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Darsi animo - CAZZARSE IN CASA D'ALTRI. Insaccarsi in casa altrui, Introdursi.

GAZZARSE, T. di Palazzo, Eccepirsi ; Eccezionarsi, Astenersi dal dar opinione o voto o dall'ingerenza in affari giudiziarii o amministrativi, per qualche eccezione. CAZZARSE IN RIO, detto fig. Ficcarsi in un cesso, Nascondersi, sottrarsi alla vista altrui per vergogna. Dicesi Andare a riporsi per Cedere, Darsi per vinto.

CAZZARSE LA COA IN MEZO A LE GAMBE, Lo stesso che FICARSE LA COA ete. V. FICAR

Cazzarse BEN DRENTO IN UNA COssa, detto fig. Concentrarsi; Profondarsi, Internarsi nello studio e nell'applicazione a che che sia.

CAZZARSE IN TESTA QUALCOSSA, Cucciarsi nel capo alcuna cosa; Entrar nel capo che che sia, Ostinarsi a crederla CAZZARSE BEN IN TESTA UNA COSSA, Scolpirsi nel cuore, vale Imprimersi altamente che che sia nella memoria. Invasarsi nella mente una cosa; Conficcarsela.

CAZZAR SOT AQUA, Tuffare; Immergere o Mergere.

CAZZAB UNO A FAR UNA COSSA, Fur uscir uno, Stimolarlo a fare o dire quel ch' ei non dovrebbbe.

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TR

EL ME STA CAZZA IN LA MENTE, Mi sta fisso negli occhi, Mi è sempre presente alla memoria.

Cazzare una vela, detto in T. Mar. è Lo stendere una vela per la sua parte bassa, sicchè presenti la sua superficie al vento, il che si fa filando o mollando gl' imbrogli e alando sulle scotte.

CAZZAR ZO MASSA, Caricar l'orza o la balestra, detto fig. vale Mangiar e bere eccessivamente.

CAZZAR DE COLA, Caricar di colla; come direbbesi Caricar di salda parlando di biancheria, Caricar di colore per Colorire assai. CAZZAR DE FORMAGIO UNA PIATANZA, Incaciar troppo o di soverchio una pietanza.

CAZZAR DE COLA UN DISCORSO, detto metaf. Caricar nel discorso, Accrescere in parlando la cosa di più di quello che veramente sia nell'esser suo, Esagerare Talora si dice nel signif. di Avvivare un discorso o Dar anima a un discorso per la maniera, che hanno alcuni, del bel porgere nell' arringare o nel favellare.

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traverso nella murata di poppa, ove si lega la scotta della vela. CAZZASÒN, s. f. (colla s dolce) dicevasi anticamente fra noi per Cacciagione o Caccia.

CAZZATOR O CACIATOR, 8. m. Cacciatore. Nome dato modernamente ad una specie di Servitore, che tiensi per lusso in alcune case nobili e ricche, e ch'è tra il Cameriere e lo Staffiere, il quale indossa un abito sfarzoso e porta per distinzione le piume sul cappello e la sciabola ad armacollo. Qualche anno prima della nostra rivoluzione politica, usavasi nella Lombardia un Servitore in simil guisa montato, che dicevasi CAMERLACAI, voce Tedesca che significa Lacchè di camera. CAZZAVIDE, s. m. Cacciavile e Svilacanne, Strumento di ferro a guisa di sealpello, che serve a cacciar dentro le viti; ed a svitare le canne degli archibusi. CAZZE E SCULIERI, 8. m. Così chiamasi da noi Quell'uomo o quella fommina, per lo più Montanari Trentini, che girano per la città vendendo arnesi e manifatture di legno ad uso di cucina, come mestole, cucchiai, ec. CAZZEGA! Interiezione ammirativa. Cazzica; Canchita ; Capperi; Cappita! V. | CAZZA, ammir.

CAZZETA, s. f. T. de'Gettatori di caratteri, Guscio o Guscetto, Quella parte della forma da gettar caratteri, fatta come una specie di piccolo imbuto, che serve per ricevere e trasmettere la wateria liquefatta alla madre,

CAZZÈTO, s. m. Cece, dicesi per vezzo al Membro virile de' bambini. Membrino o Membretto è dim. di Membro.

CAZZETO IN GLORIA, detto fig. Farfanicchio e Farfanicchiuzzo dim. Uomo vano, leggero e sciocco, che pretende d'essere assai, che anche dicesi Ganimeduzzo ; Scemo o Zucca vota. CAZZISSIMO, UN CAZZISSIMO, Maniera avverb. bassa, Nè lisca nè culia, Nulla affatto. V. GNENTISSIMO.

CAZZO, 8. m. Cazzo; Membro virile; Pene; Cotale.

Cazzo Storno, detto fig. Capo sventato, Dicesi di uomo inconsiderato e senza giudizio.

NO LO STIMO UN CAZZO, Non ne do una stringa o un lupino o una fru!la, Maniera usata per mostrare disprezzo d'alcuna cosa Non voler alcuno più nè cotto nè crudo, Non volerne saper più nulla. Non ne voler saper biracchio.

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TOR UN CAZZO PER UN RAVANO, Non distinguere i testicoli dai palernostri, Non saper distinguere una cosa dall'altra Distinguere il baccello dai paternostri, è il suo contrario.

UN CAZZO, Cica; Niente; Niente affatto; No; Mainò.

Cazzo e Cazzo BETA! detto per ammir. Cazzica! Cupperi! Canchero! Cazzo! V. CAZZA.

CAZZO DE MAR, s. mn. T. do'Pesc. Pincio o Priapo marino; Cazzo marino, Animale marino del genere degli Oloturii, detto prima da Gesuero Mentula marina, poi da Linn. Holoturius Priapus; il quale ha per carattere Un corpo cilindrico, sciolto, colla bocca o sia apertura al centro della sua estremità anteriore; ha il colore di noce carico, e dalla sua figura, simile a quella del pene umano, gli è derivato il

nome.

CAZZÒLA o Cazziola, 8. f. Cazzuola o Mestola, Strumento di piastra di ferro, torto, con manico da tenere in mano, che serve a'Muratori per maneggiare la calcina nel murare, intonacare e arricciare. Dicesi anche Cucchiara.

CAZZÒLO DA ZUCÒLI, s. m. Appello, Quel piccolo cerchio di ferro attaccato ad un lungo manico di legno, con cui si piglia la palla nel giuoco del Maglio: detto anche Maglio o Pallamaglio. CAZZONÈLO, s. f. T. de' Pesc. Trilatera, Specio di Conchiglia marina bivalve, detta da' Sistem. Donax Trunculus. La sua figura è triangolare, anteriormente liscia, nell'interno violacea, coi margini crinati. Essa è comune, ma di nessun uso, CAZZÒPA, 8. f. Attribuito a Cavallo, Rozza; Carogna; Brenna, Cavallaccio maghero che pare la fame. V. Rozza.

ru,

Attribuito a Casa, V. CAROBÈRA. Parlandosi di qualche Stromento, Sfersi dice a Cosa inutile perchè fracassata o rotta, cosa non buona a nulla - Ciscranna, dicesi a Qualsivoglia cosa vecchia e male in ordine Stracco, add, dices: dagli Artefici a Quegli stromenti del loro mestiere, che per lungo uso a mala pena producono il loro effetto.

NOL VAL UNA CAzzopa, Non vale una foglia di porro; Non vale un fico, Non vale nulla, Non è di alcuna etima.

CAZZÒTO, 8. m. Cazzotto, Colpo di pu

gno.

Dar un cazzotto, Dare un pugno, Of fendere con un colpo di pugno.

CE (pronunciato stretto) Ci, La tezza lettera dell'alfabeto, sost. di genere mascolino.

CE O CO GIACOMO ANTONIO, ovvero Un ce o co, Un corbellone; Un coglione; Un minchione, Agg. ad uomo. CEBIBO, V. Cibiro. CECA, Y. ZECA.

CECARÒLA, 8. f. T. Mar. Cecarola, Vela piccola, di cui si fa uso allorchè il vento diviene eccessivo.

CECAROLA detto per ZUCAROLA, V.
CECHIN, V. ZECHIN.

CÈCOLA O CECOLETA, 8. f. Minuzzo o Mi-
nuzzolo, Minutissima parte di che che sia.
Tritolo è più comune a qualunque cosa.
CECOLE DE CARTA,
Cartucce, Pezzucli

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carne magra, che tagliano dal coscione e dalle costole, o gli arrostiscono a guisa di braciuola per mangiarli. CECOLÀME, s. m. Minuzzame, Quantità di minuzzoli, pezzuoli di carta tagliata. CECOLÀR, v. Minuzzare, Ridurre in minuzzoli. V. TAGIUZZAR.

CECOLAR UN LEGNO, Schiappare; Fare schegge; Tagliuzzare. CEDOLA, s. f. Cedola, detta anche Carla

monctata, Pezzuol di carta stampata e cifrata, messa fuori dal Governo in vece di danaro, che ha il valore rappresentativo che vi è scritto.

CEDOLA TESTAMENTARIA, chiamavasi sotto i Veneti quello che ora si dice Testamento olografo, cioè Scritto tutto dalla mano del testatore.

CEDRÈRA, s. f. Cedroniera o Citroniera, Il serbatoio ove si conservano le piante degli agrumi nell' inverno.

Tettoia.

COVERTO DE LA CEDRERA, CEDRİN, 8. m. Cedrino. Noi chiamiamo con questa voce que' Pezzetti di scorza di cedro che si vendono confettati, e servono per condire alcune vivande.

SIOR CEDRIN, Chiamano i barcaiuoli una certa statua di marmo, ch'è nell'entrata del Palazzo Grimani a S. Maria Formosa rappresentante uno degli antichi Cesari, dalla qual voce Cesare derivò probabilmente CEORIN (Corrotto coll' andar del tempo da CEDRIN) e quindi Stor Cedris. Di cui si racconta che Un barbiere per uccellare un giovane suo garzone, mandatolo a radere la barba al STOR CEDRIN, il garzone giunto al luogo ed accortosi della beffa, se ne vendicò a spese del suo padrone, insaponando cioè la barba della statua, poi radendola con quattro rasoi, che quindi riportò alla bottega dentellati e non servibili. CEDRO, 8. m. Cedro, Frutto o Agrume notissimo d'una Pianta con foglie simili a quelle degli Aranci, detta da' Botanici Cy

trus medica.

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chio con un piccolo arco di peli; nel nunīcro del più dicesi Cigli, ma è meglio le Ciglia Ciliari diconsi tutte le parti che appartengono alle ciglia Arco delle ciglia, dicesi La figura arcata delle ciglia. CEGIE INCROSAE, Ciglia raggiunte o sopraggiunte, cioè Che si congiungono insieme, che si toccano. Il suo contrario è Disgiunte.

FAR CEGIE A QUALCUN, Far cipiglio o malpiglio, Cattivo viso.

AVER LE CEGIE REVOLTÀE, Aver torbido ciglio, Aver faccia adírata.

INCROSAR LE CEGIE, Aggrottare o Aggrondar le ciglia, dicesi del Tener le ciglia in quella positura, che si fa nel mostrarsi grave e pensoso, che dicesi anche Far crespelli della ciglia o Accrespare le ciglia.

STAR CO LE CEGIE BASSE, Stare accigliuto o accipigliato.

CEGIE DEL VASSELO, T. Mar. Atrebici, si chiamano in Marineria i due lati o coste del davanti d'un vascello, dalle spalle sino alla ruota di prua.

CEGIA, add. Accigliato, Accipigliato, dicesi per agg. a Chi per ira, accidia o malinconia tiene il ciglio basso, CEGIAURA, 8. f. Nuvolaga, Quantità di nuvole raccolte, che indicano tempo da pioggia o cangiamento di tempo.

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CEGIAURA DE TESTA, Sprunghetta, detto metaf. Specie di dolore cupo con gravezza di capo, che sentono nello svegliarsi coloro che avevano la sera avanti soverchiamente bevuto. Aver gravezza o gravedine di capo; Essere accapacciuto. CEGIO (4) Specie d'avverbio contadineBCO ARAR A CEGIO, Incigliare, Costeggiare o Fare coll' aratro due solchi per porca, cioè uno per costa, e come altri u sano, uno fra il soleo nuovo ed il vecchio più a fondo più diritto che sia possible. CEGION, add. Cigliato; Cigliuto; D'ispido e fullo ciglio. Uomo di ciglia rilevate. Ha un paio di ciglia che sembrano un bosco Cipiglioso; Che ha cipiglio, cioè Una guardatura d'adirato. CEGNON, V. GIGNÒN.

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CELADA, Voce ant. Celata, che vale Elmo. CELADA, 8. f.

Voci che usavansi nel

CELADINA dimin.) secolo XVI. presso a noi, e che si rincontrano nelle poesie vernacole. Celata, per Elino, Armatura antica, ch'era una difesa della testa e del collo, di cui andavano imuniti anche coloro che combattevano nella, così detta, gueria tra' Castellani e Nicolotti.

CELEBRO, Voce triviale detta dagl'idioti che non sanno dir Cerebro. V. CERVELO. CELEGA O PASSARA, 8. f. (Detta Passara quia passim volilat) Passera o Passere. Uccello nostrale notissimo, detto da Linneo Fringilla domestica.

CÈLEGA PALUANA, lo stesso che BECAFICO CELEGA O CANERARÒLA, Beccafico cancpino, Uccelletto chiamato da Linn. Motacilla Cur

ruca, ch'è superiormente baio fosco e al di sotto bianco. Parsa fra i beccafichi. Vive e nidifica nelle siepi.

TESTA DA CELEGA, V. TESTA. CELEGATO, 8. m. Passeretta; Passerino; Passerotto, Piccola passera.

CAVAR I CELEGATI A UNO. V. CAVAR CELEGHÈO, 8. m. Passeraio o Pispilluria, Canto d' una moltitudine di passere unite insieme.

Per similit. e fig. Pispilloria; Pissipissi: Moscaio; Cornacchiaia; Mulacchiaia: Chiucchiurlaia, dicesi al Rumore confuso di molte persone unite discorrenti in un tratto e senz'ordine.

CELEGHERA, 8. f. o NASSA e BERTOKLO, T. degli Uccellatori, Bertovello o Ritrosa, che talora è anche detta Gabbia ritrosa Specie di gabbia o cestella fatta di giunchi, schiacciata e ritonda, tutta chiusa, che ha nel mezzo un ritroso cioè un entramento fatto ad inbuto, e che serve nelle campagne a pigliare le passere. CELEGHERA, Voce fam. dicesi per Zazzera rabbuffata. Celeghera, GREO, V. CELEGHETA MEGIARÒLA 。 PASSARA PICOLA. 8. f. T. degli Uccellatori, Passera montanina, Specie di Passera chiamata da Linu. Fringilla montana. Questo insolentissimo e dannosissimo uccello vive e nidifica nelle nostre campagne, si moltiplica moltissimo e fa de' guasti considerevoli nei seminati e nelle biade mature. CELENTE, 8. m. T. Mar. Medico della nave e dello Spedale. V. BARBIEROTO. CELENZA, 8. f. Eccellenza, Titolo d'onere che per uso competeva una volta ai Patrizii Veneti, e che ora si dà determinatamente ad alcuni Personaggi di posto qualificato. V. ZA.

dicesi ancora per CELR

EL CHE DA DEL CELENZA A TUTO PASTO, Gli da dell' eccellenza a tullo transilo, 0 a lullo pasto, e vale Continuamente. CELIERA O CILIÈRA e CIVIERA, 8. f. Barella, Strumento fatto a somiglianza di Bara, per uso di trasportar sassi, terra o simili.

Civèa, Civèo e Civèra o Traino e Treggia, dicesi all'Arnese da contadini intessuto di vinchi per uso di trainare. V. SLITA. PORTAR CO LA CIVIERA, Barellare. CENA, 8. f. Cena.

MAGNAR DOPO CENA, Pusignare, e quindi Pusigno, il Mangiar che si fa dopo cena.

ANDAR IN LETO SENZA CENA, Far la cena di Salvino, Pisciare e andare in letto. Fu anche detto Andar a letto mal cenato.

CHI VA IN LETO SENZA CENA TUTA LA NOTE SE REMENA, Chi la sera non cena o Chi va in letto senza cena, tulla notte si dimena, Suol dirsi da quelli che amano di

cenare.

L'È DE QUEI SIORI O LUSTRISSIMI CHE GA FAME DOPO CENA. Dicesi di chi pretende farsi creder molto ricco, ed è invece miserabile.

CENADA, s. f. Cenata, Il cenare, la cena.
DAR UNA BONA CENADA, Cenar bene, Man-
giar molto a cena. V. CENETA.
CENARİN

O CENERIN, add. Cenerino; Cenericcio; Cenerognolo e Cenerugivlo, di colore simile alla cenere.

CENDA O CENDAL, 8. m. (forse dal barb. Sandale o Cendalum) detto ancora per vezzo CendalÈTO O CENDAÈTO, Zendado. Drappo di seta leggerissimo e notissimo, di cui in quasi tutto il secolo ultimo scorso formavasi una specie d'abito, divenuto quasi nazionale delle Dame e Donne civili in Venezia; quindi per CENDA intendevasi anche il vestito, e per CENDALETO la Donna stessa quando n'era coperta. Esso era un vestito nero che adattavasi con artifizio appuntato sul capo, che copriva e discopriva con malizia il volto, e con eleganza attortigliavasi alla vita; il che gli dava il potere veramente magico di abbellire le brutte e di far vie maggiormente spiccare le attrattive delle belle: come vivacemente s'esprime la nobile autrice dell'opera sulle Feste Veneziane.

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CENERATA, s. f. Voce fam. Cenere cattiva, cioè Sporca, mista con altri corpi. CENERAZZO, 8. m. Ceneraccio, Cenere che ha prima sentito il bucato. Trilume di brace. Dicesi anche CENERE DE ZECA.

Ceneraccio, detto in T. di Zecca, chiamasi pure il Residuo delle materie, che han servito all'affinazione dell'oro e dell'argento.

CÈNERE, 8. f. Cenere.

CENERE SODA O DE LEVANTE, Soda o Rocchetta, Cenere d'una Pianta notissima, Kali, ch'entra nella composizione del vetro e del sapone.

CENERE DE ZECA, V. GENERAZZO. Cinefazione, dicesi la Riduzione in cenere d'un corpo per via di fuoco.

STAR SEMPRE SU LA CENERE, Covar la cenere, dicesi di Chi agghiadato o neghittoso non sa partirsi dal focolare.

EL DÌ DE LE CENERE, Di delle ceneri, Il primo di Quaresima.

CENERENTA, V. UA CENERENTA, CENERINÈTO, add. Succenericcio; Succenerino. V. Cenerin.

CENÈTA, s. f. Cenetta; Cenino; Cenuzza
Cenerella, dicesi la Scarsa cena.
UNA CENETA DA RE, Uno scotto o Un ce-
nino da prelati.

CENGIA, 8. f. Cinghia o Cigna, Striscia o Fascia tessuta di spago, la quale serve a diversi usi.

Cigna o Straccale, Dicesi a quell'Arnese per lo più di cuoio, che attaccato alla sella fascia i fianchi della bestia.

STAR SU LE CENGIE, detto fig. Star sulle cinghie, dicesi di uomo ammalaticcio che per debolezza mal si regge in piedi.

SE VA IN TEL FANGO SIN A LE CENGIE, Ci si va sino alle cigne, Si dice delle strade di campagna estremamente fangose e profonde.

CENGIA, add. Cinghiato o Cignato, Legato con cinghia.

CENGIAL, 8. m. V. PORCO CENGIAL. CENGIAR, v. Cinghiare o Cignare, Legare con cinghia.

CENGIÓN, 8. m. Cignone, Cigna grande, e per lo più dicesi di Quelle de'cavalli e delle carrozze.

CENGIONI DOLCI, Cignoni che brandiscono, cioè Molleggiano, sono elastici, ubbidienti al moto, e facili a piegarsi. CENISE, s. f. e nel dimin. CENISÈTE, Cinigia, Cenere calda. Metter un piatto sopra la cinigia.

CENÒN, s. m. Cenala. Cena grande, magnifica.

CENSİR, v. Censuare e Accensare, Porre

a censo.

CENSITO, s. m. Voce dataci dai Lombardi, che si usa e si scrive nelle pubbliche carte, e vale Obbligato al censo, cioè a pagare le imposte prediali, e quindi inscritto nel Catasto. Ai tempi Veneti dicevasi Estimato, cioè Soggetto all'estimo In Toscana dicesi Sopportante, Quello ch'è descritto ne' libri delle decime e ne paga la gravezza. V. COLETABILE. CENSOR, s. m. Censore.

Censori si diceva una Magistratura gravissima del cessato Governo Veneto, che principalmente vegliava sull'ambito vizioso onde impedirlo. V. BROGIO. Questa magistratura era formata da due senatori, per ciò decorati di toga più ampia e di color violaceo. Essi sedevano ne'consessi sovrani dopo i Capi del Consiglio de' Dieci e dopo gli Avogadori, e sorvegliavano le convocazioni del Maggior Consiglio. Era poi aggiunta alle loro attribuzioni la materia dei salarii de' servitori, non che Quella dell'arte vetraria. CENTA, 8. f. T. Mar. Dormiente, Pezzo di legno situato nel fasciame interno della nave, che corre da poppa a prua, su cui sono indeutate le estremita dei bagli. V. CONTRACENTA e CENTONI.

CENTA REGIA, Incinta o Cinta, Cordone della nave formato d'alcuni pezzi più grossi del rimanente del fasciame esterno, sul piano del quale risaltano.

CENTA, V. CENTO. CENTANİN RASO, 8. m. T. antiq. Raso, sust. Una specie di drappo si liscio ch'è lustro. Questa voce vernacola era così detta perchè il Raso nella sua lucentezza imita il Zendado, ch'è manifattura più antica, da cui fu tratta la parola CENTANIN, che forse in origine sarà stata detta CENDANIN.

VOVO CENTANIN, V. Vovo. CENTAURA O ERBA CHINA, T. degli Erbo

lai, Centaurea maggiore, detta anche Ficle di terra per la sua amarezza, e dai Botanici nominata Centaurea Centaurium Erba che serve agli usi della medicina. La Centaurea minore è la Biondella. V. BIONDA. CENTENÈR, s. m. e nel plur. CenteneRA, Centinaio, e nel plur. Centinaia. Somma che arriva al numero di cento.

A CENTENERA, detto a modo avverbiale, A centinaia, vale In gran numero. CENTO, s. m. Cento DE CENT' ANI, Centenario, Che ha o che contiene cento, anni.

CENTO PER UNO, Il centuplo, e vale Maggiore cento volte RENDER CENTO PER UNO, Centuplicare, Moltiplicare per cento Produrre per cento.

CENTO, ed anche CENTA. Lo stesso che Cinto o Cintura, ma è arcaismo. CENTO, s. m. (coll'e serrata) Voce ant. Cintura, Fascia che portasi da molti, la quale cinge i lombi.

CENTOCOSTE, Uccello. V. TRENTACOSTE. CENTO E VINTI, s. m. Stilo di misura, Arina bianca da punta, triangolata, che ha la marca del numero cento e venti, la quale era usata dai Bombardieri veneti urbani ne' loro esercizii, per calibrare i pezzi d'artiglieria.

CENTON, 8. m. Centone, diciamo ad un'Opera in Musica composta da più maestri, CENTÒNI, s. m. T. de' Calafati, Capi incinte, diconsi le Tavole aggiunte alle incinte dalle bitte sino alla ruota di poppa e di prua dei Legni, dalla parte esterna. V. CENTA.

CENTÒNICO O ABSINZIO MARIN, 8. in. Santonico o Cina, chiamata non meno Canforala o Erba giulia. Sorta d'erba detta da' Botanici Artemisia Santonica. CENTOPEZZI, s. m. Centopelle, T. de' Macellai, Il terzo stomaco degli animali ruminanti, quello cioè che riceve il cibo dalla trippa e lo manda alla molletta. V. MANEGA.

Dicesi anche nel sign. di Ventraia, cioè la Pancia.

CENTO ZATE, Insetto. V. GALIA. CENTRALIZAR, v. Centreggiare, Tendere ad un centro, Ridurre al centro. CENTRO, s. m. Centro, Punto nel mezzo del cerchio.

METERSE IN CENTRO, Accentrarsi o Concentrarsi.

ESSER NEL SO CENTRO; Essere nel suo centro o nella sua beva o nella sua piscina: si dice dell' Essere o del trattar un affare di pieno suo genio e soddisfazione. CENTURA, 8. f. Cintura o Cintola, Fascia colla quale l'uomo si cinge i panni intorno al mezzo della persona Cintolo o Cintiglio, dicesi Fascia o nastro che cigne Scheggiale, si dice a Sorta di cinto di cuoio con fibbia. SENZA CENTURA, Cinto.

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Scinto, Contrario di

CENTURA DEI BRAGONI, V. in BRAGHESSE.
CENTURA DE LA SPADA, Cintura. V. PENDON.
CENTURA DEL SCHIOPO, V. SCHIOPO.
CENTURA DE LA VESTA, V. VESTA.

NISSUN VARIVA A LA CENTURA, Locuzione antiq. e fig. Nessuno v' eguaglia; Nessun vi supera; Nessun vi sta a pello. CENTURÈLE, 8. f. T. de' Calzolai, Cinturini o Orecchie delle scarpe, Que' due pezzi della scarpa coi quali si legano le fibbie Becchetti si chiamano Quelle punte ove sono i buchi per mettervi i legaccioli i nastri in luogo di fibbie.

CENTURELE DE LA SPADA, Cinturini, Quelle due strisce di cuoio che, attaccate alle fascette ed alla cintura, tengono sospesa la spada.

CENTURÈRI, 8. m. Erano detti anticamente Coloro che facevano e vendevano Cinture, di cui facevasi uso per cignere la veste ai lombi, secondo la moda del vestito de' tempi antichi. Chiamavansi Cristiani della cintura quei che nell' undecimo secolo abitavano nelle parti dell'Egitto. Vedasi nel Dizionario del Du Cange la voce Christiani de cinctura. CENTURÈTA, 8. f. Cintolino e Cinturetto, Piccolo cintolo.

CENTURİN, 8. m. Cintolo; Cintolino ; Cinturino, Parte inferiore delle brache che le lega sotto al ginocchio.

CENTURIN DE LE STAFE, Staffile, Striscia di cuoio alla quale sta appiccata la staffa. CENTURIN DE LE TIRACHE, Posola e nel diminutivo Posolino, Quel sovatto che per sostener lo straccale s'infila ne' buchi delle sue estremità, e si conficca nel basto.

CENTURIN O POlsetto dei brazzi, Armilla, Girello che portan le donne in ornamento delle braccia.

CENTURÒN, 8. m. Coreggione, Cintura grande.

CENZA (colla z aspra) Sincope di Celenza, che una volta dicevasi salutando un patrizio - CENZA PARÓN, Eccellenza mio padrone. V. ZA.

CEOLA, 8. f. Cipolla o Cipolla rossa o bianca. Agrume noto detto da Linn. Allium Coepa La Cipolla capitata ci vien da Manfredonia.

-

Cipolla è anche nome generico di tutti i bulbi tunicati, come, oltre a quello della cipolla superiormente detta, del Tulipano, del Giacinto e simili. Quindi dicesi Bulbosa a quella pianta che viene da bulbo ed a quella radica che ha in cima un bulbo, e Bulbifera quando produce bulbo.

PIETE DE LA CEOLA, Tuniche, si chiamano quelle varie cortecce o membrane concentriche onde Tunicato dicesi a quel bulbo ch'è formato di tuniche.

DOPIO COME LE CEOLE, Espressione fig. e fam. e vale Ricco; Ricchissimo; Pien di roba S'intende ancora e molto più spesso con questa frase un grande Ipocrita; Finto; Doppio.

CEOLA, dicesi metaf. per disprezzo ad un oriuolo da tasca di poco prezzo e irregolare,

che quasi non meriti più il nome di Orologio TIRE FORA QUELA VOSTRA CEOLA, cioè Guardate su quel vostro sdrucito oriuolo, per saper che ora fa.

STRUCAR CEOLE O NARANZE IN TI OCHI, Gellar la polvere negli occhi d'alcuno; vale Ingannarlo - NO SE GHE STRUCA CEOLE IN TI OCHI, E' non è uomo da dargli ad intendere lucciole per lanterne ; Conosce il cece dai fugiuoli, il cece dagli scalogni ; Sa a quanti di è S. Biagio.

CEOLA, dicevasi qui anticamente e metaf. per la Testa, siccome Cipolla dicesi anche in italiano.

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CEOLE diconsi volgarmente le screpolature e fenditure cui van soggetti i capezzoli dello puerpere lattanti, che sogliono riuscir loro molto dolorose ed incomodissime; e così pure quelle delle labbra, derivanti dalla rigidezza dell' aria. Z.

CEOLA, detta in T. Mar. Girotta, Palla di legno che si mette in cima alle antenne, banderuole, bastoni di flocco e simili.

CEOLA QUILA O SILA, s. f. Squilla o Scilla minore, Specie di cipolla o piuttosto Specie d'erba somigliante a cipolla, la cui radice si confà più ad uso di medicina, che le foglie. Essa è detta da' Sistem. Scilla maritima. Pianta di radice bulbosa in forma di pera.

CEOLE PORCINE, s. f. V. PAN porcin. CEOLESSA, 8. f. Pianta, V. SAUROSA. CEOLETA) CEOLINA) Cipollino, dicesi la Radice o bulbo tunicato di varie piante o de' fiori, come del tulipano, del giacinto e simili - Figliuo li delle cipolle, chiamansi Quelle cipolline, che nascono attorno attorno ad una grossa cipolla.

8. f. Cipolletta; Cipollina;

CEOLETA, dicesi anche per Scalogno, Specie di agrume simile nel sapore alla cipolla, ma di picciol capo. V. SCALOGNE.

GIUSTAR O CONZAR CO LE CEOLETE O DA FRIZER O DA FESTA, Conciare uno come Dio vel dica. Conciure o Acconciar uno pel di delle feste; Aggiustar uno; Canlar uno a zolfa; Conzare, voce bassa, vale Maltrattare, Ridurre uno a cattivo stato, rovinare, danneggiare. Lavar il capo altrui colle frombole o col ranno Recargli grave danno con biasimi o uffizii sinistri.

MESI DE LE CEOLETE, Mesi in cui appena si guadagna l'acqua da lavarsi le mani: cioè si pena. Mesi di penuria o di stento, tempi calamitosi, miserabili. CEOLONA, 8. f. Cipollone o Cipolla porraia, Specie di cipolla grandissima, che viene da Manfredonia.

CEOLOTO, s. m. Cipollotto, T. de' Parrucchieri, Annodatura di capelli dietro alla collottola e chiusi in una piccolissima borsellina, con cappietto di nastro. Questa annodatura è ora disusata.

CEPO (coll'e stretto) s. m. Ceppo, Origine di famiglia, Casato, Stipite.

CEPI O BALZE, Ceppi o Ferri, Specie di pastoie di ferro, che si pongono alle gambe d'alcuni carcerati o condannati. V. INCEPA

CAVAR I CEPI, Dischiavacciar i ferri da' piedi, vale Sciogliere alcuno de'ferri. CEPO, add. Zeppo, Pieno intieramente, Quanto può capire, Stivato.

PIEN CEPO, Pieno stivato. V. PIEN add. CERA, s. f. Cera, Sostanza nota.

CERA DE COMPIMENTO, Cera acconcia o di compimento, Chiamansi le Candele o simili di cera perfettamente imbianchita, bianchissima.

CERA SOTANA, Sottana, dicono i Ceraiuoli alla Cera d'inferior qualità. Onde Lavorar di sotlana, vale Far lavorar la cera d'inferior qualità, e per lo più per primo lavoro che venga poi coperto da altra cera.

DEVENTAR COME UNA CERA, V. DeventÅR. CERANTO, uccello. V. ZARANTO. CERASPAGNA, s. f. Ceralacca o Cera di Spagna, Composizione nota per uso di sigillare.

CERBERA, 8. f.) CERBERAI, 8. m. )

T. de'Pesc. Rezza, Re

te da pescare, composta di tre reti insieme, due grosse e rade, dette CHIARONI, e quella di mezzo stabile e fitta; ha nell'un lato piombo e nell'altro soveri, e quando è molto lunga vi si attaccano anche zucche secche che la tengono distesa, e frugando nell'acqua e battendo sulla barca, vi si fa correre il pesce che ne resta colle branchie inviluppato e preso.

CERCA, 8. f. Cerca, cioè Accatteria; Accuttamento; Accatto, Limosina che si domanda.

ANDAR A LA CERCA, Andare all' accatto. VIVER DE CERCA, Viver d' accatto. Roba de cerca, Raccogliticcio; Collettizio, Cose ammassate colla questua. Danari o altro d' accatto.

DAR A CERCA, Dare a saggio o a prova, vale Vendere sotto la condizione di far assaggiare.

CERCA, detto in T. delle Prigioni, Cerca, Quella visita o perquisizione metodica, che fassi dai custodi ogni giorno nelle carceri ov' esistono Detenuti.

CERCANTE ) 8. m. Cercante; Accattone; CERCANTIN)

Accattatore; Pitocco; Mendico. CERCANTINA, 8. f.Accattatrice; Cercatrice. CERCANTON, Accresc. di CERCANTE, V. CERCAR, v. Cercare; Tracciare.

CERCAR CO LA BOCA, Assaggiare; Assaporare; Far assaggio.

CERCAR LA LIMOSINA O CERCAR assolut. Accattare; Limosinare; Cercare la limosina; Mendicare; Andare alla cerca o all'accatto CERCAR PORTA PER PORTA, ACcattare ad ogni porta od uscio di casa.

CERCAR CO LA CANDELETA, Cercur che che sia col fuscellino, vale Cercarlo con somma diligenza.

CERCAR EL LIEVRO, Tracciare la lepre. CERCAR EL MAL COME I MEDEGHI O CO LA CANDELETA, V. MAL.

CERCAR LA QUINTESSENZA, Cercare o R-, cercare la quintessenza di alcuna cosa, Volerla sapere a fonde.

CERCAR MARIA PER RAVENA, Cercar mària per Ravenna, Cercar le cose dov'elle non sono: come chi cercasse il mare in

Ravenna dove al presente non è. Dicesi ancora Cercar il nodo nel giunco, perchè il Giunco è una pianta senza fusto.

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CERCAR PER MAR E PER TERA, Cercar per mari e monti, Da per tutto Andur rutio, Andar cercando qua e là.

CERCAR PER SE STESSI, Pescar per sè dicesi fig. Far le cose a suo uopo,

CERCAR PER TUTI I BUSI, Braccheggiare; Rimuginare; Rivilicare; Fiulare tutti gli usci; Cercare ogni buco. Non c'è buco ov' io non abbia fillo il capo.

Chi cerca trova: Detto proverb. che anche noi diciamo, e vale Che l'effetto ne segue quando si pone la causa. Dicesi ancora, Chi cerca rogna, rogna trova e Chi cerca quel che non dovrebbe, trova quel che non vorrebbe; cioè Chi stuzzica altrui ha spesso delle noie e de' fastidii o provocando altrui a dire, sente poi qualche risposta che gli cuoce, o gli vien falla cosa che gli pesa; e però si dice per avvertimento, Non destare il can che dorme.

VATELA CERCA QUANDO CH'EL VEGNIRÀ, Su il Cielo quando verrà. CERCEGNA, V. ZARCEGNA. CERCHIADURA, s. f. Cerchiatura, Cerchiamento, Il cerchiare.

CERCHIAR, v. Cerchiare, Cignere di cerchi Accerchiellare, si dice L'attorniare con cerchielli o cerchiellini Incerchiare, Ridursi a modo o figura di cerchi.

TORNAR A CERCHIAR, Raccerchiare. CERCHIARO, 8. m. T. agr. Nome che in qualche luogo della campagna si dà al Coreggiato. V. BATAÒR.

CERCHIELETO, 8. m. Cerchicllino o Cerchiolino.

CERCHIÈLO, s. m. Cerchiello o Cerchiel

lo.

CERCHIEI DE VIDA, Cerchielli, chiamano i Pescatori delle valli quei Piccoli cerchi di vite che adoprano per tener aperte le reti della pesca, detta Cogolaria. V. Co

GOLO.

CERCHIELO DE LA RODA, T. de' Carradori, Contrafforte, Cerchio grosso di ferro, che si mette nella bocca de' mozzi delle ruote de'carri per fortezza.

CERCHIELO DEl vero dei reLOGI, Lunetta, Cerchio inferiore della cassa che regge il vetro degli oriuoli da tasca.

Cerchiello, dicesi da' Pescatori ad una specie di vermena del Ligustro (V. CONESTRELA) che si riduce a forma circolare per tenere aperta la rete cogolaria.

CERCHIELO O SCHIRELO, T. degli UccelJatori, Specie di piccola rete che ha un entramento tondo a guisa di cerchietto, con manico lungo di legno, che serve ne' tempi di primavera a cuoprire e pigliare le quaglie maschi. Dicesi anche VÒLEGA O OLEGA.

CERCHIER, s. m. Cerchiaio. Quell'artefico che fa i cerchi delle botti. CERCINÈRA, s. f. T. de' Bottai, Fornello; dicesi da' Cerchiai Una specie di ruota con piuoli, che serve per fabbricar cerchi da botti, detti per ciò Cerchi da fornello. CERCHIERA, s. f. Arnese di legno fatto a foggia dell'ossatura d'un piccolo basto, che si mette a cavallo della botte e sopra esso la pevera nell' imbottare. Pare che il suo nome potrebb'essere Cavalletto. CERCHIETIN ) CERCHIETO ) lo; Cerchiellino, Piccolo cerchio di che che sia.

8. m. Cerchietto; Cerchiel

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CERCHIO O ARCO DA CUNA, Arcuccio o Cassella, Arnese arcuato, fatto di strisce di legno per tener sollalzate le coperte che non affoghino nella zana i bambini.

CERCHIO DA DONE, Fuldiglia o Guardinfante, certo arnese o abbigliamento che una volta le donne portavano per moda sotto l'abito, onde tenerlo largo e distante dalle cosce e gambe.

CERCHIO DE LA LUNA, Cinto o Alone, Specie di cerchio formato dalle nubi, che appare talvolta intorno al disco lunare.

CERCHIO DE PERSONE, Cerchio o Circolo, dicesi per Ragunanza d'uomini discorrenti insieme, che pur chiamasi Capannello. V. BozzoLo.

AVER UN CERCHIO A LA TESTA, Aver la spranghella, si dice di Coloro che sentono gravezza di testa nello svegliarsi la mattina.

CERCHIO, nel parlare furbesco, vale Anello.

DIVOTO DELLA MADONA DEI CERCHI. Dicesi scherzevolmente per Ubbriacone, quasi divolo della botte. Z. CERCHIÒN, 8. m. Cerchione, T. de' Maniscalchi, Malattia che viene all' unghia del cavallo.

CERCHION DE LA RODA, Cerchione, Lastra circolare di ferro, che s'imperna o s'inchioda su i quarti delle ruote, per renderle più salde e più durevoli. CERCHIONI, 8. m. T. de' Maniscalchi, Corrugamiento dell'ugna, dicono i nostri Veterinarii ad Una malattia del cavallo, al cui piede si formano varii cerchi concentrici, che gli cagionano talvolta l'incastellatura.

CERCHIÒSA, detto in parlare furbesco va

le Botte

CERCHIOSO, s. m. Voce di ger go che vuol dire Anello.

CERE, s. f. Voce di gergo, che vale Muni ALTE LE CERE, Giù le mani. CEREMONIAR, v. T. antiq. Complimentare, Far cerimonie. CERENDÈGOLO, 8. m. Vocabolo antico. Strumento composto d'una rete fatta a mandorla, con cui si scagliavano pietre per offendere da lontano; ed è la Frombola, detta da noi FIONDA. Osserva l'Autore che tale stromento somiglia in qualche modo alla forma d'una piccola lampada detta da noi CesenDelo, e che questa voce ha una benchè grossolana analogia col CERENDE GOLO: il che tanto più conferma il suo siguificato.

Nel poemetto sulla guerra tra i Nicolotti e Castellani del 1521 è detto

PERCHE FOLADA CON UN CERENDEGOLO. CUOGOLI TRAVA GROSSI COME RAVI. CERÈR, s. m. Ceraiuolo, Quello che particolarmente commercia in cera, la imbianchisee, o travaglia a fabbricar candele ed altre opere di cera che vende Candelollaio, dicesi il venditore di candelotti.

CERESER, V. ZARESER

CERFOGIARO, s. m. Voce agr. Campo seminato a cerfoglio, per uso di prato. CERFOGIO, s. m. Cerfoglio o Cerfuglio, detto da' Botanici Scandix Cerefolium o Chocrophyllum Cerefolium. Erba notissima, di cui si seminano i campi per tagliarla e raccoglierla come fieno. CERIESA, V. ZARIESA, CERIMONIA, s. f. Cerimonia o Ceremonia, e Cirimonia, Formalità.

CERIMONIA IN CARGADURA, Sloggio, vale Ceremonia affettata, lusinga.

VOLER UN'INFINITÀ DE CERIMONIE, Voler mille sloggi, Dicesi di uno che mostra con certi attuzzi ripugnanza di voler fare o dir qualche cosa.

CERIMONISTA, s. m. Cerimoniere; Ceremoniere o Cirimoniere, Maestro dello cerimonie.

CERIÒLA, s. f. Candelaia o Candelara, dal barb. Candelaria. Festività della Purificazione della Madonna, in cui si dispensano candele benedette.

A LA MADONA DE LA CERIOLA De L'inVERNO SEMO FORA, Per la Candelora dell'inverno non siam fuora, dicono all'opposto i Fiorentini per indicare Che al primo di febbraio la stagione comincia a mitigare e non più. Di fatti, al detto proverbio si suole aggiungere: E SE XE SOL CALDO E BON TEMPO, DE L'INVERNO SEMO DRENTO.

CERIOLA, Gora, Canale e propr. una fʊssa per la quale corre l'acqua tratta per arte dal vero corso d'un fiuine. CERNÀGIA, add. Cernita, vale Separata. Mezzello, Carta magagnata, fogli strappati, orlati, ragnati, con zazzera o altrimenti difettosi.

CERNIA, 8. f. Cernu, La cosa cattiva separata dalla buona, Scelta, Separazione.

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