Immagini della pagina
PDF
ePub

1

[ocr errors]
[ocr errors]

sac cola richiamato, Giovanni Morvelier. vescovo d'Orliens menzionato di soprat giunto al concilio pochissimi giorni avan ti (1): e così dovervi intervenire oratori francesi dell' uno e dell'altro grado. Per tanto i Legatio ritentarono il partito (2) messo in conferenza altre volte, che lo spagnuolo sedesse loro di rimpetto, come era seduto il portoghese in tempo di Giulio, quando avea quistione coll' unghero. E benchè già fosse stato ciò dagli oratori francesi escluso, confidavansi nondimeno, che l'autorità del Lorenese, in cui era maggior zelo e minor passione, gli dovesse piegare. E di fatto al cardinal di Loreno parea, che mentre a'Francesi era serbato l'antico seggio, nulla dovesse caler loro d'un luogo fuori dell'ordine che fosse dato agli Spagnuoli. Ma gli ambasciadori facevano altro discorso: dicendo che l'unico loro intento era di custodire al re cristianissimo la dignità di primo dopo Pimperadore. Ciò non manifestarsi; ma rimanere in oscuro, qualunque altro gra

(1) Diario a' 17 di gennaio 1563.

(2) Due lettere de' Legati al cardinal Borromeo de' 28 di gennaio 1563. ›

do si desse all'oratore spagnuolo, che'l suo conveniente e immediato sotto i Francesi. Aver essi mandamento che se veruna cosa fosse attentata per metter l'affare in lite, dovessero quindi assentarsi, e farne assentare i prelati sotto pena di ribellione e di confiscazione. I Legati, sperando pur d'indurli a ciò col resistere, mostrarono di riputar questa per una inragionevole durezza, e di voler dare allo spagnuolo quella sedia. Di che i Francesi concepettero immenso sdegno e credendo che ciò fosse inteso non solo per le sessioni, ma per le congregazioni, nelle quali, per la disposizion del teatro, quel luogo incontro a’Legati sarebbe stato il più onorevole eziandio sopra il tenuto dagli oratori cesarei, s'avvisarono che i Legati aspirassero ad aver destro che'l concilio si disciogliesse. Ond'essi per contrario schifando che la dissoluzione avvenisse in modo per cui seguisse rottura fra'l re di Francia e quel di Spagna, del quale era l'altro si bisognoso, rivolsero il pensiero a macchinar opere onde i Legati fosser costretti a rompere con gli stessi Francesi. E già destinavano di man

T. X.

15

dare un corriere per avvisarne la corte regia. Ma i Legati, ammoniti di ciò a tempo dal cardinale, disingannarono mediante lui gli oratori: mostrando che avevano inteso delle sole sessioni, dove il situamento de❜luoghi faceva che il divisato per lo spagnuolo non avesse quella preminenza la quale vi si scorgeva nelle congregazioni che poi da queste sforzerebbonsi d'indurre il conte ad astenersi come da funzioni private. Onde pareva che rimanesse la più inespugnabile difficultà solo nelle processioni e nelle solenni messe intorno al ricever quivi la pace e l'incenso, per le quali il Lorenese non trovava altro modo, se non che lo spagnuolo cedesse con protestare. Nel resto ancora per le congregazioni fu pensato da lui un partito di farlo sedere alla rincontra de' Legati, ma fuora dell'ordine degli ambasciadori, e presso al segretario, si veramente che non apparisse deputato al conte quel luogo dal concilio o da' presidenti, acciò che non acquistasse qualche nuova ragione. Ma tutto ciò discorreva il cardinale per suo parere, ed incerto se vi fossero per consentire gli oratori francesi. Fra tanto

si consegui che la mossa loro non trascorresse più avanti.

Apportò qualche sollevamento (1) all'ansietà de' Legati il ritorno del Visconti, il quale accommiatato da Roma sul finir di gennaio, sprezzando e la dilicatezza dell'educazione, e l'asprezza della stagione, pervenne a Trento in quattro giorni, per esservi in tempo di far sì che i presidenti potessero col lume de' suoi rapporti deliberare sopra la futura sessione dinunziata pel di quarto di febraio. Ed appena l'avea prevenuto d'un giorno un corriere mosso da Roma seco ad un'ora con le risposte riputate più bisognose di fretta sopra le materie dell'autorità episcopale e della residenza...

Esponevan le lettere (2): non volere it papa ne dissoluzion di concilio, nè rompimento con le nazioni straniere. Discendevasi a varii modi per soddisfare secondo l'estremo del possibile non solo al

(1) Due lettere de' Legati al cardinal Borromeo del primo e del secondo di febraio 1563.

(2) Varie lettere del cardinal Borromeo a' Legati, e al Mantovano de' 24, de' 27, e de' 28 di gennaio 1565.

le antecedenti, proposte del cardinal di Loreno, ma eziandio alle susseguenti richieste de' suoi Francesi. E tutte parevano di non difficile assetto, salvo quella di non concedere al papa quel che gli era attribuito dal concilio di Fiorenza, cioè, che a lui sia dovuto il regger la Chiesa universale. Esser questa ingiustissima cosa, quando eziandio innanzi a quel sinodo aveva conosciuta in lui la stessa prerogativa un altro ecumenico celebrato in Francia, ch'era quel di Lione, e quando appariva in antichissime Bolle il presente costume d'intitolarsi il papa: vescovo della Chiesa cattolica, che tanto val quanto universale: anzi quando è rito dell'imperadore, scrivendo al papa, mettere nell'inscrizione: al pontefice della Chiesa universale. Aggiugnevasi con tutto ciò, che per non urtare con la durezza dell'altrui cuore, poteansi in vece delle parole già dette porre le seguenti: regger (1) tutto il gregge del Signore, come parla Innocenzo IV al cap. 5 de schism, nel libro 6 dell'epistole decretali: o anche potersi lasciar

"

(1) Vniversum Domini gregem.

« IndietroContinua »