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Oltre a sì fatti ragionamenti tenuti dal papa in varii giorni coll' Amulio, fec'egli chiamar la mattina de'tre di giugno tutti gli ambasciadori de' principi (1), eccetto il francese, col qual disse che parlerebbe in disparte per non dar materia alle controversie dello star sopra. Mise loro davanti la predetta necessità di raunar concilio ecumenico, e l'altre cose riferite poc'anzi, per quella parte che la qualità de' congregati gli fe parer convenevole. Aggiunse, ch'ei non voleva il nazionale nella Francia, perchè ne avrebbe richiesto un altro ancor la Germania, ed ogni provincia a suo talento: il che sarebbe stato non riunire la Chiesa, ma farne nuove divisioni. Ora perchè il concilio ecumenico non poteva celebrarsi senza il consentimento de' principi cristiani, a tutti aver già significata egli la sua volontà, e creder che tutti vi conformerebbon la loro nondimeno essersi allora chiamati gli ambasciadori acciò che ciascuno scrivesse di ciò al suo signore, e ne riferisse con maggior chiarezza la determi

(1) Lettera dell' Amulio al senato nello stesso giorno.

nazione: onde se l'opera rimanesse per alcuni, gli altri sapessero per chi, e non fosse aggravato di quella sinistra fama il pontefice. Tutti risposero con lodar il consiglio l'imperiale accennò solo la malagevolezza intorno alla stanza di Trento. E il Vargas, che intervenne senza il conte di Tendiglia allora malato, fece una prolissa come lezione sopra i concilii e la lor natura, discorrendo e de'generali e de'nazionali, e biasimando assai questi, e così obliquamente i Francesi che ne mostravano appetito. Ma, come avviene in tutti i pregi di cui si faccia ostentazione fuori di tempo, il Vargas ne fu più tosto proverbiato come vano, che celebrato come dotto.

Vedeva il papa, che la somma della deliberazione riduce vasi all'imperadore, a cui finalmente gli altri si rimettevano. Adunque prese partito di mandare a lui sopra ciò un nunzio speciale, che al zelo e al sapere dell'Osio aggiugnesse la natìa destrezza, e l'acquistata esperienza negli affari civili eziandio sopra le stesse materie e con gli stessi Alemanni: il quale se per disavventura venisse a differenza

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con Cesare in questo trattato, potesse tuttavia rimanervi l'Osio intero nella benivolenza, e dar opera con la probità e con la dottrina alla conversione degli eretici, e alla confermazion de' cattolici. Ed a questa impresa elesse Zaccheria Delfino vineziano vescovo di Liesina ch'era stato quivi nunzio in tempo di Giulio, e di Paolo IV, accetto a Ferdinando, le cui azioni aveva ei scusate col defunto pontefice quando pendeva la controversia di riconoscerlo o no per imperadore, tanto che il Delfino dopo il suo ritorno in Roma n'era stato favorito d'onoratissime raccomandazioni appresso al novello papa.

A lui fu ordinato (1), che per ogni modo cercasse di far vedere all'imperadore la necessità di rimettere il concilio in Trento a quella città tutti aver consentito una volta; fuor di essa ciascuna soggiacere a disputazioni, a discordie, a lunghezze; gli altri principi forse non esser per accettare un luogo nel seno della Germania; e posto che l'accettassero, non trovarsi in ciò il ben dello stesso impera

(1) L'instruzione sta nell'archivio Vaticano.

dore perciò che essendo in quella regione più robusti gli eretici che i cattolici, potrebbono i primi tentar di forzarlo nel concilio a qualche dichiarazione lor vantaggiosa: or quando egli vi condescendesse, renderebbesi nemici i potentati cattolici, infamerebbe il suo nome, perderebbe la sua anima: quando no, s'avventurerebbe a sostener maggior oppressione che non sostenne dianzi Carlo da' protestanti, non avendo egli altri regni da ricoverarsi ed armarsi apparir già ciò che intendevano e s'arrogavano gli eretici: di voler concilio ripugnante all'uso ed all'onor della Chiesa onde il convocarlo in terra di loro contentamento esser valevole non per attrarli a un concilio, ma per dar loro destro di farlo tralignare in scismatico: il concilio rimanere in Trento, perciò che la sospensione erasi fatta per aspettare il fin della guerra, sì che ora finita la guerra, finiva la sospensione: i protestanti che venissero colà, essere per ricevervi ogni cortese accoglienza ed udienza: potersi sperare, che alcuno di essi vago della pace fosse per convenirvi, e dall'esempio della trattazion fatta a quello, forse vi sarebbon tratti

successivamente anche gli altri di loro che desiderassero l'unione, non la sovversione della Chiesa : se'l concilio si ritardasse per opera di Ferdinando, ciò renderebbe lui men grato a'due re che 'l sollecitavano, al papa che ne vedeva il bisogno e ne ardeva di zelo, ed a'medesimi protestanti per cui rispetto ciò ricercava: però che fra tanto il richiederebbono nelle diete di soddisfazioni contrarie alla sua coscienza e alla sua autorità, onde sarebbe costretto a renderli di se mal contenti con la repulsa, nè potrebbe schermirsi allora con lo scudo d'un general concilio aperto, senza il consentimento del quale non gli fosse lecita innovazione. Intorno alla sicurtà di Trento, potersi ella considerare o inverso de' cattolici, o de' protestanti : i cattolici l'avrebbono per le forze di Cesare, de' duchi di Cleves, di Baviera, e di tutti i principi ecclesiastici, e perchè starebbono ancor sotto l'ombra degli stati non lontani del re di Francia: e'l papa offerire tutto il nervo della dizione ecclesiastica, la vita e'l sangue de' suoi nipoti, ed essere anche per procurare una lega di tutti i principi italiani per difesa di

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