neral (1) congregazione di cardinali, rendendone le ragioni, e massimamente con tai parole: affinchè egli, il qual dee trattare degli aiuti da prestarsi alla sedia apostolica, non tratti solo a privato nome del pontefice, ma della medesima sedia. Nel che parve che Paolo imparasse dall'avversario: e però dove il duca s'era ingegnato di diminuire il pregio del papa con dividerlo dalla sedia apostolica, egli cercò d'accrescer l'uno con l'espressa congiunzione dell'altra. (1) A’20 di dicembre, come negli Atti Concistoriali. LIBRO DECIMOQUARTO ARGOMENTO Venuta de' Francesi in aiuto del papa sotto il duca di Guisa Assedio di Civitella del Tronto, e necessità di levarlo fra poche settimane. - Imprese di Marcantonio Colonna vicino a Roma. - Pericolo ivi di sorpresa.- Rotta a San Quintino sostenuta da' Francesi, e però chiamata del duca di Guisa e del suo esercito in Francia. - Pace tra'l papa e'l re Filippo con due sorti di convenzioni, l' una publica, e l'altra occulta. Rivocazione del cardinal Polo dalla legazione, e processo contra di lui per causa di fede. - Prigionia del cardinal Morone per simil causa. - Cardinalato e legazione in Inghilterra di fra Guglielmo Peto, ma senza effetto per contraddizione della reina. - Legazione del cardinal Trivulzio al re Arrigo, e del Carrafa al re Filippo, e poca soddisfazione in questa.- Imperio rinunziato da Carlo V, e differenze del pontefice con Ferdinando perchè nega d' ammetterlo per imperadore. – Dieta d' Augusta, e suo recesso. - Morte di Car nelle sue lo V, e dichiarazione fatta dal papa una preceduta assemblea. Punizione capitale fatta dal papa ne' Carraf. - Trattato sopra varie città per mansione del concilio: ed in fine, assenso de' principi a quella di Trento. – Bolla onde il papa quivi il convoca per la prossima Pasqua. Spirata, collo spirare appunto dell'anno 1556, la tregua tra 'l pontefice, e gli Spagnuoli, e caduta invano l'opera del Fantuccio per quella del Pacecco mandato dal duca d'Alba non in aiuto, ma in ostacolo, parve che si cambiasse il volto della fortuna. Perciò che rimanendo il vicerè a fortificar le terre del regno napoletano, e così mancando il violento influsso del suo esercito ne' luoghi occupati intorno a Ro si ridussero ben prestamente allo stato lor naturale, si per l'affetto che la Chiesa possedeva nel cuor de' popoli, sì per la vicinità delle sue forze. Onde Piero Strozzi non solo ricuperò tosto le minori terre, ma Tivoli ed Ostia, così malamente difesa, che 'l suo custode ne fu punito della testa in Brusselles. Era ritenuto il vicerè alla cura del suo dal prossimo aspettamento dell'armi francesi: le quali avevano già rotta la tregua in Fiandra con titolo di varie macchinazioni tentate dagli Spagnuoli in trasgressione di essa, ed annoverate in un manifesto dato alle stampe da Carlo di Marigliac arcivescovo di Vienna in Francia. Di che il nunzio Fantuccio scrisse, aver il re Filippo mostrata si gran maraviglia ed indegnazione, che giurò di non riporre la spada sin che non facesse pentire i Francesi d'averla essi con violazione de' patti con |