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dall'autorità de' mezzani, i quali se ricevevano la repulsa, potevano cambiarsi in diffidenti, e al fine in avversarii, trassero il duca d'Alba a venire in un parlamento col cardinal Carrafa a Cavi luogo de' Colonnesi occupato dal duca. Ivi dunque andò il Carrafa l'ottavo giorno di settembre accompagnato da'cardinali di Santa Fiora e Vitelli: convenendo che quello spirito ammorzasse la fiamma, il quale avevala suscitata, e nudrita.

L'osso del trattato fu la causa di Marcantonio Colonna: imperciò che il papa stava inesorabile a comprender o lui o altri de' condannati suoi sudditi nella pace; e al duca pareva ignominia del re cedere in tutto eziandio dopo la vittoria alla cagione principal della guerra. Preceduto lungo litigio, si dettarono due capitolazioni; l'una publica, l'altra occulta; amendue note al pontefice; ma la seconda (1) tanto dissimulata da lui, che nè pur volle mostrarsene mai consapevole al

(1) Che al papa fossero note amendue si cava, oltre all'altre memorie, da alcune lettere del duca di Paliano al cardinal Carrafa in quei giorni, tra le scritture de' signori Panfilii.

cardinal Vitelli. Concordarono dunque il Carrafa e'l duca secondo le amplissime lor facultà segnate al cardinal (1) dal pontefice lo stesso giorno degli otto di settembre, e al duca dal re il ventesimosesto di luglio nell'anno medesimo 1557. E i patti furono con tanta indennità e della riputazione, e dell'interesse del papa, che dal tenore di essi poteva egli apparire tutt'altro che perditore.

La contenenza de'capitoli manifesti fu tale: che'l duca farebbe verso il pontefice e la sedia apostolica quelle sommessioni in segno d'umiltà e d'ubbidienza, che fossero convenevoli per impetrar perdono e grazia da sua beatitudine: e che'l re manderebbele uomo speciale a prestar il medesimo ufficio. Che'l papa, si come padre clementissimo, riceverebbe il re per buon figliuolo suo e della sedia apostolica, ammettendolo alle grazie comuni agli altri principi cristiani: che si sciorrebbe dalla lega col re di Francia, promettendo nel futuro d'esser padre comune e indifferente: che dalla parte del re cattolico

(1) Sta fra le scritture de' signori Borghesi, come anche le capitolazioni e publiche e segrete.

gli si restituirebbono, diroccatone ogni nuovo fortificamento, le terre soggette o immediatamente o mediatamente alla sedia apostolica, e prese fin a quel giorno. E che scambievolmente dall'una e dall'altra banda si renderebbono l'artiglierie. Che si rimetterebbono da amendue le parti tutte le pene o temporali o spirituali a tutte le persone e comunità, o secolari o ecclesiastiche per qualunque opera commessa per occasione di questa guerra: dichiarando che pertuttociò nel presente capitolo non fosser compresi Marcantonio Colonna ed Ascanio della Cornia; anzi rimanessero nella contumacia in cui stavano, ed a libera disposizione del papa. Che Paliano nello stato in cui era, si consegnerebbe a Giambernardino Carbone confidente d'amendue le parti, il quale ad amendue giurerebbe fede e osservanza di quelle convenzioni ch'eransi fermate fra' cardinale e 'l duca per servigio de' loro principi, e vi terrebbe una giusta guernigione a spese comuni.

I predetti capitoli (1) furon recati

(1) Che al papa fosse nota ancor la capitolazione segreta, si prova non solo dalle memorie che alle

prima da Marcantonio Elio vescovo di Pola al pontefice; che ad instanza del cardinal Farnese avealo introdotto nella segreteria di stato fin da'primi giorni della sua creazione (1): e dopo l'approvamento del pontefice furon soscritti ancora, come da testimonii, dal cardinal di Santa Fiora e dal vescovo dell'Aquila, e rogati dal cancelliere del duca. Ma oltre ad essi fermaronsi que' segreti del cui tenore il papa non volle scoprirsi a veruno per informato; e che perciò si stabilirono con la sola presenza e colla sola soscrizion del cardinal Carrafa, del duca, e del Sacchetti segretario del cardinale. E furon questi capitoli parimente così ben condizionati a preservar da ogni pregiudicio, e da ogni disonore la sedia apostolica, che il voler negarne la notizia in Paolo come inflessibile a consentirvi, è un offendere alla stess'ora e il vero, e il papa quasi

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gherannosi dipoi, ma dal sommario del processo a difesa de' Caraffi ch'è appresso l'autore, ed in cui ciò rendesi aperto; il quale è poi comprovato dalla sentenza solenne di Pio V.

(1) Lettera del cardinal Farnese al cavalier Tiburzio a' 27 di giugno 1555.

trasgressore di quello strettissimo debito, onde chi sta in tal grado è tenuto sotto pena della divina indegnazione, e della publica vituperazione, di voler la pace col suo gregge ad ogni tollerabil partito. La somma fu.

Che in Paliano o si mettesse un confidente d'amendue le parti, o si sfasciasse ad elezione del re: che sfasciandosi, non si potesse mai rifortificare da chiunque lo possedesse, finchè il re non avesse data al presente duca di Paliano ricompensazione di suo contentamento, il che non si indugiasse oltre al termine di sei mesi. E non facendosi ciò, il Carbone dovesse consegnar Paliano cosi sfasciato al predetto duca. E quando intorno alla ricompensazione nascesse discordia, ella si rimettesse alla republica di Vinezia. Accettata la ricompensazione, il duca dovesse ceder la terra a chi volesse il re, pur che non fosse nemico o del papa o della sedia apostolica, ove prima non impetrasse il perdono. Con le quali parole venivasi quinci ad escludere la persona di Marcantonio: quindi era libero al re di far avere Paliano ad altri della stessa famiglia.

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