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de autorità del papa con tutti i principi cristiani, e specialmente con gli ecclesiastici d'Alemagna, ed avendo egli fornito Francesco della Torre suo messo in Roma di mandato d'orator cesareo per ogni opportunità di conseguir l'intento, questi fu tosto ammesso da Pio, e spezialmente nel giorno dell' Epifania, nel quale Pio si coronò, assistette alla funzione.

Non cessava in questo tempo l'eresia di far ogni studio per dilatarsi nelle provincie cattoliche, ma era insieme repressa dal zelo de' dominanti. Onde contra i seguaci di lei s'usarono varii gastighi, e in Francia, e in Ispagna; colà più rimessamente come sotto il governo delle mani deboli d'un giovanetto, e d'una donna: qua con più gagliardia, cavando tutto il sangue putrido dalla postema, e non perdonando però a nobiltà di schiatta, a fievolezza di sesso, a dignità di grado. Erasi quella scabbia appigliata ad alcuni Spagnuoli per occasione di consorzio tenuto si co'Tedeschi presso Carlo, si con gl' Inglesi presso Filippo. Tanto l'eresia col veleno soave della licenza provasi di pericoloso toccamento eziandio talora agli

stessi medici. E fu veramente quel rigore non solo pio verso il cielo, ma pietoso verso il regno: quando per ogni stilla di sangue che allora si trasse dalla Spagna rimasa poi sempre sana, alla Francia la troppo mite cirugia di quel tempo ne ha fatto versare un fiume dalle più principali

sue vene.

Con maravigliosa allegrezza udì Ferdinando l'accettazione del suo ambasciadore fatta dal papa : e ne lo ringraziò con le mentovate lettere (1), il cui tenore fu ascoltato in concistoro il giorno ultimo di gennaio. Scriveva l' imperadore, che avea ricevuta somma letizia nell'esaltazione della santità sua, e per titolo comune a tutti i fedeli, veggendo un pontefice dalla cui virtù si sperava il ristoro dell'afflitta Chiesa, e per cagione speciale, essendo stata fra loro antica famigliarità ( significando que' tempi ne' quali Pio fu commessario due volte della milizia pontificia mandata da Paolo III in soccorso di Ferdinando nell'Ungheria) sempre dipoi coltivata da sua beatitudine: onde pareva

(1) Vedile presso al Bzovio nel principio dell'anno 1560.

che un tal suo giubilo non fosse capace d'accrescimento: ma che poi questo giubilo s'era in lui oltremodo aumentato con risapere dall'ambasciador suo quanto amorevolmente, paternamente, e giustamente sua santità avesse degnato d'imporre fine alle malagevolezze mossegli dall' antecessore intorno alle quali non riputava necessario di parlare per la somma equità della beatitudine sua, a cui stimava che le ragioni di lui non fossero del tutto ignote: ma che se pur ne desiderasse più copiosa informazione, farebbe a lei vedere quanto cavillose erano state le opposizioni, e quanto egli fosse lontano da ogni colpa. Che quantunque fra tre, o ver quattro giorni dovesse inviare alla santità sua un solenne ambasciadore per congratularsi con la sommessione dovuta, e per fare i soliti ufficii di riverenza e di devozione, secondo l'uso degl' imperadori eletti suoi predecessori, nondimeno avea voluto prevenirne la giunta colle presenti lettere in ringraziamento di tanto egregio amore a lui da sua santità dimostrato.

L'ambasciadore che poi venne fu il conte Scipione d'Arco, il quale a' dicias

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sette di febraio rendette ubbidienza al pontefice nel concistoro a nome di Cesare: e in riguardo sì di lui stesso, ch'era camerier maggiore di Ferdinando (1), e suo principal favorito, sì del principe che con tanta prestezza e osservanza il mandava dopo i dispiaceri sofferti dal preceduto pontefice, ebbe egli insolito onore d'ospizio in palazzo. Dalla parte cerimoniosa passò il conte alla negoziosa, e domandò la celebrazion del concilio, opportuno allora più che mai per la pace stabilita fra i cattolici e trovò che in questo il papa non solo gli consentiva, ma il preveniva, avendone fatta spontanea dichiarazione co' cardinali. Convenivano allora con gli Alemanni in richiederlo fervidamente anche i Francesi; e per cagion loro congiunti di sito, e d'affinità, vi s'inducevano gli Spagnuoli: là dove ne' tempi andati sì gli uni, come gli altri v'erano freddamente concorsi e con la volontà, e con la presenza, come tirati più dagli ufficii del papa, e dall'amore poco attivo del bene

(1) Sta in una lettera del nunzio in Ispagna al papa a' 22 di maggio 1560, tra le scritture de'signori Borghesi.

T. VII.

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altrui, che stimolati dalla pungente necessità del proprio. Imperò che tutti essi per addietro, veggendo i loro paesi netti e pacifici, e la sola Germania lebbrosa, e tumultuosa, non aspettavano per se dal concilio altro pro che alcun ristoro della episcopal giurisdizione. E quindi segui, che allor gli Spagnuoli pur qualche maggior prontezza vi dimostrarono, in quanto furono spinti dal comandamento del loro principe, ch'era insieme principe della Germania alla cui salute il concilio s'indirizzava: ma come accade in tutti i moti cagionati da forza estrinseca, e non da impeto interno, anch'essi e rari, e lenti vi comparirono : e che i Francesi non soggetti al medesimo signor che i Tedeschi, furono perciò e più restii a consentirvi, e più tardi a condurvisi, e più presti a dipartirsene, se non quando, o, com'essi professavano, il zelo dell'autorità pontificia, o, come altri loro imputava, l'emulazione contra degli Spagnuoli gli mosse a sostentare il concilio trasportato in Bologna. E ciò altresì fu cagione, che dipoi il re Arrigo preso destro dalla guerra di Parma non si ritenesse di far que' solenni

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