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ma in corpo; Far pisciar la paura, Ripigliar il coraggio smarrito.

IN ANEMA MIA, Specie di giuramento famil. V. IN CARGO DE L'ANEMA, in Cargo. ANEMA, add. Animato cioè Incoraggiato. Animatissimo è il superlativo.

Animato, si dice anche per Affettuoso, di cuore.

CORPO ANEMA, Animato, Che ha vita senziente.

ANEMAL, 8. m. Animale.

Bestia, Bruto, Belva sono nomi generali di tutti gli animali irragionevoli. ANEMAL signica anche Bue D'ANEMALI, Un paio di buoi,

UN PER

ÂNEMÅL DA TERA E da aqua, Anfibio. ÂNEMÅL DA DO PIE, Bipede, l'uomo, i polli etc. DA QUATRO PIE, Quadrupede o Quadrupedo, come il cavallo, il cane etc. Da più pie, Polipede e Mollipede, Che ha molti piedi, come diversi insetti.

ANEMAL PORCIN, V. PORCÈLO.

ANEMALI DA MORTURA, T. de' Beccai, Animali da macello.

COSSA DA ANEMAL, Animalesca DA ANEMAL detto avv. Brutalmente; Brulamente, e vale Sconvenevolmente, villanamente FAR DA ANEMAL, Bruteggiare, Far da bruto.

TI XE UN GRAN AMEMAL, Animale; Stupido, dicesi ad una persona sciocca, V. ANE

DIALAZZO.

ANEMALAZZO, add. Animalaccio; Animalettucciaccio; Animalone; Bestialaccio, Agg. ad uomo quando è senza ragione o di

scorso.

Detto per ANEMALÒN, V. ANEMALÈTO, s. m. Animaletto ; Animalino: Animaluccio o Animaluzzo.

Animalculo, direbbesi a minutissimo animale microscopico. ANEMALÒN, 8. m. Animalone, accresc. di Animale, e per lo più detto per ischerno a cagion dell' ignoranza o della golfaggine. ANEMAR, v. Animare o Inanimare, e Inanimire, Rincorare, Incoraggiare, Dar coraggio.

ANEMÈLA, s. f. Animella e Valvula, Quel- | l'ingegno dentro a checchessia, il qualo facilita o impedisce l'entrare o l'uscire dell'aria o di qualche liquore, come nelle trombe da trar acqua.

ANEMELA DEL CACAO O DE LA FAVA e simili, Germe.

ANEMER, s. f. V. CoronÈta. ANEMÈTĂ, 8. f. Animetla, preso per dimin. di Auima, si dice per vezzo o compassione, di Picciol fanciullino, come Creaturina.

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Detto per agg. a Persona, Animuccia, e vale Malizioso, accorto UN BOCONCIN DE ANEMETA! detto coll'ammir. Cecino, direbbesi ironicamente di Persona trista e maliziosa. V. ANEMA.

AnemÈta de la lume, Luminello, QuelPanelletto dove s'infila il lucignolo della Jucerna.

ANEMÈTA DEL CALICE, Pala o Animella del calice, Quadrello di biancheria ben insaldata ad uso di coprir il calice.

ÀNEMO, s. m. Animo, La parte intellettuale dell'anima ragionevole.

-

Animo, dicesi per Ardire, Ardimento, Animosità, Audacia. ME BASTARIA L'ANEMO DE MAGNAR, Mi darebbe l'animo di mangiare CHAPAR ANEMO, V. CHAPAR.

Animo, per Volontà, Desiderio, Talento. Animo crudo, imperversato, contrario di Animo buono, inclinato al bene.

ANEMO GRANDO, Magnanimo. ANEMO, detto avv. e in modo imper. Allo ; Bene; Su via; Via su; A noi ; O via; Olà, e valgono Presto, Finiscila.

Animo, detto in forza d'interiezione, vale Sta di buon cuore, Confida, Coraggio.

Anemo mo! Maniera fam. eccitatoria, Animo; alle mani; alla prova, al fatto. ANÈMOLO, 8. m. Anemone de' giardini, Fiore annuale notissimo, che chiamasi da Linn. Anemone Coronaria. ANEMOSITÀ, §. f. Odio ; Rancore; Inelinazione all'odio o alla malevolenza ; Persecuzione d'alcuno; Invidia del bene altrui. Tali sono i varii sensi che noi attacchiamo alla voce Anemosità.

AVER DE L'ANEMOSITÀ CONTRO UNO, Aver dell'odio contro uno ; Odiarlo. ANESE, s. m. Anice o Anace, Sementi d'una Pianta così nominata, detta da' Botaniei Pimpinella Anisum, o che hanno molto rapporto con quelle del finocchio.

ANESI CONFETÀ, Anici in camicia, diconsi per ischerzo gli Anici coperti di zucchero ovvero confetti.

ANESÒN, 8. m. Anisello, T. del Commercio, Acquavite stillata con infusione di anici. ANETO, 8. m. UN ANETO, Un annuccio, Un anno breve.

SARA DO ANETI CHE etc. Sarà per la via di due anni che etc.

LA GA 1 SO ANÈTI, Ella non è come l'uomo fresco nè d'oggi nè di ieri, Dicesi di Donna non giovane, e vale Aver degli anni; Antico d'anni. Fu pur detto, La merla ha passato il Po, ovv. Il merlo ha passalo di là del rio.

ANÈTO, 8. m. Aneto, Pianta annuale che si coltiva negli orti, detta da' Botanici Anethum graveolens, la quale è molto simile al finocchio.

ANÈTODO, 8. m. Voce triviale per Ancddolo.

ANFIBIO, s. e add. Anfibio o Ancipite, Animale da terra e da acqua. Per simil. dicesi metaf. d'un uomo. e vale Equivoco, da non fidarsene.

ANFORA, 8. f. Anfora chiamasi in commercio una misura di liquidi che contiene quattro bigonei. V. BIGONZO. ANGOLO, s. m. Ango'o.

ANGOLO, nell'uso più comune, noi lo diciamo per Modo; Motivo; Mezzo; Apertura; Ripiego; Opportunità.

No GHE ANGOLO, Non c'è modo; Non c'è mezzo o via.

NOL GA ANGolo da defenDERSE, Non ha luogo o punti di difesa; Non ha giustifi

cuzione.

NOL M'HA DA ANGOLO DE PARLAR, Non mi die' tempo o campo o appicco di parlare.

TROVAR ANGOLO PER SCAMPAR O PER ALTRO, Trovar la gretola; Scappare o Uscire per qualche gretola, Uscire o Cavarsi da qualche difficoltà. ANGONÍA, 8. f. (probabilmente dal radicale latino Ango) Agonia o Angonia e Angoscia. FAR L'ANGONIA, Raccomandar l'anima. SONAR L'ANGONIA, Sonar il transito. ESSER IN ANGONIA, Agonizzare.

ANGONIA DE SONO, Morir di sonno o Cuscar di sonno, vale Aver voglia grandissima di dormire, un sonno eccessivo. ANGONIZANTE, add. Agonizzante, Ch'è vicino a morire.

ANGOSSA, s. f. Angoscia, Travaglio, fanno, afflizione.

af

ANGOSSA, da noi si dice anche per Spavento, Terrore, Paura terribile. - XE MRGIO AVER PAURA CHE ANGOSSA, Meglio è dir un poltrone qui fuggì, che qui fermossi un bravo e si mori.

AVER ANGOSSA, Spaventarsi; Alterrirsi. AVER ANGOSSA DA LA VOGIA, V. SGANGOLIR. FAR ANGOSSA, detto in altro sig. Fare slomaco; Stomacarsi.

ME VA L'ANGOSSA AL CUOR, Il dolore o l'angoscia mi passa il cuore; Mi scoppia il cuore; Mi muoio di dolore, cioè Non posso resistere al dolore ch'io provo; e tanto s'intende di dolore fisico come di morale. ANGOSSAR, v. Angosciarsi, Affannarsi.

ANGOSSAR DA LA VOGIA, V. STRANGOSSÀR. ANGUÈLA, 8. f. T. de' Pesc. Specie di Aterina, detto da altri Pesce argentino: benchè questo nome sia dato nel nostro vernacolo ad altro pesce (V. ARZENTIN). Pesce minuto di mare, di laguna e di valli maremmane, detto da Lin. Atherina lepsetus.

QUEL DA LE ANGUELE, chiamasi da noi Quel pescatorello che va per la Città vendendo di tali pesciatelli, che per lo più servono di cibo ghiotto a' gatti. Gallaio dicesi in Firenze a quel Beccaio, che va attorno vendendo carne per darla ai gatti. ANGUELA AGONA, 8. f. T. de' nostri pescatori, che nell'Istria dicesi AGÒN ed a Trieste GARAL. Pesciatello di mare, ch'è forse una varietà dell'Atherina Hepsetus sopra indicata, benchè sia molto più grande. Esso è di corpo fusiforme, con testa più piccola e muso più acuto dell'ANGUELA Comune brilla d'un argento più vivo, ed è commestibile ottimo. Nell'Istria è comune, ma raro fra noi.

ANGUILA, 8. f. Anguilla. V BISATO. ANGURIA, 8. f. (forse dal Greco Aggurion, che vale Cucumis o dal barb. Angurius) toscanamente Cocomero. Frutto notissimo, detto da' Francesi Mellone d'acqua, che chiamasi Anguria anche in altri luoghi d'Italia; ed è nominato da' Botanici Cucurbila Citrullus. V. CUGOMERO.

ANGURIER, 8. mn. Cocomeraio, Colui che vende i cocomeri o sia le angurie. ANGURIERA, 8. f. Cocomeraio o Cucumeruio, Campo dove nascono i cocomeri.

ANGURIETA, s. f. Cocomerello, Piccolo co

comero.

ANGUSIGOLA (probabilmente dal lat. Acus) 8. f. T. de' Pesc. Angusigola, detto già latin. Belone e poscia da Linn. Esox Belone. Pesce di mare notissimo, di corpo molto allungato a guisa di biscia, stretto e quasi quadrangolare, ch'è buonissimo cibo. ANGUSIGOLA FALSA, 8. f. T. de' Pesc. Ago o Aguglia. Pesce di mare chiamato da Linn. Syngnalus Acus. Esso somiglia molto all'Angusigola, benchè sia più piccolo e sottile; è in oltre di pello assai grossa, onde non è buono a mangiare.

ANI ANI, Ani ani, Voce colla quale si chiamano e allettano le anitre domestiche. ANIANORUM, OVV. ANI COI ALTRI ant, Anni domini, Lunghezza di tempo indeterminato, quantità di anni. XE ANT ANORUM CHE NO TE VEDO, Sono anni domini che non li vedo.

ANIMI CONCORDI, Unanimi e concordi, Di consenso unamine.

ANO, s. m. Anno, Il tempo che si percorre dal gennaio al dicembre.

Annata, dicesi lo spazio d'un anno intiero, cioè di dodici mesi-Biennio Di due anni; Duennale, Che dura due anni o che ricorre ogni due anni, Periodo duennaleTriennio, lo Spazio di tre anni, Trienne, Di tre anni o Che ricorre ogni tre anni. Passando un triennio; Festa triennale, Di triennio, appartenente a triennio - Quadriennio, Lo spazio di quattro anni, e quindi potrebbesi dire Quadriennale; Quinquennio e Quinquennale; Sessennio e Sessennale; Settennio e Settennale; Oltennio; Novennio e Novennale; Decennio Decennale Nel dizionario enciclop. dell'Alberti non si trovano le voci Quadriennale, Sellennio, Ottennio.

OGNI ANO PASSA UN AÑO, Ogni di ne va un di, Il tempo passa.

Ani de la discrezion, V. DiscreZÌON. ANI D'ITALIA, dicesi scherzevolmente per simil, della Lira italiana, che vale il doppio della Lira veneta; onde dicendo Il tale ha trent'anni d'Italia, intendesi il doppio, cioè sessanta.

AVER I ANI DE NOÈ OVV, I ANI DE LA MATA scuria, Aver più anni del Disille o di Noè, Vivere lunghissimo tempo, Esser assai vec

chio

ZE ANI O ANI ANORUM CHE NO SE VEDEMO, Sono anni domini che non ci vediamo, cloè È gran pezzo o buona pezza, etc.

TRA UN ANO E L'ALTRO, OVV. UN ANO REPANDO L'ALTRO, Un anno per l'altro, ovv. Di rio in buono o Di rimbuono, vale Ragguagliatamente.

LA GA I 80 ANI, V. in ANETO.

L'ANO DEL DO O DEL DIESE, Maniera fam. Ab antico, Fino da antico tempo.

LE DONE SE SCONDE I ANI, Le donnc frodano gli anni; cioè Dicono di averne

meno.

Bon capo d'ano, Dare il buon capo d'anno o il capo d' anno.

PORTÅR BEN 1 90 ani, V. Portåk. ANOGIAR, v. V. SECAR & STUFÅR.

ANSA, 8. f. dal latino Ansa nel sign. di Occasione.

ANSA, s. f. o ANSO e ANSIO, m. Afɑ, V ampa affannosa, fastidio, inquietudine provegnen te da gravezza d'aria, o soverchio caldo che rende difficile la respirazione Ansiela; Ambascia; Anelito e Bussa, dicesi l'Angustia o affanno di respiro, che nasce da soverchio correre o da gran fatica Ansamento è Quell' impeto o romore che fa il respiro, quando si ripiglia il fiato frequentemente con affanno.

Ansa, dicesi anche nel sign. di Avidità, desiderio grande di checchessia.

DAR ANSA A QUALCUN, Dar ardire ad alcuno, Rincuorare.

ANSAR, 8. m. Ansamento, Alenamento, L'ansare o l'alenare. V. ANSA. ANSAR, v. Ansure, che dicesi ancho Anelitare e Anelare, Respirar con affanno. ANSIA, 8. f. Voce antiq. Ambascia; Angustia, Affanno di cuore, Travaglio.

OH QUANTE VENTRA IN PETO ANSIE E PAURE, leggesi in Varotari, e volle dire, Da quante anguslie e paure non siele voi travagliati!

ANSIETÀ, 8. f Ansietà, Noi intendiamo Impazienza che si ha nell'aspettar qualche cosa. Ansia è lo stesso che Ansietà. ANTA-RIVA A L'ANTA, dicesi per ischerzo di rima, e vale Quaranta, cioè Giunto coll'età alle diecine che terminano in anta, la prima delle quali è quella degli anni quaranta: volendosi indicare che Quand'uno arriva

qnell' età, comincia ad invecchiare. Sul qual proposito fu detto, Quando ha passato l'anta digli Tordo: cioè Stordito: giacchè dopo i 40 anni l'uomo comincia a divenire tardo e meno svelto. ANTEATO, 8. m. Anteatto, Termine usato spesse volte nel Foro, e vale Allo anteriore, o antecedente. Scrivesi da taluno; Si unisca agli antcalli, e vale S' unisca agli alli antecedenti ovv. al processo. ANTENA, 8. f. Antenna, Propriamente quello Stile che s'attraversa all'albero del naviglio, é per l'Albero stesso; E ancora per Ogni legno lungo e diritto come stile. V. PENON e FIORIR.

CoGÌON DE L'ANTÈNA, T. Mar. Carro dell'antenna, dicesi anche alla Parte inferiore dell'antenna.

ANTENÈLA, 8. f. Cucchiaia, chiamasi quella Pala di ferro ribordata da tre lati, con manico di legno lunghissimo, che serve per cavare il sabbione, il fango o altre sozzure dal fondo dei canali o de'fiumi. I Francesi la chiamano Drague. ANTEPONER, v. Anteporre, Preferire. ANTIAN, 8. m. Tegame, Arnese di terra cotta, che serve all'uso di cucina per friggere V. TECHIA.

METER IN ANTIAN, Integamare. COLPO D'ANTIAN, Tegamala. ANTIANELO, 8. m. Tegamino. ANTIFONA, 8. f. Antifona.

LA SOLITA ANTIFONA, Locuz. fan. La soli'a canzone, cioè Le solite querele o lamenti L'antifona è più lunga del salmo, dicesi in prov. Quando altri per dire alcuna sua cosa, si va avviluppando con lunghi giri di parole prima d'incominciarla, ed è simile a quell'altro, Più la giunta che la derrala.

ANTIGAGIA, 8. f. Anticaglia, Nome generico di cose antiche.

Anticaglia e Antichità, dicesi anche in vernacolo per dispregio di Donna vecchia. Anticagliaccia è avvilitivo di Anticaglia.

ANTIGAGIA DE PAROLE, Arcaismo, Vecchiume e s'intende di parole e maniere di parfare rancido ed antiquate.

ANTIGHETO, add. Antichello, Antico anzi che no.

ANTIGO, add. Antico, Trapassato da più secoli; o anche per Vecchio semplicemente, e s'aggiunge a cosa che sia ancora in essere. MANIERA DE SCRiver antiga, Maniera antiquata, cioè invecchiata.

Anticheggiare, vale Aver dell'antico. Omo tagià a l'antiga, V. Omo. ANTIGONISTA, 8. m. Antagonista, Contraddittore, emulo nella disputa o simile, Competitore.

ANTIMÀMA, 8. f. T. Mar. Risacca, Significa il ritorno dell'onde o dei fiotti del mare, che si stendono con impeto contro una spiaggia o sopra una costa, e vi si rompono ed alternativamente si ritirano. Rimpotio o Ribollio, dicesi ad Una piccola maretta molto frequente ed incomoda, che si fa sentire talvolta anche in porto.

ANTIPASTO, 8. m. Antipasto, Le prime vivande della tavola, che dal volgo della Toscana dicesi Comincio, e dalle persone civili Principii.

ANTIQUARIO, 8. m. Antiquario, Colui che attende allo studio delle cose antiche; Medaglista, Chi raccoglie e studia antiche Medaglie. Museante, Chi si diletta di musei, Chi sta sul far musei.

ANTIQUARIO, riferito ad uomo, Zazzerone, detto fig. vale Uomo di costumi all'antica.

ANTIVEDENZA, 8. f. Antivedimento, L'antivedere, prescienza Previdenza, Il pre

vedere.

ANTIVIZILIA, 8. f. Antivigilia. ANTONIO, Nome proprio di uomo. V. Toxi.

STOR ANTONIO DAI BOTONI, chiamasi da molti giuocatori per ischerzo la carta del dieci di donari, per qualche analogia grossolana alla Bottoniera.

STOR ANTONIO DAL BUTIRO, si chiama poi un Personaggio ridicolo, che vedesi talvolta sulle scene nella commedia di questo titolo, il quale rappresenta un giovane Veneziano avannotto, semplice e timoroso dei fantasmi.

SIOR ANTONIO DAL BUTIRO, si dice ancora per agg. a Colul che abbia il vestito unto e bisunto.

ANTRO, Idiotismo della bassa gente, che dicesi per Altro.

ANUALITÀ, 8. f. Tributo; Fillo annuo;
Quota annua; Rendita o Peso fisso.
ANUÌR, v. (dal lat. Annuire) Condiscende-
re; Secondare; Acconsentire.
ANZA, 8. f. (colla z aspra) e più comunemen-
te LANZA, Voce rurale, Angue; Serpicella
o Serpetta, Piccola serpe come vipera, che
sta sotterra e specialmente ne' luoghi umi-
di della campagna.
ANZANA, V. Alzina.

ANZELICO, add. Voce antiq. Angelico.
ANZI, avv. Anzi, Ma piuttosto.

Vale ancora fra noi per Si; Appunto ; Per l'appunto; Certamente. ANZOLETO, 8. m. Angioletto; Angeletto; Angeluccio, Piccolo angelo Angioletto chiamasi fra noi un Bambino morto.

ANDAR VIA COI SO ANZOLETI, V. ANDAR. VESTIA GOME UN ANZOLETO. Vestita come una ninfa, direbbesi per motteggio d'una Donna abbigliata con troppa galanteria, cioè vestita del color di rosa o celeste, con capelli inanellati ec.

ANZOLETO PICOLO, 8. m. T. do' Pesc. Pesce di mare chiamato dal Nardo Trigla Rodinogaster. Ha il rostro subifido, la linea laterale aculeata, le piune pettorali minori delle altre; il dorso e le pinne sono di color rosso, il ventre bianco e tinto in parte d'un bel colore roseo. Esso è buono a mangiare; ed arriva a mezzo pie

de in circa di lunghezza. ANZOLETO GRANDO. Altro pesce che somiglia al precedente, ma non ha la linea laterale aculeata, e giunge a grandezza maggiore, sorpassando talora il piede di Junghezza. Questo è detto da Linn. Trigla Cuculus, ed è buono a mangiare. ANZOLETO DE LA MADONA. Altro pesce che i Romani chiamano Pesce Forca, e che Lacepède nominò Peristedion Calaphraclum, buono a mangiare. Fu detto ANZOLETO DE LA MADONA perchè non pigliandosi questo pesce che di rado, ed essendo facile a diseccarsi per la durezza delle sue scaglie, i Pescatori lo offrono e lo appendono per divozione alla Madonna.

ANZOLETO, Uccello di mare, V. MUNE

OHETA.

ANZOLO, 8. m. Angelo o Angiolo.

Angelo, detto per agg. a uomo, vale Pacifico, quieto, di costumi soavi.

CANTAR DA ANZOLO, V. CANTAR. Angelo o Agnolo, Nome proprio di uomo. Angela o Agnola è la Femmina.

PAROCHIA DE L'ANZOLO, Parrocchia di S. Raffaele Arcangelo, Titolare d'una Chiesa parrocchiale di Venezia.

ANZOLO, Voce marin. Angelo o Angiolo, Palle di cannone attaccate ai due capi d'una catena o d'una spranga di ferro, ad uso di tagliare, il sartiamo delle navi nemiche. AO. Voce usata da' villici per fermare il corso de' buoi, e vuol dire Piano piano, A bell' agio.

Nello stesso signif. dicono i Veneziani famil. Ao, so, quando un tale facendoti un discorso ti sorprenda con molte confuse pa

role, delle quali non ti lasci raccapezzare il senso; ed è come tu gli dicessi, A bell'agio, ch' io possa intendere quel che voi dile; Non trascorrete; Spiegalevi e simili. APAGAR, v. Appagare, Compiacere.

APAGARSE, Appagarsi; Acquiescere. APAGARSE DE L'ONESTO, Leccare e non mordere, cioè Contentarsi d'un onesto guadagno o di che che sia. APALTADÒR, 8. m. Appaltatore, Chi assume un appalto o impresa del Pubblico. Finanziere o Fermiere, dicesi l'Appaltatore di oggetti di pubblica finanza. APALTO, 8. m. Appalto, dicevasi sotto i Veneti, e dicesi ancora Quella specie di contratto per cui una o più persone assumono dal Governo il diritto esclusivo di vendere nello Stato una mercanzia o derrata o di esigere i dazii, pagando al tesoro pubplico la somma offerta all' asta, ovvero talvolta convenuta. Dicevasi Appullo del tabacco, del sale, dell' acquavite, dell' olio, della polvere ec.

EL. GA L'APALTO DE LE BUZARE O DE LE PANCHIANE, Egli ha la gabella delle baie o delle favole o delle pastocchie, Direbbesi a chi si rende stucchevole del continuo con sciocchi discorsi.

APANAR, V. V. Panår.

APARAR, V. V. PARAR.
APARECHHÀR, v. V. PArechiàr,
APARENZA, 8. f. Apparenza.

OMO DE BELA APARENZA, Uomo di appariscenza o appariscente, avvistato; Un bel

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tro è chi la pesta, e vale L'affare non è sì disperato como apparisce.

MOLTA APPARENZA E POCA SOSTANZA, Indoratura; Palliamento; Gran rombazzo e poca lana; Assai pampani e poca uva, e vale Grandi dimostrazioni e pochi effetti, Mollo fumo e poco arrosto. V. Fumo.

NO BASTA L'APPARENZA, Parere e non essere, è come filare e non lessere, Prov. e vale Che l'apparenza non basta dove bisognan gli effetti.

EL XE TUro APARENZA. Dicesi d'uomo povero e sciocco, che col discorso vuol comparire ricco e dotto. APARIZION, 8. f. Apparizione, Appari

mento.

APARIZION DE MORTI, Apparimento o Apparita di morli, La comparsa che alcuni suppongono de' trapassati. APARTEGNIR, v. Appartenere, Convenirsi, Richiedersi.

APARTEGNIR A QUALCUN, Appartenere; Esser appartenente o apparlegnente; Cadere in alcuno.

APASSIONARSE, V. PASSIONARSE. APELAZION, 8. f. Appellazione. No' tempi del Governo Veneto si distinguevano le seguenti maniere di appellazioni civili.

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APELAZIÓN IN ATI, dicevasi la Dichiarazione fatta dinanzi al primo giudice, di aggravarsi di qualche sua sentenza o decreto, anche non iscritto. Ciò potevasi fare nello Stato, ina non a Venezia. Vedasi BOLETINARIA.

APELAZION GENERICA, Appellazione della Sentenza pronunziata e da pronunziarsi. Tale modo di appellazione aveva vigore per due anni, ed era concesso ai soli sudditi Veneti delle provincie oltremarine.

APELAZION DE SBALZO dicevasi a Quella che veniva immediatamente insinuata diuanzi ai Consigli e Collegi.

L'appellazione dalle Sentenze ed atti criminali facevasi per mezzo degli Avvogadori di Comun, che chiamavano il processo al loro uffizio, e con decreto detto d'intromissione lo portavano alla censura dinanzi al Consiglio di XL Civil nuovo o del Criminale rispettivamente. V. INTROMISSION. APELO (coll'e larga) s. m. Tribunale d'appello o di appellazione o appellatorio.

me

APELO O APELO NOMINAL, Francesismo, Appellazione, che vale Espressione del noFAR L'APÈLO, Far la chiamata, Chiamare i soldati pel loro nome ad uno ad uno. Si dice altresì Cerca; onde Far la cerca: Trovarsi alle cerche. APETÃO, add. Voce ant. che ora dicesi PrTi, V.

APETAO DE FUORA, Impalato di fuori co

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c

UN APIO O UNA CONSERVA DE APto, Giulebbe di mele appie, Bevanda comune nelle nostre botteghe di caffè, ed è acqua calda, infusovi del giulobbo di mele appie o simile. APIZZOLÀO, add. e nel plur. Arizzoladi, T. ant. derivato, come pare, dal greco Picilos, Vario direbbesi in italiano Brizzolato, screziato, cioè Macchiato di varii colori. APLICANTE, s. m. Concorrente; Offerente, Chi nel publico incanto concorre all' acquisto di ciò che si vende o di quello che si delibera.

APLICAR, v. Offerire; Profferire; Concorrere, Quando parlasi di esibire alla pubblica asta o nel pubblico concorso.

APLICAR A UNA COSSA, Inclinare o Inchinare ad una cosa; Penderc, Esser disposto o propenso.

dio

APLICARSE A STUDIAR, Applicarsi allo stuAmmazzarsi in una cosa, dicesi esageratamente per Esservi tutto attento. APLICAZION, s. f. Applicazione: Applica

tezza.

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STAR IN APOLINE, Stare a meraviglia; Star bene, Godere ottima salute.

MAGNAR IN APOLINE, Stare in Apolline o in Apollo, vale Mangiar lautamente e di buon gusto.

LA COSSA VA IN APOLINE, L'affare va a maraviglia, benissimo, a vanga, per l'appunto. V. PETACHIO.

APONTAMENTO, 8. m. Appuntamento, Accordo, Convenzione. Restare in appuntamento di che che sia. V. RENDEVU.

Appuntamento, dicesi anche per Assegnamento, Onorario, Paga, Salario. APONTO, 8. m. T. Merc. L'appunto, e s' intende Quella somma con cui si liquida un conto.

APONTO, avv. Appunto; Per l'appunto; A capello; Di certo; Come di pepe; Giusto On APONTO! Sul proposito; A tal proposito; Ora che mi risovviene; Oh non me ne ricordava.

APOPLESIA, 8. f. V. CASCATA e COLPO. APOPLÈTICO, add. Apoplettico, Infermo di apoplessia.

Pèti apopletici, Mamme tremolanti, ondeggianti, a onde, cioè Flosce, rilassate. APOSITAMENTE, avv. Apposta; A posta; Appostatamente. V. APOSTA. APÓSITO, dal lat. Appositus, Add. che si usa ne' publici uflizii, in sign. di Opportuno, Acconcio.

APOSTA, modo avv. V. POSTA.

APOSTARSE, v. Aguatare; Insidiare; Mellersi a posla; Porsi in aguato; Meltere agualo; Appostare alcuno o Far la posta ad alcuno, Insidiar la vita ad alcuno, mettendosi in aguato.

APOSTOLO, s. m. Apostolo o Appostolo.

AVER UN GIUDIZIO da apostolo, Aver senno o cervello o previdenza, Saper contenersi.

PARLAR DA APOSTOLO, Parlare con verilà, con lealtà; Ovv. Parlar bene, Parlar con facondia.

APOZAO, add. Voce ant. Appoggiato. APRENSIÓN, 8. f. Apprensione o Apprendimento, vale quasi Timore.

STA COSSA ME FA O ME DÅ APRENsion, Dare apprensione o Mellere in apprensione, vale lo stesso che Indur sospetto. Stare in apprensione, vale Apprendere, sospettare, dubitar temendo.

Apprensione, vorbale di Apprendere, in T. dell'antico Governo Veneto, dicevasi PAtto di apprendere, cioè di prender in nota o sequestrare i beni del debitore. V. INTENUTAR.

APREZIAR O APRIEZAR (colla z dolce) v. T.

0

ant. dal barb. Appretiare, e vale Apprezzare, Dar il valore alle cose.

A PROPOSITO, modo avv. A proposito; Opportunamente; Acconciamente; A buona stagione.

MOLTO A PROPOSITO, Appositissimo; A propositissimo; Convenientissimo. ESSER A PROPOSITO, Essere il caso, il momento, l'opportunità. V. PROPOSITO.

A PROPOSITO DE ZUCHE O DE CARBON TRE SOLDI AL BRAZzo, Maniera bassa fam. Senza proposito; Fuor di proposito; A sproposito; Mal a proposito; Malapproposito. Mescolar le lance colle mannaie. A proposilo d'un chiodo di carro. Ricordare i morti a tavola, Unire insieme cose disparate. Son buone legne, dicesi Quando uno non risponde a tuono. APROPRIAMENTO, 8. m. Appropriazione ; e in cattivo senso, Usurpazione. APROVAR, Approvare, Assentire.

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APROVAR, dicesi qui da molti idioti per
Provare, Far prova CH'EL ME L'APRO-
VA, Che me lo provi, Che mi dia prove
L'ALO APROVA? L'ha egli provato ·
NO LO POSSO APROVAR, Io non lo posso
provare.

APUNTAMENTO, V. APONTAMENTO.
AQUA, s. f. Acqua.

MI

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AQUA COL ZUCARO, Acqua acconcia o concia.

AQUA MELADA, Idromèle o Acqua melata. AQUA NANFA, Acqua nanfa o lanja, Acqua di fior d'aranci.

AQUA PANADA, Acqua panala, cioè Medicata coll' infusione di poco pane abhrustolito.

AQUA SPORCA, Sciacquatura. Broda dicesi l'acqua brutta di fango e d'altre sporcizie.

AQUA TENTA, Acqua avvinata; Pisciancio, Pisciatello, Vino molto adacquato e debole.

AQUA DA PARTIR, V. AQUAFORTE.

AQUA DE SETE COTE, Acquarzente, Acquavite raffinata.

AQUA BOGENTE, Acqua bollente. AQUA NASCENTE, Acquitrino, Acqua che la Sorgiva, sust. vale geme dalla terra Filtramento o trapelamento d'acqua attraverso d'un argine o simile - Gemilio o Gemitivo, dicesi Quella poca acqua che si vede in alcuna grotta quasi sudare dalla terra o simili; ed è manco che Acquitrino. VENA D'AQUA. V. VENA.

AQUA MORTA O STAGNANTE, Lagume; Slagno; Acqua morta.

AQUA TORBIA D'UN FIUME, Acqua alba. Acqua, dicesi anche per Pioggia. Acqua piovana o di pioggia o Piovana assol.

AQUA O PIOVA SALSA, Melume, cioè Quello che alidisce le viti.

AQUA E TEMPESTA, Broda e ceci, detto in modo basso e fig. cioè Tempesta e pioggia. AQUA SALMASTRA O MESCHIZZA, Acqua salmastra, V. MESchizzo.

AQUA ALTA, V. COLMA.

Acqua magra, dicesi anche in vernacolo, e vale Basso fondo. V. MAGRA.

AQUA SPESSA, T. de' Pesc. Acqua torbida o fangosa, dicesi dell' Acqua delle nostre lagune, ch'è talvolta torbida per l'agitamento che sominuove la terra del fondo.

AQUA STANCA, Mare stallato; Marea stallata; Perno dell'acqua, Stato quieto dell'acqua tra il calare ed il crescere o tra il crescere ed il calare, V. DOSANA e CE

VENTE.

AQUA DE TELA O DE PANO, Acqua che cova, dicono i Pescatori all' acqua delle lagune che fa poco moto, come nel fine del primo terzo e quarto di luna. Dicesi in proverbio SETH OTO E NOVE L'AQUA NO SE MOVE; OVV. VINTI, VINTIUNO E VENTIDO L' AQUA NO VA NE SU NE ZO.

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AQUA DA BARBA, Ranno, Quell'acqua calda con cui s'insapona la barba per raderAHI BARBIER L'AQUA ME SCOTA, Pian Barbier che il ranno è caldo. AQUA TEPIDA, Acqua dolce, T. de' Fornai Detto fig. Acqua chela ad un Uomo che fa la gatta morta, V. GATAPIATA. ANDAR CONTRO AQUA, V. ANDÀR. ANDAR TUTO IN T' un'acqua, Trasudare, Sudare assai. V. ESSER TUTO in t'unʼaqua. AVER L'AQUA SUL PRA, V. PRA. BATTERSE D'AQua, V. Far aqua. CONSERVA D'AQUA, V. CONSERVA. DAR L'AQUA, Battezzare, Dar l'acqua del battesimo.

DEPOSIZION DE L'Aqua, Bellelta.

ESSER FRA LE DO AQUE, Esser fra l'uscio e'l muro o fra il rotto e lo stracciato, Tra due opposte difficoltà.

ESSER TUTO IN T'UN AQUA, Esser molle o grondante di sudore; Essere dal sudore lullo una broda; Esser tutto sudato; Trasudare; Esser lullo molle.

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PER EL SO GHEBO, Lasciar andar l'acqua alla china o all'ingiù: detto fig. e vale Lasciar che le cose camminino naturalmente, senza impedirle.

LASSARSE VEGNIR L'AQUA ADOSSo, Ridursi all'olio santo, Ridursi agli ultimi. Lasciarsi sopraffar dalla piena, dicesi di Chi perde l'occasione; Non prevalersi del tempo. E male per chi ha tempo e tempo aspelta, che mentre piscia il can, la lepre sbielta. Convien prevenir il male e non perder tempo.

VEGNIR L'AQUA IN BOCA, Venir l'acqua in su lugola; Venir l'acqua o l'aquolina in boera; La gola gli fa come un saliscendo. La gola gli fa lappe lappe. Venir voglia, METTER AQUA, detto fig. Metter bene tra alcuni, Rappacificare: contrario di Giugnere o Metter legne al fuoco.

PESTAR L'AQUA IN TEL MORTÈR. V. MORTER.
Semzzo d'aqua, V. Schizzo.

SCOTA DA L'Aqua calda, V. Scori, Spander aqua, Far acqua, Orinare. STAR TRA DO AQUE, Star fra le due acque; Stare a tocca e non tocca; Rasentare tra 'l si e 'l no, valgono Star sospeso, in dubbio.

TIRAR AQUA AL MOLIN. V. MOLIN. TRAR AQUA, Allignere A Chioggia dicono ORIKE, dal lat. Haurire.

VOGIO VEDER IN QUANTI PIE D'AQUA CHE STAGO, VO' vedere in quanta acqua io peschi, cioè Voglio consultarmi, esaminar ben bene prima di risolvere.

L'AQUA IMARCISSE I PALI, V. IMARCAR. AQUE, dicevasi sotto il Governo Veneto ad una Gravezza pubblica, che altrimenti si chiamava QUINTÈLO, V.

MAGISTRATO ALL'AQUE chiamavasi ai tempi Veneti una Magistratura Senatoria, composta di tre patrizii col titolo di Savi alle acque, eletti dal Senato, e di altri tre col titolo di Eseculori alle acque, ch'eran nominati dal Maggior Consiglio.

V'era ancora un Collegio all'acque di quaranta senatori, da cui si estraevano varie Deputazioni, che dicevansi ZONTE, Giunte, per attendere alla materia dell' acque, e preservar la capitale dalle inondazioni del

mare.

AQUE CATIVE, dicono i Villici Padovani ad una Malattia del cavallo, che i Veterinarii chiamano Edema alle gambe degenerante in ulceri, con uscita di materie acrimoniose. Questa malattia si spiega colla gonfiiezza alle gambe e più spesso nelle posteriori, con esulcerazione dietro al cannone e al pasturale e ne' caleagni.

AQUA! Espresso con ammirazione, lo stes80 che ASEO! Y.

AQUA DE MAR, 6. f. Aqua marina, Pietra preziosa la quale ha la sua cristallizzazione di forma poligona: il suo colore è verda

stro.

AQUA DE VITA 8. f. o AQUAVITA, Acquavite.

AQUA DE VITA RAFINADA, V. AQUA DE SETE

COTR.

QUEL DA L'AQUAVITA, Acquavitaio, Quello che vende acquavite. AQUAFORTE 0 AQUA DA PARTIR, 8. f. Acquaforte o Aqua da partire, che si dice anche Spirito di nitro o Acido nitrico. Questa composizione serve per corrodere i metalli ad eccezione dell'oro e del platino. ̧ AQUAİZZA, 8. f. T. Mar. Empifondo, Alzamento o gonfiamento straordinario dell'acqua del mare, che suol precedere al soffiar de venti che fanno traversia ad un porto. AQUAR, v. Adaequare o Inacquare, Dicesi del vino che si mescola coll'acqua. AQUARASA, 8. f. Olio essenziale o Essenza di trementina. AQUARÈGIA, 8. f. Acqua regia o Acqua regale. T. de' Chimici, che la chiamano propr. Acido idroelòro-nitrico. V. SPIRITO DE

SAL.

AQUARELA, s. f. Acquerella o Acquarello, T. de pittori, Acquerelletto, Acquerello molto annacquato.

MINIAR A AQUARELA, Acquerellare, Toccar i disegni con acquerella. AQUARIÒL, 8. in. Aquaiuolo o Acqueruolo, Colui che porta o vende acqua dolce per uso delle famiglie; ed anche Quello che porta le acque minerali.

Acquaiuolo, dicesi pure a Chi dà l'acqua ai prati per irrigarli. V. PORTAQUA. AQUARIÒLA, 8. f. La Femmina dell' Acquaiuolo, che per analogia di altre voci consimili potrebbe dirsi Acquaiuola o Acquaruola.

AQUÀRO, 8 m. Voce agr. Bocchetta. Quell'apertura che si fa nelle capezzagini che traversano il campo seminato, per far correr l'acqua fuori con più facilità. Dicesi anche Acquaio o Solco acquaio. AQUARÒSA, 8. f. Acquarosa o Rosata. Acqua preparata con rose. Mucchero si dice a Quella in cui sieno state iufuse le rose o le viole.

AQUAVITA, V. AQUA DE VITA. AQUAZZA, 8. f. Acquaccia, Acqua cattiva o corrotta · Acquazzone, Gran pioggia e continuata, che dicesi anche Aquagione e Acquazione.

AQUE D'ONGARİA, Acqua della regina, Acqua minerale, di cui si fa uso anche presso di noi.

AQUETA, 8. f. Arquetta; Acquicella; Rivo; Rigagno; Rigagnolo, Piccola acqua

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ARA (dal latino Area) s. f. Aia, Spazio di terra accomodato per battere il grano. ARA PICOLA, Aiella.

COLMO O COLMEGNA DE L'ARA, Barcone, Quel sito dell' aia più alto, ove si abbarcano le gregue. V. CAVAGIÓN.

PAGARSE SU L'ara, Pagarsi in sull' aia, detto fig. Pigliar congiuntura sicura di farsi pagare, Pagarsi prontamente.

QUANTO POL STAR IN TUN'ARA, Aiala, Tanta quantità di grano o di biade in paglia, quanto basti ad empiere l'aia.

Di

METER SU L'ARA. Inaiare il grano, stendere le spiche sull' aia per batterlo. ARA o ancho. Ex、, s. f. T. do' Vetrai, Camera o Tempera, Dicesi a quel luogo sopra la fornace, in cui si mettono i vasi di vetro appena fatti per erogiolarli, cioè per chè perdano gradatamente la roventezza e possano stagionarsi e freddarsi. In questo senso si dice anche Temperare o Dar la tempera o'l crogiòlo.

ARA e ARE, sincopato da VARDA e Vardi, Guata, Vedio Vedete.

ARADA 8. f. Voce agr. Aiala, Quanto può stare in sull'aia, per esempio frumento per battere.

ARADURA, 8. f. Aratura, Aramento. ARAMALI, 8. m. plurale di ARAMAL (dallo Spagnuolo Alamar) Alamari, Bottoni con riscontri ed anche con allacciature, che usavausi una volta più comunemente. Per altro le persone colte dicono ALAMARI. ARANA, V. ANARA.

ARANCÀR, v. ant. Arrancare, verbo neutro ed Arrancarsi, nel sign, di Affaunarsi, Angustiarsi, Prender le cose a scesa di

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