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care, ampio nel distendersi : i quali pregi tra gli splendori del sangue e della fortuna, e con gl'incanti della grazia, e della gentilezza acquistano al posseditore riputazione ed ammirazione di sublime dottrina, in parte dalla mediocrità degli uomini, in parte dalla benivolenza, in parte dall'adulazione. Ma, per quanto dicevano, chi sapeva e voleva misurarne la vera altezza, trovando poco di spazio tra la superficie el fondo, s'accorgeva, che la dilicata educazione di principe, e l'occupata condizione di favorito non gli aveano permessa quella assiduità d'esercizio e di studio, senza la quale nelle scienze si può ben far da maestro, ma non mai essere maestro. „Diabrense meno Phugolo a

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Empiendo forse due ore il suo dire, consegui quella gran gloria in questo genere di bene, la qual é il parer minore, cioè men lungo, ch'egli non fu. Ragionó con maesta, con eloquenza, con erudizione. S'introdusse con tal concetto. Nulla (1) essersi potuto da' padri esaminare più convenevolmente alla religion cristiana, che (1) Tutto sta negli Atti del Paleotto, e di Ca

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il sacramento dell'Ordine. Che indarno sarebbonsi affaticati nel far decreti sopra le cose sacre, ove rimanesse in dubbio, chi fosse il ministro legittimo de' sacramenti. Doversi guardare in primo luogo, che il rubatore o il ladrone non entrasse nell'ovile di Cristo: per la qual ragione si vedevano allora tanti disturbi nella Chiesa. Che ben sarebbe stato il precipuo suo voto, che mentre si trattava dell'Ordine, nulla inordinatamente si commettesse. Venendo a' capi della dottrina : nel primo non approvò che si dicesse: in ogni legge essere stati congiunti i sacerdoti co' sacrificii: non avendo ciò piena certezza; quando nella legge della natura tutti i primogeniti eran sacerdoti, qual fu Esaù, secondo che si ha nell'epistola di san Paolo agli Ebrei, dov'egli si legge accusato che vendesse la primogenitura: il che non sarebbe stata azione profana, s'ella non avesse inchiuso il diritto del sacerdozio : e pure non tutti i primogeniti allora sacrificavano. Osservò parimente (e l'aveva osservata ancora Antonio Agostino) la parola che quivi usavasi, Servatore, stimandola più elegante, e meno significante

del dovuto, nè adoperata da' padri antichi in sentimento di Salvatore (1): essere la Chiesa una matrona pudica, la qual rifiuta le affettate mondizie, quasi adornáture di meretrici. Parvegli oltre a ciò, che nel capo terzo ragionandosi delle cose necessarie al sacramento dell' Ordine, non si dovesse nominar materia e forma: non perch'elle non vi sieno, ma perchè la materia di questo sacramento non si può di leggieri determinare. Desiderò dall'altra banda, che si menzionasse l'imposizione delle mani, come tante volte menzionata nel vecchio testamento, e più spesso nel nuovo. Nelle quali cose tutte fu accettato il suo giudicio: benchè nell'ultima, per non far decisione, che la imposizion delle mani sia essenziale, si scelser vocaboli più generali, cioè di voci, e di segni, come di parti componenti necessarie all' ordinazione sacramentale; ma non però lasciando in silenzio l'imposizion delle mani, anzi recandosi nel decreto le parole di Paolo a

(1) Intorno alla differenza del significato tra Salvatore e Servatore, si può vedere Paolo Manuzio sopra la quarta Verrina, e Giulio Negroni nei suoi Ascetici nella terza parte sopra il titolo.

Timoteo (1): t'ammonisco, che tu risusciti la grazia di Dio, ch'è in te per l'imposizion delle mani

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Giunto alla principal quistione, con opportunità di ciò che avevasi nel quinto capo della dottrina, disse: piacere a lui che la cosa fosse apertamente spiegata per torre ogni ambiguità sì a'cattolici, come agli eretici, intorno al senso del concilio. Non approvar egli già quella particella : per diritto divino però ch' ella sarebbe cagione di molti contrasti nella Chiesa, Non soggiaceré a controversia, che nei vescovi la podestà dell' Ordine sia immediatamente da Dio: avendosi nella Scrittura quando si fe l'ordinazione, ricevete lo Spirito santo, il quale non può essere dato se non da Dio. Ma con questo anche la podestà della giurisdizione essere in tutta la Chiesa da Dio: imperò che la Chiesa non ha balia di fare, ch'ella non sia retta dal papa e da' vescovi, nè di ri dursi a governo di ottimati o di popolo ; ma è obligata di vivere in reggimento di monarchia con un pontefice universale, e

(1) Nella seconda a Timoteo al primo capo.

con vescovi particolari. E questo avere origine immediata da Dio. Più avanti, in qualunque vescovo quella parte di giurisdizione ch'è soprannaturale, originarsi da Dio senza mezzo, non potendo il soprannaturale cagionarsi dagli uomini e tal essere la giurisdizione d'assolvere dai peccati. Non per tutto ciò agguagliarsi la podestà de' vescovi a quella del papa: nulla doversi difender sì fermamente in quel tempo come l'unità e'l primato della sede apostolica: mentre vedevansi congiurate tutte le schiere degli avversarii ad abbattimento di questa rocca. Molte esser le sette loro, luterani, calvinisti, zuvingliani, anabattisti, ed altre: ma tutte convenir nell'intento d'atterrar quella cima: e ciò significarsi dalla parabola evangelica di quel forte armato, il qual custodisce da' nemici l'antiporto del suo palazzo. Non perchè la giurisdizione de' vescovi sia immediatamente da Dio nella Chiesa, scemar punto l'autorità del pontefice, come osservava in un suo libro il cardinal Polo: imperò che solo al pontefice è dato l'esercitarla in qualunque altra persona: e ciò con chiamare, con assumere, con deporre,

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