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civescovo fu dunque imposto, che si congratulasse con Cesare del maritaggio stabilito, e che poi l'assicurasse intorno alla integrità del cardinal Polo, la cui virtù esser tale, che niuno util mondano l'avrebbe travolto dalle commessioni del papa, e dal ben della religione: finalmente, che di nuovo il confortasse alla pace. Allo studio della quale cercò il pontefice di riscaldar anche il re Ferdinando con la voce del novello nunzio Zaccheria Delfini (1) vescovo di Liesina, ed in altra età cardinale.

Al Delfino fu insieme commesso di porre tutta la sua industria per impedire nella prossima dieta i pregiudicii che soprastavano alla religione ortodossa dalle deliberazioni quindi pendenti secondo l'accordo di Passavia: e altresì di raccomandare al re un'altr' opera dal pontefice incominciata. Giulio per mantenere nell'Alemagna la parte fin allora fedele, e per ricuperare la ribellata, era ito pensando a quell'armi che sono proprie della Chiesa, cioè alla virtù, e alla dottrina. Per tanto avea fondato un collegio in Ro

(1) L'instruzione gli fu data al 1 di dicembre 1553, ed è fra le scritture de' signori Borghesi.

ma, ove fossero educati nell'una, e nell'altra molti giovani di quella nazione che mostrassero buona indole : i quali poi ritornando colà, e posti alla cura delle chiese, ed all'esercizio della predicazione, divenissero come ossa, e nervi ben forti di quel corpo cattolico. Di questo collegio, alimentato a sue spese, diè la cura a s. Ignazio Loiola, allora vivente, fondatore della compagnia di Gesù, confermata in ampia forma dallo stesso pontefice: l'instituzione della quale, come indirizzata all'ammaestramento de' giovani, alle messioni tra gl'infedeli, e generalmenté all'aiuto dell' anime, gli parve del tutto acconcia alla buona coltivazion di quel seminario. E benchè i principii a quell'ora ne fossero tenui, come sogliono essere i primi virgulti di tutte le piante quantunque grandi, s'è poi veduta quell'opera amplificata con regia ed apostolica liberalità da Gregorio XIII, il quale ha forse con questi soldati di toga non meno difesa la religione in Alemagna, che la zelante potenza austriaca con quei di spada: si come le rocche delle quali si contende in questa guerra, non sono penetrabili da

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verun'arme, salvo le ragioni, e l'esempio. Tali ordini portò il nunzio Delfino in Germania.

Ma ritraendo la narrazione alla Fiandra ed all'Inghilterra, tornò il cardinal Polo dalla corte francese alla imperiale con le alte proposte del re Arrigo, le quali non parve a Cesare di poter tollerare con pazienti orecchie senza disonore : onde rispose al Legato, che quando altro non arrecava, sarebbe stato meglio che se ne fosse andato di lungo (1). Tali parole furono interpretate dal Polo, quasi a Cesare fosse discara la sua dimora, e sospicò, non un corriere spinto da Carlo a Roma portasse l'instanza della sua rivocazione. Onde scrisse lettere in cui mostrava desiderio d'esser quindi richiamato. Ma il pontefice ebbe sensi affatto diversi: ed a Gianfrancesco Stella mandato colà dal Polo fece (2) un lungo ed acceso ragionamento: mostrando, che 'l suo padrone non dovea perdere in sì bella opportunità quel

(1) Lettera del cardinal Polo al papa da Brusselles, a' 24 d'aprile 1554.

(2) Lettera dello Stella al cardinal Polo, a' 28 di maggio 1554.

la lode di costanza che s'aveva acquistata in tutto il corso della vita, e massimamente sì dapprima nel perder la patria, il patrimonio, e i parenti per la religione; si dipoi nel non perdere la tranquillità per vedersi fuggir di mano un pontificato già quasi posseduto più tosto che sperato. L'onore col quale il cardinal Polo era uscito di conclave senza esser papa, prevalere a quello di cento papati. Non l'offuscasse egli per tanto con atterrirsi da'cenni d'un semivivo (intendeva di Carlo V logoro già dalle malattie), ma perseverasse virilmente nel procacciarsi il più bel trionfo che possa riportare un senatore apostolico in render la Chiesa al patrio regno, e 'l patrio regno alla Chiesa. Creder sè che la divina provvidenza avesse tenute lungi dalla testa del Polo le corone pontificali per riserbarla ad una corona più appetibile, e più gloriosa, la qual egli non averebbe potuta conquistare, se l'altre che non conseguì, l'avesser imprigionato, come di fatto imprigionavan il pontefice, fra quattro mura. Non volesse dar materia di calunniare a chi gli apponeva, che coloro i quali gli stavan d'intorno,

verdi ancora nella speranza del suo papato, il movessero ad operare con tal cautela onde non facesse alienar l'animo dell'imperadore: da cui sì come per addietro era stato portato, così per innanzi si confidassero che sarebbe sublimato. Queste punture valsero anzi a ferire che ad inanimare il cuore del Polo: il qual eccedea più tosto nel voglioso, che nel ritroso di quell'impresa. Ma per ogni parte gli apparivano indizii che Cesare nel volesse tenere indietro ed egli stimava più onor della sede apostolica l'esser da lei rivocato, che da altri risospinto; e più servigio dell'opera il vederla commessa a un altro con frutto, che a se con titolo infecondo. Sentivasi (1) che nell'imperadore si fossero ingrossate l'ombre verso il Polo, perchè un nipote di lui con libertà giovanile avea biasimato in Dilinga, che la reina volesse soggettar e se, e la patria ad un forestiero, il qual nipote nondimeno avea

(1) Tutto appare da molte lettere del mentovato registro, e specialmente da una di Luigi Priuli compagno del cardinal Polo al cardinal Morone, a'3 di giugno 1554, e da una del cardinal Polo al cardinal del Monte, a' 4 d'aprile 1554.

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