Istoria del concilio di Trento: con aggiunte inedite e note tratte da varii Autori, Volume 7 |
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Pagina 23
Che 'l papa assicurasse il re di non lasciar venire quella città in poter di Cesare.
E che'l rendesse parimente sicuro di non esser congiunto a Cesare nell'altre
controversie con esso re. Intorno alla prima, insisteva il pontefice nelle passate ...
Che 'l papa assicurasse il re di non lasciar venire quella città in poter di Cesare.
E che'l rendesse parimente sicuro di non esser congiunto a Cesare nell'altre
controversie con esso re. Intorno alla prima, insisteva il pontefice nelle passate ...
Pagina 62
avvenne, che ne rimanesse incaricata la fama del fratello, e che 'l pontefice
Paolo IV per questa fra l'altre cagioni sempre ricusasse di conoscerlo e di
confermarlo per imperadore. Ma chi sapeva l'infinita riverenza di Ferdinando
verso Carlo, ...
avvenne, che ne rimanesse incaricata la fama del fratello, e che 'l pontefice
Paolo IV per questa fra l'altre cagioni sempre ricusasse di conoscerlo e di
confermarlo per imperadore. Ma chi sapeva l'infinita riverenza di Ferdinando
verso Carlo, ...
Pagina 183
meglio informati negano che'l Caraffa in quella stagione possedesse tanto d'
autorità col zio, e di signoria co ministri, che tenesse il pennello in mano per
dipigner a suo talento la scena agli occhi del papa. Onde il più simile al vero è,
che ...
meglio informati negano che'l Caraffa in quella stagione possedesse tanto d'
autorità col zio, e di signoria co ministri, che tenesse il pennello in mano per
dipigner a suo talento la scena agli occhi del papa. Onde il più simile al vero è,
che ...
Pagina 191
meglio informati negano che'l Caraffa in quella stagione possedesse tanto d'
autorità col zio, e di signoria co ministri, che tenesse il pennello in mano per
dipigner a suo talento la scena agli occhi del papa. Onde il più simile al vero è,
che ...
meglio informati negano che'l Caraffa in quella stagione possedesse tanto d'
autorità col zio, e di signoria co ministri, che tenesse il pennello in mano per
dipigner a suo talento la scena agli occhi del papa. Onde il più simile al vero è,
che ...
Pagina 242
Il dì vegnente gli fu risposto, che l'altre proposizioni non erano disperabili: ma
che l'assolvere Marcantonio, ed Ascanio sudditi del papa, e condannati per altri
falli di sommo peso, e nulla appartenenti al re, pareva condizione sì dura che
niuno ...
Il dì vegnente gli fu risposto, che l'altre proposizioni non erano disperabili: ma
che l'assolvere Marcantonio, ed Ascanio sudditi del papa, e condannati per altri
falli di sommo peso, e nulla appartenenti al re, pareva condizione sì dura che
niuno ...
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Sommario
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Parole e frasi comuni
allora ambasciadori amendue appresso Arrigo Ascanio Atti Concistoriali avea Brusselles Caraffa cardinal Carrafa cardinal Dandino cardinal di Loreno cardinal Farnese cardinal Polo Carlo cattolici Cesare ch'egli ch'era che'l Chiesa commessioni concilio concistoro conclave consiglio conveniva d'aprile d'ottobre Delfino Diario del maestro Dilinga dinal dipoi duca d'Alba duca di Firenze duca di Guisa duca Ottavio ecclesiastici erasi eretici essendo eziandio febraio Ferdinando Fiandra figliuolo Filippo Francesi Francia giorno Giulio gran guerra instruzione intorno l'imperadore Legato legazione Lettera del cardinal lettere maestà maggior mandato Marcantonio Marcantonio Colonna medesimo mente messione ministri mostrò negozio nipote niuna nunzio nuovo obligazione pace Pacecco Paolo papa Passavia Piero Strozzi pontefice poteva principi Prospero Santacroce protestanti publica quivi ragioni reame regno reina religione riputazione s'era Santa Fiora santità scritture de'signori Borghesi sedia apostolica signori Spagna Spagnuoli tefice tosto trattato Trento ufficii verun vescovo vicerè Vinezia zelo zione
Brani popolari
Pagina 133 - Nobili la tenerezza degli anni, aggiungendo ammirazione alla santità, parve aggiungere e non tórre decoro alla dignità. Ma sopra tutti amò e sollevò uno fuor del suo sangue, non degno né prima né poi, che fu il cardinal Innocenzo del Monte. S'astenne d'alienare ne...
Pagina 134 - Molto più si mantenne intatto dal legarsi a' potentati per grandezza de' parenti. Solo dal duca di Firenze, signore del Monte san Savino sua patria, accettò l'investitura di esso in persona del fratello, non sapendo rattemperarsi dal diletto di vedere i suoi dominar fra quelli con cui s'erano allevati eguali. Un simile allettamento per avventura il trasse l'ultim'anno a stabilir matrimonio tra Fabiano...
Pagina 132 - Aperto per natura, ma col'erto quant' egli voleva per arte. Prono alle ricreazioni, ma di pari anche al negozio. Le istruzioni date a' ministri nel suo pontificato, che sono la maggior parte dettate da lui, come per poco tutte* le lettere di grave affare, mostrano sottile ingegno e fina prudenza di Stato, né minor zelo del ben pubblico e della religione; ma vi si scorgono alcune forme di più efficacia che maestà, le quali fanno arguir mancamento d'una perfetta gravità e moderazione.
Pagina 132 - Fu tenero nell'amare, presto all'adirarsi, ma non meno al placarsi. Aperto per natura, ma coperto quant' egli voleva per arte. Prono alle ricreazioni, ma di pari anche al negozio. Le istruzioni date a...
Pagina 135 - ... altrui renduto più amabile, nella maggioranza di principe il rendettero men venerabile ; senza la qual prerogativa il principe, non essendo riputato buono in sua condizione, né ancora suoi essere amato. Contuttociò l...
Pagina 297 - Essersi bensì con l'intervenimento di essa eletto già Ferdinando a re de' Romani; ma una tal qualità non farlo legittimo successore se non quando la sedia imperiale vachi per morte: in ogni altra sorte di vacazione richiedersi nuovo approvamento del Papa al valore così della stessa vacazione, come della susseguente elezione.
Pagina 335 - ... popolari, la quale se non fa tosto non fa nulla, gl'infiammarono alla splendida pazzia di mostrarsi veri Romani con generoso ardimento. Ónde non vacata ancor la sede corsero impetuosamente alle carceri dell'inquisizione, le quali erano allora presso alla picciola ripa del Tevere, e, ferito un religioso domenicano che vi presedeva per commessario, spezzaron le porte, liberarono i prigioni sotto colore che vi stessero per altre cause, fatti prima giurar tutti d'esser buoni cattolici, ed arsero...
Pagina 133 - ... dettate da lui, come per poco tutte* le lettere di grave affare, mostrano sottile ingegno e fina prudenza di Stato, né minor zelo del ben pubblico e della religione ; ma vi si scorgono alcune forme di più efficacia che maestà, le quali dinotano mancamento d' una perfetta gravita e moderazione. Ebbe animo benefico, ma talora senza scelta; non lasciando egli già irremunerati i più degni, ma beneficando con essi ancora i men degni. Portò grand...
Pagina 132 - Laterano e vi orò1 solennemente. Fu arcivescovo di Manfredonia, due volte governator di Roma ed anche uditor della Camera. Nel tempo del Sacco, essendo consegnato per un degli ostaggi a' vincitori, videsi in grave rischio d'ignominiosa morte fra la barbara loro ingordigia.
Pagina 138 - Marcelle fu assunto, affidati dalla propinquità e quasi identità della patria, supplicarono a lui di soccorso. Ma egli, intendendo che se voleva operare come cittadino del suo paese non poteva farsi riconoscere come padre della cristianità, gli confortò a ubbidire al tempo ea procurarsi le men dure condizioni da' vincitori. Sì che, stabilitosi immantenente l'accordo, uscì di Siena il signor di Monluc, e v'entrarono gl'imperiali co