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gionamenti avrebbon trattato col già detto cardinale, gli ambasciadori rendettero una inopinata risposta, che non aveano che far con esso, nè da ubbidire a lui; ma solo da mandare ad effetto le commessioni del re come venivano loro imposte. Il che unito a' preceduti successi fece sentire ai presidenti, che'l cardinale non possedea quell'autorità la qual essi avevano immaginata, ed egli s'erá attribuita. E appun to su que' (1) giorni dal signor dell'Isola erasi scritto alla reina con diffidenza del cardinale : mostrando che 'l Gualtieri aveva recati al pontefice segreti suoi avvertimenti, e larghe promessióni e che peró, là dove quel vescovo prima d'andare a Trento parlava pessimamente del cardinale, ora esaltavalo con molte lodi. A tanto duro partito stanno i ministri d'un princípe ne' trattati coll'altro. Se rompono con questo, operano contra'l finé, e son biasimati per impetuosi ed imprudenti : se con maniere amorevolibe temperate procurano la concordia, incorron la nota o di deboli, o d'infedeli. Epur gli uomini

(1) A'14 di gennaio 1563.

aspirano come a prosperità a queste malagevolezze, e a questi pericoli. O sia, che l'amor di se stesso promette a ciascuno senno, grazia, ventura : o sia che l'alterigia umana tollera per meno spiacente la condizione di travagliato, che di negletto.

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S'aggiunse al concilio in quel tempo un nuovo oratore, che non pure non arrecò verun disturbo, sì come i più solevano, ma riuscì spesso ad uopo per acquietare i disturbi recati dagli altri. Fu questi Marcantonio Bobba vescovo d'Agosta, che di poi ascese al cardinalato, venuto a nome (1) d'Emanuel Filiberto duca di Savoia, il quale, per non portar esca a'contrasti di luogo molesti al con vento, volle far elezione di personaggio ecclesiastico. Nel che imitollo poco appresso il duca di Firenze, come vedrassi. Il Bobba dunque, ricevuti i soliti onori, fu accolto nella congregazion generale il di ultimo di gennaio (2), Imperò che dal giorno decimottavo, nel quale diessi a'due

(1) Diario, e lettere del Foscarario al cardinal Morone de' 25 di gennaio 1563.

(2) Atti di Castello a' 31 di gennaio 1563.

cardinali la facultà d'assumere chi fosse di lor grado a tener consiglio intorno al decreto della residenza, fin a quel dì's'intérmisero (1) tali assemblee, per trovar prima qualche maniera d'accordo la qual vi si potesse proporre. Fecé l'ambasciadore la consueta orazione con sua gran laude (2) e fu deputato a rispondergli, in luogo del segretario infermo, Bartolomeo Serigo vescovo di Castellaneta.

-> D'un altro ambasciadore, che più avidamente v'era aspettato, arrivarono poco grate novelle. Tornò a' ventitre di gennaio (3) il Lancellotto mandato al conte di Luna: e riferi che questi, dopo le generali significazioni d'amore e di zelo, disse liberamente di non poter vénire, se ́o non era prima certo d'ottener luogo conforme all'onor suo, o dal re non ricevea special commessione in contrario. Ne për muo verlo era valuto ciò che il Lancellotto gli

(1) Il Diario a' 18 di gennaio 1563.

(2) Il Diario e gli Atti di Castello il dì ultimo di gennaio, e una del Foscarario al cardinal Morone del 1 di febraio 1563.

(3) Lettera de' Legati al cardinal Borromeo dei 23 di gennaio 1563.

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avea posto davanti: essersi scritto da se al pontefice, che dove trattavasi di giovare alla causa publica, non voleva che si stesse in questi punti di precedere, ed in queste vanità, com' egli le nominava. On de addimandato, qual luogo intendeva egli conforme all'onor suo, rispose, l'immediato sotto gli oratori cesarei,o fosse sotto il secolare, o sotto il primo ecclesiastico, perciò che il secondo ecclesiastie co non rappresentava Ferdinando come imperadore. I Legati, vogliosissimi di quello splendore al concilio, e di quella fortificazione al pontificato, che speravano dalla sua presenza, ricorsero al cardi nal di Loreno, affinchè, per desiderio del grand' aiuto che recherebbe all'impresa un rappresentatore del padrone di tanto mondo cattolico, ammollisse i Francesi al secondo partito, non essendo il primo accettevole. Ma egli affermò per non acceltevole ancora il secondo, riputandosi più degno sito quel degli oratori ecclesiastici, che quel de' laici. Aggiunse, che forse a consiglio di Lansac per chiudere ogni fessura a

a proposizione, erasi statuito

in Francia di surrogare allo stesso Lan

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