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Dicesi anche per Continuazione di vento forte.

VENTÈNA, s. f. Ventina, Quantità numerata che arriva alla somma di venti. VENTESÈLO, 8. m. Venterello; Ventolino; Ventuccio; Venticello.

VENTESELO DE PRIMAVERA, Zeffiro o Zefiro e Favonio, Leggiero vento che spira dalla plaga di Ponente.

VENTESELO D'ORO, Aura; Ora; Orezzo, Piacevole e leggierissimo venticello.

VENTESELO PREDO, Brezza e Serezzana, Picciol venticello ma gelato e crudo, specialmente la notte e la mattina di buon'oVIEN UN CERTO VENTESELO FREDO, Spira una certa brezzolina; e quindi Brezzeggiare.

ra

-

VENTILÀDA, s. f. Ventilamento; Ventilatura; Ventilazione. VENTILÀR, v. Ventilare, Spiegar al vento, Sventolare, Sciorinare.

VENTILAR UN AFAR, Ventilare, detto fig. vale Esaminare, Discutere, Dibattere una questione.

VENTIZAR, v. Venteggiare o Ventare, Far

vento.

VENTIZAR, dicesi ancora scherzevolmente per Aver vento o ventosità, cioè Far delle vescie. Leggesi nell' Orlando innamorato del Berni, E sospirava un vento profumato, che il Diavol non l'avrebbe. sopportato.

VENTO, 8. m. Vento, Qualunque vento che spiri con un po' di forza.

VENTO DA LEVANTE, Vento d'Est o d'Oriente o Levante AVER VENTO DA LEVANTE, detto fig. Aver il capo pieno di vento; Alzare il viso; Levare o Alzar la coda; Prender rigoglio; Andar colla testa alla. VENTO DA MEZO ZORNO, Sud; Mezzogiorno o Mezzodi.

VENTO DA PONENTE, Ovest; Ponente.

VENTO DA TRAMONTANA, Nord; Settentrione; Tramontana o Aquilonare.

VENTO O VENTI DE MAR, Greco-Levante; Levante-Scilocco; Scilocco-Levante. VENTO O VENTI DA TERA, diconsi i Venti che provengono dalla plaga di Garbino fino

a Maestro.

VENTI O VENTI SU T. Mar. si dicono i Venti prossimi a tramontana, e quello di Tramontana, Ventavolo; Borea; Tramonlana.

VENTO O VENTI zo, T. Mar. si chiamano i Venti prossimi all'Ostro, o quello d'Ostro.

MEZO VENTO, Vento di media forza, Collaterale primario, come sono Sud-Est; SudOvest; Nord-Est; Nord-Ovest.

QUARTO DE VENTO. Vento intermedio ai principali e collaterali, come sono NordEst-Nord; Est-Nord-Est; Est-Sud-Est; Sud-Est-Sud; Sud-Ovest-Sud; Ovest-SudOvest Nord.

Ovest Nord-Ovest; Nord-Ovest

VENTO CHE FA TIRAR EL FIÀ, Vento che fa mozzare il fiato, cioè Impedir il respiro. VENTO CHE TAGIA, Brezzolone, Vento freddo.

VENTO DA PIOVA, Ventipiovolo o Ventipiovolo d'acqua, Vento che porta pioggia.

VENTO SCARSO, Rimbatto o Rimbattone di vento, Quello che dà talvolta ad un tratto nelle vele dalla parte contraria, facendo vela con vento steso, per cui si deve poggiare.

VENTO DA MAL TEMPO, Buriana, T. Mar. Nome di certo vento procelloso.

VENTO GAGIARDO, Vento che soffia; Vento che pela.

VENTO. MAISTRO, V. MAISTRO.

VENTO DA DRIO, Flato; Loffa; Peto. Vento delle parti deretane.

Venti de la nave, Vento, significa anche l'Estremità si della prora che della poppa d'una nave, onde misurarne la distanza o sia la superior lunghezza della barca medesima; quindi si dice ch'essa è lunga tanti piedi da vento a vento.

Venti, in T. de' Fonditori di metalli, si chiamano que' piccoli buchi che si formano nel getto e che poi si riturano.

AVER EL VENTO IN PUPA, Avere il vento in poppa o a linea retta, in fil di ruota; Andure col vento in poppa, Averio favorevole - Stare in poppa o Avere la pera mezza, detti metaf. che valgono Aver buona fortuna.

CAZZAR DEL VENTO, V. Cazzar.

CHIAPAR EL VENTO, Intaccare il vento, T. Mar. Arrivar colla nave al luogo del vento.

FURIA DE VENTO CONTRARIO, Traversia.
REFOLO DE VENTO, V. REFOLO.

LEVARSE DEL VENTO, Solvere o Sciorre il vento.

Logo de sete VENTI, Spazzavento, Luogo ove il vento abbia gran possanza.

NAVEGAR SECONDO el vento, V. NAVEGAR. OMO PIEN DE VENTO, Pieno di vento; Ventoso, vale Gonfio, Altero. V. BALON DA

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TIRAR VENTO, Ventare, V. VEntar.

TOR EL VENTO. Tagliare il vento, dicesi di Nave che abbia il sopravvento e che passando a vele spiegate vicino ad altra nave glielo impedisca.

Zirar dei venti, Rimolinare, Il rigirar de' venti. Il vento gira, dicesi in Marineria per far intendere che il vento cambia, che comincia a soffiar da altra parte.

ZOGAR DEL VENTO, T. Mar. Giuocare o Strambare, dicesi del Vento che non è fisso.

CHE BON VENTO? Ben venga Maggio coi fiori suoi, Maniera di salutare e accogliere persona che non siasi veduta da gran tem

po. Che vento t'ha guidato in queste bande?

VÈNTOLA, s. f. Ventola o Ventaruola, ma più comunemente Ventaglio, Arnese che serve a muover vento e a rinfrescarsi nei tempi di caldo.

STECCHE DA VENTOLE, Asticciuole del ventaglio, si chiamano le stecche d'un venta glio o simile.

VENTOLA DEL RELOGIO, Ventola, Pezzo che si mette sull' ultimo rocchetto d' una ruota di ripetizione, e che serve a rallentare il movimento di questa ruota allorchè il pendulo o l'orologio suona.

VENTOLADA, s. m. Colpo di ventola o di ventaglio.

VENTOLÈTA, 8. m. Ventagliaio o Ventagliaro; Maestro di far ventagli, Colui che fa e vende ventagli Acconciaventagli; dice si a Quello che gli acconcia.

VENTOLETA, 8. f. detto per dim. di Ventola, Piccolo ventaglio. VÈNTOLO, 8. m. Ventaruola; Ventiera; Rosta, Strumento che serve ad agitar l'aria e portarla contro il viso ne' tempi di caldo per rinfrescarsi e per cacciar le mosche, fatto in varie fogge.

VENTOLO, chiamasi anche un arnese a foggia di Rosta, con manico di legno, fornito di lunghe penne di gallo d'india, che serve ad avvivare il fuoco in vece di soffietto.

FIGURA DA VENTOLI, Figura da cembali. dicesi d'Uomo di poco garbo e deforme. V. FIGURA.

ANDAR SU I VENTOLI, Andar su le roste. Andar in canzona.

FARSE METER SUI VENTOLI, Farsi mettere sui ventagli, Farsi ridicolo - Farsi scorgere vale Farsi burlare o beffare. VENTOLÓN, detto per agg. ad uomo, Cervellone; Bislacco; Uomo aromatico; Girellaio; Testa balzana, Incostante. VENTÒSA, s. f. Ventosa, Strumento di vetro che s' appicea alla persona per tirare i sangue alla cute, che dicesi anche Cuppetta; Bicchiero e Cornetto.

VENTOSE TAGIAE, Coppette a taglio, diconsi Quando la carne per mezzo loro alzata si trincia da' Cerusici per cavarne sangue.

METER LE VENTOSE, Ventosare.

VENTOSA è pur voce di gergo, che vuol dire Finestru. VENTOSITA, s. f. Ventosita, Indisposizione cagionata da materia indigesta, che si genera nel corpo degli animali, e comuneinente dicesi la frequenza delle coregge. VENTOSO, add. Ventoso, Esposto al vento.

EL VENTOSO, detto in forza di sust. / Cocchiume, il Forame, il Culo. VENTRAME, V. INTERIORI.

VENTRAZZO, V. Pantazzo.

VENTRESINI, s. m. Voce ant. che vuol dire Ventresca, cioè la pancia. PASSAR 1 VENTRESINI CO UN SPONTON, Passare il ventre con uno spuntone. VENTRILOQUO, s. m. Voce dell'uso che si dice di Coloro, che nel parlare hanno l'ar

te di rispignere la voce nel ventre, in guisa ch'essa diventa cavernosa, pare di sentirla da lontano, e quindi che sia la voce di uno che non si vede.

Dicesi anche Gastriloquo, ma è voce me

no usata.

Nel dizionario dell'Accademia Francese dicesi Ventriloque, a cui il nostro vocabolo Ventriloquo corrisponde. VENTRÌNI, s. m. Voce ant. che ora si dice DURÊLO, Ventriglio o Ventricchio, Ventricolo carnoso degli uccelli — TAGIÀ L'AVEVA TUTI DO I VENTRINI, e quì è detto met. per i Testicoli.

VENTRÒN, 8. m. Mangione; Gorgione, Che

ingorgia e bee smoderatamente ed è quasi insaziabile.

VENTURA, 8. f. Ventura, Sorte, fortuna, sia buona sia rea. Bona et mula ventura sono parole latine di numero plurale che alludono all'avvenire.

VENTURA, 8. f. Bonaventura, Nome proprio di Uomo.

VENTURAR, v. V. RISCHIAR.

VENTURIÈR, s. m. Venturiere o Avventuriere, Agg. a uomo, e vale Venuto di ventura; e dicesi per lo più in mala parte.

DONA VENTURIERA, Dona di ventura, e dicesi in mala parte.

Venturiere, in T. Mil. dicesi al Soldato di fortuna; Volontario. VENTURINA, Venturina, Nome proprio di femmina.

Venturina o Avventurina, dicesi poi ad una Pietra preziosa mezza trasparente, giallicia e tutta tempestata di pagliette d' oro, che la rendono grata alla vista. VENTURINA, 8. f. o Zogo de la Venturina chiamavasi Un giuoco popolare di sorte, che usa vasi a Venezia in tutto l'anno, escluso l'inverno e che ci fu anche riportato nella Commedia del Goldoni intitolata EL CAMPIELO. Questo giuoco consisteva nella estrazio ne a sorte d' uno o più numeri, che faceva ogni giuocatore per sè. Erano in sacco 90 palle segnate progressivamente dal num. 1 al 90 e per agg. altre di figure rappresentanti la Morte, il Diavolo, il Sole, la Luna e il Mondo. Quello ch'era il primo ad estrarre avea diritto di comandare il più o il meno, cioè se dovesse prevalere il numero maggiore o il minore; le figure erano prevalenti ai numeri. Ogni palla valeva uno o due soldi; e quello che vinceva guadagnava le ciambelle giuocate. QUEL DE LA VENTURINA chiamavasi volgarmente Colui che girava per le contrade di Venezia col sacchetto delle palle e con una cesta di ciambelle, per invitare specialmente le donne a tale divertimento. Questo giuoco facevasi anche nel Burchiello di Padova ai tempi nostri più recenti, per alleviar dalla noia del viaggio i passeggieri. VENZER, V. VINCER.

VENZO (colla z aspra) Vinto, add. da Vin

cere.

Ho vENZO, Ho vinto.

VERA (coll' e stretta) s. f. Viera; Ghiera e

Ghera, Cerchietto di ferro o d'altra ma teria, che si mette all'estremità o bocca d'alcuni strumenti, acciocchè non s'aprano o fendano.

VERA DEI SCHIOPI, V. SCHIOPO.

VERA DEI POZZI, Sponda; Parapetto ; Spalletta o Margine del pozzo.

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VERA DA MATRIMONIO, Anello o Fede; L'anello nuziale, Specie di campanella o cerchietto d'oro o d'argento senza gemma. VERA DE LA BRIA, V. BRIA. VERAMENTE, avv. Veramente; Veracemente.

MI VERAMENTE NO SON PERSUASO, Io all'opposto non son persuaso; Ma io non son persuaso di tale opinione. In questo sentimento la voce nostra VERAMENTE, corrisponde all' avverbio latino Verum che vale Ma.

O veramente, 0; Ovvero. VERBASCO, s. m. Verbasco, o Tasso barbasso ed Erba maestra, Pianta bienne che nasce da per tutto; fiorisce nell' estate per molti giorni e i fiori cadono la mattina: detto da Linn. Verbascum Thapsus. Mattioli lo chiamò Verbasco primo. Nessun animale mangia le foglie di questa pianta, le quali servono agli usi della medicina.

Un secondo Verbasco, detto da Linn. Verbascum sinuatum, che Mattioli disse Un Verbasco, è comune lungo le strade e può essere sostituito all' altro. VERBIGRAZIA, Voce lat. posta avverb. e comune nel discorso fra noi, Verbigrazia o Verbicausa, Per esempio, Come sarebbe a dire.

VERDARIN, 8. m. Nome che gli Uccellatori nostri aggiungono all' Uccello FRIZARIN, V.

VERDAZZÈR, s. m. Mirabolano citrino, Specie di Susino, detto in sistema Prunus domestica viridacea, che produce le susine

claudie. V. VERDAZZO. VERDAZZO, s. m. e per lo più in plur. VERDAZZI, Susine verdacchie o Susine regine claudie, Frutto dolcissimo di buccia verde, ch'è una Specie di susina prodotto dall' albero sopra indicato. VERDAZZI, s. m. Nome generico dato dai Pescatori ad alcune specie di pesce di color verde. Tali specie sono poco importanti per la piccolezza loro e per essere di poco buon sapore. Esse sono il Labrus Viridis Linn. il Lutianus Acutirostreus e il Lulianus eques del Nardo. V. SMERGHI GARDELINI e CRAGNIZZO.

VERDE, s. m. Verde, lo stesso che Verdura o Verzura, Quantità di piante o di erbe verdeggianti.

ANDAR IN TEL verde, Locuz. che usavasi nel sistema del Governo Veneto, Dar voto o suffragio contrario; e dicevasi del Porre il proprio voto nel bossolo di color verde che indicava l' urna della negativa. - No LA ME VAGA IN TEL VERDE, Il suo voto non mi sia contrario.

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VERDE ARIA, Verdazzurro o Verde azzurro, Colore tra il color dell'aria e quel della marina.

VERDE CHIARO, Verdechiaro, Verde che pende al chiaro. Verdegaio, dicesi al Verde aperto o chiaro.

VERDE SCURO, Verdebruno.
VERDE ZALO, Verdegiallo.

Verdeporro, dicesi al Color verde bellissimo smeraldino.

ESSER VERDE, detto fig. Essere incollerito, imbestialito.

ESSER VERDE COME L'AGIO, Più verde di una ruga; dicesi di Persona che sia malsana e di color verdiccio.

ESSER AL VERDE, Esser al verde di danari, Non aver danari. Essere come mosca senza capo, Essere sprovveduto d'ogni cosa. Essere all'estremo o al fine; Essere assottigliato di danaro, vale Ridotto al poco. V. REDurse al verde. VERDERAME, s. m. Verderame, detto dai Chimici Sotto acetato di rame, Quella materia in polvere di color verde traente al cilestro, che si vende in commercio serve all' uso della medicina, della pittura ma specialmente della tintura. VERDESİN. V. VERDOLIN. VERDETERNO, s. m. Verde eterno, detto da' Chimici Deutoacetato di rame, Sorta di color verde assai vivo, detto eterno perchè non perde mai la sua vivezza. VERDOLIN, add. Verdognolo; Verdigno e Verdiccio, Alquanto verde, Che ha del verde; e dicesi del Colore. VERDOLIN, s. m. Uccello, lo stesso che FRIZARIN, V.

VERDON, add. Verdebruno, Verde scuro.

VER DON, 8. m. detto in T. de' Cacciatori, Uccello più volgarmente chiamato ZaranTO, V.

VERDUGO, s. m. Verduco, Spada stretta che taglia da quattro lati. Quindi Verducato, Tagliente da quattro lati, Taglientissimo. VERDUME, s. m. Verdume, La parte verdeggiante della pianta.

VERDUME è anche voce furbesca, che vale Erba.

VERÈTA, 8. f. Anello, V. Vera.

VERETA, detto in T. degli Oriolai, Virola, Nome che si dà a quei pezzi d'un oriuolo, che ne sostengon degli altri.

VERETE DA RECHIE, dimin. di VEBETON, V. VERETON nel primo significato. VERETINA, dim. di VERETA, dicesi per Anellino o per Piccola campanella, o Cerchiettino ad uso d' orecchino. VERETON, s. m. e per lo più Veretoni in plur. accr. di VERA, Campanelle, Sorta di cerchietti o orecchini fatti guisa d'anello, che le donne tengono agli orecchi, per lo più d'oro.

VERETON, Voce ant. Verettone, dal lat. Veretum, o da Vero, onis, chiamavasi una Specie di freccia grossa, che si lanciava colla balestra o simile.

VERDE, e nel fem. VERDA, add. Verde, Di VERGADA, s. f. Vergheggiata, Percossa color verde.

di verga.

VERCHEZIN 。 VERCHESIN, S. m. T. dei Lanaiuoli, Scamatino o Vergheggiatore, Battitore di lana, Quegli che vergheggia scamata la lana.

VERGHIZÀR, v., Vergheggiare o Scamafare, Batter la lana.

VERGINE O VERZENE, 8 f. Vergine, si dice di Femmina e di Maschio; e figur, si dice anche di Cosa non ancora adoperata ed usata.

OGIO VERGINE, V. OG 10.

Man vergine, Mani pure, illibate, e dieesi fig.

VERGINITA, 8. f. Verginità.

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TOR LA VERGINITA, Sverginare e Spulcellare, dicesi delle femmine Sverginar che che sia, detto per similit. Comineiare a far uso di che che sia, togliendone o adoperando ne una parte. VERGOGNA, s. f. Vergogna.

Vergogna è anche una certa modestia alla quale dicesi Rispetto o Peritanza; Erubescenza; Tema; Rossore, Atto in cui rifulge Onestà, Verecondia, Modestia. Vergogna o Vergogne, si dice anche in vernacolo per le Parti vergognose.

MOSTRAR LE VERGOGNE, Mostrar le sue vergogne, il che dicesi di Chi è costretto a palesar il suo disonore; o di Chi è cencioso e lacero ne' vestiti a segno di mostrar le carni.

BUTAR VIA LA VERGOGNA, Sciogliere la vergogna, che anche dicesi Tirar giù la buffa, vale Perdere ogni riguardo e rispetto.

NOL SA DOVE CAZZARSE DA LA VERGOGNA, E'darebbe d'un chiasso ogni danaio, cioè Non sa dove mettersi il viso per la vergogogna, Si ficcherebbe in un cesso.

LA XE UNA VERGOGNA 0 UNA VERGOGNA MARZA O UNA COSSA VERGOGNOSA, Ella è una vergogna, per dire Indecenza, Sconvenienza, Improprietà. È un peccato, una cosa vergognosa che etc.

VERGOGNARSE, v. Vergognarsi, Avere vergogna. Perilarsi, vale Esser timido, non aver ardire.

DISE SU, NO VE VERGOGNE, Dite su, non vi peritate o non abbiate peritanza, cioè̟ non abbiate rossore, Non vi vergognate. VERGOGNİN, detto per agg. a Persona, Peritoso, vale Verecondo, Timido, Che non ba ardire dicesi di ragazzo o ragazza di poco spirito.

VERGOLA (coll' e larga) Vergola, Agg. di Barca leggiera, che facilmente sbanda, V. VERGOLO.

VERGOLA (coll'e stretta) 8. f. o VenzèLA (coll' e larga) Voci agr. Vetta, V. BA

TAURO.

VÈRGOLO, add. T. Marin. Geloso, Epiteto che si dà ad un Bastimento, il quale sia facilmente agitato da ogni movimento delle onde, ed è per questa cagione difficile da governare e da tenere in una direzione costante. Dicesi quindi Lancia gelosa quella ch' è facile e pronta a sbandare. VERGÒN, s. m. Panione ed anche Vergo

ne, Mazza impaniata colla quale si pigliano gli uccelletti, uccellando colla civetta. VERIÀDA, 8. f. e nel plur. Veride, Invetriata; Vetrala; Vetriera, Chiusura di vetri.

VERIER, 8. m. Voce antiq. Vetraio, Colui che vende o acconcia vetri per finestre o simili, che ora dicesi Fenestrèr, V. VERIFICAR, V. Verificare, significa propr. Dimostrar vero, Certificare.

VERIFICAR, Si dice ancora da noi nel signif. di Avverare; Avveritare; Avveridicare, cioè Chiarirsi, Accertarsi della verità con qualche esame od osservazione. VERIFICAR, diciamo pure volgarmente per Alluare; Effettuare, Ridurre dalla potenza all' atto. V. Realizir. VERIFICAZION, s. f. Verificazione, Certificazione.

VERIFICAZION DEL FATO, Riconoscimento legale del corpo del delitto, T. della Giurisprudenza criminale.

VERIFICAZION DE SCRITURE, Perizie Confronti di scritture. VERIGOLA, 8. f. Verigola, detto più italianam. Succhio; Succhiello; Succhiellello; succhiellino, Strumento di ferro fatto a vite ad uso di bucare le tavole. Verina e nel dim. Verinetta, sono termini usati dai Costruttori navali ed anche dai Legnaiuoli a Livorno.

VERIGOLA PANOCHIA, T. de' Bottai, Doccia, Strumento di ferro di cui si servono i Bottai per forare il davanti delle botti, e formarvi il buco della Fecciaia in cui si forman

VERIGOLAR, V. Succhiellare e Succhiellinare, Bucar col succhiello.

VERIGOLÈTA, 8. f. dim. di VERIGola, V. VERINGOLA, 8. f. T. Mar. Veringola, Pezzi di fasciame interno situati in varie distanze nel corpo del vascello fra le serrette e la prima coverta. VERIÒL, 8. m. Vetriuola o Parietaria e Muraiola, Erba chiamata da' Botanici Parietaria officinalis, che nasce per le mura, nelle siepi e nelle macchie; serve a polire i vetri per lucidarli, dal che trasse propriamente il nome Italiano. V. VETRIOL. VERITÀ. 8. f. Verità e Veritade.

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LA BOCA VOL DIR la verità, V. BOCA. VERLETO, 8. m. T. degl'intagliatori, Barletto, Strumento di ferro ben grosso, in forma di lettera I per tener fermo sul banco il legno che si lavora dagl' Intagliatori. VERLICHE, T. de' Pesc. V. CIEVOlo. VERME, s. m. Verme; Vermo; Vermine; Baco, Si danno questi nomi a Tutti i vermi che nascono dal corpo umano e da putrefazione. Lombrichi, e quindi Lombriconi e Lombrichetti, o Lombricuzzi si dicono anche i Bachi che si generano nel corpo per lo più de' fanciulli, detti da Linneo Ascaris lumbricoides. Questi vermini del corpo umano sono poi di più specie. Oltre alla Tenia, di cui qui sotto, vi sono i Vermi cucurbilini che hanno la forma di semi di zucca, gli Ascaridi che sono corti e rotondi e stanziano nell' intestino retto, e i Teriti che sono lunghi e rotondi e stanno nello stomaco e negl' intestini.

VERME SOLITARIO, Tenia o Verme solitario, Specie di Verme o animaletto di corpo tenue, flessibile e fatto a guisa di fascia, che si genera nel corpo umano, detto da Linneo Taenia hominis.

VERMI DE LA CARNE, Cacchioni, Cova generate dalle mosche nella carne fresca e nel pesce, che divengono poi vermicciuoli CARNE PIENA DE VERMI, Carne cacchio

nosa.

Marmeggia, dicesi a quel Verme che nasce nella carne secca e la rode. Da questa proviene un insetto nero chiamato da Linneo Dermestes lardarius, il quale moltiplica presto e copiosamente.

VERMI DEI GRANI, Tonchio dei grani è Rome generico Punteruolo, è quel Verme o bruco che rode il grano. Tonchio: Gorgoglione o Gorgoglio, quello ch' entra nelle fave, ne' piselli, nella lente e in altri legumi e rodendogli li vota. Linneo distingue varie sorta di bachi che rodono i semi, chiamando quello del frumento Curculio frumentarius; l'altro più generalmente Curculio granarius. Fin che il bruco di quest'ultimo insetto vive rodendo il frumento, si chiama Verme del grano, presentandosi appunto sotto la forma d'un vermetto; quando poi subì la sua trasformazione e diede origine al suo Curculio granarius, vien detto Punteruolo. Sotto que sto nome collettivo di VERMI DEI GRANI tanto s'intendono le Larve del Curculi frumentarius prima dell' ultima metamorfosi, come quella della Phalaena Tinen granella, Linn. V. PARPAIOLA.

Beco, dicono in Toscana a quel Piccol verme che rode e guasta le olive. Dormiglione, l'Insetto che rode gli alberi e singolarmente i meli.

Bruma, quel Verme che rode il legno. V. BISSA, OSTREGA e Rosegar.

VERNE DA TERA, detto anche VESCOLA. Lombrico, e nel plur. Lombrichi. Linnes lo chiama Lombricus terrestris.

VEEMI DE LE SALATE E DEI FIORI, Bruva

o Bruco dei cavoli, Specie d'insetto che Iode principalmente la verzura Bruciolo si dice a quel Baco che sta nella radice de' raperonzoli o simili — Misurino a quel Bruco verde che nasce sulle piccole piante de' fiori e specialmente nei giranii, e che movendosi si ripiega come un' anguillina. Villers autore classico la chiama Phalaena geometra viridata. V. ZUCAROLA e RUGA.

VERMI DE LE GALETE, Crisalide; Aurelia; Ninfa. Quello stato in cui si trova il baco da seta o altro bruco chiuso in un bozzolo prima di trasformarsi in farfalla DEVENTÅR VERME, incrisalidare o Incrisalidarsi, Diventar crisalide.

Scarafaggio, dicesi ad un Animaletto simile alla Blatta (SCHIAVO) che depone l'uova nello sterco di cavallo o di vacca, detto da Linn. Scarabaeus stercorarius. V. SCARA FAZO, TORCOLO E MATÓN.

AVÈR I VERMI IN TRL CULO, Locuz, fam. e met. Aver l'argento vivo addosso; Esser un frugolo; Parer altarantolato o attarantato: dicesi di Ragazzo insolente e che inai sta fermo AVER I VERMI, Aver i cac-' chioni, detto figur. e in modo basso, e Aver i bachi, vale Aver della malinconia, dei dispiaceri, del lasciami stare.

-

EL ME FA MOVER O VEGNIR I VERMı, Ei mi mette a leva, fig. e vale Mi solleva l'animo, Mi dà occasione di alterarmi. E' mi fa venire il brulichio di dentro.

FAR DEI VERMI, Bacare; Inverminare o Inverminire, Generar vermi, Produr ver

mi.

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PIEN DE VERMI, Inverminalo; Inverminito; Tonchioso; Tonchiato MAGNA DAI VERMI, Brucalo o Bruciolato, Che è guasto o infetto da bruchi o brucioli, e dicesi dell'erbe e delle frutte.

VERME (mal del) T. de' Veterinarii, Malattia che viene a' porci, ed è un Riscaldo della lingua e delle fauci, che porta per segni caratteristici Melanconia, inappetenza, lingua ingrossata, occhi rossi, alito caldo. Y. FOGADA.

VERMENÀ, add. Inverminato o Verminato e Inverminito o Verminoso, Pien di vermi.

VERMENEZZO, s. m. Vitupero; Sudiciume; Fastidio, Quantità di pidocchi o altro simile malore.

Impiniese de vrrMENEZZO, Impidocchiarsi; Impidocchirsi. VERMĖTO, 8. m. Vermicello; Vermicciuolo; Vermiccioluzzo e Verminuzzo e Racolino. Piccolo o piccolissimo verme.

Ve ameto de L'ASEO, Oripe, Sorta di Vermicioluzzo simile ad un'Anguilletta che si vede coll' uso del microscopio nell' aceto. VERMÙT, s. m. ehiamasi da noi Quella specie di Vino o liquore medicinale, che preparato coll'assenzio ed altre erbe di gusto piccante, contrae un sapore amaro il quale pretendesi essere stomacale e giovevole per la digestione.

VERNA, s. f. T. de' nostri Costruttori navali. Macchina che serve per alzar pesi

enormi, composta di due stili o antenne più o meno lunghe, da un capo appoggiate in terra in distanza conveniente una dall' altra, riunite in alto con corde, con ivi una carrucola di doppio canaletto ben fermata. Questa specie di macchina è più complicata dell' altra detta altrimenti CAVRIA, V. VERNEGAL, s. m. detto anche GAMELA (coll' e larga) Gamella, T. Mar. Catino di legno in cui si pone la minestra etc. destinata per cadaun pasto dell'equipaggio sul mare. Dicesi però Gamella a quel Recipiente fatto a guisa di piccolissima mastella addogata, che serve al medesimo uso.

VERNEGAL, detto in gergo, vale il Culo. VERNISA, add. Verniciato; Vernicato e Inverniciato, Coperto di vernice; e dicesi per similit, anche d'altre materie lustranti. VERNISANTE, s. m. Inverniciatore, Quegli che invernicia.

VERNISAR. V. INVERNISAR.

VERNISE, s. f. Vernice, Liquore spesso e rilucente, di cui si cuopre il legno, i quadri, i cartoni, gli stessi metalli, per dar loro un bel lustro.

VERNISE DE CORI D'ORO, Mecca chiamasi una Specie di vernice, che si dà sopra l'argento. Dicesi anche Vernice di mecca; Doratura mecca. V. GOMA COPAL. VERNIZZO, add. T. Agr. Vernio o Vernino, Agg. d'una specie di Lino, che si semina in autunno e che durante l'inverno resta in terra come il frumento.

Vernio o Vernino, dicesi anche degli Agnelli che nascono d'inverno, cioè fuor di stagione.

VERO, 8. m. (corrotto dal lat. Vitrum a videndo) Vetro, Materia lucida e trasparente, che si fabbrica anche in Venezia, ma specialmente nell' isola di Murano. VERO DEL SPECHIO, Bambola.

VERO DA CANDELE O SIMILI, Campana, quel vaso di cristallo fatto per difender dall'aria i lumi accesi o dalla polvere le minute e gentili fatture: chiamasi anche Buffone.

VERO DEL RELOGIO, Cristallo dell'oriuolo. VERI DA BALCON, Invetriata; Velrata ; Vetriata, Vetriera.

VERI ROTI, Vetriuoli; Vetrioli e Vilriuoli. Fabrica de verI, Vetraia. V. FORNASA. MERCANZIA DE vkri, Velrume, Mercanzia minuta di vetro o di cristallo, che si traffica coi selvaggi d' America o coi Negri della spiaggia Africana.

FAR VERO O Del vero o Far deventår de VERO, Vetrificare.

Esser fato de vERO, detto fig. Esser fatto di fiato: dicesi di Persona dilicata. VERO, add. Vero; Verace; Veridico.

VERO QUANTO CHE SON QUA MI, Arcivero; Egli è vero più che la bocca del forno; Vero com' io son vivo.

DA VERO, Da dovero: MAI UNA DE VERA, Io non gli crederei l'Avvemaria, s'io gliela sentissi dire, Modo prov. che dicesi di Chi non ne dica mai una di vera So CHE NOL ghe ne dise

MAI UNA DE VERA, Io so per prova che il suo labbro al suo cor mai non fu unito.

NO XE VERO? N' è vero? Modo di domandare l'affermazione d'una cosa che si è detto.

NO SARA MAI Dito vero. Non sarà mai. OMO VERO, Veriliero; Verace; Ingenuo, Che dice il vero.

QUESTA XE LA VERA, Quest' è il meglio, Quest' è il miglior partito o consiglio. VERÒLE, dicevasi anticam. nel nostro dialetto per VARÒLe, V.

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VERSO, s. m. Verso, membro di scrittura poetica. Verso rotto, si dice quel Verso ch'è più corto di undici sillabe. Verso zoppo, Che non ha giusta misura Verso sciolto, Quello che non è legato dalla rima. Verso, dicesi per Modo, Via, Maniera TROVAR EL VERSO O LA MANIERA, Trovar la stiva; Trovare il bandolo, vale Trovare il modo di far che che sia -TOR UNA COSSA PER EL SO VERO VERSO, Pigliar il verso di una cosa o in una cosa, Trattarla in modo di trarne profitto CATARGHE EL VERso, V. CATAR No GH'È VErso de repiaRSE, Non c' è via di ripararsi.

Verso, dicesi al Canto degli Uccelli; e così alla Voce o Grido degli animali; su di che si vegga la voce CRIAR.

ANDAR AL VERSO, Andare a sangue; Attalentare, Andare a genio, a talento. Andar in ti veRSI A UNO, Andar alla volta d'alcuno. Appressarsi ad alcuno. DAR VERSO, Maniera ant. Dar direzione o istruzione; Dirigere; Instruire. NO STAR GNENTE al verso, Non islar bene; Non sentirsi gran fatto bene.

PER TUTI I VERSI, Da qualunque verso, Da qualunque lato. VERSOR (coll' o serrato) O VERSÙRO, s. m. (dal barb. Versorium derivato dal lat. Versor, aris, Rivoltarsi, girarsi: ovv. da Vertere, Volgere cioè Voltare la terra: Versura, chiamavasi da' Latini il sito ne' campi dove finisce un solco e comincia l'altro, dalla conversione de' buoi) T. Agr. Aratro o Aratolo, detto anche da alcuno Roversore, Strumento notissimo, composto di molti pezzi, come segue:

BRANCOLI, Bure, Que due legni che si tengono in mano dal bifolco, per dirigere l'aratro, e che divengono il manico.

GOMIER, Vomero o Vomere, È lo strumento di ferro col quale si fende propr. la terra.

FONDELO, Coltro, È una sorte di Vomero, che taglia da una parte sola e dall' altra ba un coltellaccio ritto, che separa le fette del terreno e le rivolge.

COLTRA, (dal lat. Cultrum) Coltellaccio, È il coltello che si attacca al coltro.

SPALÈTE, Orecchie, Sono una parte dell'aratro, le quali servono per allargare il solco.

PERTEGA, Stiva o Stegola, Quel legno per lungo, a cui sono attaccate le bure.

TIMON, Timone, Quella parte dell' aratro la quale va ad attaccarsi al giogo dei buoi

e che propr. chiamasi Bura, fem. o Bure,

masc.

DENTAL, Dentale, chiamasi Quel legno a cui s'attacca il vomero.

VERSURO DA UA, V. Veturo.

Martelo del veRSOR, Nervo, Quella parte dell' aratro in forma di piuolo, il quale congiunge il timone col ceppo. VERTA, s. f. T. Villereccio, e idiotismo per AVERTA, Primavera, Una delle stagioni dell'anno.

A STA VERTA O À la verta; A primavera o Da primavera. VERTAÙRA, s. f. Apritura; Scopritura; Aperzione, Spazio voto in cosa che dovrebb'essere continua, Fesso; Taglio.

Vertaura de le CAMISE DA OMO, Sparato, Tagliatura e Apertura per lo più dalla parte davanti delle camice e delle vesti. V. Bo

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LA COSSA VERTE DA QUA SIN QUA, Maniera nostra fam. Il dubbio verte tra questo e quello; Verle la quistione su tale argomento, su tal punto: cioè Consiste in questo. La quistione s' aggira ec. VERTO. V. AVERTO.

A CIERA VERTA, O A VERTA CIERA, A grembo aperto; Col cuore in mano, Con verità.

VERTÙ e antic. Vertùe, V. Virtù. VERTUDIOSO, add. Voce ant. Virtuoso, Versato negli studii.

VERUO, s. m. Voce di Chioggia, lo stesso

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VERZE DA TRASPIANTAR, Brasca, T. Agr. | VERZERÀME, idiotismo, detto per VERDECavolo di prima piantagione.

VERZE BIZZE, Bronzoluto, Agg. a Specie di Cavolo arricciato.

LE VERZE DE GERI SERA, Detto fam. ed ironico, Nuova o Novella barbata, invecchiata.

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VERZÈLA (colla z dolce) s. f. V. in Bataòr. VERZELA (colla z dolce) add. CARNE VERZELADA, Carne vergata di grasso, cioè Che abbia anche del grasso.

VERZELA, dicesi ancora per Incarnatino e Scarnatino, Agg. di Color di carne. VERZELATE, V. in CIEVOLO. VERZER O AVERZER (coll'e aperta e la z dolce) v. Aprire. V. AVRIR - TORNår a verZER, Riaprire.

Verzer o AverZER UNA BOTEGA, Aprire o Rizzare una bottega, ed anche si dice di un'Arte particolare, come Aprir un forno. un desco o simile.

VERZER I BRAZZı, Sbarrarsi nelle braccia; Allargarle; Distenderle.

VERZER I CAENAZZI, V. DESCAENAZZÁR. VERZER I OCHI DE LA MENTE, Aprire gli occhi dell' intelletto, vale Levar di capo la mal concepita opinione, Far intendere la verità Aprire gli occhi ad uno, Farlo ravveduto ed accorto.

VERZI LA FENESTRA, CHE LA VAGA FORA, Aprite la porta dello scaricatoio, cioè Questa è tanto grossa, che non potendo passare per la porta ordinaria della casa, convien farla uscire per quella de' carri. Fu detto ancora, Ammanna ch' io lego, E ciò vien detto ironicamente a colui che s'affolta a contar qualche gran maraviglia con iperboli grandi: metafora presa da' Mietitori, dal far le manne o sia covoni. — Non isbraciate, a Chi s'affolta a contar qualche gran maraviglia, che sia poco creduta.

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VERZERSE, parlando di alcune frutta, come pesche etc. Spiccarsi, si dice delle pesche, susine ed altre frutta, che si dividodono agevolmente con mano.

VERZERSE DE LE MURAGIE, Sbonzolare, per simil. Aprirsi le muraglie e simili, Rovinare.

VERZERSE EL CUOR CON UNO, Allargarsi con uno, Aprirgli il cuore, i proprii sentimenti.

VERZERSE DAVANTI I ABITI, Sciorinarsi; Spararsi, Aprirsi, Allargarsi, Sfibbiarsi i panni.

VERZER TANTO DE OCHI, Sbarrare gli occhi, Largamente aprire, Spalancare. VERZER EL LIBRO D'ORO, V. LIBRO. CHI BEN SERA BEN VERZE, La buona cu ra caccia la mala ventura, e vale che Con usar buona guardia e diligenza talora si sfuggono disavventure.

EL CRIA CH' EL SE VERZE, O EL SE VERZE O AVERZE COME UN'AQUILA, Grida a testa, quanto n'ha in gola; Grida a più non posso, V. CRIAR.

ME SE AVERZE O VERZE EL CUOR DA L'A Legrezza, Mi si allarga il cuore dalla ec. Per gran dolcezza il cuor mi si apre.

RAME, V.

VERZERAVE, s. f. T. degli Ortolani, Cavol rapa, Sorta d'ortaggio coltivatissimo nelle nostre ortaglie, che ne' bassi secoli dicevasi Ravacaulus, come c'istruisce il Du Cange, e fu poi nominato da Linneo Brassica oleracea gongyloides. La soprabbondanza di nutritura si porta allo stipite, che produce un gonfiamento che lo trasforma in una massa tuberosa succulenta e buona a mangiare.

VERZÈTA, s. f. Cavolino; Cavolo novellino.

VERZİN, V. LEGno verzin, in Legno. VERZINITAE, 8. f. Voce ant. V. VERGI

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VESPRO, s. m. Vespero o Vespro, Una delle sette ore canoniche, che si dice tra la nona e la compieta.

VESPRO SICILIAN, Vespro Siciliano si dice Quella famosa strage di Francesi, che fecero nel giorno 30 marzo 1282, all'ora dei vesperi, i Siciliani stanchi di soffrire l'aspro governo che di lor faceano i Francesi sotto Carlo duca d'Angiò, il quale, ucciso il Re Corradino, aveva occupato il Regno di Napoli e di Sicilia l'anno 1265.

Quindi Un Vespro siciliano per simil. si dice di Strage grande e improvvisa e di alcun' altra strana disavventura. VESSA, 8. f. Voce ant. Vescia; Coreggia. V. SCOREZA.

STIMAR UNO QUANTO UNA VESSA, Slimar uno come o quanto una foglia di porro, Niente.

VESTA, s. f. Veste e Vesta, Gonnella nera di seta o di scotto, che le Donne usavano portare a' nostri giorni col zendado.

VESTA DA CAMARA, Guarnacca; Guarnaccia, Veste da camera che si porta da aleuni per comodo e libertà in casa propria.

VESTA LONGA, Sottana, Quella che usano i Preti METER SU VESTA DA PRETE, Pretare; Farsi prete.

VESTE RICA, Veste agiata, Doviziosa intorno alla persona.

METER LA VESTA O EL GABAN O EL TABABO A QUALCÙN, detto fam. e figur. Pelare o Scorticare alcuno, vale Trargli delle cose il più che si può, Pregiudicarlo, Giuntarlo. V. BROA e ROSTIR.

VESTA DA ZENTILOMO, s. f. Vesta pa

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