Collezione delle migliori opere scritte in dialetto milanese, Volume 12

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Brani popolari

Pagina 14 - Mentre ch' io rovinava in basso loco, Dinanzi agli occhi mi si fu offerto Chi per lungo silenzio parea fioco. Quando vidi costui nel gran diserto, Miserere di me, gridai a lui, Qual che tu sii, od ombra, od uomo certo.
Pagina 18 - Tu se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile, che m
Pagina 18 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio ; Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo 'mpedisce che l' uccide : Ed ha natura sì malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir di doglia.
Pagina 12 - Una lonza leggiera e presta molto, Che di pel maculato era coperta. E non mi si partia dinanzi al volto; Anzi impediva tanto il mio cammino, 35 Ch' io fui per ritornar più volte volto. Tempo era dal principio del mattino; E il sol montava in su con quelle stelle Ch...
Pagina 10 - Io non so ben ridir com'io v'entrai, tant'era pieno di sonno a quel punto che la verace via abbandonai. Ma poi ch'i' fui al piè d'un colle giunto, là dove terminava quella valle che m'avea di paura il cor compunto, guardai in alto, e vidi le sue spalle vestite già de' raggi del pianeta che mena dritto altrui per ogni calle.
Pagina 8 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Pagina 14 - Con la test' alta, e con rabbiosa fame, Sì che parea che P aer ne temesse ; Ed una lupa , che di tutte brame Sembiava carca nella sua magrezza. E molte genti fe
Pagina 14 - Con la paura ch' uscia di sua vista, Ch' i* perdei la speranza dell' altezza. E quale è quei, che volentieri acquista, E giugne 'l tempo che perder lo face, Che 'n tutti, i suoi pensier piange, e s...
Pagina 20 - Ond' io per lo tuo me' penso e discerno, Che tu mi segui, ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui per luogo eterno...
Pagina 27 - Deggià, Lustrissem, che semm sul descors de quij prepotentoni de Frances, ch'el senta on poo mò adess cossa m'è occors jer sira in tra i noeuv e mezza ei des, j giust in quell'ora che vegneva via sloffi e stracch come on asen de bottia.

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