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l'onore d'esser nominato più volte (1). E accadde, che nel giorno decimottavo di dicembre fu si fervidamente promosso, che ne parve sicura la giunta: sì che gli fu messa a ruba la cella, come suol farsi al nuovo papa, da'conclavisti. Or essendogli già stati propizii moltissimi nello scrutinio, il cardinal Pio vi concorse publicamente nell' accesso, confortando al medesimo gli altri con l'autorità delle suasioni e dell'esempio, e portando il Pacecco all'orlo del trono col favore poco meno che sufficiente di ventisette voci : la qual illustre dimostrazione fe conoscere il Pio libero di quell'ambizione che l'universal giudicio gli concepeva nel cuore, quasi ella sia un verme innato nell'aureo pomo del merito. Anzi ne diede ancora un'altra testimonianza più ponderosa, perciò che usatisi invano lungamente gli sforzi per la sua assunzione, dipoi affine di passare a far prova d'altri, riputarono conveniente i suoi fautori di notificare ad esso, che ristarebbono di più studiarsi, per la sperimentata impossibilità d'ottenere al che rispose egli con cristiana ma

(1) Il Diario allegato.

gnanimità, che le voci dategli fin a quell'ora gli erano state assai care perchè nulla da se procacciate, e che ogni mattina nel sacrificio avea pregato Dio, acciò che ne impedisse l'effetto, il quale gli era d'orrore per la gravezza degli anni, e per la malagevolezza de' tempi. Nè minor lode in esser favorevole manifestamente nell'accesso al cardinal Pacecco meritò il Reomano, unico in far ciò tra' Francesi: il quale ripresone da taluno, perchè il Pacecco avesse negata la voce in simigliante occasione a lui, rispose, che quegli aveva operato a ragione; ma ch'esso non poteva fraudarne il merito d'un tant' uomo.

Finalmente videsi, che'l collegio voleva un papa di mezzo fra le due nazioni emule, e però italiano. Tra questi il cardinal di Mantova, benchè portato dagli Spagnuoli e da' Francesi, unitisi perciò con molti altri in una cappella a fin d'adorarlo, era nondimeno rimasto escluso per l'opposizione de' cardinali Farnese e Carrafa con tutti i loro parziali. Nel quale esperimento mostrò un' altezza d'animo eguale al suo sangue: perciò che mentre tutto'l conclave bolliva in contrasto per

lui, egli stava con somma pace nella sua cella : ed indi ad alcuni giorni pregò gli amici a lasciar l'impresa, non volendo che per sua cagione si desse materia di lunghezze al conclave con detrimento della Chiesa.

Per tanto essendosi fatta sperienza di questi e d'altri proposti, i quali sarebbe noioso l'annoverare, ne rimaneva una coppia tanto men lontana dal palio, quanto non partita dalle mosse. L'uno di essi era il cardinal Federigo (1) Cesi creatura di Paolo III, molto aiutato, e perciò molto impedito da' Francesi parendo agli Spagnuoli troppo loro disavvantaggio e d'effetto, e di stima, la qual per se vale a grand'effetto, che la quarta volta continuata si creasse un pontefice fuor de' nominati da loro e fra'nominati dagli emuli benchè tanto men possenti in Italia. L'altro era il cardinal Giannangelo Medici milanese, persona di molta età (2), di

(1) Si raccoglie da varie lettere del cardinal Farnese al cavalier Ardinghello a Brusselles de' 30 di dicembre 1559, e a un suo ministro in Francia senza giornata.

(2) Aveva 70 anni.

molto senno, di molti carichi, ed a cui quanto giovò che vivesse il fratello Gianiacopo marchese di Marignano per entrar nell'ordine propinquo al pontificato, altrettanto ora giovava che fosse morto per salire al pontificato. Imperò che sarebbonsi di quel gran capitano temuti pensieri vasti e marziali, nè i Francesi percossi da lui nelle guerre di Siena, lo avrebbono voluto potente in Roma. Là dove seguitane già la morte, ne rimase il merito presso gli Spagnuoli, che portarono il fratello, e confortarono il cardinal Carrafa a non perder questa opportunità di guadagnarsi il re Filippo : nè dalla Francia fu risospinto : anzi la reina, la quale nella tenera età del re suo figliuolo possedeva il dominio quasi assoluto, lo raccomandò accesamente, per esser lui di casa Medici, a'cardinali francesi. Onde al fine convenuti in esso tutti, fu egli adorato su le sette ore della notte che seguì dopo la festa del Natale (1), e volle chiamarsi Pio IV. Il cardinal Carrafa lo pregò con le ginocchia in terra (2) che

(1) Atti Concistoriali.

(2) Il Diario e'l conclave.

perdonasse al popolo le ingiurie fatte alla sua famiglia, e al tribunal dell'inquisizione a che per alcun tempo il pontefice si fe restio; ma concorrendo l'intercessione del cardinal di Sant'Angelo e d'altri, finalmente disse, che in grazia del Carrafa si contentava, purchè risarcissero i danni, per quanto fosse possibile, ai luoghi ed alle persone oltraggiate: e in questo tenore publicò dipoi una Bolla. Nulla più giovando a quietare il general furore d'una moltitudine per l'avvenire, che un general perdono dell'avvenuto: ma ciò quando il perdonatore non è l'offeso, nel qual caso la venia talor s'imputa a finzione, e lascia inquietudine ed odio, talora a debolezza, e cagiona dispregio in vece d'amore.

Un'altra condescensione usò il nuovo pontefice di grand' equità, e prudenza. La durezza di Paolo in ricusar d'ammettere Ferdinando per legittimo imperadore avea biasimo da quasi tutti come troppo rigida e poco saggia. Ora Ferdinando essendo bramosissimo di quest' accettazione, senza cui vedeva che la corona imperiale non gli era ben ferma in testa per la gran

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