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di (1) Sans a Nicolò Pelvè già sopra da noi menzionato. La risegna fatta dal cardinal di Guisa in suo pro di quella metropoli, non erasi ammessa in Roma fino a quel giorno: sì che rimaneva il Pelvè nella pristina condizione di vescovo d' Amiens. L'ostacolo (2) s'era a lui cagionato da imputazioni d'eresia dategli nell' inquisizione di Roma: el cardinale Alessandrino rettore di quel tribunale, uomo severo e scrupoloso, avea contraddetta ed impedita questa sua promozione. Ma apportava egli amplissime testimonianze dell'università di Parigi, e de' publici magistrati per la sua probità e innocenza. E sapevasi che avea mantenuto sempre illeso il suo gregge, benchè circondato da genti infette: ch'erasi affaticato assai nella Scozia à ben della religione: e per difesa di essa i suoi, molto nobili e principali, avevano gravemente patito in Francia: ove stava in alta riputazione, tenendo luogo nel pri

L'

(1). A' 15 di dicembre, come in una scritta ai Legati quel dì in tal materia dal cardinal Borromeo. (2) Tutto sta in una de' Legati ed in altra del Gualtiero al cardinal Borromeo de' 19, e 23 di novembre 1562.

vato consiglio regio. Tal che dai Legati erasi scritto al cardinal Borromeo in sua raccomandazione: aggiugnendo, che per esser egli dilettissimo e pregiatissimo dal cardinale di Loreno, la grazia fatta all'uno, sarebbe stata di gran valore si ora all'acquisto dell'altro, il quale avrebbela ricevuta come propria; si poi alla conser vazione d' un tale acquisto colla perpetua fomentazione de' buoni ufficii, i quali vi spenderebbe l'animo obligato dell'arcivescovo. Il papa certificato di queste cose anche per addietro dal Gualtieri (1) ch'era stato nunzio in quel regno, fino in quel tempo che mandò lui al concilio gli commise di promettere al cardinale, che lo avrebbe fatto di ciò contento. Ne aveva il Pelvè fra tanto mancato (2) a veruna parte per essere strumento della concordia. Quando poi delle promesse di Roma segui l'effetto, si vide quanto gradisse il cardinale quella dimostrazione del papa smaltata con le più onorevoli forme nella

(1) Appare da una risposta del cardinal Borro→ neo a' Legati de'28 di novembre 1562.

(2) Appare da molte lettere del Gualtiero in que' giorni.

lettera del cardinal Borromeo, dicendo lui tosto al Gualtieri (1) che volea confondere i maligni e sospettosi, e far sì, che chiunque si ponesse fra sua santità e lui, vi rimanesse di mezzo con sua iattura. Concorse anche a rappaciarlo, che avendo i Legati assai commendato (2) al papa il parere detto nell' adunanza dal cardinale intorno alla residenza, e come savio, e come dotto, e come gradito alla corona, nella risposta si fe ampia menzione di tutto ciò, con mostrarne il pontefice ed intera credenza, e piena soddisfazione: e fu scritto separatamente al cardinal di Mantova, che ove il riputasse opportuno (come avvenne) facesse veder quel capitolo al Lorenese. E non meno fu commesso ai Legati, che in acconcia maniera ammonissero il Caselio ed altri prelati di simil zele a non esasperare quel principe, e i vescovi di sua nazione. Onde con l'accrescimento del dolce, e col rimovimento

(1) Lettera già detta del Gualtiero al cardinal Borromeo de' 26 di dicembre 1562.

(2) Lettera del cardinal Borromeo comune ai Legati, ed altra particolare al Mantovano de' 19 di dicembre 1562.

del brusco gli si rendè tutta soave la bocca, fin che altra sopravvegnente vivanda non la guastasse. Aveva insieme il Gualtieri ammollito l'animo di Lansac verso la sua persona privata: il che assai montava a divenir mezzano idoneo nella causa publica: onde quegli scrisse un' efficace lettera alla reina (1) per farle discredere i mali ufficii contra lei, e contra la Francia, imputati al Gualtieri in Roma dopo il ritorno da quella nunziatura.

Or continuando il Gualtieri di pensare ogni via per procacciar la benivolenza de'Francesi, propose a' Legati, come le guerre di quel re con gli ugonotti erano in tal pericolo, che conveniva invocar in maniera particolare il divino aiuto : e che ciò massimamente s'apparteneva al concilio, il qual era una congregazion di tutta la Chiesa. Concorse poi all'instanza il cardinal di Loreno, significandone special bisogno, perchè s'aveva novella che gli eserciti stavano ad ora ad ora per venire a battaglia. Onde i Legati riputaron laudevole il contentarlo (2). E nella mattina

(1) A' 17 di dicembre 1562.

(2) Lettere de' Legati al cardinal Borromeo dei

de' vent'otto di dicembre, festa de'santi Innocenti, fecero sacrificare a questo fine solennemente da Egidio Epifanio vescovo di Nivers: e di poi celebrossi una publica processione da tutto il concilio, e da tutti gli ambasciadori. Indi su le ventidue ore comparve al cardinal di Loreno un corriere del duca di Savoia (1) con la copia d'una lettera scritta a quel principe dal re di Francia. Quivi si conteneva, che ai diciannove di dicembre eransi azzuffati gli eserciti quinci del re, e quindi degli ugonotti che il secondo avea sostenuta grave sconfitta con la prigionia del principe di Condè, che n'era il condottiere, in poter del duca di Guisa (2), al quale dovevasi interamente la gloria, e la prosperità del successo. Imperò che Anna di Memoransi gran contestabile, e supremo capitano delle genti regie, con una sua consueta disgrazia era stato ferito, e preso dagli

28 di dicembre 1562, e Atti di Castel S. Angelo nello stesso giorno, ove il tutto più copiosamente si

narra.

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(1) Diario e lettere del Gualtiero al cardinal Borromeo, e dell'arcivescovo di Zara al cardinal Cornaro a'28 di dicembre 1562.

(2) Vedi lo Spondano all'anno 1562 al num. 45.

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