CADÈna, 8.

f. Catena. Legame

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drone, al principale, al capo d'ufficio e simili.

*CAENA dicesi per Vincolo matrimoniale; ed anche per l'anello maritale. CAENAZZÈTO, 8. m. Chiavistellino. V.

CAENAZZO.

CAENAZZETO DA PORTE E FENESTRE, Pa

letto.

CAENAZZETO DE LA SERADURA, Stanghetta. CAENAZZO, s. m. Chiavistello o Catenaccio, da altri detto anche Catorcio; Perchio e Stile. Serratura da porte e finestre. Le sue parti sono; Il Bastone, Quel ferro tondo e lungo che scorrendo negli anelli serve a chiudere L'Anello, Quel ferro in cui entra il bastone La Maniglia, Quel pezzetto di ferro che serve per alzare il manico e per aprire — Boncinello o Nasello, V. BOLZONELO La Bocchetta, Imboccatura in cui entra il bastone. CAENAZZO SCHIZZO, V. CAENAZZETO nel secondo significato.

DAR O METER EL CAENAZZO, Incatenacciare; Inanellare il chiavaccio. V. INCAENAZZAR.

CAENAZZO DE LA SERAURA, V. SERAURA. CAENAZZO, s. m. T. de'Cacciatori, Ostralega, detta volgarmente in Toscana Beccaccia di mare, e da Linn. Himantopus Ostralegus, ch'è l'Imantopo di Plinio. Uccello palustre che supera in grossezza la Cornacchia. Buffon lo chiama Huitrier, che vuol dire Mangiatore di ostriche. La sua carne è dura e di sapore selvatico, onde non è cibo stimato. CAENÈLA) CAENÈTA)

s. f. Catenella; Catenuzza;

Catenino, Piccola catena, cioè Quella cui s'appende l'oriuolo da tasca. V. in. CAENA. CAENELE DA LUCERNA, V. LUCERNA. CAENONA (coll'o stretto) s. f. Catenone Catena grande.

CAESTRO, s. m. T. de' Calzolai, Capestro o Pedale, Quella striscia di cuoio con cui i Calzolai tengono fermo il loro lavoro. CAÈTO, s. m. Canestrino, Piccolo canestrò.

Detto per Cavetto, T. Mar. dimin di Cavo, Picciol cavo, cioè Funicella.

CAETO, dicesi anche per Agg. a Fanciullo discolo o insolente. V. BECOFUTRISTO.

CAFÀRNAO, 8. m. - METER IN CAFARNAO, Mettere in corbona; Imbisacciare; Insaccocciare, Metter in saccoccia, in tasca. CAFÈ, s. m. Caffè, Seme notissimo. Dicesi Caffè anche alla bevanda, e così pure alla bottega dove si vende. Gl'Inglesi lo chiamano Cofè dalla voce turca Cahouè. Questa pianta è detta da' Sistematici Coffea Arabica.

Nell' uso d'oggidì è introdotto dire Caffè nero alla bevanda fatta col caffè solo; e Caffè bianco a Quella ch'è mescolata col latte o colla crema.

BRUSTOLAR EL CAFÈ, V. BRUSTOLÅR.
ROVERSAR EL CAFÈ, V. REBALTAR.

Cògoma del cafè, V. Cògoma.

PORTÀ PER EL CAFÈ, Caffeista, Ghiotto di caffè.

CAFE DE COLO e CHIOCOLATA DE CULO, 80gliam dire scherzevolmente, per far intendere che il primo caffè che si versa, quello cioè che trovasi nel collo della caffettiera, è il migliore, non essendo per ordinario torbidiccio com'è all'opposto l'ultimo della caffettiera (COGOMA); e che il migliore e più sostanzioso cioccolatte è l'ultimo della cioccolattiera.

CAFEAUS, s. m. dal Tedesco Caffeehaus, che significa Bottega ove si vende il caffè. Così chiamasi a Venezia quella specie di eleganti Caffè, che si trovano ne' Giardini o in altri luoghi di diporto. CAFETAN, s. m. Voce ant. Çaffettano; detto da' Turchi Caftan, Veste lunga con maniche parimente lunghe, simile a quella che portano oggidì i Greci Levantini, da essi chiamata Zubè, sopra la quale ne portano un'altra detta in greco volgare Binissi, con maniche più lunghe.

Il Caffettano non ha colore determinato, e vien dato dal Sultano a quelli che sono da lui destinati a governatori o giudici delle provincie; ma questo è fatto di sciali anche con ricamo d'oro negli orli al davanti. Al Caffettano si dice in greco Caftani. Una veste simile, detta appunto CAFETAN, era usata anche in Venezia dalle persone volgari nel secolo XVI, come raccogliesi dal Poemetto sulla guerra de' Nicolotti e Castellani avvenuta nel 1521, e dal Calmo. CAFETARIA, 8. f. Caffè, la Bottega dove si vende la bevanda del caffè. CAFETIER, s. m. Caffettiere, Il padrone della bottega del caffè Acquacedrataio e Sorbetliere dicesi a Quello che vende acque cedrate e sorbetti. CAFETIERA, s. f. Caffettiera, La moglie del Caffettiere.

CAFURLON ANDAR A CAFURLÒN, Andare alla malora, all' inferno o a farsi friggere.

LI CONSEGNO A L'ARCIDIAMBARNE CH'EL LI PORTA A CAFURLON, Maniera d'impazienza, che vuol dire, Li consegno all' arcidiavolo che li porti all' inferno.

CAGA, participio passato del verbo CAGAR. Usasi nel Dettato CAGA E SPU▲, che vale Tutto lui, propriamente lui, senz' alcuna diversità e variazione.

CAGADA, 8. f. Cacata; Evacuazione; Egestione, I cacare Cacaia o Cacaiuola esprime il Flusso del ventre. V. CAGARÈLA. CAGAE, Cacherie; Leziosaggini, Affettazioni usate da donne per parer graziose, o da fanciulli usi ad esser troppo vezzeggiati - Caccabaldole; Incaccabaldolatura, valgono Carezze, vezzi, atti e parole lusinghiere Grazianata, Smorfia di chi fa il grazioso; e quindi a chi lo fa dicesi Graziano. V. MERde col crostolo.

Detto per Cosa noiosa, Cesso. Dicesi Cesso anche all'aggravio, debituzzo ed a qualunque altra simil cosa piccola ma noiosa SEMPRE CAGAE NOVE, Sempre nuovi cessi. Detto per Bravala a credenza, V.Mer

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DE COL CROSTOLO Cacata, dicesi fig. ad Impresa male andata - Orsata, vale Affoltata di parole dolenti, risentite, ma poco intese e inconcludenti.

OMO CHE GA DE LE CAGAE, Cacapensieri, Uomo difficile.

GHE DAGO GIUSTO UNA CAGADA SUL MUso, Maniera plebea di disprezzo, lo stesso che AVER IN CULO, V. CULO.

cata

CAGADINA, s. f. Cacatina, dimin. di CaCacatura, dicesi Quella che cacano solamente gli animali piccolissimi, e propr. le mosche, V. CAGAURA.

Detto nel sign. di CAGADA, V. ČAGADONÀO e CAGAO, add. m. Voci fam. e plebee, che hanno diversi significati secondo l'intenzione di chi le pronunzia. Generalmente sono termini di disprezzo o d' ingiaria equivalenti a Cialtrone; Birbone; Barone; Forca; Tristo; Impiccatello; Guidone; Ovv. a Furbo; Astuto; Scaltrito Sagace.

е

CAGADOR & CAGAÒR, 8. m. Cacatoio; Privato; Bottino; Necessario.

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CAGA IN BRAGHESSE, s. m. detto figur. d' un uomo, Vigliacco; Pusillanime; Caca in brache.

CAGA IN BRAGHESSE. Dicesi a un Fanciullino per molteggio.

EL VOL FAR L'AMOR O FAR L'OMO E EL SE CAGA ANCORA IN BRAGHESSE, Non ha ancora rasciutti gli occhi; dicesi di chi è ancor giovane e non ha cognizione intiera delle cose nè giudizio. CAGAMENTO, s. m. Cacata; Egestione, Lo sgravamento del corpo GRAN CAGA

MENTI! Gran continuo cacare!
CAGAMENTI DE MOSCHE, V. CAGAURA.
CAGAO, V. CAGADONIO.
CAGAÒR, V. CAGADOR.

ALTA DE CAGAÒR, V. ALTO е CAGADOR. CAGAPRESSA, 8. m. Cacafrelta, Chi si đà fretta fuor di proposito.

CAGAR, v. Cacare; Evacuare; Scaricar

il ventre; Fare i suoi agi; Andar del corpo; Ir di corpo; Andare di sotto.

CAGAR A BRAZZı, Cacare all' aria.

CAGAR DA PAURA O LA PAURA, Scacazzarsi di paura; Capricciare; Raccapricciare; Aver un caporiccio; Arricciar di pau

ra.

CAGAR DE LE MOSCHE, Impuntare, vale Posarsi o Fermarsi su che che sia.

Cagar e pissàr DE LE BESTIE, Stallare: intendesi delle bestie da soma ed anche delle pecore e simili.

CAGAR DURO, Cacar sodo.

CAGAR EL SO BISOGNO, Avere il benefieio del corpo.

CAGAR IN LETO, Cacarsi sotto.

CAGAR FORA I BEZZI, Slazzerare; Snocciolare; Sgattigliare, Modi bassi, che valgono Sborsar danari, ma s'allude nel sen80 vernacolo a chi è sforzato a darli fuori. CAGAR IN MASTELA, dicesi metafor. per Esser in prigione, perchè i prigionieri hanno per cesso un mastello simile a quelli del vino.

CAGAR PUTÈLI, Modo basso, Sciorinare o Cacar figliuoli, dicesi d'Una donna che partorisca frequentemente. Che fistol venga a chi in terra il cacò.

CAGARSE ADOSSo, Sconcacarsi; Cacarsi sotto, Bruttarsi di merda i panni cacando. Sconcacarsi, si dice anche per Aver grande stimolo. È detto metaf. Dare in ciampanelle; Pisciarsi sotto, vale Non corrispondere all'aspettativa. V. FAR FIASCO.

CAGAR SUL MUSso a uno, detto metaf. vale Mancar di riguardo, di rispetto, di convenienza ad uno; Aver uno a vile.

LASSARSE CAGAR SUL MUSO, Lasciarsi schiacciar le noci in capo, vale Comportare che ci sia fatta villania.

GHE CAGO, Lo stesso che INCAgår V. In tel cagar deI POLASTRI, Per tempissimo; Allo spuntare del di.

NOL GHE CAGARÀ PIÙ IN QUELA CAsa, Fu cacciato e baciò il chiavistello, vale Non tornerà più in quella casa.

SCOMENZAR A CAGAR, detto fig. Cagliare, Cominciare ad aver paura dell'avversario, Allibbire.

FAR CAGAR I STOPINI A UNO, Far cacar le lische, vale Far pagar il fio VOLER FAR CAGÅR I ASENI per forza; detto fig. Confortare i cani all' erta, Spignere uno a far una cosa ch'è di sua malavoglia.

VECHIA COME EL cagar a brazzi, Nuova Novella vecchia; Novella barbuta, invecchiata: intendesi d'una novella che sia stata altre volte raccontata. Nuova fritta e rifritta.

CAGAR EL BISATO, V. BISATO. CAGARELA ) CAGARIOLA) Cacacciola, che più civilmente dicesi Soccorrenza o Scorrenza, Flusso del ventre

8. f. Cacaiuola e Cacaia o

Andata; Andata di corpo; Diarrea: Smossa di corpo.

Dissenteria; Pondi; Cacastecchi, valgono Risoluzione del ventre con sangue. Onde Avere i pondi.

CHE TE VEGNA LA CAGARELA, Modo basso

fam. Cacastecchi ti venga; e corrisponde agli altri, Che ti possa venire il cancro; Malanno ti colga. V. CAGASANGUE.

Detto ancora per agg. a uomo, lo stesso che CAGHETE.

CAGASANGUE, s. m. Cacasangue; Dissenteria. V. DISENTARIA.

CHE TE VEGNA EL CAGASANGUE, Ti venga il cacasangue o la dissenteria; Ti venga il malanno o la rabbia ec. Modi bassi d'imprecazione.

CAGASANGUE! Interiezione di maraviglia che usavasi nel nostro dialetto antico, Cacasangue; Cacusevo; Cappila; Capperi: lo stesso che CAZZA, DIAVOLO e simile. CAGASÒDO, 8. m. Cacasodo, Dicesi per ischerno di Chi procede con più gravità e maggiore apparenza di grandezza, che non ricerca il suo essere.

CAGAURA O CAGADURA, S. f. Cacatura, Si dice degli escrementi delle mosche e di simili animaluzzi.

CAGAURE DEI MOSCONI, Cacchioni son chiamate le Uova che le mosche generano o nella carne o nel pesce, che divengono poi vermicciuoli, V. VERME.

AVER LA CAMISA TUTA PIENA DE CAGAURE de pulesi, La camicia è tutta indanaiata o billiottata dalle pulci, piena di marzocchi.

CAGHE, Specie di verbale da CAGAR, che usasi soltanto nel seguente dettato:

VA A LE CAGHE, detto per ischerzo, Va a farti rastrellare; Va via, e dicesi in significazione di Non credere all'altrui discorso o di tenerlo come esagerato. CAGHÈTE (coll'e stretta s. m. sing. Favetta, dicesi a Giovane orgogliosetto; Saccentino; Saccentuzzo; Filosofino; Presontuosello; Arrogantuccio; Arrogantello; Letteruto-Arcifanfano, dicesi per ischerzo a Colui che millantandosi di grand'uomo, si fa altrui conoscere per iscempio e per vano, che si dice ancora, Cacasodo; Sputasenno; Sputasodo. V. SruZZETA e ZIZOLOTO.

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CAGIARSE EL SANGUE, Quagliarsi il sangue, ed è Quagliamento di sangue fuor delle vene CAGIARSE EL SANGUE ADOSSO, detto fig. Sentirsi tutto rimescolare, Impaurirsi.

CAGIARSE DEL METALO, Far migliaccio, T. de' Gettatori, Quando per inavvertenza il metallo già fuso viensi a raffreddare, e si rappiglia.

CAGIO, s. m. Caglio; Quaglio; Coagulo,

Tutto ciò che serve a rappigliare il latte. Presame o Presura, si chiama Quello degli animali.

CAGNA, s. f. Cagna, La femmina del cane. Detto per agg. a Donna, Cagna, e vale Perfida, traditrice, crudele. Presso i poeti, Fera.

CAGNA, dicesi fam. e fig. nel sign. di Carota; Fiaba; Favola; Favolaccia, Racconto inventato o bugiardo DIR DE LE CAGNE, Spacciar fiabe; Vender fole; Piantare o Ficcar carote. V. PANCHIANA.

CAGNA, detto in T. de' Bottai, Cane, Strumento di ferro col quale i Bottai tengono fermi i cerchi delle botti cerchiandole.

CAGNA, detto in T. de'Sellai, Morsa, Arnese di legno che i Sellai si pongono fra le ginocchia per far i punti alle cigne o simile.

CAGNAR, v. lo stesso che BRACHIZAR, V. CAGNARA, e più comunemente, CAGNÈRA, s. f. T. di Chioggia, Susurro; Romore.

COSSA XE STA CAGNARA, Che cos'è questo romore? Onde viene questo susurro?

CAGNARA poi, in T. del Contado verso Padova, vuol dire Canile, cioè Letto da cani.

CAGNARIA, s. f. Canatteria, Quantità di

cani.

CAGNARO, s. m. T. del Contado Veneto verso il Padovano, Canatliere, Custode de' cani, Quegli che li governa. Detto per CAGNÈRA, V. CAGNAZZO,s. m. Cagnaccio, Cane grande.

Detto per agg. a uomo, Crudelaccio; Perfido.

CAGNEA, s. f. T. de' Pesc. detta anche MANZO DE MAR, e CAGNIA, Cane carcaria o Lamia o Squalo cane, Pesce del genere de' Cani di mare, detto da Linn. Squalus Carcharias. Questo pesce ch'è de' più terribili del nostro mare, non vi si trova però che raramente. V. CAN DA DENTI e CAECHIA.

CAGNÈRA, s. f. Pippionata; Pappolata, dicesi di Cosa che riesca sciocca e scipita, come di Spettacoli, Composizioni e simili. V. anche CAGNARA.

CAGNÈRA, si dice ancora per Bagattella; Corbelleria, Cosa da nulla.

CAGNERA, detto per AVARO, V. TEGNA O TEGNOSO.

CAGNESCAMENTE, avv. Caninamente, e vale Crudamente, aspramente. CAGNESCO, add. Cagnesco; Cagnazzo, Da cane o Sinile al cane. UN FAR CAGNEsco, Modi burberi, rigidi, austeri; Maniere aspre, crude.

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