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per vigor del quale potesse aver quivi una pensione ecclesiastica d'ottomila scudi, oltre a quella di dodici mila assegnatagli dal re in Brusselles, e non bisognosa d'un tal carattere. Ma grave indegnazione trovossi contra il duca di Paliano, perchè seguiva, come dicevano, d'essere ribello del re, avendo continuato d'intervenire in tutti i consigli di fazione contraria, e s'era fatto inchiudere nella pace dalla parte de' Francesi, ritenendo il collare di s. Michele, e professandosi partigiano di Francia contra il debito di buon vassallo e per altro lato si avvisavano gli Spagnuoli, che col difetto d'ogni merito fosse anche in lui quello d'ogni diritto: poichè, avendogli fatta il re l'offerta nel tempo statuito, non erasi accettata da esso, non dichiarata la volontà del pontefice, non contribuita la patteggiata porzione al castellano confidente: onde nel re fosse estinta ogni obligazione. Con tutto questo l'efficacia del nunzio, che mescolava in ciò ancor l'interesse della sedia apostolica, superò le contraddizioni ed ottenne propizia risposta inviata a Roma col ritorno di Fabrizio di Sanguine cavalier

napoletano, amorevole de'Carrafi, e mandato a quella corte come uomo del pontefice pe❜loro affari; da che, possedendo (1) egli grande autorità presso il cardinal Carrafa, l'aveva impiegata nel conclave in tenerlo divoto al re, e in disporlo all'elezione dipoi seguita. E la sua messione fu accompagnata da favorevoli significazioni ancora del cardinal Farnese a pro de' Carrafi, mostrando che ciò tendeva a onore e beneficio della corona.

Ma poscia, benchè rimanesse in Roma nel medesimo ufficio il Vargas, apparvero nondimeno affetti molto differenti inverso de' Carrafi nel conte di Tendiglia sopravvenutovi ambasciador d'ubbidienza (2), e ciò perch' egli, non allacciato a loro da beneficii personali, era mal disposto per l'offese universali di sua nazione. Fin da' primi giorni ch' ei pervenne in Roma, i più sottili sospicarono qualche trattato infausto a'Carrafi (3), veggendosi

(1) Lettera del cardinal Farnese all'Ardinghello a Madrid de' 29 di dicembre 1559.

(2) Prestò l'ubbidienza a'16 di maggio, come nel Diario del maestro delle cerimonie.

(3) Lettere dell'ambasciadore Amulio al senato

egli aver pochissima confidenza del Vargas, e rifiutar da esso l'ospizio; e per altra parte essere albergato in palazzo dal papa, e frequente con lui a segreti colloquii, procedendo con grossa maniera fra tanto così egli come il pontefice verso quella famiglia. Ma non lasciò il Vargas d'aiutar sempre i Carrafi fin all'ultimo giorno della loro condannazione (1), professando che in tal opera faceva il servi gio ed adempiva il comandamento del re. Onde una volta nell'anticamera del papa sentendosi egli rampognato sopra ciò da Marcantonio Colonna, risposegli vivamente, e furon tra loro acerbe parole.

I nuovi misfatti de' Carrafi erano, alcuni commessi dopo la lor caduta in vita di Paolo, altri nella sede vacante, ma l'ultimo che diè il precipizio, seguì dopo l'assunzione di Pio. In vita di Paolo era stato dal duca ucciso di pugnale Marcello Capece suo parente, e famigliare, convinto,

veneto segnate a' 20 di maggio, e al primo di giugno 1560.

(1) Sta in lettere dell' Amulio segnate a' 29 di giugno 1560, e nella lettera del suo segretario alla republica de' 7 di marzo 1561.

T. VII.

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e confesso, come dicevasi, di propria sua lingua, e di proprio suo scritto, che avesse tradito il padrone in mescolarsi con la moglie, mentre questi confinato ne stava lungi. Del qual omicidio Paolo IV informato dal cardinale di Napoli, non fe risentimento, e solo addimando, che fosse avvenuto della duchessa. In lei allor gravida si perdonava dal marito alla prole, attendendo il parto: ma dipoi fattasi ragione essere il concetto d'altro seme che maritale, fu la madre uccisa con la creatura di sette mesi nel ventre, ritrovatavi quando per la diligenza del fisco fu disotterrata. E cotale uccisione fecesi nella sedia vacante per comandamento del duca (1) incitatovi (dissero) con lettere del cardinale, essendone esecutori il conte d'Aliffe fratello di lei, e Leonardo di Cardine lor parente, altrove da noi commemorato. Ancorchè il marito innanzi si rendette meritevole di quell'onta dalla moglie, conducendole fin dentro al proprio letto le meretrici senza che, il fisco per aggravar nel duca il reato degli omicidii, s'ar

(1) Sta nel compendio del processo contra il cardinal Carrafa tra le scritture de'sig. Borghesi.

gomentò di sostenere che non fosse provato nella duchessa il fallo dell' adulterio. Finalmente dopo la creazione di Pio tentò il duca di formare un processo nella terra sua di Gallese, per cui s'apponesse a Marcantonio Colonna d'aver macchinato di far lui morire o con ferro, o con veleno e di fatto cotal quistione fu proseguita contra un dependente di Marcantonio. Il che odoratosi in Roma, fu spinto colà sollecitamente un commessario che ne portasse col processo ancora i prigioni. Or mentre il cardinal Carrafa trattava con gli ufficiali della corte, in gran parte non mutati dal nuovo pontefice, e però obligati a se di cui erano fatture, acciò che la causa procedesse propiziamente a suoi fini, uno ve n'ebbe avverso, perch'egli dominante gli s'era mostrato avverso: e (1) l' avea tenuto in severa prigione. Questi fu il fiscal Pallantieri : il quale informò il papa si fattamente, ch'egli fe incarcerare ad un tempo il cardinale, il fratello, ed i complici nella morte della

(1) Lettera del cardinal Dandino, che gl'impetrò qualche verità, al cardinal Capodiferro de'6 di agosto 1558.

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