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ABORDO, (col primo o sporto) s. m. Voce

triviale. V. AnORTO.

ABORTIR, V. V. Bontin.

*Volgarmente per altro la plebe veneziana dice piuttosto ABORDIR O BORDIR per ABORTIRE O SCONCIARSi, o la tal a aBORDLO O BORDIO per ha abortito o si è sconciata.

ABORTIR D'UN DKSSRONO, detto fig. Sventare; Svanire; Guastarsi; Sfumare, Ridursi in nulla un pensiero, una intenzione. Chi disegna non sempre colorisce, e vale Non sempre i disegni riescono. ABORTO, ■. m. Aborto, che dicesi anche Sconciatura.

Aborto fig. si dico a Cosa fatta alla peggio Detto a persona, Sconciatura; Caramogio; Caricatura, valgono Piccola, contraffatta. Scriato vale Venuto a stento.

ABORTO DE NATURA. Dicesi di uomo o donna non regolarmente formata. E ciò usasi pure, benchè men comunemente, riguardo al morale o virtuale. ABOZZĘTO, 1. in Piccolo abbozzo; Schizzo; Mostra — Abbozzaliccio, per Non intieramente abbozzato.

È però voce ben poco usata dai Veneziani, i quali ordinariamente dicono piuttosto UN PICOLO ABOZZO.

ABOZZO, ■. m. Abbozzo; Abbozzamento; Abbozzata; Abbozzatura, Prima forma di un' opera di pittura, scultura ec. solaniento agrossata. Abbozzo, dicesi anche fig. d'Ogni altra cosa nel suo genere imperfetta - Sceda. Serittora abbozzata.

Bozza si dice propr. La prima forma non pulita e non ridotta a perfezione.

Schizzo, secondo i pittori, è Quel legger tocco di penna o matita, con che accennano i lor concetti.

A BRAZZACÒLO, modo avv. Abbraccioni, Abbracciando.

BOTARSE A BRAZzacòlo, Gillare il braocio in collo ad uno.

* CHIAPARSE A brazzacolo, Abbracciarsi, Strignersi fra le braccia; Abbracciarsi reciprocamente, strellamente, affettuosa

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ABRÒCO, ■. m. Voce della plebe, Blocco.

Qui è sfuggito uno sbaglio al per altro esatto e meritamente riputatissimo Autore. La plebe veneziana dice e sompre disse BLOCCO O BLOCO e non mai ARROCO O BROCO. ABSINZIO, 8. m. Assenzio, Erba medicinale amarissima e notissima, detta da Linn. Artemisia Pontica.

ABSTÈMIO, add. (dal barb. Abstemius) Aslemio o Abstemio e nel fem. Aslemia, Quello o Quella che non beve vino, ⇓ cho ■'astiene ancora da qualche altro cibo. Dicesi anche Bevilacqua.

Tanto la plebe Veneziana quanto i Veneziani colti usano sempre la voce Astemio (che ba Astemia al femminile) in significato di Che non bee vino o Che &astiene da qualche altro cibo, significato proprio e naturale del latino abstemius, che non si sa perchè venga dall' autore qualificato barbaro, mentre trovasi usato e da Aulo Gellio, e perfino dal dottissimo Varrone.

Del resto, ABSTEMIO O ASTEMIO ha nel nostro dialetto un più ampio significato che in latino ed in italiano, ed i Veneziani dicono senza riguardo Astemio dAL MATRIMO NIO, DAL TEATRO, DAL FORMAGIO, DAl melon, DAL ZOGO, DALLE VISITE ecc.

ABÙ, Avulo, Add. del verbo Avere.
ABUÈ, & m. Oboe, Strumento da fiato no-

tissimo.

ABUSAR.

ABUSARSE v. Abusare o Ausarsi, e dicesi anche Soprusare, Servirsi d' una cosa fuori del buon uso. Abusarsi della soffe'renza altrui, Abusare del perdono ricevuto, della grazia eto.

Abusure, in sign. attivo vale Usar male, Far cattivo uso. Abusare un libro; Abusare il danaro, Soprusure l'autorità. ABÚSO, ■. m. Abuso e Abusione; Misuso, Mal uso e nel peggior. Abusaocio. L'ABUSO YA USO, V. Uso.

AGA, Acca, l'ottava lettera dell'alfabeto. Come sustantivo è mascolino, e detto poi por aggiunto a lettera, è fem.

NOL VAL UN ACA, Non vule un acca, o un zero, un fico, Niente. ENE ACA, V. ENR. ACADEMIA, V. CADEMIA.

ACADEMIA D'AVOCato, Accademia di declamazione. Radunanza degli studenti d'avvocatura, ov'ussi si esercitano nell'arte della declamazione o arringa estemporanea, com'era una volta in Venezia ed altrove nello Stato Veneto. ACADEMICAMENTE, avv. Accademicamente, In maniera accademica.

Discorer Academicamente, Dialogizzare; Confabulare; Discorrere, Favellar con al

cuno.

* Discoker academicamente vale propriamente Discorrere per ipolesi, ossia su d'um supposto, cioè senza riferirsi a nossun fatto realo, nè considerato tale. ACADÈMICO, add. Accudemico, Che appartiene all' accademia.

AFAR ACADEMICO, Affare problematico, Disputabilo per l'una e l'altra parte, Dubbioso, da non risolversi così facilmente. ACADÚDO, add. Accaduto, Avvenuto.

** Usasi la voce ACADUDO da taluno che intende a mostrar coltura, ma è realments un' affettazione, e comunemente dai Veneziani si dice SUCESSO, e dalla bassa plebe INTRAVEGNU.

ACAMPAR, O CAMPAR, O METER A CAMPO, Mettere, Venire, Entrare o Essere in campo o a campo; e simili. Mettere in campo delle ragioni, de' dubbii, delle pretensioni eto.

ACAMPAR, detto in T. Mil. Accampare Mettere in campo, Schierare. Accumparsi, o Allendarsi, Fermarsi coll' esercito e porre gli alloggiamenti alla campagna. ACANA, add. Affaticato o Falicato, Stancato sotto la fatica.

ACANA AL STUDIO, AL LAVORO, Accunito allo studio, al lavoro e simili, vale IndefesBo, continuamente applicato.

ACANA IN TI ABITI, Vestito accollato, dicesi Quello a cui il vestito serra troppo il collo. V. ABITO.

ACANA IN TI ABITI O NEI ABITI sembra che debba non altro significare se non Vestito con abili stretti. V. ABITO. ACANAMENTO, s. m. Accanimento, Disagio sotto la fatica, Assiduità travagliosa.

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È voce non troppo usata dai Veneziani,

i quali invece usano l'altra ACANIMENTO, benchè non manchino d'usare ACANAR ACANARSE. V. sotto.

ACANAR, v. Accanire, Tener assiduamente uho sotto la fatica, come si tengono i cani alla catena. Accanir uno al lavoro.

ACANARSR, Accanirsi, Star qual cane sotto la catena, cioè sotto il lavoro. ACANIMENTO, ■. m. Rabbia, Stizza o anche Dispello; Mal talento.

FAR UNA COSSA CON ACANIMENTO, Far ohe che sia accanitamente, cioè Stizzosamente. ACAREZZEVOLE, add. Carezzevole o dccarezzatore, Che accarezza, che fa amorevole accoglienza. Voce antica.

ACASA, add. Accasato valo Domiciliato, Dimorante, Abitante — Accasata, Allogata e Maritata dicesi d'una Figlia. ACASARSE, v. Accasarsi, Fissarsi di casa e dimora in un luogo.

Accasarsi; Maritarsi; Andare a marito, dicesi delle Figlio. ACASERMAR, v. V. CASERMAR. A CASO, V. CASO.

ACÈDER, v. Accedere, Accostarsi, Aderi

re all' altrui sentimentò, e s'usa in modo fig. per Acconsentire.

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Questo verbo è pochissimo usato dai Veneziani, i quali adoperano in suo luogo i verbi ADERIR, ACORDAR, CONVEGNIR. ACENTAR, v. Accentuare, Porre sulle vocali scrivendo l'acconto; o Pronunziar cogli accenti. E quindi dicesi Pronuncia accentuale Quella fatta cogli accenti. ACENTO, ■. m. Accento o Segnaccento, Quella posa che si fa nel pronunziar la parola più su d'una sillaba che su l'altra; La linea o segno che la nota.

No L'HA DITO UN ACENTO, Non disse una parola; Non fece un motlo, Non parlò. ACERIMO, add. Acerrimo.

AVER UN ODIO ACERIMO, Avere un odio cordiale o mortale, Grand' odio.

ACERTARSE, v. Assicurarsi, verificare, farsi cerlo e sicuro. V. ASSICURARSE in ASSICURAR.

ACESSO, ■. m. V. SORALUGO.

* Quando i Veneziani usano questa voce, lo fanno in significato di Ingresso, entralu, ammissione in una casa, in un' adunanza oc. Acesso in senso di Sopralluogo non è che del linguaggio legale, come la sua corrispondente italiana Accesso. ACESSORIO, add. V. ASSESSORIO, ACETANTE, 8. e add. Acceltante o Accettatore, Cho accolta.

Accettante d'una cambiale, dicono i negozianti di Colui che accetta la cambiale per pagarne il valore alla scadenza. V'è chi auche dice Accettatore. V. TRAENTE. ACETÀR, v. Accellare, Acconsentire.

TORNAR A ACETAR, Riaccellare. Accettare le lettere, Promettere il pagamento della somma compresa nella lettera di cambio.

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ACETAR UN'EREDITÀ, o talvolta dicesi COL BENEFIZIO DELA LEGE, e vale accettarla anche s'è aggravata da debiti, per non pagarli che in quanto essa eredità potrà importare.

ACETAZION, V. Acaro sust.

Acetazion d''una CANNIAL, Acoellazione, L'atto del Trattario, il quale promette in iscritto di pagare alla scadenza la cambiale che gli vien presentata. ACETO (coll'e larga) ■. m. Accettazione Accettagione, Accoglimento cordiale ad altrui in casa propria, che anche dicesi 40cellamento.

FAR ACETO, Far accoglienza o acooglimento, Accogliere cordialmente. ACETO, add. Accello, Accellevole, Accellissimo, Caro, grato.

Esser co

ESSER BEN ACETO DA PER TUTO, me il mallo ne' larocchi, dotto fig. e vale Esser caro e ben ricevuto dappertutto.

NO ESSER ACETO, Disaggrudure, verbo n. Esser discaro, a disgrado; Esser disaggradevole.

ACETON, . m. Superl. di ACETO, Grande accoglienza o accoglimento.

EL GA FATO UN ACETON, Gli fece un accoglimento de' più cordiali, de' più affettuosi.

* Questa voce però viene poco o forse inai usata dai Veneziani, i quali dicono inveco EL L'A ACETA CO TANTO DE CUOR, o servonsi di altro frasi analoghe. ACETOSA O ERBA GARBA, 8. f. Acelosa, Sorta d'Erba cognita, così denominata dal suo sapore acidulo; detta da Liun. Rumex Acetosa.

ACETOSÈLA, 8. f. 0 PAN E VIN, Acetosella o Pancuculo, Altra pianta, ch'è la ininore dell' Acetosa, e vien chiamata da Linn. Rumex Acetosella; ed è il Trifoglio acetoso dol Mattioli.

ACHÈLE (coll' e aperta) che più sovente dicesi CHELE, Voce bassa che si potrebbe avere per corrotta da Achille (detto forse per idiotismo, mantenuto dall' uso, in voce di Acate indissolubile compagno di Enca e antonomastico di Fedele) che dà luogo ai dettati registrati nel Dizionario sotto CHRLK, V.

Dicesi in oltre, I GA FATO ACHELE O CHELE, per allusione a due o più persone ainiche, e vuol dire, Hanno fallo lega; Hanno strello amicizia; Sono indissolubili, compagni ; Sono giurati amici; Sono Acate ed Enca. V. COSTANTIN. A CHICHÈTO A CHICO

Modi avv. Appena; ▲ ma

la pena; Appena appena; l'on difficoltà.

(Va pronunciato come in Toscana A cico) Vale anche A capello; esattamente, perfellamente, a puntino - Turo xe andå a CHICO, Tutto è andato ottimamente, a punlino.

A CICO, Modo avv. che si dice da alcuni in vece di A CHICO, V. Questo Cico va da noi pronunciato come se invece del primo C vi fosse una Z aspra. ACIDENTE, 8. m. Accidente; Accidentalita, Casualità, Caso repentino.

PICOLO ACIDENTE, Acoidentuccio o Accidentucciuccio.

ACIDENTE CURIOSO, V. CURIOSO.

PER ACIDENTE, modo avv. Per acciden te; A un bel bisogno; ▲ caso; Per avventura, Eventualmente.

I acidenti dei oMENI NO I SẼ 8A, Mentre uno ha denti in bocoa, e' non sa quel che gli tocca. Gli avvenimenti della vita non si possono prevedere.

ACIDENTE, dicesi da noi per Deliquio ANDAR IN ACIDENTE, Svenire; Misvenire; Andare in deliquio; Venir meno. ACIDIA, 8. f. Accidia, Fastidio con tedio del ben fare.

Omo pien d'acidia, Accidioso, Accidialo.

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PARLAR CON ACRIMONIA, Parlar satirico, mordace; Parlar col fiele sulle labbra. ACIÓ e antic. Azzò, Congiunzione, Acciooche; Perchè; Affinchè; Coll' oggetto. ACOLGENZA, 8. f. Accoglienza; Raccoglienza; Accoglimento ● Accolta. Far aocoglienza; Ricevere con amorosa accoglienza o accoglimento.

CATIVA ACOLGENza, Accoglimentacoio; Fesloccia; Carezzoccia ; Amorevolezzoccia. ACOLGER, v. Accogliere; Accorre, Ricevere con dimostraziouj d'affetto.

ACOLGER UN'OPINION, Accogliere una opinione, un parere, vale Adottare, approvaré. V. ACÈDER.

ACOLGIMENTON, ■. m. Grande aecoglienza o accoglimento.

* Ma questa voce deve eliminarsi, giacohà non si usa dai Veneziani nè può che per isbaglio esser qui stata inserita. ZANCHI. ACOMPAGNA add. Accompagnato, Segui

tato.

ONO ACOMPAGNA, Ammogliato.

COLOMBI ACOMPAunat, Colombi appaiati o accoppiati.

FILO ACOMPAGNA, Filo adeguato, Accoppiato con altro filo eguale.

ACOMPAGNAMENTO, ■. m. Accompagnamento o Accompagnaluru, Seguitamento, scorta.

Codazzo, dicesi il seguito di moltitudine dietro a gran personaggio, per corteggiarlo.

Cortèo è Codazzo di persone che accompagnano la Sposa, o pur anco il Figliuolo neonato al battesimo.

Associazione o Accompagnamento, si diœe propriam. de' cadaveri alla sepoltura.

ACOMPAGNAMENTO DE COLOMBI, Appaiulura; Appaiamento; Accoppiamento. Dal che dicesi Appaiatoio allo Stanzino o Luogo appartato ove si pongono per appaiarli. ACOMPAGNAR O COMPAUNAN, v. Accompagnare.

TORNAR A COMPAGNin, Raccompagnare.
ACOMPAGNAR MASCHIO

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Accorumento o

ACORARSE, v. Accorursi o Acouorarsi, Affliggorsi — Afsegalare, verb. n. vale Accorarsi, quasi cascare il fegato. ACORDABILE, add. Accordevole, Atto, aoconcio ad accordare.

ACORDADA, 8. f. Accordamento, Consonanza di strumenti e di voci. ACORDAR, v. Accordare ; Incordare, Unire e concordare gli strumenti e le voci, che anche dicesi Temperare.

Accordare, vale anche Mettere d'accordo e placare gli animi — Accordarsi, detTrato fig. por Convenire, concordare cordare o Tracordarsi, Grandemente concordare.

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Aconvin, significa presso a noi anche Concedere, Daro EL M'HA ACORDÀ LA so protezion, Mi concesse la sua protezione.

Disconsentire o Di

NON ACORDARSE, sconvenire. ACORDO, 8. m. Accordo o Accordio, Convenzione, accomodamento.

Esser d'accordo; Star d'accordo ; Andar d'accordo e simili, valgono Concordare. D'accordissimo, dicesi in superl. di Accordo.

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DARSE L'ACORDO, Avere o Darsi Pintesa, Intendersi segretamente d'alcuna cosa. ACORDO DR BONI, Accordamento, Accordanza, Consonanza di strumenti e di voci. Litiga, che L'acordO NO TE HANCA HAI, Muovi lite, acconcio non ti falla meglio un magro accordo che una grassa sentenza, dicosi anche in dialetto; e vale Esser più utile il cedere qualche cosa per via di patto, che aver tutto per via di sentenza. V. TRANSAZION. ACORZERSE, v. o Inacòrzerse, Accorgersi e Raccorgersi; Avvedersi; Addivedersi.

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SK SE NE ACORZE DOPO CHE LA XE FATA L'asino non conosce la coda se non quando non Pha, detto fig. e vale Non conoscere il bene se non quando ne siam privi. SENZ' ACORZERSK KL S'HA SPANTO ADOSSO Non se n' avTOTO L'O010 DE LA LUME, veggendo si rovesciò addosso una lucernala d'olio. ACORZIMENTO, . m. Accorgimento, Sagacità, Perspicacia.

ACOSTAR, v. Accostare, Far vicino, avvicinare.

ACOSTARSE, Accostarsi, Appressarsi. ACOSTAR I ALBORI DE GABIA O EL PAPAFIGo, Accostare i gabbiozzi o i parrocchelti, Locuz. Mar. Far toccare gli angoli dei gabbiozzi o dei parrocchetti alla girella, che per tale effetto è posta in cima agli antennali.

ACRESSER, v. V. CRESSER. ACRIMONIOSO, add. Acrimonico, Che ha acrimonia; E figur. vale Acre, mordace, maldicento.

ACUMULAR, v. Accumulare, Cumulare, Raccogliere, Adunare.

ACUPAR, v. T. antiq. Render cupo, malinconico, e dicesi dello spirito, Attristare, affliggere.

ACUSADA, ■. f. V. Acuso.
ACUSAR, v. Accusare
Accusar di nuovo.

Raccusare valo

ACUSAR A TORTO, Apporre. Acusin, Accusare, in T. di giuoco, vale Notare i punti della partita. ACUSAR in T. di giuoco non vale Notare i punti della partita, dicendosi di questi anche in Veneziano notarli, segmurli, chiamarli eo., ma vale propriamente, come l'italiano ACCUSARE, Dichiarare, e Maniseslure le proprie Verzicole V. Acuso. ACUSO, 8. m. T. di alcuni giuochi, Accusata, dicesi di quelle verzicolo che vengono accusate o sia diohiarate da’giuocatori, a tenor delle regole del giuoco, per ritrarne qualche vantaggio. Verzicola o Verzigola chiamasi il Numero di tre o più carte andanti che si seguitano secondo l'ordine e valore stabilito dalle regole del giuoco Al giuoco del Tresette dicousi Verzicole le sequenze di alcune carte, come Asso Due e Tre, o l'unione di tre o quattro Assi o tre o quattro Re etc., per cui facendosi l'accusata, si guadaguano dei punti Cricca si chiamano tre carte simili unite, come tre Fanti, tre Assi, tre Re etc. V. in PONTO.

Avea o Non AVÈR DA FAR ACUso, Avere o Non aver verzicole. V. RONPA e NAPOLITANA.

ACUTO, add. Acuto, Sottile d'ingegno.

E, parlandosi di Suono o Voce, il contrario di grave o grossa, onde Andar in T'I ACUTI, Cantare od anche Parlare con voce acula.

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E Appuntito, acuminato, come una di coltello, di stilo o pupunta dago, gnale ec.

ANDAR IN T'I ACUTI, Voce acuta. Inaculire; Inaculirsi.

ADANO O Lådano, ■. m. Adello o Adeno. Pesce di mare che la primavera rimonta fra noi il fiume Po; ed è l' Acipenser Huso di Linneo, cioè il Colpesce (V. Còre-) SE) cresciuto e grandemente impinguato, il quale non si piglia che nel Po: ondo Plinio indicandolo col nome Attilus lo credè proprio del detto fiume. Questo Colpesce ingrassato arriva perfino al peso d'oltre

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mille libbre grosso venete. La nominaziono poi di ladano è del Polesine, giacchè i nostri pescatori non la conoscono. ADAQUAR, v. Abbeverure, Dar l'acqua ad un campo prima di seminarlo. Dopo seminato dicesi Aducquare ; Inacquare ; Inaffure o Annaffure e Irrigare.

ADAQUAR LA BIsèra, Inondare.

TERA DA ADAQUin, Terra irrigatoria o adacquatoria, cioè Facilo ad irrigarsi. ADASIETO, detto avv. Dimin. di Adasio, lo stesso che Balaklo, V.

ADASIO, avv. Adagio ; Ad agio ; A bellagio, Con comodità, che dicesi anche Lentamente; Dolce dolce; Adagio adagio; Passo innanzi passo; Passo passo; Piede innanzi piede.

ANDAR ADASIO, Andare adagio o ad agio, Andar lentamente. Lellure, modo basso, Andar lento nel risolversi e nell' operareANDR PIÙ ADABIO, Allenlate o Lentate il passo.

• Talvolta significa Basta; per esempio: ADASIO, SIGNOR, ADASIO, interrompendo taluno elio troppo avanzasi col discorso.

'Adagio, delto sust. è T. di musica, vale Meno lento del movimento indicato dal Largo. Suonare un adagio. ADATÀ, add. Adattato cioè Acconcio, proporzionato. Disadatto è il suo contrario.

QUATRO BASTONÅR BEN ADATÁR, Busse adattale,`cioò Dato a tempo e moritamente. ADATÁR, v. Adaltare, Accomodare una cosa ad un'altra; Alture, Applicarla, assottarla. Adattacchiare vale Adattar maJamente.

ADATARSE, Adattarsi, Allarsi.

ADATARSE AL PAESE, Paese che vai, usa che trovi, Adattati all'usanza del paese. ADATARSE AL BISOGNO, Tagliare secondo il panno, detto fig. valo Adattarsi al bisoguo.

TORNARSE A ADatin, Riadattarsi. ADEMPIO, add. Adempito o Adempiuto. ADEQUATO, add. Adeguato, cioè Adattato, proporzionato.

No ch'è pena adequata, Non v'è pena adeguata, agguagliata, ragguagliata, pari, cioè: Non v'è pena che agguagli il merito della colpa.

ADERENZA, 8. f. Allenenza o Allegnenza; Appartenenza, Relazione di amicizia PERSONA CHE GA MOLTE o di parentela aderenze, Persona che ha molle atlenenze, cioò parentele, amici.

ADESE, 8. m. Adige o Adice, detto antican. Athesis. Fiume notissimo dello Stato Veneto.

ADESSADESSO, V. DESSADESSO. ADESSO, avv. Adesso; Ora; Presentemenic.

ADESSO Adraso, Adesso adesso ; Mo mo; Or ora; Teste, Un momento fa. V. Mo. Adesso vegno, Ora vengo; Vengo subi ́to; A momenti vengo. AJI, avv. di tempo, A di o anche Addì, valgono In quel giorno, in quel dì che quivi si menziona.

AD INSTAR, avv. Mauiera latina, che si mautione fra le persone colte nel siguif. di A guisa, A foggia.

ADIO, Specie d' avv. Addio e A Dio, Modo di salutare amichevolmente.

-

Dar L'adio, Dar l'addio o gli addii, vale Licenziarsi, prender commiato · Dar l'ultimo addio o l'estremo addio, Torre congedo per l'ultima volta, che eziandio si dice Dar l'ullimo addio in sign. di Morire. DAR L'ADIO AL SERVITOR e simili, Dare il concio o il puleggio. Dar licenza di partire, Mandar via. Pigliare puleggio o il puleggio, vale Partirsi, andarsene. ADOBA, add. Addobbata.

DONA ADOBADA DE TUTO, Fornila; Ben fornita; Provvedula; Corredala V. PIEN. ADÒNCA, V. Donca.

ADONTARSE, V. iu Orèso.
ADOPERAR, V. DOPERAR.
ADORATÓRA, verbale fem. Adoratrice,
femmina di Adoratore.

ADOSSÅR, v. Addossare, e dicesi per lo più in sentimento fig. per Incaricare, Dar grave cura o occupazione.

ADOSSAR UNA COLP▲, Addossare una colPA, detto pur fig. vale Accusare, incolpare.

ADOSSARSE UN PESO. Addossarsi o Accollarsi che che sia, Prendersi la briga, l'impegno, il carico.

ADOSSO, avv. Addosso, In sul dosso.

ANDÁR ADOSSO A QUALCÙN, Piombar sopra uno; Scagliarsi addosso a uno; Avventarsi sopra ad alcuno In altro sigu. Far l'uomo addosso ad alcuno, vale Atterrirlo.

DAR ADOSSO A UNO, Dare alle gambe d'alcuno, vale Perseguitarlo, Attraversargli i suoi negozii, ed anche Lacerar la fama d'uno quando è lontano, che si dice altrimenti Suonarglicle per di dietro.

Ed anche Reprimerlo, rintuzzarlo, tenerlo a freno CON PAROLE GALANTI EL

PARE GHE DA ADOSSO AL STOLIDO AMOR DE

so rio, Con belle parolette il padre repri me il folle amore del figlio.

BUTAR LA COLPA ADOSSO A UNO. V. BUTAR. METERSE ADOSSO UN ABITO, Addossarsi o Raddossursi, Porsi addosso.

No so COSSA CH'EL GABIA ADOSSo, lo non so che cosa egli abbía nell'animo, nel pensiero.

BUTAR ADOSSO UNO SORA L'ALTRO, Raddossare, vale Porre addosso. Furono raddossati l'un sopra l'altro.

ABITO, CHE CHE PIANZE ADosso, Abito che gli piange in dosso, cioè Che non gli fa apparisconza.

ADOTAR, v. V. DOTAR.

ADOTAR UNA MASSIMA, detto fig. Pensure; Prefiggersi; Stabilire; Risolvere; Fermare il suo consiglio; Determinare - Portar una opinione, un consiglio, una massima, un parere. V. SPOSiR UN' OPINION. ADRIAN, Adriano, Nome proprio di uomo. ADRIANA A RIALTO O IN RIALTO. Antica maniera di dire dei barcaiuoli di traghetto, indicante Una signora che, passando tru

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*ADRIO DE VU. Specie di esclamazio

ne equivalente a Tapino voi!, ovvero Guai a voi!

ADÙR, v. (dal lat. Adducere) dicevasi fra noi anticamente por Condurre ; Menure. ADVOCAZIÒN, 8. f. T. antiq. Citazione in giudizio, Chiamata.

AFANAR, v. Affannare, Trambasciare, Dare affanno.

NO AFANARSE DE Gnente, Piyliar il mondo come viene, Non affannarsi di nulla. AFANO, 8. m. Assanno, Affannumento, Dolor di cuore, ed anche Afflizione.

AFANO DE CALDO, Afu, Vampa affannosa, fastidio.

AFANO DE STOMEGO, Stomacaggine; Slomacazione. V. STOMEGANA.

TIME PA APANO, Maniera fam. Tu sei ricadioso; Mi dai ricadia; Mi fui afu; Mi spezzi la testa: dicesi ad un importuno.

TORSE AFANI, Affannarsi, Prendersi brigle o impacci. V. TORSE GATI A PELÀR, ÍÐ GATO Prendere affanno di che che sia, Sentir dispiacere per alcuna cosa V. TRA

VAGIAR.

-

AFAR, 8. m. Affare, Negozio, Faccenda, che fu anche detto Bisogna.

AFÅR DE POCHE TAVOLE, Assure di poco conto o rilievo.

Faccenduola, Affare poco iinportante. AFARÒN O AFARAzzo, 8. m. Grande assare, D'importanza o di lucro. Affaraccio è peggiorativo d'affare.

AFEDEDIA, Affededieci, Sorta di giuramento scherzevole.

AFETA, add. Affettuto, dicesi a Colui che usa soverchia squisitezza in ciò che opera, o nell' esprimersi, o nell'abbigliarsi. AFETADİN, add. Affellaluzzo, Un poco affettato.

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Afår adatà per mi e PER LU, Terren dai | AFITO, 8. m. Fillo ed anche Affitto, Pimiei e da'suoi ferri, detto fig.

A FAR CATIVO, Affaraccio.

AFAR INTRIGA O IMBROCIA, Affare o Negozio intrigato, imbrogliato, implicato, complicato.

L'AFAR NO XE TANTO DESPERA, Il diavol non è brutto o nero come si crede. Chi vede il diavol daddovero, lo vede con men corna e manco nero; e vale che L'affare non è così disperato, come pare.

L'AFAR S'HA ROVINA SUL PIÙ BELO, Appunto ci è caduta la gragnuola nel far della ricolla: detto fig. Il negozio si è guastato in sul buono della conclusione.

L'afår va ben, Avere o Tener buono in mano, dicesi netaf. dell' Essere in buono stato l'affare.

AVER DEI GRAN AFARI, Affogar nelle fuccende; Aver più fuccende che un mercato; Aver più che fare che a un paio di nozze; Aver le brache alle ginocchia; Le faccende mi si affollano.

Digerir un afar, V. Digerin.

FAR BEN 1 80 AFARI, Accomodare o Acconciare il fornaio; Assellare o Acconciar le uova nel punieruzzo o punieruzzolo paneruzzo, detto fig. Accomodar benissimo i fatti suoi.

UN AFAR DE UNʼora; Un ayar DE TRE LIRE, DE QUATRO Brazzi, eto. Un coso d' un'ora, di tre lire, di quattro braccia. Ovy.

gione, il Prezzo che si paga da' sittaiuoli della possessione. Pigione è il prezzo per uso di casa o d'altra abitazione. Allogagione o Allogamento, s'appropriano ad uno od all'altro prezzo. Terrutivo è l' Affitto che si ricava dalla terra.

ROBA D'AFITO, Fillereccia.

DAR IN AFITO, Appigionare; Locare Tor in afito. Prendere a pigione, a fillo o ad affitto - Ricondurre un podere, Preuderlo di nuovo a fitto.

SUL AFITI NO GU'e tempesta, Del fillo non ne beccan le passere, e vale Il fitto è una rendita che non soggiace a'disastri delle campagne.

AFITUAL, 8. m. Locatario o Conduttore e Condottore, Quegli che tiene in affitto i beni altrui, sieno case o terreni — Pigionale; Pigionante o Inquilino è prop. Chi tiene a pigione una casa; Affittuale, Filtuario, Fillaiuolo o Affittaiuolo, dicesi Chi tiene in affitto i terreni altrui. V. SubarituÁL. AFLIZION, . f. Afflizione cella, Piccola affliziono.

Affizion

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de mi riescono estremamente gravose, mi affogano, mi aggrvvano.

A FOTON, detto avverb. Lo stesso che A BOAR, V.

AFRANCAR ) V. FRANCAR E FRANCAAFRANCAZION) ZIÓN.

AFRICA, 8. ш. Avaro. V. Avaròn e Pi

TIXA.

AFRONTAR, v. Affrontare, Assaltare il nemico; Ingiuriare.

AFRONTARSE, Adontarsi; Recarsela, Chiainarsi offeso.

AFRONTE) 8. m. Affronto, Adontamen-
AFRONTO) to, Oltraggio.
AGATA, Agata, Nome proprio di femmina.

STOR' AGATA DA LE SAGRE, detto anche COBLO MATO, Bandiera, dicesi a Donna sregolata e sciamannala.

AGERAZZA, 8. f. Ariaccia, Aria cattiva. ma la voce vernacola si riferisce ancora metaf. al sign. di Allerigia; Superbia; Orgoglio.

QURL SION EL GA UN' AGERAZZA CHE FA STUMEGU, Quel tule ha un'alterigia che

muove lo stomaco o fa bile. AGERE, O AGIARE, 6. m. Aere; Aria; Vento. La voce vernacula è però triviale, dicendosi da moltissimi Aria.

AGERE, s. f. che nelle prose del nostro Calmo si vede scritto Aine, Del sign. di Aria.

Daspuò che l'alene m'ha tocao, Maniera figur, con cui il Calino intese dire, Dacche nacqui o auchie Dacchè respirai quest' aere.

AGEVOLEZZA, s. f. Agevolezza.

FAR UN AGEVOLEZZA, Dare una mancia o Far un piacere, una cortesia. AGHETO, s. m. Spilletto, Piccolo ago o spillo.

AGHETO DA PETO, V. PONTAPETO. AGIADA, 8. f. Agliata, Vivanda appetitosa di biscotto preparato con aglio, olio, aceto e pepe, la quale è molto in uso fra i nostri naviganti. V. BISCOTO.

FAR l'AGIADA, Mauiera antiq. e fig. che vale Aggrandir le minuzie. AGIADA

AGIADA era anche detto anticam, e metaf. per Veleno o Velenosità, nel sign. di Maligoita, mal talento - Greste magNÈ SE NO GHE FE L'AGIADA, è detto nelle Satire del nostro Varotari, e vuol dire, Non aprile la bocca che per mormorare. AGIERON Lo stesso che Ainos V. AGIARE, VAGERE.

AGIAZZAR, V Grazzan.

AGIETO. m Aghetto, Aghettino, Piccolo aglio.

AGIO, • m. Aglio, Erba nostrale aromatica detta da Linn. Allium sativum.

AGIO OF TESTA G■ossa, Agho cupitato. Verne come Inglao, si dice d'Uomo di apparente mala sanīta.

MAGNAR L'AGIO, detto fam. • fig. Roderu dentro: Bodere i ekiavistelli o il freno • le mani, e vale Avere una grande ira e non poteria slogare. Rodere i guanti, si

Boerio.

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METEVE IN TEL CULO UN SPIGO DE AGIO, CHE SAVARE DA POLASTRELO. Maniera scherzevole fra noi usitata, per dire Andatevene, di voi non ci cale, qui non uvele che fare, nulla vogliamo da voi, e simili. AGIOLA, avv. antico eccitatorio che dicevasi fra noi nel secolo XVI., corrotto, come pare, da Eiu age latino, che valgono Orsù; Or via; Su via e simili. È maniera usata più volte nel Poemetto sulla guerra de' Nicolotti e Castellani avvenuta l'anno 1525.

AGIORNAR, v. Aggiornare, Assegnare il giorno, Terminare. Aggiornare un dibatti mento, dicevasi sotto il regime italiano, il Destinare un dato giorno pel dibattimento criminale. Dicesi anche AzoRNAR. Zanchi.

Siccome poi dicesi in vernacolo, Meter A ZORNO QUALCÙM, nel sign. di Dargli notîzia di alcuna cosa ch'ei non sapeva; così in questo medesimo senso alcuno fra noi scrive Aggiornare; ma è voce arbitraria. V. METER A ZORNO, in ZORNO. AGITAR, v. Agitare, cioè Travagliare. Inquietare.

AGITAR UN AFAR O UNA LITE, Agilare un negozio, una lite, cioè Trattar un affare, dirigere o regolare una lite. La lite si agita nel Foro di Padova. AGIUNTA, 8. f. V. Zonta. AGIUTANTE, 8. m. Aiutante, Uffiziale che serve agli ordini del suo superiore.

AGIUTANTE Del Bogia, V. BOGIA. AGIUTAR, v. Aiutare, Dare auto, Sovve nire.

AGIUTAR LA BARCA, detto fig. Sovvenire o Aiutar la barca, vale Sovvenire il coinpagno in qualche affare. Cooperare, Operar insieme, concorrere all opera Fur peduccio o Dar del buono, Mettere buone parole a vantaggio di chi che sia

Dio v'agiura, Dio v'aiuti o vi salvi o simili, è un Nostro modo di salutare altrui quando starnuta. Duto é voce fanciullesca. AGICTARSE, Amlarsi; Adoperarsi: Ingegnarsi; Tenersi in tenore AGICTARSE UN CO L'ALTRo, Aiutarvi ; Giovarsi ; Fure a giova giova AGIUTITE TI CHE TË AGIUTARÓ ANCA MU, Aiuti e sarai aiutato: Prov cioè Procura da le stesso il tuo ben essere: lavora se vuoi avere profitto. Non altendere i maccheroni in bocca. Non rimanere culle mani in mano o sulla cintola. Chi s'aiuta, Dio l'aiuta. A tela vrdila Dio manda il filo.

CHI NO S'AGIOTA se niega, Chi non & auta suo danno. I merlotti restan pelati. Convien adoprarsi e assaticarsi e ghiribizza

re per cavarsi di stento. Al battilana il lupo non caca luna; e vale Chi per sè non s'affatica, aiuto da altri, e molto men dal nemico, sperar non dee.

PER ANDAR zo ogni Santo agiuta, V. Zo. AGIUTIN, s. m., Aiuterello, Piccolo aiuto. * Ma è voce che il Zanchi non ha mai, siccome ei dichiara, iuteso a proferire da Veneziani.

AGNELO, 8. m. Agnello, che divesi anche Pecorino Mannerino si chiama l' Agnello castrato, ed ingrassato.

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AGNELO VERNIZZO, O MARZADEGO, O 160STAROLO, Agnello vernio o marzaiuolo o agostino, cioè Ch'è nato o d'inverno o di marzo, o d'agosto, fuor di stagione.

AGNELO CHE SALTA, Agnello lascivo. AGNELO, detto per agg. a uomo, vale fig. Semplice; Innocente ; Timido; Mansuelo. AGNUS, o AGNUSDEO 9. m. Agnus dei o Agnus

deo, che dicesi anche Brevicello e Brevicino. Piccolissimo involto o guancialino, con entro poca cera benedetta, che portasi per divozione anche appeso alla corona. Detto metaf. vale Bacio DAR UN AGNUSDEO, Dar un bacio. AGO, 8. m. Ago, e nel plur. Aghi e antic. Agora. Piccolo strumento d'acciaio ad uso di cucire.

RECHIA O BUSO DELL' AGO, Cruna.

AGO CO LA RECHIA ROTA. Ago scrunalo. AGO DA POMOLO, Spillo, Spilla, Spilletto. AGO DA PETO, Chiavacuore. Spillo che s'attacca allo sparato dinanzi della camicia.

AGO DA REDE O LENGUETA, Agocchia. Strumento biforcuto da una parte e dall'altra, con cui si fanno le reti. Quella quantità di filo che si adatta sull' Agocchia, si chiama Agata. V. LENGUETA,

AGO DA SACCHI, Ago da bastieri; Ayone ; Aguglione. Grande ago di ferro che serve per cucire la tela più grossa.

AGO DA TESTA, Infilacappio, L'ago col quale s'infilano i cappii uei capelli.

AGO DA RELOGIO DA NOL, Gnomone. Stilo fiecato nel muro, che serve d'indice negli orologi solari.

AGO DEL SPIRON DEL VASSELO, Ago. Parte dello sperone d'un vascello, ch'è compresa fra la gorgiera e i porta-antennali.

AGO DA SPARTIR i caveli, Dirizzatoio; Discriminale; Fuscellino; Dirizzacrine. AGON, s. m. Agone, Ago grande.

UN AGO.

* In questo sign. però non usasi dai Veneziani, i quali dicono invece AGO GRANDO COME UN PALO, ovvero L'È UN PALO E NO ZANCHI. AGÒN, 8. m. T. de' Pesc. detto nell' Istria RIZZOTO O MENELOTO, Agone o Alosu. Pesce propriamente di mare, che nella primavera rinouta i Gumi, ina regna ancora nelle acque dolci. Quello che prendesi in mare si chiama più comunemente Cheppia o Laccia (CHIEPA); Ayone o Alosa si dice quando è preso nell'acqua dolce. Linneo chiama la Cheppia Clupea alosa; ma il bravo Ciro Pollini, Veronese, Naturalista moder

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