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stere alle forze esteriori degl'infedeli. Ma quantunque il pontefice si studiasse, la mole dell'opera ricercare almen lo spazio d'un anno; e ch'egli non avrebbe ommessa veruna diligenza per agevolarne l'esecuzione. Voler fra tanto proporre alcune difficultà, per sua credenza arduissime, le quali sperava che'l gran senno di sua beatitudine fosse per appianare, come facea di mestieri per cavar pro dal concilio.

La prima era, che sapevasi per isperienza, ad un concilio utile de' cristiani far di mestieri la pace universal de' cristiani: onde per essersi nuovamente accesa guerra tra i Francesi, e gl'Inglesi, conveniva che'l pontefice o per se, o per idonei mezzani s'argomentasse di smorzarla; essendo l'Inghilterra un membro principale della cristianità, e che potrebbe trasmetter pessimi umori, ed impeditivi di questa cura al rimanente del corpo.

La seconda, che'l concilio due volte principiato in Trento, era quivi poco durato, e senza frutto, massimamente per la scarsezza de' principi, i quali o con le persone, o con le ambascerie l'avessero no

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bilitato, ed avvalorato. Doversi adunque procacciar dal pontefice la numerosità di essi. Cesare a ciò non essere per difettare nelle sue parti, e lo stesso avergli significato di voler fare il re di Spagna: ma de' re di Francia, d'Inghilterra, di Portogallo, di Scozia, di Svezia, di Pollonia, della signoria di Vinezia, e d'altri, non saper egli l'intenzione. Far mestiero per tanto che adoperasse il papa gli opportuni ufficii con loro o per se stesso, o per acconci mediatori e ove la santità sua giudicasse utile d'impiegarvi l'opera di esso imperadore, egli con filiale ossequio l'ubbidirebbe. Quanto era a' principi ed agli stati dell'imperio, esser certo che vi concorrerebbono gli ecclesiastici, e i secolari cattolici: ma che coloro i quali professavano la confessione augustana, non vi consentirebbono se non ottenute durissime condizioni chieste da loro nell'ualtima dieta d'Augusta. Il tentar poi di costrigner con l'armi uomini potenti, ostinati, guerniti di varie collegazioni; e con ciò di nuovo involger la cristianità in pericolosissima guerra, pensasse il pontefice quanto fosse opportuno alla qualità

de' tempi: per tacere di qual malagevolezza sarebbe all'imperadore medesimo, assediato da mille angustie, il far movimento per cui si dubitasse della sua fede obligata gli anni addietro nella pace publica dell' Alemagna. Ben esso con ogni amorevolezza, e caldezza gl'inviterebbe a venirvi.

La terza, ch'al concilio due volte cominciato, era riuscita a gran danno l'assenza del pontefice, la quale avea diminuita presso di molti l'autorità delle decisioni; là dove ne' sinodi antichi vedevasi di quanta dignità fosse stata la presenza de'papi: onde a questo nuovo converrebbe che sua santità senza fallo intervenisse.

La quarta essere intorno alla città di Trento, ove già due volte con infortunato successo erasi raccolto il concilio. Alla stanza di tal convento bisognare capacità di luogo, ubertà di terreno, religione di popolo, e agio di sito al concorso di qualunque nazione. Non saper l'imperadore se tutte le qualità mentovate fossero in Trento; anzi sapere il difetto della prima: onde perchè sempre s'era

detto, che fosse pro di celebrare il concilio nell'Alemagna, bench' egli desiderasse ora d'aver riguardo alla grave età del pontefice, non inducendolo a'disagi di più lungo viaggio; contuttociò gli proponeva, se giudicasse più idonea qualche città germanica, qual sarebbe Colonia dotata di tutte le altre condizioni, e comoda a molte nazioni cristiane, a tutti i principi dell'imperio, ed ove il papa si potrebbe far condurre per la Francia, e per la Fiandra senza grave patimento, e senza verun pericolo: ovvero, per un luogo più brevemente ed agevolmente a lui accessibile, potersi scerre o Gostanza, o Ratisbona.

La quinta, che quantunque Cesare come ossequioso figliuolo del papa non ardisse di prescrivere la maniera, onde si trattassero nel concilio i negozii della religione; con tutto questo per zelo della felice riuscita mettevagli innanzi, che i protestanti si dolevano di troppa durezza usata con loro nel sinodo preceduto: non avendo conseguito il salvocondotto nella forma che fu dato a'Boemi dal concilio di Basilea, e non essendo eglino colà stati

uditi a sufficienza: perciò che avendo presentati gli articoli della sua confessione affinchè i padri o ne dimostrasser loro la falsità, o permettesser loro d'opporre ai decreti del concilio, nè l'uno nè l'altro aveano impetrato. Però doversi per avanti concedere ad essi queste soddisfazioni.

La sesta, che mostrando sua santità di voler ripigliare, e continuare il concilio sospeso in Trento, anche in ciò gli si paravano davanti fortissimi intoppi : non ch'egli intendesse d'impugnarne, o indebolirne i promulgati decreti, ma perciò che una tal continuazione non gli pareva possibile, sì per cagione de' protestanti i quali senza dubbio vorrebbono essere intesi da capo eziandio sopra gli articoli quivi decisi, come per rispetto d'alcuni principi cattolici (accennava il re di Francia) che aveano solennemente protestato contra quel concilio: onde non mancherebbe chi sostenesse, non aver potuto quell'assemblea di pochi pregiudicare all'università di tutti. Aggiugnersi che la sospensione erasi fatta per due anni, e già n'erano trascorsi otto senza che nuova so

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