Versi e prose, Volume 2

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F. Le Monnier, 1859
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 405 - Or ti piaccia gradir la sua venuta: Libertà va cercando eh' è sì cara, Come sa chi per lei vita 'rifiuta. . Tu...
Pagina 209 - L'uno ha grasso il terren, l'altro ebbe pioggia, E di questo e di quel di tempo in tempo Ogni cosa narrar che torni in mente! Quinci mostrar le pecorelle ei buoi, Mostrargli il fido can, mostrar le vacche, E mostrar la ragion che d'anno in anno, Han doppiato più volte i figli e '1 latte!
Pagina 152 - La virtù che m' incende Di si lunge a ben fare ; Perché vostra partita Non pur d' amara vita Cagion, ma di morir mi voglia dare. Già però noi consente L' anima che ad ognor vi sta presente. Canzon, io prego sol che non ti stanchi Di gridar, che non sia Bella donna e gentil quanto la mia. CANZONE TERZA Alla medesima. Se ad ogni vostro passo sorgon rare E chiarissime grazie, e di noi fate Quel che facea Medusa della gente, Ch' odo che in selve già ci ebbe a mutare, Con quale stil poss...
Pagina 452 - ... dati da lei, né ricercar più oltre; trattar quegli senza sete di propri guadagni ; non si lasciar signoreggiar dagli scellerati disegni d'innalzarsi più del dovere sopra i suoi, non temer cosa che possa nuocere ove la verità ti difenda. Lasciate il disio delle vendette ai barbari uomini, anzi alle fere, le quali non sono atte a ricever dentro quella dolcezza che sente un generoso cuore in perdonar lo offese ricevute da...
Pagina 237 - Del caro vendemmiar s' accinge all' opra. Già veduto il villan per mille pruove Giunto il tempo fedel che non l' inganni , Pria dell' uve miglior ghirlanda faccia Al buon Padre del vin, preghi porgendo Ch' opri col suo favor, che 'l sommo Giove Tenga per qualche di le piogge a freno, E renda il suo liquor soave e largo; Poi la famiglia sua con ceste e corbe E con altri suoi vasi innanzi sproni A le vigne spogliar dei frutti suoi. Coglia...
Pagina 166 - Più de' figli d' altrui, che tu de' tuoi. Ivi al soggiorno solitario aprico Mi starò sempre in quelle valli ombrose, Poi che il ciel lo consente, e tu lo vuoi.
Pagina 166 - Dopo il sest' anno a rivederti almeno, Superba Italia ; poi che starti in seno Dal Barbarico stuol m' è tolto, ahi lasso ! E con gli occhi dolenti e 'l viso basso Sospiro, e inchino il mio natio terreno, Di dolor, di timor, di rabbia pieno, Di speranza e di gioia ignudo e casso. Poi ritorno a calcar l' Alpi nevose, E 'l buon gallo sentier, ch' io trovo amico Più de' figli d' altrui, che tu de
Pagina 208 - Che lor troppa furò l' avara mano. O beato colui che in pace vive, * Dei lieti campi suoi proprio cultore; A cui, stando lontan dall' altre genti,, La giustissima terra il cibo apporta, E sicuro il suo ben si gode in seno ! Se ricca compagnia non hai d...
Pagina 138 - Tu sei tu sol d' ogni mio ben cagione, Sonno gentil, diceva Endimione; Che se di morte sei la propria immago, Non vo' più vita, e di morir m' appago. AUGUSTO. Un peregrin che molto il somigliava, Vedendo Augusto, lieto il domandava: Venne in Roma già mai chi t' era madre ? Rispose: No, ma spesso sì mio padre. UNA MADRE EI SUOI FIGLI. Da due suoi figli una pia madre antica Portata al tempio, cui più visse amica, Pregò devota Iddio che dessi loro Quel che dona ai mortai maggior tesoro. Consenti...
Pagina 209 - chi vien calcate e cinte , Né mille vani onor ti scorgi intorno; Sicuro almen nel poverello albergo Che di legni vicin del natio bosco, E di semplici pietre ivi entro accolte, T' hai di tua propria man fondato e strutto, Colla famiglia pia t' adagi e dormi. Tu non temi d...

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