Immagini della pagina
PDF
ePub

il sinodo confortava tutti i principi, e prelati cristiani, che per quanto appartenea loro di ragione, osservassero, e facessero osservare nelle lor signorie, o chiese le cose fin a quell'ora decretate, e statuite.

In questo decreto convennero tutti gli altri, salvo dodici degli spagnuoli, che protestarono solennemente in contrario. Fra i quali Giambernardo Diaz vescovo di Calaorra s'oppose ugualmente alla sospensione, ed alla prorogazione. Non così gli altri undici: questi furono Salvador Alepùs arcivescovo di Sassari, Giovanni Salazar vescovo di Lanciano, Alvaro della Quadra vescovo di Venosa, Pietro Acugna Avellaneda vescovo d'Astorga, Giovanni Fonseca vescovo di Castell' a Mare, Francesco Navarra vescovo di Badaioz, Michel Puch vescovo d'Elva, Giovanni Emiliano vescovo di Tuy, Martino Ayala di Guadix, Alvaro Moscoso di Pamplona, e Pietro Poaz di Città Rodrigo. La protestazione loro fu tale.

Il presente concilio essersi lungamente desiderato da tutto'l mondo cristiano, e quivi raccolto con immense fatiche per variï fini di gravissimo momento, a niun de' quali era

si pienamente ancor soddisfatto. Un di questi fini essere stato il comporre le discordie fra'signori cristiani: si che non doveasi per esse il concilio interrompere. La proposta forma di sospensione esser più veramente dissoluzione: perciò che, tacendo eglino l'altre difficultà di ricongregare tanti prelati da così lontane provincie, coloro i quali niente più odiavano che'l nome stesso del concilio, quando sapessero, che le contenzioni fra' cristiani valevano per impedirlo, le nutrirebbono con varie arti per questo medesimo intento. Doversi dunque più tosto prorogar la sessione, la qual erasi destinata per le calende di maggio, ad un certo, e convenevole spazio, finito il quale, il giorno valesse per dinunziare in cambio dell'uomo. E quando gl'impedimenti mancassero innanzi a quel termine, fosse cura del pontefice il richiamare i vescovi senza indugio. L'ultima parte del decreto ch'esortava i principi, ed i prelati all' osservanza delle cose già stabilite, piacer ad essi, purchè se ne togliessero quelle parole: in quanto s'appartien loro di ragione; le quali parevano un seminario di litigii. Per tanto protestavano, che per niuna azione passata, o futura s'intendesse pre

giudicato a loro, o al presente sinodo, e all'autorità de' concilii ecumenici. E richiedevano, che di tutto ciò il notaio del concilio facesse memoria legittima, riponendola negli atti, e dandone loro strumento autentico.

Si fatta protestazione non rimosse verun degli altri dalla precedente sentenza. Poichè intorno alla prima parte, già gli stessi contraddittori confessavano la necessità della prorogazione, e più l'avean confessata molti de' loro colleghi, e compatrioti con una forma di partenza, che parve fuga. Posto ciò, il termine di due anni si conosceva assai convenevole, misurando col discorso, e non col desiderio, le speranze della futura necessaria tranquillità. E quando ella prima sortisse, già erasi provveduto, che tosto colà si ritornasse il concilio. Nè poteva dubitarsi, che qualora si scorgesse opportuno, il papa, e gli stessi principi, i quali l'avevano procurato, non fossero per rinovarlo. D'altra banda, ove i medesimi principi avessero giudicato il contrario, qualunque precisa destinazione che se ne fosse promulgata col presente decreto, sarebbe riu

scita indarno. In ciò che s' aspettava poi a quelle parole contenute nell'estrema parte: in quanto s'appartien loro di ragione: o voleasi tacerle con animo ch'elle nondimeno vi fossero intese, e rimaneva il medesimo seminario di liti : cioè, a chi, e fin a qual segno appartenesse di ragione il far che avessero effetto le constituzioni del concilio. O era parer di que' vescovi l'escludere non pure il suono, ma il senso di tali parole, sì che ciascuno indistintamente fosse a pieno esecutor di que'decreti: e chi non discerneva qual confusione, e qual disturbo sarebbe risultato da ciò nella Chiesa contra l'ordinazione di tutti i canoni, e contra la volontà di tutti i concilii?

Si come niun bene in terra è sincero da qualche danno, così niun male è privo di qualche pro. Le maggiori sciagure rendettero quella volta più leggiero, e più breve il contrasto intorno alla sospensione, che a tempo di Paolo non era stato intorno alla traslazione. L'altra volta nocque il bene, cioè il cessamento della maligna influenza: il qual fe continuar la dimora in Trento a'vescovi riluttanti, diè loro

ardire d'impugnar sempremai come simulata la cagione dell' altrui antecedente partenza, e colore a Cesare di figgere se ed essi nel sostenimento d'un tal creduto diritto. Per opposto nel caso presente giovò il male però che crescendo i pericoli, alla protestazione sopravvenne contrario il fatto, quando gli autori di essa poco stante provvidero a lor salvezza con la partita. Nè potè meritar accusa di timidità quello stuolo di togati se ritirossi dal rischio, quando lo stesso Carlo V, che fin a quel giorno a' più formidabili nemici dell'universo non avea fatto veder di se altro che'l petto, fu necessitato di mostrare a'suoi sudditi ribelli le spalle per non corromper l'antica sua fortezza in temerità, e rimaner loro prigione con ruina dell'imperio, e del cristianesimo. Imperò che, superatosi da' protestanti il passo forte della Chiusa, uscì egli d'Ispruch repentinamente nel maggior buio della notte (1) poco sano in lettica, e seguito dalla maggior parte della sua comitiva a piedi per

(1) Vedi il Paruta nell' ultimo libro della prima parte, e più ampiamente l'Adriano nel libro 9.

« IndietroContinua »