L'Italia è ella la terra de'morti?Naratovich, 1863 - 431 pagine |
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Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 10 - Ma più beata che in un tempio accolte serbi l'Itale glorie, uniche forse da che le mal vietate Alpi e l'alterna onnipotenza delle umane sorti armi e sostanze t'invadeano ed are e patria e, tranne la memoria, tutto. Che ove speme di gloria agli animosi intelletti rifulga ed all'Italia, quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi venne spesso Vittorio ad ispirarsi. Irato a...
Pagina 10 - ... suoi gioghi a te versa Apennino! Lieta dell'aer tuo veste la Luna di luce limpidissima i tuoi colli per vendemmia festanti, e le convalli popolate di case e d'oliveti mille di fiori al ciel mandano incensi : e tu prima, Firenze, udivi il carme che allegrò l'ira al Ghibellin fuggiasco...
Pagina 138 - ... di tutti gli altri piaceri, di tutti gli altri beni della fanciullezza e della gioventù, avere acquistato un bene che da nessuna forza, da nessuna sventura mi fosse tolto. Ma io non aveva appena vent'anni, quando da quella infermità di nervi e di viscere, che privandomi della mia vita, non mi...
Pagina 155 - Nobil natura è quella Che a sollevar s'ardisce Gli occhi mortali incontra Al comun fato, e che con franca lingua, Nulla al ver detraendo, Confessa il mal che ci fu dato in sorte...
Pagina 154 - Tu non ti acconci più,, tu più non movi. Se torna maggio, e ramoscelli e suoni Van gli amanti recando alle fanciulle, Dico: Nerina mia, per te non torna Primavera giammai, non torna amore. Ogni giorno sereno, ogni fiorita Piaggia ch'io miro, ogni goder ch'io sento, Dico: Nerina or più non gode; i campi, L'aria non mira. Ahi tu passasti, eterno Sospiro mio: passasti: e fia compagna D'ogni mio vago immaginar, di tutti I miei teneri sensi, i tristi e cari Moti del cor, la rimembranza acerba.
Pagina 153 - L'antico amor. Se a feste anco talvolta, Se a radunanze io movo, infra me stesso Dico: o Nerina, a radunanze, a feste Tu non ti acconci più, tu più non movi.
Pagina 63 - Come sul capo al naufrago l'onda s'avvolve e pesa, l'onda su cui del misero, alta pur dianzi e tesa, scorrea la vista a scernere prode remote invan; tal su quell'alma il cumulo delle memorie scese! Oh quante volte ai posteri narrar sè stesso imprese e sull'eterne pagine cadde la stanca man!
Pagina 62 - Ei fu. Siccome immobile, dato il mortai sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta...
Pagina 62 - Fu vera gloria?... Ai posteri L'ardua sentenza : nui Chiniam la fronte al Massimo Fattor, che volle in Lui Del creator suo spirito Più vasta orma stampar. La procellosa e trepida Gioia d'un gran disegno, L'ansia d'un cor che indocile Serve pensando al regno, E il giunge, e tiene un premio Ch'era follia sperar; Tutto ei provò : la gloria Maggior dopo il periglio, La fuga e la vittoria, La reggia e il tristo esigilo : Due volte nella polvere, Due volte sull'altar. Ei si nomò: due secoli, L'un contro...
Pagina 11 - E a questi marmi venne spesso Vittorio ad ispirarsi. Irato a' patrii Numi, errava muto ove Arno è più deserto, i campi e il...