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tutte le famiglie fra dodici giorni, rilegando il cardinale a Civita Lavinia, e'l duca di Paliano a Gallese castello nel contorno di Roma posseduto allora da lui, e il marchese di Montebello al suo marchesato in Romagna, con vietamento a ciascun di loro di non partirsene sotto pena di ribellione. Oltre a ciò privolli di tutti i magistrati, ed ufficii così militari come civili: constituendo lo stesso di per capitan generale di santa Chiesa Camillo Orsini (1). E nel decreto esprimevansi distintamente le cagioni. Proibì anche ai cardinali, e ad ogn'altro, che mai non trattassero seco per loro di remissione, o di grazia. E perchè il cardinal di Sant' Angelo, persona altrettanto aliena da commetter simili difetti in se, quanto mansueta per averne compassione in altrui, volle profferir qualche parola in iscusa del cardinal Carrafa, il pontefice con asprezza scortese lo rampognò, dicendo: se Paolo III avesse dati di questi esempii, vostro padre non sarebbe stato strascinato dal popolo per Piacenza. Ritenne

(1) Il Diario del maestro delle cerimonie a' 29 di gennaio 1559, e ne'dì prossimi.

appresso di se il papa fra' suoi Alfonso Carrafa cardinale nominato di Napoli da quella chiesa che amministrava, figliuolo dell'esiliato marchese di Montebello, il qual cardinale, non passando l'anno decimottavo, nulla però mostrava di giovane fuorchè l'età, e'l volto. Onde avendolo creato poc'anzi (1) con titolo nuovo, reggente della camera, non solo gli diede amplissime le facultà di quest'ufficio ; ma in lui collocò la suprema onoranza, e confidenza nel palazzo, sì veramente che'l governo de' popoli fosse amministrato da uomini addottrinati ed esperimentati. Ed a questo fine constituì un tribunale, da cui vogliono che abbia presa origine quello ch'è ora in Roma della consulta, e che esercita l'universal reggimento dello stato ecclesiastico. Era questo tribunale composto del cardinale Scoto promosso alla chiesa di Trani (2), del Rosario fatto vicario del papa, che dalla persona di lui cominciò a porre quell'ufficio in un por

(1) Nel concistoro de' 6 di marzo, come negli Atti Concistoriali.

(2) A' 28 di novembre 1558, come negli Atti Concistoriali.

porato, del cardinal Consiglieri, e di Camillo Orsini. E diè loro larghissima autorità così di giustizia come di grazia sopra i sudditi della Chiesa. Nel Breve per cui delegolli, aggiunse, che intorno alle cause, le quali essi giudicassero bisognose di consiglio maggiore, addimandassero del lor parere il Pacino governatore, il Boncompagno vicegerente della camera, e'l Lippomano suo segretario. Di tutta la congregazione fe segretario il Massarello dianzi creato vescovo di Telesia, ed uditore Ottavio Ferri da Macerata. Questa congregazione ei volle che si ragunasse ogni giorno e che le lettere a nome di essa fossero soscritte dal cardinal di Trani, come dal più degno. E però che poco stante morirono Camillo Orsini, e'l cardinal Rosario (1), al primo fu surrogato Giannantonio Orsino di Gravina, e al secondo il cardinal Reomano francese. Con sì fatta provvisione, e con la somma applicazione ed integrità del cardinal di Napoli, che a tutto soprantendeva, e tutti gli affari distribuiva, ma nulla per se face

(1) A' 3 e a' 23 d'aprile, come nel Diario del maestro delle cerimonie.

va, si conseguì che niente pregiudicasse quel disturbamento delle tre superiori sfere sotto un primo mobile di si poca attività per se stesso, qual era il papa sopraffatto dalla vecchiezza. Questa gran mutazione diede speranza a tutti gli scontentati di migliorar condizione : e, particolarmente ricorsero al papa tosto gli agenti delle città soggette alla Chiesa, richiamandosi delle soverchie gravezze. Egli parte ne levò, parte ne diminuì, versandone tutto l'odio sopra i nipoti, e dicendo, ch'erano imposte senza sua nè volontà nè saputa. Nello stesso concetto parlò a' conservadori, e ai deputati del popolo romano, i quali altresì gli presentarono un fascio immenso di querele, affermando il papa, che tutto quello di che dolevansi, era intervenuto per colpa di quegli scelerati, i quali l'aveano rinchiuso per modo ch'egli niente sapesse fuor di ciò ch'essi volevano, con impedir però la continuazione di quell'udienza publica la qual da lui s'era instituita per ogni mese. Sperar lui, che'l successore gli avrebbe gastigati, non solo non rimettendo loro l'esilio, ma rilegandoli in paese più lontano. Il qual presagio

fu tanto vero, che gli mandò fuor del mondo.

Mentre il papa era travagliato da'tumulti domestici, non minor turbazione egli ricevea dagli stranieri, più nocivi al publico bene, e men atti ad aver rimedio dalla sua potenza. Era seguita nell' Inghilterra la morte della reina dopo una lenta infermità d'idropisia : e quel tumore da principio ingannevole quasi segno di fecondità, e non d'infermità, parve materia di congratulazione, e non di cura nè prima fu scoperto per male, che fu incurabile. Cessò ella di vivere il di quintodecimo di novembre, (1) e sedici ore dipoi fini parimente il cardinal Polo: mancando in quel reame lo stesso giorno i due cardini della religion cattolica, l'uno de' quali con la potenza, l'altro con la sapienza, amendue col zelo la sostentavano. Giunse questa novella in Roma il giorno ventesimosecondo di dicembre (2), nel quale appunto s'erano celebrate dal papa l'esequie di Carlo V: e lo pose in gran

(1) La vita del Polo, e lo Spondano nell' anno 1558.

(2) Il Diario del maestro delle cerimonie.

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