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con titolo di consultore e di commessario, Bartolomeo Camerario da Benevento; due segretarii, il Fioribello e'l Massarello; e finalmente il Pallantieri come fiscale. Ciò nondimeno allora s'era creduto fatto non tanto per fine d'adoperare quanto d'apparire, dando a vedere a' Francesi una determinata volontà del pontefice contra la monarchia spagnuola, per trarli dalle pastoie dell'ambiguità, e dal sospetto che se correvano, dovesser poi sentirsi arrestati dal papa nel mezzo della carriera con una improvvisa concordia. Ma le susseguenti opere dianzi narrate manifestarono che 'l papa non simulava.

E veramente gli Spagnuoli col titolo di non dover sopportare che'l denaro dei loro stati andasse in luogo dove il suo uso fosse pagar le milizie contra i loro stati, e di non si poter eglino confidare sopra veruna sorte di cause in un giudice, benchè per altro legittimo, nemico, eran trascorsi in così gravi pregiudicii della iurisdizione ecclesiastica, che solo dopo molti anni, eziandio in tempo del pontefice successore, tutto che loro amorevole, e non senza immensa fatica furono risarciti: dan

do ciò ad intender quanto le guerre tra 'l papa e i principi fedeli quantunque religiosissimi, sieno dannose alla religione, il cui fondamento è, che Cristo si riconosca nel suo vicario: perciò che l'animo umano, immerso nella materia e ne'sensi, mal distingue in uno stesso individuo la persona rappresentante dalla rappresentata, si che sappia ad un tempo voler contrastare all' una, e sottostare all'altra.

Conoscendo il pontefice di qual momento fosse nelle contese d'Italia con gli Spagnuoli l'amicizia del duca Cosimo, si ingegnò di farne acquisto o in verità, o dove ciò non potesse, in opinione, la quale è gran capitale non meno de'guerreggianti, che de' mercatanti. E perciò mosse trattato di sponsalizio fra lui ed una figliuola del re Arrigo, mandando a tale opera Francesco Villa in Francia dove trovossi il re così ben disposto, che inviò al pontefice l'arcivescovo di Vienna a fine di proseguire il negozio: il quale divolgossi in Roma artificiosamente per fatto. Ma il duca, rivolgendo in costrutto suo quest'arte con nuov'arte, mandò Giambattista Ricasoli vescovo di Cortona a rin

graziarne il papa, e insieme a farli sentire: che si com' egli avria ricevuto a supremo onore l'acquistar per suocero un sì gran re, cosi il disunirsi dalla maestà cattolica era deliberazione che richiedea d'esser maturata con molti giorni e molti pensieri e fra tanto lasciò che'l romore ne pervenisse al re Filippo Il quale, intendendo il bisogno di mantenersi l'affezion di quel principe, e sospinto da' conforti del duca d'Alba, determinò d'allacciarlosi con investirlo di Siena. E per tanto l'inimicizia del papa con gli Spagnuoli tolse ben loro Piacenza e Siena; ma in profitto non suo, anzi de' suoi contrarii.

Non tralasciavasi fra'l maneggio dei negozii quello dell'armi; onde su la metà d'aprile si parti di Roma il duca di Guisa: e fu giudicato che la più agevole impresa contra il regno di Napoli sarebbe per la parte d'Abruzzi confinante con Ascoli, e con la Marca. Ma l'indugio de' Francesi aveva permesso al vicerè si d'avvalorare le sue terre, massimamente Civitella forte per sito, e posta in quella frontiera, sì di ammassare un esercito di ventiquattro mila soldati col quale mosse da Napoli

quando il duca di Guisa da Roma. Questi con infelice consiglio si pose ad oste d'intorno a Civitella: ma tentatavi la forza indarno per la virtù del conte di Santa Fiora, e di Carlo Loffredi, i quali ne stavano a guardia, due giorni dopo l'assalto, cioè il decimo quinto di maggio, fu costretto a ritirarsene dal sopravvegnente campo nemico il che avvenne tre settimane dapoi che vi s'era attendato. Ed essendo occorse, com'è solito fra' capi nelle imprese mal fortunate, gravi discordie fra lui, e'l marchese di Montebello (1) intollerabile nell'iracondia, e liberissimo così nel biasimar questa guerra, come nel professarsi devoto al principe suo naturale contro a cui si guerreggiava, dichiarò di voler ritornare in Francia: maggiormente perchè il duca di Ferrara, minacciato nel suo, avea non solo richiamato il figliuolo, ma pregato lui di soccorso. Alle quali ragioni aggiugneva egli, essergli noto che il pontefice trattasse occultamente concordia con gli Spagnuoli. Il che gli avea rivelato il duca di Somma (2) nemicissimo

(1) Tutto sta nella relazione del Navagero.
(2) Appare da una lettera del cardinal Carrafa

di quella nazione, e consapevole di qualche proposta fattane per instanza del re Filippo dal nunzio Fantuccio al cardinal Carrafa al quale cercava il nunzio di persuadere, che allora poteva onorevolmente pacificarsi, mentre stava con la spada in mano, e l'avversario nel richiedeva. Onde perciò segui nimistà fra'l duca di Somma, e fra'l cardinale: convenendo, a fin di riscaldare, e sicurare i Francesi, mandare ad Enrico insieme con Pietro Strozzi un figliuolo del duca di Paliano; lo Strozzi per intercessor di sovvenimento, il giovanetto per istatico di perseveranza. E (1) ciò fu stimato da Paolo il men duro, e'l men pericoloso legame fra' ricercati dai Francesi, però che l'età del fanciullo parea che gli fosse un'armadura d'onesto contra ogni offesa; e negandosi ciò, chiedevano essi per sicurtà Perugia, Ancona, e Civitavecchia, oltre ad una promozione a lor grado: tanto grave soma è l'aiuto del più potente.

al Brancaccio nunzio in Francia segnata il dì 18 di marzo 1557, tra le scritture de' signori Borghesi.

(1) Lettera del cardinal Farnese all' Ardinghello suo ministro a Brusselles, da Parma di luglio 1557.

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