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CAMARATA, 8. f. Camerata, dicesi all'Adunanza di genti che vivono e conversano insieme, come sono le Camerate dei seminarii.

Far camerata, vale unirsi in camerata. CAMARATA Si dicono fra loro i Barcaiuoli per segno d'amicizia e vuol dire Collega; Compagno. Anticamente si dicevano BRIGHENTE cioè Compagnonc. CAMARÈLA, s. m. T. de' Pesc, maremmani, Camerella, chiamasi un lavoro fatto nell'acqua con graticci e pertiche a guisa di camera, appoggiato al Cannaio, di figura bislunga, in cui entra il pesce che si presenta alla Cogolaria.

CAMARETA, 8. f. Cameretta; Camerella; Cameruzza; Stanzetta; Stanzuccia; Stanzolino; Stanzibulo.

CAMARIER, 8. m. Cameriere. Dicevasi anche Cubiculario o Cubicolario. CAMARIERA, 8. f. Cameriera, Donna che assiste ai servigi della camera Camerista è Titolo che si dà alle Donne che servono le Principesse ne' loro appartamenti.

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CAMARIERETO, s. m. Camerierino, Piccolo o giovane cameriere.

CAMARİN, 8. m. Camerino; Stanzino, Stanzinuccio; Stanzibolo, Piccolissima stanza.

CAMARIN DA FAR I 80 BISOGNI, Camerino; Camerella, Stanzino dov'è riposto il

cesso.

Camarin da despOGIARSE, Spogliatoio.

CAMARIN DA STUDIAR, Studio; Scrittoio. CAMARIN DE GUARDIA, Camerino, Chiamasi anche il Luogo annesso alla guardia militare, ove si tengono gli arrestati; ed è una prigione.

CAMARIN DEL PORTINER, V. PORTINARO.

CAMARIN DA OSELI, Serbatoio, Quello stanzino dove si tengono gli uccelli da ingrassare.

CAMARIN DA RAZZza, Appaiatoio, Stanzino o luogo appartato, ove si pongono i colombi e le colombe per appaiarli.

CAMARINI DEI VASSELI, Capanne, Stanzoline, che sono nella poppa e lungo i fianchi d'una nave, per uso del piloto e degli uffiziali. Nelle navi d'alto bordo tali stanzoline chiamansi Ranci. V. RANCHIO.

CAMARIN DE L'AGUZÌN DE GALIA, Escandola.

CAMARINI IN SOPITA, Stanze o Stanzoline a tetto, Quegli stanzini che si fanno nella parte più alta della casa.

Boerio.

CAMARINÈTO, dim. di Camaxin, V. CAMARISTA, 8. f. si chiama fra noi Quella povera donna ch'è ricovrata per carità nell'ospizio detto la Ca di Dio, ove abita in una camera destinatale. CAMARIERA. CAMARLENGARIA, 8. f. Cumarlingato, Uffizio del Camerlingo, detto anche Camarlingalico, che all'uso latino potrebbe dirsi Questoria. CAMARLENGO, 8. m. Camerlingo e Camerlengo, Titolo di magistratura, che sotto il cessato Governo Veneto esercitavasi nelle città di provincia da' patrizii, a'quali apparteneva la custodia del pubblico danaro, che tenevasi nella Camera fiscale. Anticamente dicevasi Questore. CAMARON, 8. m. Camerone; Slanzone. CAMAROTO, 8. m. Cameraccia; Buiosa; Segreta; Carbonuia, Carcere oscura e stretta.

CAMAROTO DEL SQUERO, V. SQUERO,

CAMAROTO, detto in T. Mar. Garzone di bordo, sinonimo di Mozzo. Giovane che serve sulla nave e si addestra per divenire marinaio. V. MORE.

CAMAROTO, dicesi comunemente per Prigione o Carcere semplicemente METER IN CAMAROTO, Mellere in prigione; Imprigionare.

CAMAURO, V. PAPALINA.
CAMBELOTO, Lo stesso e più usitato che
CAMELOTO. V.

CAMBIADA, 8. f. Cambiatura; Cambiamento, Il cambiare. Cambiatura di cavalli alla posta.

DARSE UNA CAMBIADA DE CIERA, Cangiarsi di cera o di colore nel volto.

CAMBIAL, 8. f. Cambiale o Lettera di cambio, T. Merc. V. TRAENTE, ACETANTE, GIRATARIO.

CAMBIAMENTO, 8. m.
CAMBIANZA, 8. f.
Cangiamento.

Cambiamento;

CAMBIANZA DE CASA, Tramula e Tramutanza, Il cangiamento d'abitazione, V. MASSARIA.

CATIVO CAMBIAMENTO DE FORTUNA, Catastrofe, Mutazione, passaggio improvviso di buono in cattivo stato. CAMBIAR, v. Cangiare o Cambiare; Mutare. V. BARATAR O PERMUTÀR e Scambiare, dicesi il dare o pigliare una cosa in cambio d' un' altra. V. SCAMBIAR.

Cambiare, T. Merc. Pagar denari in un luogo per esser rimborsato in un altro.

CHI CAMBIA PAESE CAMBIA STATO, Chi muta lalo muta fato, Prov. e si dice di Chi talora mutando paese migliora le sue condizioni.

VEDARE CHE NO ME CAMBIO, Vedrete ch'io non mi muovo a vento, Che non desisto dalla mia opinione.

CAMBIAVALUTE, 8. m, Cambiatore di moneta, Mercante, che tien banco dove si cambia moneta.

CAMBIO, s. m. Cambio; Scambiamento, Scambio.

Cambio, T. Merc. propr. dinota il Nego

zio o traffico di moneta o danaro, che corre e si fa tra un luogo ed un altro col mezzo di lettere o cedole di cambio.

ANDAR A CAMBIO, Andare a cambio o in iscumbio, vale In vece.

Dar a cambio, dicesi anche nel dialetto per Dar danaro a interesse.

DAR EL CAMBIO A UNO, Scambiare, vale Entrar in luogo di un altro, Succedergli.

QUESTA XE LA SECONDA DE CAMBIO, detto fig. e famil. Questa è la seconda, e vale Questa è simile all'altra, e dicesi sempre in mala parte.

Cambio, dicesi a Colui che si sostituisce nella milizia in luogo di un altro, che rimane libero dal servire. Nelle carte pubbliche si videro usati i termini di Sostituto e Supplente.

TANTI CAMBI NO VA BEN, Tante tramute, tante cadute.

IN CAMBIO, In cambio, vale In vece IN CAMBIO DE PAGARME EL M'HA BASTONA, In cambio o In vece di pagarmi m'ha bastonato.

CAMBISTA, s. m. Cambista o Banchiere Mercante che tiene banco di cambio. Oggidì più comunemente chiamasi Cambia-valule. CAMBRADA, 8. f. Cambraia, Tela finissima. Il Menzini dice Tela di Cambrai. CAMBRICHE, 8. m. Sorta di tela bambagina più o meno fina, per lo più bianca, ed anche a colori di varie maniere, che in commercio dicesi comunemente Cambrich. CAMÈDRIO. V. ERBA PER LA FREVE. CAMEÈTO, s. m. Cammeino, Piccolo Cam

meo.

CAMELO, 8. f. Camelo o Cammello, Animale quadrupede ruminante, che nasce nei paesi caldi, ma portato e conosciuto anche fra noi; detto da Linn. Camelus Bactrianus. Ila due gibbosità sul dorso, una davanti l'altra; ed è animale mansueto, che porta grandissimi pesi. CAMELO, 8. m. detto in T. d'Architettura navale. Cammello, chiamasi una Macchina pel cui mezzo si solleva un bastimento nell'acqua cinque o sei piedi, onde farlo passaro sopra luoghi di basso fondo. L' abbiamo veduta in Venezia sotto il Governo italico. CAMELOTIN, 8. m. T. Mar. Camoiardo. Stoffetta mista di pelo e seta, fatta a foggia di ciambellotto. CAMELOTO O CAMBELOTO, 8. m. (dal barb. Camelotum) Cambellotto o Ciambellotto e Cammellino. Drappo fatto di pelo di сарга.

CAMELOTO DE BRUSSELES, Brussellino. T. di Commercio. CAMÈO, 8. m. Cammeo. Pietra dura faldata, cioè che sopra è d'un colore e sotto d'un altro, nella quale a forza di ruote 8' intagliano di basso. stiacciato rilievo o basso rilievo, bellissime teste, figure, animali etc. Dicesi anche CAMAIN. CAMERLACÀI. V. CAZZATOR. CAMERLENGO. CAMERLENGHI DEL Comùn, chiamavasi una Magistratura antica della Repubblica Veneta composta di tre 16

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PIERA O PIASTRA DA CAMÌN, Frontone, Piastra di ferro o simile che mettesi ne' cammini per rimandar il calore, o per riparo del muro dall'attività del fuoco. Talvolta è una lastra di pietra, e dicesi Pictra da cammino, la quale tien luogo di Frontone di ferro fuso.

MURO DEL CAMIN, Vela del cammino, dicesi al Muro divisorio della cappa d'un cammino.

CAMIN PIEN DE CALIZENE, Cammino filigginoso.

AVER FOGO O ESSER FOGO IN CAMIN, La marina è turbata o gonfiata, si dice fig. Quando veggiamo uno in collera e pieno di mal talento PRESTO SE TACA FOGO IN TEL MIO CAMIN, lo piglio fuoco subito, cioè M'adiro, m'accendo.

COSSE DA CONTÀR SOTO EL CAMÌN, Cose da dire a vegghia o a veglia, cioè Cose vane e senza sostanza, e fandonie.

POCO FOGO SCALDA EL MIO CAMIN, Maniera fig. che vuol dire Presto io m'adiro; Poche legna bastano ad accendere il mio fuoco, ed anche Poco mi basta, con poco mi sazio, e simili.

MANDELA SU PER EL CAMIN, lo stesso che VERZI LA FENESTRA, ec. V. VERZER. V. Nova DA LAZARETO, in LAZARETO.

CAMIN, detto in T. furbesco, s' intende il Naso.

CAMINADA O CAMINATA, 8. f. Passeg giata, Il Passeggiare, ed anche il Luogo stesso del passeggio, che dicesi non meno Camminata.

CAMINADOR, 8. m. Camminalore
Camminatrice dicesi alla Feminina.

Gran camminatore, dicesi anche in T. Mar. d'un Bastimento che navighi velocemente.

CAMINAR. v. Camminare.

CAMINAR A FORTE, Camminar forte. CAMINAR A GAMBE LARGHE, Andare a sciacquabarili; Dir qui è mio e qui vorrei, Dicesi di que' zoppi che vanno a gambe larghe.

CAMINAR A GATOGNAO, V. GATOGNÀO. CAMINAR A SALTI, Andar balzelloni o a balzi; Andare a salti e scosse.

CAMINAR COI PIÈ IN SU, Camminar a capo pic o capo piede.

CAMINAR CO L'ABITO TIRÀ SU, Andare alzato, Colle vesti alzate per non lordarsele.

CAMINAR DA ANARA, Cioncolare, che anche dicesi Muoversi a scarica barili.

CAMINAR CO LA PANZA PER TERA, Rettare o Repere, Strisciarsi, Andar colla pancia per terra. V. GATOGNÃO.

CAMINAR DA STRUPIÀ, Andare a grucce o a gruccia, Colle stampelle. V. Crozzola. CAMINAR DA VECHIO, Accosciare, Camminare da stanco Camminacchiure vale camminar a stento per debolezza.

Caminar da zoto o a pie zoto, V. Zoro. CAMINAR DEL CAVALO, V. ANDÀR DEL CAVALO in CAVALO. CAMINAR DE

care.

LE BARCHE NE L'Aqua, Sol

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CAMINAR SU LE SUSTE, Buzzicare, Muoversi pian piano Andar tentone o tentoni, Andar adagio e leggeri, Far passo di picca; Andur come una testuggine, Si dice di Colui che così cammina e sgraziatamente.

FAR CAMINAR QUALCUN CHE VA ADASIO, Trarre alcuno di passo; Farlo uscire di passo, cioè Dal passo piccolo e tardo.

FAR CAMINAR UN CAVALO, Passeggiare un cavallo, vale Menarlo a mano con lento passo.

RINGHIERA CHE CAMINA ATORNO, Balaustro che gira tutto intorno.

CAMINAR IN BORASCA O IN BARAONDA, Maniera fam. che corrisponde all' Andar a sciacquabarili, Camminare da sciancato. Par che accenni co' piedi qui è mio e qui .vorrei.

CAMINA, imper. del verbo CAMINAR, Spicciati; Sbrigali; Fa presto; Vieni avanti. CAMINATA, V. CAMINADA.

CAMINETO, 8. m. Camminello, Dim. di Cammino, cioè di Quello in cui si fa fuoco. CAMINETO DE LA PIPA, V. PIPA.

CAMINETO A LA FRANCLIN, V. FRANCLIN. CAMINETO DA FUMO, detto in lingua furbesca de' Barcaiuoli, vuol dire il Naso. CAMINIÈRA, 8. f. Camminiera; Camminetto; Spera da camminetto, Voci fiorentine, Quello specchio che si soprappone al camminetto d'una stanza. CAMISA, 8. f. Camicia o Camiscia; le cui parti principali sono le seguenti.

cia

CORPO DE LA CAMISA, Corpo della camiVERTAURA DA COLO, Sparato da col

lo, se da uomo; Scollo se da donna - VER-
TINA DE LE MANEGHE, Sparo delle mani-
che DA COLO,
Solino da collo ·DAMA-
NI, Polsini o Solini delle maniche SCOR-
TI, Gheroni
SPALETE, Spallette - ScoE-
TINI A BASSO, Quadrelletti CORESIN,
Cuoricino. V. CRESPA, MANEGHETO, Bo-
CHETA, PIETINA.

AVER LA CAMISA NETA O SUTA, Aver netle le mani o la coscienza netta, Modo fig.

AVER LA CAMISA SPORCA, Non esser leule o nella farina; Non esser farina da cialde; Esser in difetto; Aver la coscienza macchiata ● calterita. Essere in colpa.

CHI S'HA SPORCA LA CAMISA SE LA NETA, Chi è imbrattato si nelli; Chi ha mangiato i baccelli spazzi i gusci; Ognun dal canto suo cura si prenda.

MUARSE DE CAMISA, detto fig. Riuscire dal guscio, Mutar costume e darsi allo spirito. Ed anche Cangiar di checchè sia.

CHI FILA GA UNA CAMISA E CHI NO FILA GHE N'HA DO, Chi fila ha una camicia e chi non fila ne ha due, Prov. e vale che Gli oziosi talvolta han più fortuna di quei che 8' affaticano.

DESPOGIARSE IN CAMISA PER QUALCUN, Sbracarsi; Sforzarsi; Fare ogni possa per alcuno.

DONA CHE FA CAMISE, Camiciara, Nome che danno i Romani alle Donne il cui mestiere è di far le camice.

El perdarÌA LA CAMISA, Farebbe a perdere colle tasche vuote, Dicesi di Chi perdo sempre giuocando. FORBIRSE CO

FORBIR.

LA CAMISA DEI ALTRI,

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V.

ESSER IN CAMISA, Essere incamiciato RESTAR SENZA CAMISA, Scamiciato IN CAMISA, Restare in camicia, cioè Miserabile ESSEB MEZA CAMISA, Esser po

vero gentiluomo; Essere messerino, Piccolo messere. METERSE LA CAMISA, Incamiciarsi.

LA CAMISA NO GHE TOCA EL CULO, La camicia non gli tocca il culo o l' anche, dicesi in modo basso di Chi per soverchia allegrezza quasi non cape in sè stesso. Non capire in sè stesso o nella pelle o nel cuoio; Leccarsi le dita d'alcuna cosa; Andare a nozze; Non potere star ne'panni.

NO AVER CAMISA AL CULO, Non aver cencio da coprirsi; Esser povero in canna; Esser brullo. V. RESTAR IN CAMISA, in RE

STAR.

SE GAVARIA STRUCA LA CAMISA, La camicia gli si sarebbe torta, Dicesi di persona sudata estremamente.

STRENZE PIÙ LA CAMISA DEL ZIPồn, Strigne più la camicia che la gonnella; Più vicino è il dente che nessun parente, Dotti fig. e valgono Che s'ha più riguardo al proprio interesse che a quel d'altri.

CAMISA DEI CAVALIERI DA SEDA, Spoglia o Scoglia; ed è Quella pelle della quale si spogliano i bachi da seta, le bisce etc.

A BRUSA CAMISA, Modo avv. CHIAPAR UNO A BRUSA CAMISA, Cogliere o Sorprender uno

exabrupto, ex tempore, all' improvviso. V. CHIAPAR A SANGUE FREDO, in CHAPAR.

GUADAGNAR A BRUSA CAMISA, Guadagnare di lancio, a prima fronte, a prima vista, a prima giunta, di prima presa, vale Nel principio del giuoco.

CAMISA, detto in T. Mil. Rivestimento, Una superficie di muro o di piota, colla quale si coprono i terrapieni delle opere di fortificazione. Fu detto anche Camicia.

CAMISA DEI ALBORI, T. Mar. Manica dell'albero, Tela incatramata che circonda l'albero, ove s'incastra nella coverta.

BOLETA DE LA CAMISA, V. BOLETA.

ME MUO O ME CAMBIO DE CAMISA, Cangio, cioè M' appiglio ad altro mestiere, ad altre occupazioni, ad altri amori; vuol dire in somma Lasciare gli amori o le pratiche antiche per trovarne di nuove.

MEZA CAMISA O QUEL SIOR MEZA CÀMISA, diciamo per motteggio a Colui che essendo miserabile voglia spacciarla da grande: tratta questa specie di dettato dalle Finte camicie usate da alcuni, che non ne hanno d'intiere o di buone. In questo sign. diciamo ancora EL GA LA CAMISA PIÙ LONGA DAVANTI CHE DA DRIO.

SIOR GIACOMETO MEZA CAMISA,

COMETO.

V. GIA

CAMISE O CAMISO, 8. m. Camice, Vesta lunga di pannolino bianco, ad uso degli ecclesiastici nella celebrazione degli uffizii. CAMISETA, s. f. Camicetta.

NASSER CO LA CAMISETA, Nascere coll'amnio o corio secondo gli anatomici, cioè Nascere o venire al mondo che fa la creatura umana con due inviluppi - Detto poi fig. Nascere in piedi; Nascere vestito; Nascere in grembo a Giove, Nascere o Essere fortunato. V. FINTA.

CAMISETO, 8. m. Camicetto, Piccolo ca

mice.

CAMISÒLA, O CAMISIOLA, 8. f. Camiciuola, Vestimento che si porta sopra la camicia sotto il giustacuore degli uomini. CAMISOLIN O CAMISIOLIN, 8. m. Farsetto; Corpello; Farsettino ; Giubberello; Giubbellino, Vestimento che si porta sopra la camicia e sotto la camiciuola. V. COMESSO. CAMISON, 8. m. Camicione, accresc. di Camicia.

CAMISÒTO, 8. m. Camiciotto, Gonnella di

tela lina.

CAMISÒTO, 8. m. diciamo a Chi non avendo in dosso che la camicia senza calzoni, va per casa ed anche fuori, oppure sulle barche a remigare e a pescare, come vedesi nella stagione estiva in molti luoghi del nostro estuario, ma specialmente a Chioggia italianamente dicesi Incamiciato.

MARCHIA CAMISOTO, diciamo per ischerzo ad un ragazzo incamiciato, e vuol dire, Va a vestirli, a ricoprirti, togliti di qua, che la decenza non lo comporta. CAMITO, 8. m. T. de' Barcari, Colmo, e dicesi delle Mercanzie ne' burchi che si caricano e fanno colmo, che va poi coperto con le stuoie.

AVER TROPO CAMITO, Esser troppo colmo, sgrignato, incastellalo. CAMOPINA, s. f. T. degli Erbolai, Equi

seto o Setolone o Rasperella, Pianta erbacea di cui si fa uso in medicina, chiamata da Linn. Equisetum arvense. CAMOZZO, 8. m. Camoscio, Il maschio della Capra selvatica, la quale è anche detta. Camozza e sta in luoghi montuosi ed alpestri. Quest' animale è chiamato da' Sistem. Capra Rupicapra.

La pelle dello stesso animale, ch'è buona a varii usi, chiamasi da noi pur Camoscio o Pelle camoscina.

CAMPAGNA, s. f. Campagna.

CAMPAGNA, diciamo nel sign. di Podere; Possessione, Campi che si lavorano GRAN CAMPAGNA, Poderone PICOLA CAMPAGNA, Poderetto.

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CAMPAGNA PIANTADA, Campagna arboraCAMPAGNA VIDEGADA, Campagna vi

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ta gnata.

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po; Mozzo; Mozzatura; Cicogna, L'armatura del legname, cui sono sospesi i manichi o le trecce. V. CASTELO e BATO

CHIO.

FATO A CAMPANA, Campaniforme o Campanulato, T. Botanico, ed è Agg. di Fiore fatto a guisa di campana.

CAMPANA, T. famn. detto per agg. ad uomo, Sordo; Che ha le campane grosse o ingrossale; Che ha male campane.

CAMPANA MARTELO, Rinlocco; Campanu a martello Suonare a martello, a fuoco, a rintocchi, all' arme Stormeggiare o Suonare a stormo, vale Suonare per chiamar gente Tempellare, Il suonare interrotto delle campane, e quindi Tempellato o Tempello di campane.

CAMPANA DEI SPEZIERI, Campana, dicesi al Vaso di piombo fatto a guisa di campana per uso di distillare.

CAMPANA DEL RELOGIO, Campana.

CAMPANA DE LE do o de le do ORE, Chiamavasi il Suonare disteso della campana alle ore due dopo il tramontar del sole; costume antico che conservossi a lungo in Venezia, benchè l'orologio non fosse più regolato all' uso italiano.

CAMPANA DE TERZA 0 MEZA TERZA, V. TERZA.

CAMPANA DRIO NONA, detta altrimenti, CAMPANA DEL FALII. Così si chiamava il Segno disteso d'una campana, che a' tempi Veneti si suonava ogni giorno, mezz'ora dopo mezzogiorno, sulla torre di S. Marco e per mezz'ora continua, e che i Toscani chiamerebbero la Lunga. Dicevasi Campana dei fallili, perchè durante questo segno di campana i falliti potevano sortir di casa, nè erano molestati. V. MARANGONA.

CAMPANA TROTIEra, V. Trotiera,

SENTIR L'ALTRA CAMPANA, Odi l'altra parte e credi poco, cioè A voler giudicar bene vuolsi sentire ambe le parti All'udire una campana e non udir l'altra non si può giudicare: cioè Il giudice deve udire ambedue le parti prima che dia sentenza.

SONATE CAMPANE, Sonale a doppio, Si dice per meraviglia e per allegrezza al comparir di persona inaspettata. Dicesi ancora Bisogna far campanone, Quando uno ch'è solito far sempre male, ha fatto una volta una cosa che sta bene; e s'usa dir parimente, Bisogna sonar le campane, ovvero Bisogna far un segno nel muro.

TIRAR ZOSO A CAMPANE dopie, V. Tiràr. AL SON DE STA CAMPANA OGNI DONA DA BEN

SE FA PUT... Detto basso e metaf. Il martello d'argento rompe e spezza le porte di ferro; Ser Donato dà in capo a S. Giusto, e valgono I danari e i regali mettono a pericolo la virtù e la giustizia.

SEMPRE STA CAMPANA, OVV. SON STUFO DE STE CAMPANE, detto fam. e metaf. La canzone o La favola dell'uccellino che non finisce mai, ch'è quando uno favellando ritorna sempre alle cose medesime. Son annoiato di questo verso; Voi fale il medesimo verso che mi stucca e ristucca.

CAMPANE, detto in T. di gergo, vale Orecchie, Quindi SPUAR IN CAMPANA, V.

SPUAR.

CAMPANAMENTO, V. SCAMPANAMENTO
SCAMPANAR.

CAMPANATO O SORDO CAMPANATO, Sordacchione: Sordissimo. V. SORDO. CAMPANATO, 8. m. T. de'Cacciatori valligiani, detto anche CAMPANELA. Specie d'Anitra selvatica, detta italianam. Cunone o Quattrocchi o Domenicano femminu, civà La femmina del Canone (QUATROCHI ), chiamata da' Sistem. Anas clangula foemina. Si ciba di chiocciole e telline; ed è poco buona a mangiare.

CAMPANAZZA, 8. f. Campanaccio; ed è Quello fatto di lama di ferro, che per lo più si mette al collo degli animali da lavoro. Dicesi anche Squilla, ma questa voce si trasferisce ad ogni sorta di campana.

ESSER CAMPANAZZA, Aver le campane grosse, Esser sordo. V. CAMPANA. CAMPANÈLA, 8. f. presso noi, Lo stesso che CAMPANELO, V.

CAMPANELA; detto in T, de' Fioristi, Campanella; e se ne distingue di tre sorta, cioè a foglia larga, a foglia rotonda, ed a foglia d'ortica; fiori che si coltivano nei giardini.

CAMPANELA, Uccello. V. CAMPANATO. CAMPANELETO) 8. m. Campanellino; CAMPANELÌN )

Campanelluzzo; Campanuzzo; Campa

nuzza.

CAMPANELO O CAMPANELA, Campanello.

CAMPANELO DA VACHE, V. CAMPANAZZA. MAGNAR A SON DE CAMPANELO, V. MAΟΛΑΒ.

SAN COME UN CAMPANELO, Più sano che un pesce; Sano come una lasca.

TACAR I CAMPANÈLI A QUALCÙN, Attaccare altrui una campanella, dicesi dell' Apporgli alcun difetto e pubblicarlo. CAMPANELON, 8. n. Campanellotta, Campanella assai grande.

CAMPANER, 8. m. Campanaio e Campanaro, Quello che ha l'ispezione di suonar le campane d'una Chiesa.

CAMPANETA, 8. f. dunin. di Campana, e vale Piccola campana, intendendosi però una di quelle che stanno sui campanili. CAMPANIEL)

CAMPANIL 8. m. Campanile, Torre in cui stanno e si suonano le campane. CAMPANIEL DA SENTINELA, V. GARÈTA. LONGO COME UN CAMPANIEL O COME EL Campanièl de MELMA, Lungo come un campanile. V. LONGO e ALTON. B. Il campanile della Villa di Melma, sul fiume Sile nel Trivigiano, è altissimo e sottile. CAMPANILE, s. m. T. de' Pesc. Conchiglia marina univalve, del genere de' Turbini, detta da Linn. Turbo Terebra, la quale è di figura conica molto allungata, spirale, comunissima specialmente sul lido, e di nessun uso.

nave, la quale serve per indicar le ore e regolare le guardie.

CAMPANILETO, 8. m. Campaniluzzo.
CAMPANIN, 8. m. Campanelluzzo, Cam-
panellino, Piccolo campanello.
CAMPANO

FAR CAMPANO, Suonare a festa; V. SONAR & SCAMPANAMÊNTO. CAMPANON, 8. m. Campanone, Campana grande.

SONAR EL CAMPANON, V. CAMPANA DE LE DO in CAMPANA.

ZOGAR AL CAMPAMÒN, V. Zogar. CAMPAR, v. Cumpare, cioè Vivere.

CAMPAR DE LE SO FADIGHE, Guadagnar la vita. Dicesi ancora Vivere, campare o simile, delle braccia o delle sue braccia. CAMPARLA MAL, Campacchiare, Campare con disagio, Campar refe refe.

SE CAMPA, Si cumpa; Si vive, ed intendiamo Potersi appena mantenere.

CAMPAR, Dicesi anche per agg. di quei ragazzi che stanno birboneggiando per li campi o piazze.

CAMPARO, O CAMPER, 8. m. (dal barb. Camparius o Camperius) Cumpaio o Guardia campestre, Colui ch'è preposto alla custodia de' campi.

CAMPECHIO, 8. m. T. Merc. Campeggio o Legno di Campeggio. Legno durissimo e pesante, che ci viene in grossi pezzi col mezzo de' negozianti dall'isola Campes del Messico e da altri luoghi, e di cui ci serviamo per tignere in nero. Quest'albero è detto da'Sistem. Haematoxylum Campechianum.

CAMPÈDEGO, add. Voce ant. (dal lat.
Campestris) Cumpale, di Campo o da
Campo, e s'intende di battaglia Nel
Poemetto sulla guerra de'Nicolotti e Ca-
stellani del 1521, sta scritto: MAI NON FO
VISTO UNA BOTA SI STRANIA, SI STUPENDA,
CAMPEDEGA E MASENGA, che si traduce, Non
fu mai veduto un colpo così straordinario
e solenne, degno d'un campo di battaglia.
CAMPÈTO, 8. m. Camperello; Campicello;
Campitello; Campicciuolo.
CAMPIELADA, 8. f. Lo stesso che Piazza-
DA, V.

CAMPIÈLO, 8. m. Piccolo campo, e intendesi da noi Una specie di piccola piazza, di quelle cioè che chiamansi comunemente Campi. V. CAMPO.

FAR CAMPIELO, chiamasi famil. Una maniera di divertimento, che usano le nostre donne per baloccare i fanciulletti del primo anno, e consiste in questo. Prendono la mano aperta del bambino e vi segnano coll' indice un circolo sulla palma, dicendo adagio, CAMPIELO CAMPIELETO QUÀ XE NATO UN PORCELÈTO; indi prendendo leggermente ad uno ad uno i diti e cominciando dal pollice, soggiungono, QUESTO L'HA VISTO, ST'ALTRO L' HA SCORTEGA, QUESTO L'HA COTO, ST'ALTRO L' HA MAGNA, E QUESTO POVERO PICHENÌN... (il mignolo) PICHENÌN.. NO GHE NE XE TOGA... GNANCA... UN FREGOLIN.

CAMPANIL, detto in T. Mar. Campanile, dicesi il Luogo dove sta la campana della CAMPIÓN, s. m. Campione; Saggio; Mostra.

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Detto a uomo, Campione, vale Eroe, uom prode.

Campioni si chiamano in Venezia per onoranza que' Barcaiuoli, che vinsero nelle regate più premii, e che sonosi resi fainigerati.

Dicesi ancora in altro sig. El xe un CAMPIÓN, parlando d'un uomo, e s'intende dire Grande di statura, atticciato, nerboruto, un Alcide.

CAMPIÓNA, s. f. Campionessa, Eroina che si distingue per azioni illustri e gloriose.

CAMPIONÀR, v. Accampionare, Far simile al campione.

CAMPO, s. m. Campo, Terra dove si se

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ROBA DE CAMPO, Campereccio; Campestre; Campestro, Che attiene a campo, prodotto del campo.

CAMPO IN VENEZIA, Campo, Largo di terra a guisa di piazza più o meno estesa, che v'è in ogni parrocchia della Città. CAMPIELO è il dimin. e vale Piccolo campo, cioè Piccola piazza.

CAMPO COLEGA, V. COLEGA.
CAMPO DEI LEGNI, V. LEGNO.
CAMPO DEL PETene, V. Petene.

CAMPO DA SOLDAI, Campo, Luogo o Pianura dove s'accampano e dove si combatte METERSE IN CAMPO, Accamparsi LEVARSE DAL CAMPO, Decampare.

CAMPO SANTO, Lo stesso che SAGRA, V. COLORIR I CAMPI DE LE PITURE, Campire, Dicesi Campo da' Pittori quello Spazio che circoscrive tutte le estremità della cosa dipinta.

AVER CAMPO DE FAR, DE DIR etc. Aver campo; Pigliar campo; Dar campo e simili, di fare, di dire alcuna cosa, vale Aver luogo.

ESSERGHE CAMPO A UN APAR, Rimaner luogo o campo o spazio o tempo, alla trattazione d'un affure. METER A CAMPO, V. ACAMPAR. ABATE DEL CAMPO, V. ABATE.

AVER UNA CIERA DA CAMPO SANTO, Aver una cera da cimiterio, cioè Un colorito squallido, che diventa un indizio funesto di presto fine. Egli piatisce co'cimiterii, È vicino a morire. Egli va presto a rincalzare il cimiterio.

CAMPO DE LE GATE, Luogo noto della Città di Venezia, così detto per idiotismo, e dovrebbe dirsi Campo dei Legati, perchè ivi stavano anticamente i Nunzii apostolici, cioè i Legati del Papa. CAMPO RUSOLO. Altro piccolo Campo a S. Gallo, vicino alla piazza di S. Marco, che dovrebbe dirsi Campo Orseolo. S. Pie

tro Orseolo Doge edificò vicino al campanile di S. Marco uno spedale, che nel 1591 venne trasportato a S. Gallo, e comunicò il suo nome a quel campo.

CAMPO SANTO, 8. m. Sagrato; Cimiterio o Cimitero Carnaio, dicesi il Cimitero degli Spedali.

CAMUFAR, V. Frappare; Cincischiare; Frastagliare, Far le frappe a' vestimenti o simili.

CAMUFAR, T. degl'Indoratori, Granire; Far grano, ed è Quell' andar percuotendo le parti delle figure con piccolo martellino ed un cesellino sottile in punta.

CAMUFAR, detto fig. Camuffare, vale Truffare, Ingannare, V. SCRANFIGNAR. CAMUFO, 8. m. Balza, Guarnizione di mossolina, velo o simile, dappiò di gonnelle, grembiali, palchetti di finestre, intorno a'copertoi e simili.

Camuffo, si chiama poi una sorta di giuoco di carte, che ora più non è in uso fra noi. ROBA DA CAMUFo, detto metaf. Roba o Cosa furtiva, Proveniente da furto.

Detto in T. di gergo, vale Furto, Quindi CAMUFI vuol dire Ladri. CAMUZZÓN, 8. m. Segreta; Buiosa; Burella, Prigione segreta. V. INCAMUZZÁR. CAN, 8. m. Cane, Animale noto e dimestico dell'uomo, detto da Linn. Canis fumiliaris.

GAN BARBIN O BARBON, Can barbone o Cane Romano · ESSER EL CAN BARBIN DE QUALCUN, detto fig. Esser lancia d'alcuno, vale Seguace. Esser cagnotto, dicesi di Chi prezzolato assiste alla difesa altrui

FAR DA CAN BARBIN, detto pur fig. Fare il porta o il portatore, cioè Non fare cho il meccanismo di portar che che sia da un luogo all' altro, come può fare il can barbone.

CAN BOLOGNIN O BOFALO, Moffolino; Arlecchino; Mascherin da Bergamo, V. Bỏ

FALO.

CAN CHE SBAGIA NO MORSEGA, Can che abbaia poco morde; Il can che abbaia poco avvien che morda; Can che abbaia non prese mai caccia; Chi troppo abbaia empie il corpo di vento; Can da pagliaro abbaia e sta discosto; Abbaia il cane più quanto più teme. Detti fig. e valgono Chi fa molte parole fa pochi fatti. CAN DA BORIDA, Can frugatore. CAN DA CAZZA, Cane cacciante. CAN DA FERMA, Cane da ferma o di ferma.

CAN DA GUARDIA O DA TORO, Mastino; Alano.

CAN DA PAGIER, V. PAGIARO.

CAN DA USMA, Cane sentacchio o sentacchione. V. USMA.

CAN DA VITA, grande e feroce. CAN LEVRIER, Cane segugio; Bracchetto. CAN MOSCA, Cane pezzato, macchiato, taccato, screziato.

Molosso, Sorta di cane

CAN PICOLO E CATIVO; Botolo e Botolino, dimin.

CAN PRESTO, Cane corridore.

CAN SPRONA, Cune spronato, Quello che alquanto sopra al piede ha un'unghia alla quale diciamo Sprone.

CAN INDORMENZÀ E CAVALO SVEGIA, Prov. Can mogio e caval desto, Esprime i contrassegni di bontà che debbono avere questi due animali.

CAM, detto per agg. e fig. all' uomo, Cane; Acanino; Cannibale, e vale Crudo, aspro, inumano Dicesi anche nel sign. di Avaro ESSER UN CAN CON QUALCUN, Cagneggiare, Fare il crudele e minacciare, che anche dicesi Trattare caynescamente.

CAN, detto in T. de Bottai, Cune, Strumento che adoperano i Bottai a tener fortemente i cerchi, mentre li mettono alle botti.

CAN DEL CAVADENTI, Cane, Ferro che col suo morso afferra i denti da estrarsi. CAN DEL SCHIOPO, V. SCHIOPO.

CAN DEL SPERON D'UNA NAVE, V. SPERÒN. CAN, detto in T. dogli Oriolai, Grilletto, Specie di Leva o calibratoio che serve a far alleutare o spartire la soneria d'un orologio.

CAN DA BURCHIO. FAR EL CAN DA BURCHIO, Fare l'innamorato, lo spasimato, il cascamorto; Far il graziano, cioè il grazioso, il piacevole per ingrazianarsi.

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Dicesi anche comunemente CAN DA BURCHIO ad una maschera mai vestita o mal messa, o di cattiva o spiacevole fisonomia.

CAN MOZZO LEVA PRESTO COA, Spicciarsi alla breve, e dicesi di Chi a una mensa miserabile si spiccia presto a mangiare.

CAN NO MAGNA de can, Il lupo mangia ogni carne e lecca la sua; Il lupo non mangia della carne di lupo; Tra corbi non si mangiano gli occhi; Calcio di stallone non fa male a cavalla; Tra furbo e furbo non si camussa : valgono che Ognuno risparmia sè e i suoi. Oppure che A chi si vuol bene non si fa offesa che dolga. CHIAMAR I CANI, Allettare i cani, Invitarli, chiamarli a sè.

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CRIAR DEL CAN, V. CRIAR.

DA CAN, Cagnesco e Cagnazzo, Da caFAR UNA COSSA DA CAN, Far che che sia abborracciatamente cioè Alla peggio, Acciabattar che che sia FAR UNA FADIGA DA CAN, Durare una fatica da cani, vale Durar fatica grandissima.

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STAR DA CAN, Star male; ed è espressione che si riferisce a mali fisici o moralio a disagi della vita STARIA DA CAN, Sarei de' cani, ovv. Sarci della fortuna, e vale Mi troverei a cattivo partito. V. STAR FRESCO e STAR DA FRIZER, in FRESCO & FRIZER.

DAI AL CAN CHE L'È RABI080, V. Dar. DENTE DE CAN, V. Dente. DESMISSIÅR EL CAN CHE DORME, V. DESMISSIÅR.

ESSER O STAR COME CANI E GATI, Essere o Stare amici come cani e gatti: Detto per ironia; simile all' altro Stare come capre e coltellacci

ESSER AL CAN, Esser arso o povero in canna, abbruciato di danaro; Essere spiantato nelle barbe, Essere in miseria. ESSER SOLO COME UN CAN, V. SOLO. FORTUNA COME I CANI IN CHIESA, V. Fon

TUNA.

LASSAR STAR EL CAN CHE MORSEga, Allu pignatta che bolle le mosche non s'approssimano, vale che Quando uno è adirato da senno, è bene lasciarlo stare. Non istuzzicare il vespaio.

LETO DA CANI, V. Cuzzo.

MOLAR EL CAN Al toro, V. Molin.

NO ESSERGHE CAN NE GATO, Non trovare nè cun ne gatta, vale Non trovare al

cuno.

NO TROVAR UN CAN CHE BAGIA, Non trovare nè can nè galta che abbai, cioè Che interceda.

RESPETAR EL CAN PER EL PARÒN, Chi ama me ama il mio cune, per far intendere, che Gli amici amano naturalmente tutte le cose che veggono esser care all'amico. TUTII CANI MENA LA COA E TUTI I COGIONI VOL DIR LA SOAs, Chi fa la casa in piuzo ella è alla o ella è bassa, Tutti non abbiamo lo stesso temperamento o modo di pensare.

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AMICO DEI CANI O PORTA PER I CANI, Cinofilo All' opposto Cinofobo dicesi Colui che gli odia. Voci filologiche di radice greca, di cui s'è veduto far uso nei giornali letterarii.

CAN, s. m. Canero o Canchero, Specie di tumore o ulcere.

CAN BIANCO O CAN MACHIA O PONTIZÁ O CAN SENZA DENTI, T. do'Pesc. Cane marino bianco, detto da Linn. Squalus Mustellus. Pesce di mare del genere de' Cani, che somiglia allo Squalus Achantius (Asià) comune alle nostre peschiere e che mangiasi allesso. Il suo corpo è quasi rotondo 0 oil suo colore cenericcio a macchie biancastre sparse; in luogo di denti ha delle prominenze granellose.

CAN DA DENTI, T. de' Pesc. detto anche MORÈTA DA DENTI, Altro pesce di mare del genere de' Cani, che secondo il Naturalista Nardo, è il vero Cane glauco degli antichi, non lo Squalus Glaucus de' moderni, la descrizione de' quali è formata dai caratteri di due specie ch'ebbero essi a confondere sotto un tal nome, cioè la Carchia e la specie presente. Questo è uno de' più grandi e terribili Cani marini; ba il muso acuto, le mascelle fornite di tre o quatro serie di denti acuti lisci; la coda carenata ai lati, un po' schiacciata superiormente, con una fossetta alla base della pinna caudale, la qual pinna è fatta quasi a modo di falce, col lobo superiore un poco più lungo; la sua lunghezza talvolta è più di dieci piedi. 11 suo nome ital. è Canòsa o Cagnotto glauco.

CAN NEGRO, s. m. T. de'Pescatori, detto ancora CAN DA DENTI, Pesce di mare del genere degli Squali o Cani di mare, nominato da Linneo Squalus Galeus; È com

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