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HARVARD COLLEGE LIBRARY

THE GIFT OF

ARCHIBALD CARY COOLIDGE

Dec. 15,1925

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L'Arcadia comincia un nuovo anno di vita. Alcune circostanze ci obbligarono a chiudere la pubblicazione del novantacinque con un solo fascicolo di maggior mole, ma che certo non poteva rappresentare tutti i numeri dell'anno. Per non turbare l'ordine della edizione cominciamo quest'anno, accennandolo con doppia data, ma colla stessa quantità di materia. Abbiamo pregato la Direzione a fornirci, per quanto è possibile, o le conferenze intere, ovvero un sunto di esse, perchè il grande concorso alle lezioni serali d'Arcadia fa che ci siano molte domande per avere sott'occhio i discorsi pronunziati. Ci affidiamo che cresca il numero dei lettori, e a sperar ciò mi incoraggia la richiesta continua delle collezioni degli anni decorsi, pressochè esaurite. In quanto a me, farò quanto posso perchè il Periodico, sia per la puntualità della pubblicazione, sia per l'esattezza del lavoro riesca sempre più gradito.

PIETRO CRISTIANO, Editore-Proprietario.

Pel secondo centenario del Segneri

Emo Principe, Rmi e Illmi Signori,

(1)

A chi col pensiero percorre il vasto e amenissimo campo dell' italica letteratura suole accadere quello che interviene a chi passeggia coll'occhio pe' sereni e stellati campi del cielo. Questi vede nella svariata moltitudine degli astri gli uni sfavillare di luce propria e perenne come le stelle, altri splendere sotto l'occhio fiammeggiante del sole, de' suoi raggi vestiti, e sono i pianeti e i satelliti, ed altri finalmente sfolgorare un istante, e poi sparire nelle profondità sconfinate dello spazio, come il bolide, il quale talora solcando la nostra atmosfera, s'infiamma, scoppia e va in dileguo. Non altrimenti nel cielo delle lettere avvi stelle. che brillano di luce propria e perenne, e sono i classici; avvi pianeti e satelliti che splendono della luce altrui loro più o meno vivamente riverberata, e sono i letterati imitatori dei classici, ed avvi altresì asteroidi e bolidi, i quali dopo un momentaneo sfolgoreggiare dileguansi tra le tenebre di un eterno oblio, e sono tutti coloro, i quali secondando l'andazzo dei tempi e blandendo le umane passioni, ebbero al loro tempo fama di letterati, ma poi giacquero e giaceranno per sempre dalla posterità negletti. Scarseggiano in ogni tempo i primi, sono più numerosi i secondi, spesseggiano, oltre ogni credere, i terzi; i quali col fatuo splendore di una letteratura più apparente che solida, più fantastica che ragionata, più acconcia ad infiammare le passioni che ad invaghire gli animi del bello. intellettuale e morale, abbagliano il volgo, che allucinare si lascia dalle apparenze, e trascinansi dietro le menti leggere e le anime depravate. E perchè la morale corruzione è oggi per opera di un'empia e satanica congrega eretta

(1) Prolusione recitata nell'Arcadia il dì 13 novembre 1895.

in sistema, non è a dire il gran rumore che questa fa intorno a cotesti corruttori della morale e insieme dell'italica letteratura, levandoli alle stelle, magnificandone le opere e divulgandole per tutta l'Italia. Ma se cotesto anfanare della setta in coronar d'immeritata aureola coloro, che ne assecondano le perverse mire, può trarre in inganno il volgo, non può egualmente illudere gli assennati e prudenti; i quali nè si lasciano abbacinare da cotesti fatui splendori, nè stordire dalla rimbombante nomea, che sol rintrona i capi scarichi, ma con animo scevro da pregiudizii e da passioni cimentano nel crogiuolo di una sana critica le opere loro; e ove le trovino di bassa lega e scadenti, pronunziano un verdetto sfavorevole, che la posterità poscia sanziona. E così sbolliti i primi entusiasmi e rettificati i giudizii del pubblico, avviene che coteste celebrità di un giorno veggansi avvolte dalle tenebre e dal silenzio dell'oblio prima ancora di scendere nella tomba. Il loro nome non passa alla posterità, e le loro opere giacciono nella polvere delle biblioteche, pasto gradito ai tarli; e se taluno ne le trae fuora, non è di certo per averne un modello da imitare, ma un zimbello da trastullarvisi intorno, e sbattere, come si suol dire, la mattana.

Non adoperiam noi di questa guisa con certi oratori e poeti del seicento, de' quali abbiamo si bel sollazzo per la bizzarria delle metafore, dei confronti, dei paradossi, che pure andavano cotanto a senno ai loro contemporanei ? All'istesso modo rideranno i posteri di certe opere moderne più sbrigliate ancora, e certo, meno ingegnose di quelle.

All'incontro una verace e non apparente celebrità letteraria, fondata sul merito e non sul favore, acquistata a prezzo di sudori e non vilmente mercanteggiata, avuta in pregio dagli intelligenti e non soltanto dal volgo, è come stella fissa che non perde giammai il suo natio splendore; e se tal fiata viene ecclissata dalle passeggere nubi che sul morale e civile orizzonte accumulano le tempeste sociali, dissipato il nembo, tornano a rifulgere di luce ancor più chiara e serena. Le opere loro travalicano i secoli, corrono per le mani di tutti; e se vengono in un momento di aber

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