Poesie

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Pagina 112 - ... nchiude, a poco a poco al mio veder si stinse; per che tornar con li occhi a Beatrice nulla vedere ed amor mi costrinse. Se quanto infìno a qui di lei si dice fosse conchiuso tutto in una loda, poco sarebbe a fornir questa vice. La bellezza ch'io vidi si trasmoda non pur di là da noi, ma certo io credo che solo il suo fattor tutta la goda.
Pagina 114 - O degli altri poeti onore e lume, Vagliami il lungo studio e il grande amore, Che m' han fatto * cercar lo tuo volume.
Pagina 23 - E poi vedete un po' : qua son turchino, là rosso e bianco, e quassù giallo e nero; insomma a toppe come un arlecchino: se volete rimettermi davvero, fatemi con prudenza e con amore, tutto d'un pezzo e tutto d'un colore.
Pagina 71 - Torta in corona. O latin seme; a chi stai genuflesso? Quei che ti schiaccia è di color l'erede; È la catena che ti suona al piede Del ferro istesso. Or via, poiché accorreste in tanta schiera, Piombate addosso al mercenario sgherro; Sugli occhi all'oppressor baleni un ferro D'altra miniera; Della miniera che vi die le spade Quando nell'ira mieteste a Legnano Barbare torme, come falce al piano Campo di biade.
Pagina 9 - Un po' duro, un po' tirato, Un po' ciuco, ma del resto Ama i sudditi e lo Stato, E protegge i bell' ingegni De
Pagina 71 - È la catena che ti suona al piede » Del ferro istesso. » Or via, poiché accorreste in tanta schiera, » Piombate addosso al mercenario sgherro : > Sugli occhi all'oppressor baleni un ferro » D'altra miniera; » Della miniera che vi die le spade » Quando nell' ira mieteste a Legnano > Barbare torme, come falce al piano
Pagina 155 - Ciurma sdraiata in vii prosopopea. Che il suo beato non far nulla ostenta, Gabba il salario e vanta la livrea, Sempre sfamata e sempre malcontenta. Dicasterica peste arciplebea Che ci rode , ci guasta , ci tormenta E ci dà della polvere negli occhi , Grazie a
Pagina 68 - Savoiardo di rimorsi giallo, Quei che purgò di gloria un breve fallo Al Trocadero. O Carbonari, è il Duca vostro, è desso Che al palco e al duro carcere v'ha tratti; Ei regalmente del ventuno i patti Mantiene adesso. Colla clamide il suoi dietro gli spazza II Lazzarone paladino infermo: Non volge l' anno, in lui sentì Palermo La vecchia razza.
Pagina 104 - Tocca a loro la vita E a noi la sepoltura. E poi, se lo domandi, Assai siamo campati; Gino, eravamo grandi, E là non eran nati. O mura cittadine, Sepolcri maestosi, Fin le vostre ruine Sono un'apoteosi.
Pagina 109 - Cascato da Dio : Oh comodo, oh bello Un Re Travicello ! Calò nel suo regno Con molto fracasso ; Le teste di legno Fan sempre del chiasso : Ma subito tacque, E al sommo del1' acque Rimase un corbello II Re Travicello. Da tutto il pantano Veduto quel coso, « È questo il Sovrano Cosi rumoroso ? (S...

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