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della natura, e della disposizione paterna posposta ad una trasversale in remoto grado. Si che mentre Maria assente di Londra stava tra se incerta di doverne o fuggire ramminga in Francia, o ascendere al trono dell'Inghilterra, fu esaltata dal favor popolare; dichiarato il duca di Suffolc traditore, ed imprigionato quel di Nortumbria con la misera nuora Giovanna. Egli tosto condannato a morire come ribello, abiuro gli errori della religione, e sul patibolo confortò i circustanti al culto della fede cattolica, e al discacciamento dell'eresia, e de' suoi predicatori, come semenza di tutti i publici mali. A Giovanna il sesso, e 'l parentado impetrarono per quell'ora misericordia dal mansueto cuor di Maria. Ma non molto andò, che suscitandosi nuovi tumulti, e scoprendosi macchine a suo innalzamento, convenne che coll'estremo supplicio stabilisse la tranquillità del reame: essendo ben in balia del principe come di publico vendicatore il perdonare a un suddito delinquente, ma non come di publico medico il non ricidere un membro pestilen

Non tardò la nuova reina a manifestar l'inclinazione verso il ristoro della religion cattolica, rifiutando il titolo di capo della chiesa inglese, e riponendo i riti romani, benchè a poco a poco, e soavemente, com'è in acconcio alla profittevol cura dell' infezioni popolari. E specialmente fu dichiarato per nullo il matrimonio d'Arrigo con la Bolena, secondo che richiedeva l'onor di Maria e della madre, a fin di riconoscere in questa la vera dignità di moglie, e in quella di figliuola legittima per verità, e non per finzione e benignità de' canoni fondata nella buona fede de' genitori: il che insieme risultava ad onor della Chiesa, e delle pontificali sentenze. Ma prima che tali cose avvenissero, pensossi dal canto della sede apostolica di secondare l'opportunità del tempo con l'applicazion dell'industria. Soggiornava (1) in que' mesi il cardinal Polo a Maguzzano, luogo sa

(1) Tutto sta in un registro di lettere scritte, e ricevute dal cardinal Polo da' 7 d'agosto 1553 fin al 1 di novembre 1554, il quale si conserva nell' ar chivio del s. Ufficio di Roma, ed è stato comunicato all'autore dal cardinal Francesco Albizi.

lubre sopra il lago di Garda o per cura della sanità, o per amore studioso della solitudine, o per sottrarsi alla corte dopo essere stato quivi lungo suggetto d'esaltazione, e di depressione fra gli ondeggiamenti del conclave. Or intesa quivi l'assunzion della nuova reina, tosto gli si accese speranza di quello di cui sempre ardevagli il desiderio; ciò era di veder convertita la sua Inghilterra. E a questo fine mandò al pontefice (1) Vincenzo Parpaglia cavalier piemontese abate di san Solutore, o, come volgarmente diceasi, Saluto, suo famigliare, con lettere, e con ambasciate che l'infiammassero ad abbracciar quell'impresa. Considerava la verisimile riuscita, così secondo le ragioni presentate dal discorso, come secondo gli effetti provati nell'esperienza. Le prime fondavansi nella congiunzione che avevano insieme il diritto di Maria al regno, e l'autorità del papa. I secondi vedevansi nella costanza da lei usata col mantenersi cattolica in tempo che questa religione era tanto perseguitata, che infino a titolo d'un tal misfatto eransi carcerati alcuni

(1) A'6 d'agosto.

suoi servidori. In opposito ponderava, ch'ella avea consentito alla scisma. Ma esserne scusabile, però che niun Inglese aveva osato di contraddirvi dopo il dicapitamento di Tommaso Moro, e del cardinal Fischerio. Conchiudeva, la maggior difficultà doversi scontrare negli usurpatori de' beni ecclesiastici, i quali dalla conversione del regno temerebbono la sovversione della loro fortuna: ma con tali esser buon senno l'usare ogni condiscensione, mettendo a meglio perdere il temporale, che insieme e'l temporale, e lo spirituale. Parer opportuno, che'l pontefice cominciasse le diligenze co' due Legati suoi di Fiandra e di Francia, affinchè procacciassero favorevoli uffici di que' due principi, e mandassero alla reina privati messi, i quali doveasi sperare, che non sarebbono rifiutati da lei, come già da' passati governatori. Ed ultimamente offeriva la sua persona, per quanto il pontefice giudicasse profittevole d'adoperarla, dopo aver più di chiaro, e più di sicuro.

Ma Giulio non era stato bisognoso di tanti stimoli. Appena udita la morte di Eduardo, e'l contrasto de' baroni, prima

che gli arrivasse la lettera del cardinale, con approvazione del concistoro avea scritto un Breve (1) ad esso, richiedendo dalla sua prudenza que'consigli che stimasse giovevoli per dar aiuto all'anime di quel regno in tal movimento. Ed intesa dipoi tosto la successione di Maria, avea dichiarato lui, a comun parere altresi del concistoro, per Legato nell'Inghilterra (2), come quello che con la stima del real sangue, e con la riputazione della virtù esemplare, credevasi poter dare acconcio riparo agli spirituali disordini della patria. Ed avevagli scritto sopra ciò un altro Breve segnato il medesimo giorno appunto (3) nel quale il Polo scrisse al papa le mentovate lettere su quell'affare. Onde il messaggio che dal Polo erasi inviato al papa, scontrato verso Bologna quello che'l pontefice invió al Polo, ritornò indietro. Ricevuto il Breve, mandò (4) nuovamente il Polo l'abate di san

(1) A'2 d'agosto 1553.

(2) A'5 d'agosto 1553, come negli Atti Concistoriali.

(3) A' 6 d'agosto 1553.
(4) Agli 11 d'agosto.

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