Immagini della pagina
PDF
ePub

LIBRO DECIMOQUARTO

ARGOMENTO

Venuta de' Francesi in aiuto del papa sotto il duca di Guisa Assedio di Civitella del Tronto, e necessità di levarlo fra poche settimane. - Imprese di Marcantonio Colonna vicino a Roma. - Pericolo ivi di sorpresa. - Rotta a San Quintino sostenuta da' Francesi, e però chiamata del duca di Guisa e del suo esercito in Francia. - Pace tra'l papa e'l re Filippo con due sorti di convenzioni, l'una publica, e l'altra occulta. Rivocazione del cardinal Polo dalla legazione, e processo contra di lui per causa di fede. - Prigionia del cardinal Morone per simil causa. Cardinalato e legazione in Inghilterra di fra Guglielmo Peto, ma senza effetto per contraddizione della reina. – Legazione del cardinal Trivulzio al re Arrigo, e del Carrafa al re Filippo, e poca soddisfazione in questa.- Imperio rinunziato da Carlo V, e differenze del pontefice con Ferdinando perche d'ammetterlo per imperadore. – Dienega ta d'Augusta, e suo recesso. Morte di Car

[ocr errors]

lo V, e dichiarazione fatta dal papa nelle sue esequie. Morte della reina Maria; successione della sorella Elisabetta, e nuova separazion di quel regno dalla Chiesa. - Scacciamento fatto dal papa de' suoi nipoti, e sue cagioni. Seconda sconfitta de Francesi a Gravelinga, e pace da lor conchiusa con gli Spagnuoli. Morte infelice del re di Francia. - Morte del pontefice. - Furore del popolo romano contra le sue memorie, e la sua famiglia. Lunghezza e varii successi del conclave. Elezione del cardinal de' Medici, che si nomina Pio IV, e riconosce Ferdinando per imperadore. - Suoi pensieri di raccorre il concilio. – Ristoramento in Ispagna della giurisdizione ecclesiastica, ed instanze del nunzio Reverta a pro de' Carrafi. Congiura d'eretici contra il re di Francia. - Difficultà mostrata da esso re e dall'imperadore intorno alla mansione di Trento, e ad altre circustanze sopra il concilio. Ufficii del re cattolico e del pontefice per impedire un concilio nazionale destinatosi in Francia da una preceduta assemblea. – Punizione capitale fatta dal papa ne' Carrafi. – Trattato sopra varie città per mansione del concilio: ed in fine, assenso de' principi a quella di Trento. - Bolla onde il papa quivi il convoca per la prossima Pasqua.

Spirata, collo spirare appunto dell'anno

1556, la tregua tra 'l pontefice, e gli Spagnuoli, e caduta invano l'opera del Fantuccio per quella del Pacecco mandato dal

duca d'Alba non in aiuto, ma in ostacolo, parve che si cambiasse il volto della fortuna. Perciò che rimanendo il vicerè a fortificar le terre del regno napoletano, e così mancando il violento influsso del suo esercito ne' luoghi occupati intorno a Roma, si ridussero ben prestamente allo stato lor naturale, si per l'affetto che la Chiesa possedeva nel cuor de' popoli, sì per la vicinità delle sue forze. Onde Piero Strozzi non solo ricuperò tosto le minori terre, ma Tivoli ed Ostia, così malamente difesa, che 'l suo custode ne fu punito della testa in Brusselles. Era ritenuto il vicerè alla cura del suo dal prossimo aspettamento dell'armi francesi: le quali avevano già rotta la tregua in Fiandra con titolo di varie macchinazioni tentate dagli Spagnuoli in trasgressione di essa, ed annoverate in un manifesto dato alle stampe da Carlo di Marigliac arcivescovo di Vienna in Francia. Di che il nunzio Fantuccio scrisse, aver il re Filippo mostrata sì gran maraviglia ed indegnazione, che giurò di non riporre la spada sin che non facesse pentire i Francesi d'averla essi con violazione de' patti con

[ocr errors]

tra di lui sguainata: e la sorte gli fu propizia di poter osservare un tal giuramento. Nel principio dell'anno calò con robusto esercito il duca di Guisa in Italia. E prima disceso nel posseduto Piemonte, non trovò poi contrasto, se non più audace che vigoroso in Valenza. Ed avendola tantosto superata, passò poi per le terre del duca Ottavio, il quale nè poteva resistere, nè, quantunque riconciliato con gli Spagnuoli, erasi dichiarato lor partigiano fin a quell'ora; di che l'avea richiesto in quell'accidente il marchese (1) di Pescara governator di Milano. Ma egli dando a conoscere al cardinal Madruccio e ad altri ministri regii l'insufficienza delle sue forze unite alle spagnuole per quivi opporsi a quell'esercito, avea fatto lor sentire, che maggior servigio del re Filippo era il cooperare all' allontanamento d'oste si forte dalla fievolezza del Milanese: riconfermando l'offerta della sua dichiarazione, ove dal re medesimo gli fosse prescritta. Il quale approvò dipoi la cautela del duca, o perchè la stimasse vera, o per

(1) Lettera del duca Ottavio alla moglie a Brusselles, menzionata di sopra.

« IndietroContinua »