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sciandosi per terra, la smuove come farebbe l'aratro.

ARAR DRETO, Locuz. fam. fig. Arar dirilto; Rigar diritto, valgono Far che che sia per l'appunto.

A RASO, modo avv. V. Raso.
ARATIVO, add. Lavoratio; Lavorativo;
Lavoratoio. Agg. di Campo o terra accon-
cia ad essere lavorata.

ARATRO. V. VERSURO.

ARBA. Voce triviale, V. ERRA.
ARBORÅR, v. V. ARBORÅR.

ARBORE 0 ARBORO, V. ALBORO.

ARCA, s. f. Arca ; Sepoltura ; Sepolcro, che dicesi anche Tomba; Avello; Urna; Conca; Sotterratoio.

ARCA DE SIENZA, Arca di scienza; Arca di Noè, dicesi di Uomo dottissimo.

ARCA DE VITUPERIO, Mariuolo; Scellerato. Y. SPIUMA.

ARCA, detto in T. Contadinesco, Arca, ch'è voce pura latina, dicesi una Specie di cassa fatta a foggia di madia (ALBÒL) col coperchio, che potrebbe anche chiudersi a chiave, nella quale i contadini tengono riposta la farina, pane ed altre cose commestibili per la famiglia.

ARCADA, 6. f. Arcata; Arcale; Arco; Volta. Arco di ponte o di porta.

ARCADA DE VIOLIN, Arcata; Tirata di plettro.

ARCANO, 8. m. Arcano, Segreto — Far arcani, Tenere in credenza; in sè, Usar silenzio.

cesi gli dicono Courlif verd d'Italie. Qui è |

raro.

ARCHÈTO, s. m. Archello; Arconcello; Archicello, Piccolo arco.

ARCHETO DA VIOLIN, Archetto; Pleltro. Archeto da oseli, Archello o Saeppoto. | Ingegno formato con un pezzo di legao arcuato, con cui si pigliano gli uccelli. Tendere gli archelli agli uccellini - Scarpello, chiamasi Quello strumento da pigliar uccelli, fatto con due archi poco di lungi un dall' altro, tra i quali si pone il cibo per allettarli.

ARCHETO DA BARON, detto fig. Gherminella; Furberia; Baratteria, Macchinazione posta in opera per inganno altrui. ARCHIMIA, 8. f. Alchimia o Archimia, Quasi dicasi la Chimica più sublime. V. LAPIS FI

LOSOFORUM.

STUDIAR D'ARCHIMIA, Stillare o Beccursi il cervello, vale Affaticar l'intelletto. Sluzzicure i ferruzzi, Ingegnarsi. Lavorare d'alchimia, Operare con artifizio. V. SCRI

MIA.

ARCHIMIA, V. SCRIMIA.

ARCHIMISTA, s. m. Alchimista; Colui che esercita l'alchimia. Col solo dire Il tale sof fia, s'intende senza nominarlo, ch'egli è Alchimista.

ARCHITRAVE, V. SOGIER.
ARCHIVIO, 8. m. Archivio.

CARTA MESSA IN ARCHIVIO, Carta archiviata, e quindi Archiviare, Riporre in archivio.

ARCAR, v. Archeggiare, Torcere o piegare ARCIDIÀMBARNE, 8. m. Arcidiavolo o Ar

in arco.

ARCARSE, parlandosi d'un vascello, Arcarsi, vale Curvarsi in arco; e questo accade alla colomba d'un vascello, le eui coste si sono piegate o per accidente o per vecchiezza.

ARCAR, v. Voce agr. Vigliare di nuovo, ch'è l'operazione che si fa la seconda volta, di Tirare il grano sull' aia per purgarlo a dovere da' vigliuoli e poterlo riporre nell'arca o sia nel granaio. Nel Du Cange abbiamo le voci Arca granaria e Area annonae, che dicevasi ne'bassi tempi per Granajo o Cassa da riporre il grano. V. CA

VEOLE.

ARCAZA, 8. f. Chiurlo, detto da Linn. Seolopax arcuata maior. Sorta d'Uccello notissimo, che frequenta i grandi acquitrini; che ha il becco lungo, inarcato al di sotto. Chiamasi anche Chiurlo reale o Fischione maggiore, per distinguerlo dal minore (TARIGNOLA). Quest'uccello nell' ornitologia di Latham forma ora parte del genere Numenius, col nome di Numenius arcuata. ARCAZA VERDE, 8. f. Mignatione. Altro uccello acquatico, che frequenta particolarmente le valli d'acqua dolce; che ha il becco lungo arcuato, le gambe lunghe verdastre, tutta la parte superiore delle ale e del corpo colorita d'un bel verde a riflessi metallici, e il di sotto di rosso cupomarrone. Fu chiamato da Liun. Tantalus Falcinellus e da' moderni Ibis Falcinellus. I FranBoerio.

cidemonio, Acerese. di Diavolo e Demonio. ARCISTUPENDONAZZISSIMO, add. Voce ditirambica, accresc. di STUPENDONAZzo, V.

ARCO, 8. m. Arco, T. d'Architettura. Arcale, dicesi propr. l'Arco della porta o simili. Rigoglio o Sfogo, l' Altezza massima delle volte e degli archi - Sesto, la Curvità degli archi Imbolle, la Superficie dell'arco d'un ponte dalla parte di sotto per quanto è lunga e larga-- ARCO VALANGHIN, Arco di tullo sesto : cioè Di mezzo cerchio-FAR FORTI I ARCHI, Fiancare; Far forti i fianchi. ARCO DA CUNE, V. Cerchio da CUNE. ARCO DA VIOLIN e simili, Archetto o Plettro. Quello con cui si suona.

ARCO DE LE CEGIE, Arco; Arroncello delle ciglia.

Piegar in arco, Archeggiare; Inarcare; Incurvare.

STROPARSE L'ARCO D'UN PONTE, V. STROPAR. ARCOCELESTE, V. ARCOVERZENE. ARCÒGER, v. T. antiq. Cogliere; Raccogliere.

ARCOMBE, Voce ant. Lo stesso che ARCUMBÈ, V.

ARCÒRGER, verbo ant., lo stesso che ARCOGER, V. ARCORGER FIORI, Cogliere fiori. ARCOVA, s. f. Arcoa; Alcovo; Alcova, Ricetto capace d'un letto e di pochi arnesi, la cui fronte è per lo più fatta ad arco. ARCOVÈRZENE o Arco celeste, s. m. Arco baleno; Arco Celeste; Iride.

ARCUMBE, Voce antiq. quasi Areo bello,

e vale Arco baleno. V. ARCOVÈRZENE.

ARDIA, V. ALDÌA.

ARDIGIÒN, 8. m. Ardiglione, Ferruzzo appuntato ch'è nella fibbia. V. FIUBA. ARDIO, V. ARSO.

ARDIO, detto per voce fam. Divorato ; Consunto-ELLA GA ARDIA QUELA MANESTRA, E' se la pappò o ingoiò in un momento o in un fialo.

ARDİR, s. m. Ardire; Ardimento; Ardilezza, Audacia.

ARDIR, v. Ardire, Aver ardimento.

Detto fig. Consumare; Distruggere; Divorare EL S'HA ARDIO Turo, Egli ha del fullo consumato o distrullo il suo stalo. ARDITÈLO, add. (coll' e aperta) dicesi por ARDITETO, V.

ARDITETO, add. Alquanto ardito, Ardito anzi che no. Arditello, non trovasi nella Crusca.

ARDITEZZA, 8. f. V. ARDIR, nome. ARDITÓN, add. Arditissimo, superl. di Ardito, sfacciatissimo. V. SPAZZADÒN. ARDOR DE MAR. T. de'pesc. Fulgore, dicesi a quella specie di Chiarore dell'acqua marina, che si vede nel tempo del maggior caldo, prodotto come ben si sa, dalle lucciolette marine: su di che si vegga la voce LUSARIOLA.

ARECOMANDARSE, v. antico, che uel basso parlare usasi ancora per Raccomandarsi. MARECOMANDO, che altri dice MB RACOMANDO, Mi raccomando, cioè Prego che vogliate avermi a cuore.

MARECOMANDO ▲ vu è poi Maniera antica d'esclamazione, detta per una specie di parentesi, che si legge nelle satire del nostro Varotari, parlando di caso disperato o senza rimedio, Addio fave, per dire Noi siam perduti, spediti, spacciati. Ora direbbesi SALVATE SALVATE, OVV. DIO VE LA MANDA BONA, OVV. BONA NOTE SIORIA, OVV. CHI

SE POL SALVÅR SE SALVA. ARECORDARSE Lo stesso che RECORDAR

SE, V.

ARECORDO, V. RECORDO.

AREDODESE O AREDODESA, 8. f. Befana o Befania, chiaman le donnicciuole Quella larva o buona o cattiva che, secondo esse, vien nelle case per la via del cammino del focolare la notte avanti l'Epifania, onde fanno che i ragazzi appicchino le calze ai cammini, acciocchè le Befane giiele empiano di roba o buona o cattiva, secondo che essi si sono bene o mal comportati. Befana si preade come il Ceppo, per una specie di mancia o regalo. V. Bonaman.

DAR L'AREDODESE O PAGAR L'aredodese, Dar la befana o Far ad ulcuno la befana.

Befana in generale si dice pure come Orco; Tregenda; Trentamila; Trentavecchia; Biliorsa; Versiera, in sign. di Spauracchio per intimorire i bambini,

AREDODESE, Dicesi anche per traslato a Donna brutta e malfatta, di cui vedi alla Voce MARANTECA.

AREDOSSO, modo avv. V. Renosso.
ARÈLA, 8. f. GRISIÒLA.

ARENA, s. f. Matraccio, Vaso di vetro a guisa di fiasco con collo lungo, ad uso di Stillare.

ARENÅR, v. T. Mar. Arrenare o Incagliare, Dar in secco, e dicesi delle navi,

ARENARSE, detto per traslato, Arrenare, valo Esser impedito sul più bello dal proseguire qualsivoglia azione o negozio. ARENTE O DARENTE, avv. Appresso; Presso; Appo; Vicino; Accanto; Accosto; A lalo.

ANDAR ARENTE, Accostarsi; Avvicinarsi ; Appressarsi.

Dar arente, Dar rasente, cioè Tanto vicino ch'e' si tocchi quasi la cosa ch'è allato.

Son arente a setantre ani, Son di presso a' settantatre anni.

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ARENTE A QUESTO, Maniera che vale, Di soprappiù; Sopra mancia; Giunta di soprappiù; In oltre ARENTE DE VERGHENE, Per giunta di non saperne. ARENTEGHE, Allato a quello o a quella. AREPOSSO, V. REPOSSO.

ARÈTA, 8. f. Aietta, Piccola aia dove si batte il grano.

ARFIAR, v. Alitare, Propr. è Mandar fuori l'alito a bocca aperta. Respirare si dice dell' Attrarre che fanno gli animali l'aria externa, che dicesi anche Fiature o Rifia

tare.

ARFIÈR, 8. m. Alfiere, dicevasi sotto il Governo Veneto, a quell'Uffiziale digoletta, che nei reggimenti d'infanteria portava l'insegna. Quello della Cavalleria dicevasi Cornetta. Ora si chiamano Portainsegna.

ARFIER DEI SCACHI, Alfiere; Delfino; Alfido, Pezzo degli scacchi, ch'è il terzo dei principali pezzi e fiancheggia il Re e la Regina.

ARFIÈRA, 8. f. dicevasi ne' tempi Veneti alla Moglie d'un Alfiere. ARFOSSAR, v. V. Refossar.

ARGAGNO, s. m. Fabbrica della tira, Edifizio composto d'un cilindro coperto di cardoni, con cui si scardassano i pannilani. ARGAGNOTO, 8. m. Scardassiere, Colai cho cava il pelo a' panni collo scardasso. ARGALIFO, 8. m., Versuzia, Macchinazione posta in opera per inganno o danno altrui. Mulinello; Rigiro; Andirivieni; Involtura; Arzigogoli, diconsi le Invenzioni sottili e fantastiche. V. IMPIANTO, ENDEGOLO.

VU SAVE QUANTI ARGALIFI SE CATA CO NO SE VOL PAGAR, Voi sapete quanti bindoli e quanti arzigogoli e gretole troca un mal pagatore.

COSSA XE STI ARGALIFI? Che cosa sono queste involture, queste bindolerie? Maniera di rimprovero ad uno che cerca d'ingannare.

ARGANA, 8. f. Argano; Arganello; Arganello, Strumento da tirar pesi - Burbera, Strumento di legno intorno a cui s'avvolge un canapo per uso di tirar in alto pesi Aspo dicesi a quel legno sopra il quale si

avvolge il canapo

Verricello si chiama Un'altra sorte di strumento meccanico, ch'è una specie di argano da tirar pesi. ARGANA DA OREST, Cinghia o Cigna. Se ne servono gli Orefici per tirare.

GHE VOL LE ARGANE A FARLO VEGNIR, Ci vogliono gli argani o le tanaglie per farlo venire. Far che che sia tiratovi coll'argano o a forza d'argani, per dire Ch'egli fa quella tal cosa molto mal volentieri. Andare alla dura, si dice di Chi fa una operazione per forza. Ci vogliono mille stoggi, mille lotte, mille invenie o cerimonie o fregagioni, mille moine ete.

PARLAR CO L'ARGANA, Ponzare, dicesi di uno che non possa o non voglia favellare so non adagio Parlar colle seste o per supplica, detto fig. vale Parlar con cautela. ARGANÈLA, 8. f. Barganella, T. Mar. Pezzi di legno curvi da un capo, che servono ad innalzar le sponde delle lance. ARGENTARIA, V. ARZENTARIA. ARGENTIN, T. degli Stampatori, Nompariglia minore, Il più piccolo dei caratteri di stampa.

ARGENTINA, 8. f. Antica moneta d'argento che non è più in corso, venuta da Argentina o Strasburgo, Città di Francia, la qual era del valore di lire 4 venete. ARGO, 8. m. voce di gergo, che vuol dire Cielo.

ARGÙZIA, 8. f. Arguzia, Concetto arguto, motto, facezia. Arguzia frizzante, vibrata, pungente, spiritosa, pronta.

ARGUZIA MINCHIONA, Concettino; Monnino, Concetto puerile, Piccolo motto.

Dir sempre arGUZIE, Concellizzare, Formar concetti o concettini. Essere trasportato dal desio d'argutezzo. Essere argulo arguletlo.

ARI, Arri o Arrò, Modo d'incitare le bestie da soma al cammino. V. I.

SENZA DIR NE ARI NË STARI, Nè molto ne tollo; Nè pur addio; Senza dire nè a Dio nè al Diavolo. I Latini dicevano Insalutato hospite.

ARIA, 8. f. Aria ed Aere.

ARIA BONA, Aria sana, buona, Abitabile, di buona temperatura; Aere aprico. ARIA CATIVA, Aria grossa, malsana, umida, corrolla.

ARIA COLADA, Aria colata, vale Aria che viene non di cielo aperto, ma quasi per canale - L'ARIA COLADA fa mal, Aria di finestra colpo di balestra. Dinota che l'aria colata delle finestre nuoce alla testa.

ARIA COMPAGNA, V. COMPAGNO.

ARIA FINA, Aria sottile, vale Netta, purificata.

ARIA FRESCA, Brezza - VARDè che st'aRIA FRESCA NON VE SPREDISSA, Che questa brezza in quest'orto, in quest'ora non vi | faccia pigliar l'imbeccata. Quindi Brezzeggiare vale Spirar brezza Brezzeggia, Spira venticello fresco. ARIA DE VALE, Aria maremmana. Aria meftica (dal lat. Mephilicus, Puzzolente) Chiamasi l'aria per lo più di luogo

FA ARIA,

rinchiuso o basso o posto a bacio; la quale sia graveolente, e in conseguenza impura o malsana.

ARIA DE MAR, Marino, sust. Vento che viene dal mare, che anche si dice, di Levante.

-

CHAPAR ARIA, Pigliar aria: s'intende Aria aperta, per sollevarsi NoL XE HINGA VEGNÙO QUÀ PER CHIAPĂR ARIA, Non undare o non venire per pigliar aria; Non venire per foglie di porro, dicesi di Chi va in un luogo per far qualche cosa d'importante o per averne utile.

SPAUROSO DE L'ARIA, Aeròfobo; e quindi Aerofobia, T. Medico, Timore dell'aria.

ANDAR IN ARIA. Mon!ar sulle furie; Monture in bica; Incollerire.

AVER L'ARIA DA SOLDA, Aver aria bellicosa, marziale, guerresca.

AVER BON'ARIA, Aver bella o buon' aria, cioò Bell'aspetto, bella ciera.

AVER L'ARIA DE UNO, Rendere aria; Arieggiare ad alcuno, Rassomigliare ad alcuno nella figura.

FARSE L'ARIA PIÙ BONA, Raddolcirsi dell'aria, Farsi benigna.

GH'È QUALCOSSA PER ARIA, Il cielo è turbalo; La marina è turbala o torbida o gonfiala, Mal segno.

IN ARIA, detto avverb. In aria, valo Senza fondamento, Mal fondato: come Favellare in aria, Fondarsi in aria, Cosa in aria, Castelli iu aria etc.- INTENDER IN ARIA, V. INTENDER.

LE STRAZZE VA A L'ARIA, V. STRAZZA.

MANDAR IN ARIA UN AFAR, Far abortire un affare -- MANDAR IN ARIA QUALCÙn, Rovinare o Mandar alcuno in rovina o in precipizio; E talora anche Ucciderto.

VEDER IN ARIA, Veder in aria o per l'aria, Vedersene vicino l'effetto.

ARIA DE LEVANTE, Vento di levante, V. VENTO Detto fig. Allerigia; Altura; Superbia; Rigoglio; Orgoglio--- AVÈR ARIA DA LEVANTE, Alzar il viso; Levare o Alzar la coda; Prender rigoglio; Andar colla testa alla; Aver fummo. CO UN'ARIA DA LEVANdetto avv. Allezzosamente; Burbanzosamente; Orgogliosamente.

TR,

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UN PULESE CHE VOL FAR ARIA, V. PU

LESE.

SOL DE VERO E ARIA DE PESSURA MANDA PRESTO IN SEPOLTURA, proverbio cho significa cho il solo che passa per un vetro e l'aria ch'entra per gli spiragli sono cose dannose alla salute. V. ARIA COLADA,

ARIA, nella proprietà della lingua vernacola è anche particella negativa che equivale a MERMEO od a MADE nel signif. di No --Cur MU DIGA O FAZZA QUESTO ? ARIA, Ch'io dica o faccia questo? No certamente. ARIATA, s. f. Ariaccia, Aria cattiva — Brezza, Aria o Vento fresco ma incomodo, che si sento nelle stagioni di mezzo. ARIAZZA, 8. f. Brezzolone o Brezzone, Vento freddo e gagliardo.

AVER UN'ARIAZZA, detto fig. Aver un'arione, Un portamento grande.

ARICHIR, v. V. RICHUR.

ARIETA, s. f. Ariella; Ariellina, dim. di Aria, in T. musicale.

Aura o Aurella, Piacevole e leggerissimo veuticello.

AVER DE L'ARIETA, detto fig. Aver della superbiuzza, dell' orgogliuzzo, dell' ambizioncella.

ARIÒMA, 8. m. voce del Contado, Capostorno, T. della Veterinaria, V. CAPOSTORNO. ARIONA, 8. f. Arione, Composizione di musica vocale, accompagnata da piena orchestra, forte e di carattere.

ARIOSO, add. Arioso, propr. dicesi di Abitazione atta a ricevere molta aria e molto lume.

OMO ARIOSO, Bizzarro; Capriccioso; Fantastico Vistoso; Appariscente, Di bella veduta Scialoso, vale Pomposo, magnifico; dicesi di un abito e simile. ARISEGARSE, v. ant. ito in disuso: ora si dice RISEGAR e Risegarse, V. ARISMETICA, s. f. Voce antiq. in vero di Arilmelica o Arimmetica. La scienza dei numeri. Arismetrica dicevasi anticamente in Toscana.

ARIVAR, v. Arrivare, Giungere ad alcun sito.

Arripare è propr. Approdare, accostarsi colla prora alla ripa — ARIVÈ, dicono i nostri Barcaiuoli, Arripate, cioè Venite alla ripa, V. RivÀR. ARIVAR UNO, Arrivare; Aggiungere o Raggiungere uno: cioè nel camminare o nel corrergli dietro — Arivår adosso A QUALCÙN, Sopravvenire ad alcuno, Arrivare improv

visamente.

ARIVAR ▲ CAPIR, Arrivare la verità o alla verità; Arrivare un sentimento d' un autore, un negozio o simili, significa Intenderlo.

ARIVAR A QUEL CHE SE VOL, Arrivare a che che sia, vale Ottener l'intento, riuscire.

ARIVAR A QUALCOSSA PER STRADE STORTE, Passur per le finestre o Passar per le finestre e non per l'uscio.

ARIVAR A LE RECHIE, Giungere a sapere; Intendere; Sapere; Penetrare. Pervenire o Venire alle orecchie o ad orecchio, Aver sentore, indizio e notizia.

ARIVAR DA TANTO, V. TANTO.

CO'L GHE ARIVA nol ghe mete scala, Non debbe bisognar le scale ove aggiunge con

mano.

NO GHE ARIVO, Io non arrivo, cioè non comprendo, non giungo a capire. ARLASSO, 8. m. T. ant. Bravata a credenza, V. MERDE COL CROSTOLO. ARLECHİN, 8. m. Arlecchino, detto anche per idiotismo Truffaldino, e da alcuni Trappolino e Mezzellino. Nome di maschera ridicola, rappresentante un Bergamasco, che è un Servo sciocco in commedia, e come un secondo Zanni. V. TRUFALDIN, TRACAGNIN & STENTARELO.

EL ME PAR UN ARLECHIN, Mi pare un arlecchino, per dire Mi pare un buffone.

VESTÌO COME UN ARLECHIN, dicesi di Uno | che abbia un vestito misero, rappezzato di varii colori, com'è quello del Truffaldino. Vestito come un arlecchino. ARLECHINADA, 8. f. Zannata; Cosa du Zanni, Cosa frivola, Buffoneria. V. BuroNADA.

ARLEVÀ, add. Allevato; Rilevato e Rallevalo, e dicesi delle piccole creature.

Allevato, vale anche presso noi per Ammaestrato, Costumato― PUTO BEN O MAL ARLEVA, Giovane bene o male allevato o disciplinalo Mal creato, dicesi a Chi è

senza creanza.

BEN ARLEVA, dicesi scherzevolmeute per Allicciato, cioè di grosse membra e vigo

roso.

EL XE GRANDO GROSSO E BEN ARlevi, Egli è ben cresciuto e rilevato, per Ben nutrito. ARLEVADA, 8. f. Allevatura; Allevamento, Educazione.

ARLEVAR, v. Allevare, Nutrire, alimentare piccole creature Rilevare; Rallevare; Tirar su; Far allievi, dicesi in sign. di Ammaestrare, educare, istruire. ARLEVO O ARLIEVO, 8. m. Allievo, Quegli ch'è educato o con alimenti o con ammaestramenti, che dicesi anche Creato; Creatura ed Allevato sust.

BEL ARLEVO, Buona o ben costumata allevatura.

CATIVO ARLEVO, Allevaturaccia. ARMA, 8. f. Arme ed Arma, che nel numero del più si dice egualmente bene Arme ed Armi. Termine generico d'ogni arnese o strumento per uso di difendersi o di offendere.

Arme o Bocche da fuoco, diconsi Quelle in cui s'adoperano la polvere e le palle.

Arma bianca, Quella in cui non s'usa fuoco, come spada, baionetta, pugnale etc.

Armi da punta e da taglio, Quelle che feriscono colla punta e col taglio. come sono i. coltelli. V. SCHIOPO, PISTOLA, CORTELO, CANON, ARMAROL, CORTELER, SCHIOPETIER.

ARMA AL BRAZZO, Imbracciar l'armi. Operazione del soldato nel maneggio del fucile.

ARMA A FUNERAL, Rovesciar l'arme, Capovolgere l'arme colla bocca verso terra, in segno di lutto.

Arma, prendesi anche in vernacolo per Arnese, strumento di qualunque arte o professione.

ARMA DE FAMEGIA, Arma o Stemma gentilizio.

L'ARMA DE LA TO FAMEGIA, L'arma o L'insegna della tua famiglia, è una specie d'ingiuria che si dice bassamente ad alcuno, volendo dire Le tue corna.

ARME DE LE DONNE, Le arme delle femmine sono la lingua, le ugne, le lagrime. V. CAREZZA.

LA SO ARMA che l'incorona, Il diavol che se lo porti, Specie d'imprecazione.

RINUNZIAR L'ARME AL TEMPIO, Rinunziar l'armi a Giove, Lo stesso che TIRAR IN TERA. V. TIRAR.

ARMA, add. Armulo; Vestito dell'armi ; Įn punto di tull armi,

ARMA A BECAFÈRO O COME UN SASSIN, Armato come un Orlando, come un bargello, come un assassino; Egli ha tutta Brescia addosso, Per intendere che ha molte arini indosso.

PESSE ARMA. V. Pesse.

VASSELO ARMA, Vascello armalo, vale Equipaggiato. ARMADA, 8. f. Armata, che chiamasi anche Esercilo; Truppa; Milizia.

ARMADA, detto assolut. s' intendeva ai tempi della Repubblica, l' Armata navale o marittima, la Flolla.

OMO D'ARMADA, Uomo d'arme o ď armi cioè Militare.

ARMADÌNA, s. f. Armatella o Armalella. ARMADOR O ARMATÒR, 8. m. Armatore, Capitano di nave armata dal Governo o autorizzata da esso per corseggiare e far prede sopra i nemici dello Stato. Il Pirata o Corsale è ladrone di mare, che preda indistintamente ogni sorta di nave. Armatore si dice anche la Nave stessa che corseggia. ARMADURA, 8. f. Ponte; Berlesca, Sostegno o palco sul quale stanno i Muratori murare e Pittori a dipignere. Grillo, chiamasi il Ponte o armadura volante ad uso de' Muratori.

Armadura ed anche l' Armato, chiamano alcuni artefici Tutte quelle cose ch'essi pongono per sostegno, fortezza o difesa delle loro opere; e specialinento que' legnami che si mettono per sostegno delle fabbriche.

METER L'ARMADURA, Armare, cioè Far l'armadura alle fabbriche e ad altre cose.

LEVAR L'ARMADÙR▲, Disarmar volte, Disarmar fabbriche e simili.

ARMADURA DE LA REDE DA PEScir, Armadura, dicesi a quel Pezzo più o meno lungo di rete a maglie larghissime, che da una parte tiene attaccato il panno della rete a maglie più fitte, che va con un' estremità a toccare il fondo dell'acqua, e dalaltro superiormente sta raccomandata con filetti (ProLE) alla spilorcia (IMA).

Armadura o Armatura, dicevasi a quel Riparo o Vestimento di ferro ad uso militare de' bassi secoli sino al secolo XV, nel quale si distinguevano e nominavano tutte le parti.

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EL GA IN TESTA LA SO ARMADura, Motto satirico equivalente ad Ha le corna. ARMAMENTO, 8. m. Armamento, Ogni sorta d'armi e di munizione ad uso di guerra. Armeria o Armamentario, chiamasi il Luogo o Magazzino dove le armi sono riposte.

Armamento d' un vascello, dicesi anche in lingua vernacola, e vale Equipaggiamento generale d'un Vascello da guerra, o anche d'uno mercantile destinato a far un viaggio lungo.

ARMAR, v. Armare, Provvedere d'armi.
TORNAR A ARMAR, Riarmare.
ARMARSE, Armarsi, Munirsi d'armi

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Detto fig. vale Disporsi anticipatamente a dissimulare, a sopportare o simili. Armarsi di pazienza, di sofferenza.

Armare un vascello ó Allestire o Guernire o Attrazzare, vale Equipaggiarlo di tutto quello ch'è necessario per far viaggio e per combattere. V. ARMIZAR.

ARMÅR DE MARINERI UN VASSÈLO, Ammarinare o Marinare un vascello, vale FornirJo do'marinai necessarii.

MAGISTRATO ALL'ARMAR O ALL' ARMAMENTo, chiamavasi sotto l'impero Veneto una Magistratura, che soprintendeva l'armamento de' pubblici legni, e in conseguenza le ciurme e i condannati al remo. ARMARIOL O ARMARÒL, 8. m. Armaiuolo, Colui che fabbrica, accomoda o vende armi da fuoco, che più propr. si dice Archibugiere o Archibusiere. ARMAURA, V. ARMADURA.

ARMELİN,, 8. m. Armellino o Ermellino, detto da Linn. Mustela Erminea, Piccolo animale quadrupede, di corpo bianco nell'inverno, eccetto la coda, ch'è in cima nera; di estate è rossiccio, eccetto il ventre, il petto e la gola. La sua pelle, che pur chiamasi con tal nome, è preziosa. Esso abita nelle parti più fredde dell' Europa e dell' Asia.

NETO COME UN ARMELIN, V. NETO. ARMELIN, s. m. Albicocca e Meliaca o Umiliaca, Frutto notissimo prodotto dall' Albicocco. E il malum armeniacum. ARMELINER, 8. m. Albicocco comune ed anche Meliaco o Umiliaco, Albero che produce le albicocche, detto già da Linneo Prunus Armeniaca, ma più comunemente chiamato Armeniaca vulgaris. Credesi provenuto dall'Armenia, e dicesi in latino malus. urmeniaca.

ARMER, 8. m. Armario o Armadio, Arnese o ripostiglio di tavole, notissino.

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ARMER DA ABITI O DA VESTURE, Cassettone.
Portèle dei arMERI, Sportelle.

APMER DE LA SCAFA, V. SCAFA.

AAMER DEL PAN o dal pan. Ripostiglio in cui conservasi checchè occorre pel pranzo, e segnatamente il pane. V. CREdenza. ARMERAZZO, 8. m. Armadiaccio, Cattivo armadio Detto per ARMEròn, V. ARMERETO, 8. m. Armadino, Piccolo armadio. Stipo o Stipelto dimin. chiamasi

Una sorte d'armadio colla fronte e parti di fuori ornate, per conservar cose minute di pregio o d'importanza.

ARMERÒN, 8. m. Armadione, Grande ar

mario.

ARMÈTA, s. f. Borchia, Scudetto d'ottone o d'altro che serve per ornamento.

ARMETA, Parte dell' archibuso, V. SCHIOPo. Detto per Armicella, Arma offensiva di poco prezzo o Arme piccola. ARMIGLIA, 8. m. Fraggiragolo o Giracolo o Bagolaro e Loto Bagolaro, detto in Toscana Spaccasassi, Albero di cui ve n'ha anche nel nostro pubblico giardino, che i Sistematici chiamano Celtis Australis, ed cui il Mattioli diceva Loto. Nel Veronese di

Cesi PERLARO. Quindi Bagola, si chiama il frutto del Loto, ch'è una bacca nericcia, dolce, con nocciolo assai duro. ARMIRÀGIO, 8. m. V. Amiracio. ARMIZAR, v. T. Mar. Ormeggiare un bastimento, vale Ritenerlo con uno o più cavi formati a punti stabili in terra, o ad ancore in mare.

ARMIZARSE IN BARBA DE GATO, Afforcare, Dar fondo ad una seconda ancora di posta, in maniera che venga a far colla prima quasi una forca, tal che l' una scemi la forza dell'altra nel sostener il vascello, e si dice anche Ormeggiarsi a due o a barba di gatto. V. POGIAR.

ÁRMIZAR UN BASTIMENTO, Allruzzare, Equipaggiare un bastimento, cioè Munirlo di tutto quello che gli è necessario. V. ARMAR. ARMIZO, s. m. T. Mar. Ormeggio, Cavo che tien ferma la nave dalla parte di póppa.

Ormeggi si dicono altresì gli Attrezzi necessarii per ormeggiarsi, come Gomene, Ancore etc.

ARMO, 8. m. Armamento, Tutto ciò che ha relazione ad arme e munizioni da guerra.

FAR UN ARMO, Fare armamento; Armare, Mettersi in arme. Il suo contrario è Dis

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Gli Aromi Gomme sono lo Storace, l'Incenso, il Belzuino e 'l Balsamo. Gli Aromi Scorze sono la Cannella e 'l Mace o sia la spoglia reticolata della Noce moscada. Gli Aromi frutti sono il Garofano, la Nocemoscada e 'l Pepe Droga è nome generico degl' ingredienti medicinali, e singolarmente degli aromati. Spezi o Spezie ò miscuglio d'aromati in polvere per uso di medicina, e per condimento dei cibi. ARON, 8. Voce della bassa gente che intende di dire Rum, V.

AROSTO, 8. m. V. ROSTO.

ARPEGAR, v. Voce agr. Erpicare, Spianare e tirar coll'erpice la terra de'campi lavorati. V. ROPEGÅR. ARPEGO, 8. m. Erpice, Strumento notissimo da tirar la terra nc'campi, il quale ha le punte di ferro o auche di legno. ARPESE, 8. m. Arpese, Pezzo di ferro con cui negli edifizii si tengono unite insieme pietre con pietre. Spranga, chiamasi il Ferro che si conficca a traverso per tenere insieme e unire le commessure.

ARPESE DA ATACO, V. GRAMPIA. ARPESETO, 8. m. Spranghella, Piccola Spranga.

ARPIA 8. f. Arpia; Avaro; Pillacchera ; Spilorcio; Taccagno. V. PITIMA. ARPIGIAR, v. T. agr. Appigliarsi; Barbicare, Produr barbe e radici, che dicesi anche Barbare e Radicare: s'intende delle Piante. ARQUANTI. Alquanti, cioè Non so quanti, V. DIVERSO.

ARQUILÀ 8. m. T. de' Pescatori, con cui essi chiamano ancora il pesce Asi. Si osserva cho questa voce ha qualche relazione con la francese Aiguillat, che deriva dal latino Aculealus, avendo appunto questo pesce un aculeo alla pinna dorsale. ARSA, add. Innarsicciato o Inarsicciato; Arsicciato; Abbruciaticcio; Arsiccio; Abbronzalo.

ARSADIN, add. Abbronzatello, Alquanto abbronzato.

ARSAR O ARSIR, v. Arsicciare ; Abbronzare ; Abbruciacchiare, Quel primo abbruciare che fa il fuoco nella superficie l'estremità delle cose. Per esempio un panno bianco accostato alla fiamma s'infuoca, piglia il Incroianero e si abbronza. V. INCANDIR re, dicesi d'un cuoio. ARSENAL, 8. m. Arsenale, una volta Arsanale ed anche Arzana.

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UN ARSENAL DE ROBA, Arsenale per traslato, si dice di un luogo nelle case dove si ripongono le vecchie masserizic, o che non sono d'uso momentaneo. V. PATRÒN O VISDO

ΜΙΝΟ.

ARSENALOTO, 8. m. Arsenalotti è Nome collettivo che si dà in Venezia agli Artefici d'ogni classe, che lavorano nell' Arsenale. Erano gli Arsenalotti la guardia del Maggior Consiglio della Repubblica, e andavano armati di brandistocchi e d'un legno dipinto rosso, che tenevano in mano come si tiene un bastone. V. MAESTRANZA. ARSINICO, 8. m. Arsenico, dicesi a Quella specie di farina che si solleva dal Cobalto bruciato, e da altri metalli a' quali trovasi unito l'Arsenico; e ch'è un potente veJeno.

GO LA BOCA COME L'ARSINICO O COME EL TOSSEGO, o la bocca amaricata o amareggiata, dicesi Dopo aver mangiato qualche cosa di amaro, come sarebbe l'assenzio, l' aloe e cose simili. ARSIO O ARSIRA, add. Inarsicciato; Arsicciato; Arsiccio; Abbruciaticcio, Alquanto arso. V. ARSÅ.

ARSIO DA SE, Silibondo; Assetato; Che ha la gola più arida della pomice.

BOCA ARSIRADA, Arsione, Sete ardente. ARSIRAR, v. Arsicciare o Inarsicciare. V.

ARSAR.

ARSO, add. Arso, Consumato dal fuoco. Delto per ARSA, V.

ARSO, diciamo per Inaridito; Diseccato. ARSO DE BEZZI, Arso; Asciutto. Esser brucialo; aggiustato; scusso.

ARSO DA SE, Assetato; Assetito; Asselatissimo.

BOCA ARSA, Aver la bocca asciutta come una pomice; Aver l'asciugaggine in bocca. Odor da arso, V. Odòr. ARSON, s. m. Arcione, Quella parte posterior della sella, ch'è a guisa d'arco. ARSURA, 8. f. Arsura; Ardore, Eccessiva

caldura.

Detto per agg. a uomo, Spiantato; Bruciato; Scusso; ed anche Arsura, e vale Uomo che non ha in tasca un quattrino ARTANTO, add. Altanto o Altrettanto, Tanto quanto altro.

Usandosi per avv. Egualmente; Similmente; Altresì.

Do o tre volte artanto, Due o tre lanti o due colanti ele, valgono Il doppio. ARTE, 8. f. Arte, vale Professione, Mestiere. Gl'idioti nostri fanno Arte di gen. mascolino, e dicono EL MIO ARTE, e nel plur. I ARTI.

ARTE DA POCO GUADAGNO, Articella, Arte miserabile.

Impara l'arte e METILA DA PARTE, Chi ha arte trova ricapito. Chi ha arte ha parte. Chi sa lavorare trova pano da per tutto A chi sa non manca nulla. Ad ogn' arte, sia pur ella meschina, Tullo il mondo ricello dù e farina.

Senz' arte nÈ PARTE, dicesi come per agg. ad uomo, e vale Scioperato; Perdigiorno; Ozioso.

ARTE, Arte si dice per Artiflzio, astuzia, fraudolenza. Far che che sia con arte. Optrar con arle.

Co L'ARTER CO L'INGANO SE VIVE MEZO ANG, etc. V. INGANO.

CON ARTE, posto avverb. Artatamente o Con arte, valo Industriosamente, ingegno

samente.

ARTE, Arte, dicono i Pescatori nel sign. di Stromenti o arnesi della lor arte.

CALAR LE ARTe, Calare le reli in acqua per pescare, V. REDE-CONZAR LE ARTE, Ratloppare o Conciare le reti - TOR SU LE SO ARTE, Pigliare; Ripigliare; Deporre; Riporre le sue arti.

NO AVER NË ARTE NË PARTE, V. PARTE. ARTELARÌA, 8. f. Voce ant. V. ARTIGLIERIA. ARTESÀN, 8. m. Artigiano o Artegiano; Artiere; Artefice.

ARTESANAZZO, add. Plebeaccio, Cial

trone.

ARTESANÈLO, 8. m. Artigianello. dim. di Artigiano, Arteficello; Arteficiuolo; Artefi

ciuzzo.

ARTICHIOCHÈRA, 8. f. Carciofaia o Carciofoleto, Luogo piantato di carciofi. ARTICHÍOCHÈTO, s. m. Carciofino, Carciofo piccolo.

ARTICHIÒCO, 8. m. Curciofo o Carciofano e Carciofola fem., da alcuni anche detto Artichiocco. Pianta della classe dei Cardi, detta da Linn. Cynara Scolymus, e frutto conosciutissimo. V. CARDO.

Artichioco de cima, Carciofo vettaiuolo, di vetta, che nasce in vetta. Nel Dizionario agron. del Gagliardi trovasi Carciofo madornale. A Roma lo chiamano Pedone.

ARTICHIOCO SALVADEGO, V. ERBA RECHIELA. Fondi d'Artichoco, V. Fondo. XE FATO EL PELO SU L'ARTICHIOCO, V. PELO.

ARTIGLIARIA, s. f. Artiglieria.

Nel governo Repubblicano Veneto v'era fra le tante Magistrature anche quella detta dell'artiglieria, composta di tre senatori col titolo di Provveditori alle artiglierie, che erano eletti dal Senato e soprintedevano alla fondita de'cannoni, alla fabbrica delle polveri, al Corpo de' Bombardieri etc. ARTISTA, 8. m. Artista dicesi propriamente Colui ch'esercita arte liberale fice o Artiere, dicesi Colui ch' esercita arte meccanica Bollegaio, Quello ch'esercita e tien bottega - Operaio Quello che lavora per opera.

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Arle

V. ARTESAN e BOTEGER. ARVEGNİR, v. Rinvenire; Riaversi; Risentirsi; E intendesi Da un deliquio o smarrimento. V. Revegnir.

ARZARAN, 8. m. Così vien chiamato Colui che, sotto la dipendenza d'un capo, soprintendo al lavoro degli argini de'fiumi. V. CAVARZARAN.

ARZARÁR, v. Arginare, Far argini, difendersi o ripararsi con argini Ciglionare, direbbesi il Far i ciglioni ai campi. ÀRZARE, 8. m. Argine, Rialto di terra posticcio, fatto sopra le rive de'fiumi perchè non ribocchino. Se l'argine è assai rilevato, chiamasi Berga, alla Francese; s'è di pietra, Pignone, e se di pali, Palafitta o Pulala. V. BANCIJENA,

MAGNAMENTO DE ARZARE, V. MAGNAMENTO. ARZARE DEI CAMPI, Argine; Ciglione o Berga, Quel terreno rilevato sopra la fossa che sovrasta al campo, e che si fa per difenderlo dalle inondazioni. Gittata, dicesi alla terra tratta dalla fossa e gittata sull'orlo di essa.

DESFAR I ARZARI, Disarginare Dilamare o Smollare, valgono Smuovere la terra da luogo pendio.

ARZARI, diciam noi per Arginatura ; Arginazione; Arginamento, cioè per la Formazione degli argini. ARZARETO, 8. m. Arginetto o Arginello, Piccolo argine. V. ARZARE.

Cigliare o Ciglione, Quel terreno rilevato sopra la fossa che sovrasta al campo. Cisale, dicesi al Ciglione che spartisce o chiude i campi.

Greppoo Greppa, si dice alla sommità del Cigliare della fossa.

Ritenitoio; Ripuro, dicesi di Qualunque cosa che serva a ritener che che sia, e chiamasi anche Sponda. ARZARİVA, s. f. Guaime; Fieno scrotine; Rimessiliccio, Erba che rinasce dopo la prima segatura.

ARZARON, 8. m. Arginone, Argine grande. ARZENTAR. V. INARZENTAR. ARZENTARIA, s. f. Argenteria, Quantità d'argento lavorato.

ARZENTIÈR, s. m. Argentiere; Argenlaio e Argentario, Lo stesso che ОRÈSE, V.

ARZENTİN, add. Argentino o Arzenlino, Che ha il suono dell'argento. ARZENTİN, s. m. T. de' Pesc. Sfirenu. Pesee piccolo di mare, detto da Linn. Argentina Sphirena Esso è della grandezza quasi doppia del Pesce Argentino (ANGUELA) e mangiasi fritto. Se ne piglia in piccola quan

tità.

Il celebre ora defunto Abbate Stefano Chiøreghin di Chioggia, amico dell' Autore, ingegnoso Naturalista ed esimio disegnatore, applicò alla Pittura la vescica natatoria di questo pesce, la quale è tutta di sostanza argentina, e diede con essa la tinta rilucente d'argento ai suoi eccellenti discgui de' pesci del nostro mare, che ora si conservano nel Liceo di Venezia.

ARZENTIN, V. CIÊVOLO.

ARZENTO, s. m. Argento, Uno de' metalli preziosi, che i Chimici chiamano perfetto. ARZENTO VIVO, 8. m. Argento vivo o Mercurio, V. Mercurio.

EL GA L'ARZENTO VIVO ADOSSO, Egli è un frugolo, un nabisso; Ha l'argento vivo addosso; È un mercuriale, civò Vivo; impaziente: si dice per lo più de' fanciullini che non istanno mai fermi. ARZIGNON, 8.m. Ardiglione, Ferruzzo appuntato ch'è nella fibbia, e serve ad assicurarla alla scarpa. ASBANDONÀR, V. V. SBANDONÅR. ASCOLTAR, v. o Scoltar; Ascoltare; Scollare; Dare orecchio.

ASCOLTAR BEN, Aguzzare le orecchie ; Stare cogli orecchi levali o tesi: Stare in orecchi.

ASCOLTAR I FATI DEI ALTRI, Raccorre i bioccoli, Modo basso e fig, ed è Lo ascoltar attentamente le altrui parole per riferirle.

ASCOLTAR IN SCONDON, Origliare o Oreechiare, Stare nascoso e attentamente ascoltare; Porre orecchi; Stare più in orecchi che una lepre.

STAR ATENTO A SCOLTAR, Stare in ascolto, Ascoltar con attenzione.

ASCOLTARSE, Ascollarsi o Ascoltar sè medesimo, vale Star in soverchia apprensione della salute. Per fuggire l'ipocondria non bisogna ascoltarsi. ASCOLTO, 8. m. Ascolto; Ascoltamento, L'ascoltare.

NO GHE DE ASCOLTO, Non gli abbadate; Non gli date rella.

ANDAR A L'ASCOLTO, Andare all'ascolta, dicesi Quando, per esempio, i Carcerati vanno ad uno ad uno a dire le loro bisogna al Presidente del Tribunale o ad altra persona delegata a sentirli,

ASCÙSO, add. Voce ant. Scusato. V. Scusi. ASEGIAR, v. Voce ag. Pungolare, Stimolare col pungolo, V. ASEGIO. ASEGIO (coil'e chiusa) s. m. Pugnetto; Pungolo; Stimolo, Mazza con una punta di ferro in cima o altra cosa simile atta a pungore, e s'usa per istimolare i buoi affinchè camminino.

ASEGIO DE LE Ave o de le vespe, Pungo

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