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fuggir l'ambiguità, che spesso alimenta l'errore. Per altro, chiunque amministra un sacramento, esercitare in quell'atto la vece di Cristo.

Parimente dove nell' esempio formato dal cardinal di Loreno diffinivasi, ché Cristo abbia instituiti i vescovi, in cambio di vescovi, essersi posto l'Ordine, o il grado episcopale, per non condannar parecchi dottori benemeriti della Chiesa cattolica, i quali tengono, che Cristo instituisse vescovo immediatamente sol Pietro, e gli altri mediante lui, o coll' autorità di lui. Si che meglio erasi giudicato l'elegger parole che salvassero amendue le sentenze : maggiormente a fine di non aprir l' uscio a quei sinistri corollari: che al pontefice sia negato il ristrignere a' vescovi l'autorità o nella riservazione de' casi, o nel resto.

Più avanti: non esser piaciuta quell'altra particella divisata dal Lorenese: i vescovi essere stati posti dallo Spirito santo a regger la Chiesa di Dio. Vedersi ciò veramente profferito da s. Paolo negli Atti apostolici: ma ivi ragionarsi della Chiesa particolare Efesina, e non della universa

le, come qui sarebbe paruto importare. Senza che, il nome di vescovi quivi non prendersi nel più stretto significato, ma largamente per tutti i vecchi della Chiesa preposti per soprantendere ad essa, come si coglieva dalla intera tessitura. Ed in breve, così nella mutazione di tali particelle, come nell'aggiunta di ciò che valeva a stabilire la preminenza del romano pontefice, esser paruto a que' teologi, che si dovesse proceder con molta chiarezza: quando scorgevasi che tutte le recenti eresie eran linee, le quali correvano per vario sentiero a questo centro, di levare il capo alla Chiesa. Ed esser manifesto, che, tolto il capo, tutte le membra si muoiono.

Un'altra lettera (1) unitamente scrisse il pontefice al cardinal di Loreno: in cui si congratulava della vittoria conseguita da' cattolici in Francia per valore del duca di Guisa suo fratello: e gli significava il proponimento d' andare a Bologna: sopra che avea ricevuti i suoi conforti, e non ancora gli opposti consigli del Mantovano. Ma per effetto alcuni grandi, sì come han

(1) Appare dalla già detta lettera segreta scritta a' Legati.

no qualche somiglianza con Dio nell'esser motori supremi dell'altre cose, ve l'hanno altresì nell'essere immobili. Su quel tempo, cioè a' diece di gennaio, cede alla natura Lodovico Teodoli da Forli vescovo di Bertinoro, a cui da' colleghi (1) dieronsi copiose lodi per la probità, e per la dottrina onde aveva aiutati i compagni vivendo, e per la pietà onde gli aveva edificati in morendo. Ma verificandosi come nell'ordine naturale così nel politico, che la corruzion dell'uno è generazion dell' altro ; questa morte porse opportunità a' Legati di raccomandare al papa due vescovi del concilio (2) assai meritevoli. Il primo fu Egidio Falcetta da Cingoli, la cui opera il cardinal Borromeo avea già destinata in pro della sua diocesi di Milano, e la cui chiesa (3) di Caurli era scarsissima d'entrate, e non meno di tutte l'altre qualità per cui divien tollerabile una stanza

(1) Lettera del Foscarario al cardinal Morone de' 10 di gennaio, e dell'arcivescovo di Zara al cardinal Cornaro nel dì 11 di gennaio 1.563.

(2) Lettera de' Legati al cardinal Borromeo degli 11 di gennaio 1563.

(3) Appare da una del Visconti al cardinal Borromeo a' 2 di febraio 1563.

perpetua: il secondo fra Giulio Soperchi da Mantova carmelitano, al quale il mendico vescovado d'Acci niente altro rendeva di vescovo, che l'obligazione di trattarsi da vescovo, onde avrebbe ricevuto per prosperità ciò che il Falcetta desiderava di lasciare come miseria: vantaggiandosi in ciò lo stato meschino sopra il dovizioso di beni, che all'uno è agevole una grande allegrezza, all'altro per poco impossibile. In amendue le parti fu esaudita la preghiera.

Ma non egual soddisfazione ricevettero i Legati da Roma intorno a' publici affari. È inestimabile quanto giugnesse loro molesta la ricordata risposta del cardinal Borromeo. La fecer sentire essi tosto al Lorenese insieme con le osservazioni onde era accompagnata, sopra la forma de'canoni, e de' decreti: il quale se ne mostrò tutto alieno. Perchè tanto più essi infiammaronsi e dal dispiacere del nuovo intoppo, e dall' autorità dell' altrui giudicio a riprovarle, scrivendo a Roma con forme agre, e poco meno che dispettose. In prima si rammaricavano di non aver saputo con tanti loro e scritti e messi rappresen

tar bene al papa ed a' suoi consiglieri lo stato di quel concilio, e quanto sarebbe pericoloso ogni altro partito, che il finirlo con pace: a che parevano contrariar quei mandati di venire ad alcuni fatti, non ostante qualunque contraddizione di chi che fosse: e insieme di quanta difficultà ed arte esser dovesse opera questo pacifico fine, e per conseguente quanto avessero sproporzione alle circustanze i comandamenti limitati, e precisi, come se il volere

potere fosse una cosa. Rendersi a' Legati di durissimo impedimento la ferma 'unione di coloro i quali non erano riputati star dalla parte del papa, ma non meno la ferma discordia di coloro che professavansi suoi parziali: la qual nasceva dal volere ciascun di loro essere ostentatore della maggiore affezione verso la sedia apostolica, e 'l papa. Dicevano appresso, che le considerazioni mandate loro da Roma non erano a' padri ed a' teologi Tridentini parute di pregio eguale al tempo spesovi dagli autori, nè all' altrui espettazione, anzi pienamente già sovvenute a quei del concilio; e però tali, che per cagione di esse e di altre assai di non minor

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