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saria più debitamente ammirabile della fermezza.

Meno felice era il corso de' successi in altre regioni: il che toglieva al papa di gustar sincero il dolce di quella prosperità. E non che ne' paesi lontani, ma nell'Italia ed alle porte del suo dominio vedeva egli tumulti ed apparecchio di stragi. I bollori di Siena, in cambio di tranquillarsi, ogni giorno s'infervoravano. Aveva già prima Giulio con assidue industrie fermata una convenzione fra i cesariani e i francesi (1), per cui gli uni e gli altri ritraessero le loro armi: e'l governo civile di quella signoria fosse retto dal cardinal Cervino, uomo di sperimentata bontà e prudenza, e grato a quei cittadini come nobile di Montepulciano, città vicina di luogo, e altre volte congiunta di stato al Senese. Ma il cardinal di Ferrara con varie arti ne avea procrastinata si lungamente la soscrizione, che l'esercito spagnuolo per comandamento di Cesare era stato costretto a partirsi per afforzar le spiagge del regno napoletano

(1) Vedi l'Adriano nel libro 11 e 12.

contra i temuti assalti dell'armata turchesca. Onde il papa aveva disposto d'impiegar la virtù del Cervino in altro ministerio vie più conforme all'inclinazione dell'uomo, chiamandolo in Roma con lettera di suo carattere: e ciò era l'assister alla deliberazione d'alcuni capi intorno alle riformazioni, la quale il pontefice riputava in quel tempo assai necessaria. Ma per varie difficultà la Bolla destinata a quell'opera non si potè assettare (1) fin presso alla morte di Giulio nella qual Bolla contenevasi la riformazione del conclave e del clero. Si che nè pur v'ebbe tempo, ch'ella ricevesse quelle solennità per cui obligasse i cardinali e gli altri ecclesiastici o nell'uno o nell'altro foro, come rispose (2) nella sedia vacante una scelta d'eminenti legisti addimandatane per commessione del collegio dal cardinal Carrafa decano.

Ora tornando alle rivoluzioni di Sie

(1) L'instruzione data ad Antonio Agostini uditor di Ruota, mandato nunzio al re d'Inghilterra a' 30 di gennaio 1555, allegata appresso.

(2) Atti Concistoriali a' 25 e a' 29 di marzo, e a' 3 di aprile 1555.

na, la partenza degli Spagnuoli senza stiputazione del già divisato accordo, la quale parve un gran vantaggio de' Francesi, partori la loro ruina in quello stato. Essi, baldanzosi dalla potenza, diedero molestie al duca di Firenze aderente di Cesare nell'isola dell'Elba; e sì lo provocarono a chiamar gl'imperiali in soccorso. Onde venuto con vigoroso esercito il marchese di Marignano, sforzò a combattere Piero Strozzi capitano de' Francesi, e lo sconfisse. Dipoi assediata Siena, si pose a strignerla con la fame. Avvenne fra tanto (1), che Ascanio della Cornia nipote del papa e soldato di Cesare, adescato da una simulata macchinazione di tradimento a sorprender Chiusi, corse mal cauto all'impresa; ma essendo la trama doppia, rimase prigione, e fu mandato in Francia. D'onde poi cortesemente venne renduto al papa dal re; ma con obligazione di tenerlo in deposito come suo cattivo. Tali erano fin allora i successi di quell' armi.

Benchè questa guerra in paese confinante assai agitasse il pontefice; nondi

(1) Lettera del cardinal del Monte al Delfino all'ultimo di marzo, e a' 25 d'agosto 1554.

T. VII.

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meno più che'l vicino fuoco della Toscana, lo coceva il remoto dell' Alemagna; considerando i passati sinistri e i nuovi pericoli della religione per la soprastante dieta da celebrarsi in Augusta, a fin di determinarvisi qual de' quattro modi annoverati nella concordia di Passavia fosse opportuno a comporre le controversie della fede. Onde, perchè in cosi arduo e ponderoso negozio gli ordini al nunzio Delfino potessero darsi e più assidui e più adattati, aveva egli richiamato il cardinal Cervino (ritornato per breve tempo alla sua chiesa) con (1) proponimento di commettergli la soprantendenza degli affari di religione da incaricarsi a varii ministri lontani. E domandando Cesare (2) che alla dieta si deputasse un Legato, il pontefice da principio il ricusò per le ragioni che appresso riferiransi: ma insistendovi il re de' Romani per cagione che in tal dieta sarebbesi deliberato sopra materie gra

(1) Lettera del cardinal del Monte al Delfino a' 25 d'agosto 1554.

(2) Sta in varie lettere del cardinal del Monte al Delfino, e nella instruzione di Giulio III ad Antonio Agostini da riferirsi appresso.

vissime di religione richiedenti la presenza d'un tal ministro pontificio, e promettendogli, che senza il consentimento di quel Legato egli nulla disporrebbe, si piegò a mandarlo. Ed elesse il cardinal Morone, uomo d'esercitata prudenza, sperimentato alla Germania e della Germania nelle lunghe sue nunziature appresso il medesimo re Ferdinando; e ch'era intervenuto ad una simil dieta in Ratisbona, quando vi stava Legato il cardinal Contarino. Tosto che'l papa ebbe fatta questa elezione ad instanza di Cesare e di Ferdinando, inviò Antonio Agostini uditor di Ruota spagnuolo per nunzio al re Filippo ed alla consorte, a fine (1) di ringraziarli per la pia conversione avvenuta di quel reame al seno della Chiesa cattolica, ed insieme di metter loro davanti, che l'unico modo per confermarla era il chiudere a' traviati qualunque esterior rifugio ; il che sarebbesi ottenuto per via della pace in Francia. Che ad essa il pontefice più affettuosamente confortava Cesare e le

(1) Tutto sta nell' instruzione datagli a' 30 di gennaio 1555.

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