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quivi la voce semplice: Chiesa di Dio, senza l'aggiunto d'universale, sol che s'alterasse anche qualche altra delle parole adoperate dal concilio fiorentino, acciò che non comparisse la mutazione in questa sola. E'l papa, celebrando messa una mattina quando ferveva questa disputazione, osservò e fe significare a' Legati che tutti i sacerdoti cattolici nelle tre orazioni le quali sogliono recitarsi a beneficio del romano pontefice, parlando a Dio, ripetevan tre volte, aver lui voluto, che Pio soprasti alla sua Chiesa: onde ciò da niun fedele gli poteva esser conteso. Ma poi conchiudevasi, che ove anche in questo si trovasse arduità inespugnabile senza rottura, sarebbe contento il papa, che nulla vi fosse espresso della podestà ne sua, nè de' vescovi : facendosi quelle sole diffinizioni, nelle quali i padri conspirassero ad un parere. In breve, purchè l'autorità della sede apostolica non rimanesse ferita, facessero i Legati ciò che giudicassero servigio di Dio, e della cristianità. E se vedessero acerbe ancor le passioni, ed impetuosi i trattati, ritardassero la sessione con attender l'aiuto del tempo, che,

padre delle mutazioni, vale ugualmente più d'ogni arte a cambiare ora il bene in male, ora il male in bene. Davvantag gio (1) nella risposta renduta al memoriale consegnato da' Legati al Visconti, il papa dichiarava in se una intera soddisfazione di essi affermando che la fede e'l valor loro gli rendevano men grave la pesantissima soma la quale tenea su le spalle. Di questo suo senso poter eglino scorgere ogni giorno e publici e privati argomenti, Le giustificazioni loro essere state quanto più speciali, tanto meno necessarie. Si come egli riceveva a bene la libertà loro nello scrivere, essi altresì ricevessero la sua, la qual era sempre temperata, come vedevano, dalla rimessione alla lor prudenza. Quel tempo, o lungo o breve, stimerebbe egli opportuno per le sessioni, che dal giudicio loro vedesse eletto. Che ei porrebbe in opera la loro ammonizione di prestare scarsamente le orecchie alle sinistre relazioni di Trento sopra il fare de'Legati; ma ch'essi non meno osservasser ciò verso le relazioni.di Roma sopra

(1) A' 24 di gennaio 1563, come tra le scritture de' signori Borghesi.

il dire del papa. Le testimonianze loro intorno al buon animo del cardinal di Loreno, e la speranza del frutto che la presenza di lui nel concilio renderebbe alla Chiesa, essere al papa venute care, ma non già inopinate. Desiderar lui però, che continuassero a carezzarlo, a onorarlo, è a confidarsene. Intorno alle petizioni dei Francesi, dovendo tornare in poco di giorni il Gualtieri con buone risposte, non parer credibile che gli oratori fossero per tentar violenze. Ma generalmente i Legati conservassero la loro prerogativa di proporre, senza che altri se ne usurpasse l'autorità, e non proponessero mai cosa pregiudiciale alla podestà del pontefice, e della sede apostolica, si come s'era osservato in tutti i concilii legittimi. Mandò loro varie Bolle promulgate da se in riformazion della Ruota, e d'altri tribunali: e significò, esser egli in apparecchio di fare anche una strettissima riformazione della dateria, e del rimanente. Parere a se che le nuove leggi da statuirsi · dovesser abbracciare solo il futuro; ma che lascerebbe estenderle forse ancora al preterito, dove così giudicasse il concilio.

Aveva presentata agli occhi del papa il Visconti un' altra speciale instruzione (1) datagli dal Mantovano. Supplicava questi, ch'essendo consumato dalle fatiche e dall'età, se il concilio non fosse terminato ad aprile, sua santità lo sgravasse. E perch'egli sosteneva due dignità, quella di cardinale che il chiamava a Roma, e quella di vescovo che l'allacciava a Mantova, chiedeva affettuosissimamente di poter deporre la prima più speziosa, per impiegarsi tutto negli ufficii della seconda più operosa. Quest'ultima domanda non ebbe risposta, parendo ciò la più onorevol risposta, quasi di materia si palesemente contraria al pro e al lustro della sedia apostolica, che nè pur meritasse tanto pensiero quanto basta al rifiuto. Dell'altra fu detto: che non potendosi finir così prestamente il concilio, il privarlo di si buon capo non potea farsi senza inestimabile detrimento del servigio divino, del publico bene, dell'onor proprio del cardinale, e della soddisfazione del papa. Il quale però confortavalo a continuare

gbesi.

(1) Tutto sta fra le scritture de' signori Bor

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con allegro animo, affinchè tutti insieme potessero poi giubilare nel felice compimento dell'impresa.

Significava il Mantovano al pontefice, stimar egli acconcio, che venendo l'imperadore in Ispruch, si mandasse a riverirlo il Legato Osio, come assai accetto, ed autorevole a sua maestà, e il quale potrebbe tergerlo di qualche sinistra opinione intorno al concilio. E l'avviso fu stimato per buono, dando potere a'Legati di porlo a consiglio, e ad esecuzione per se medesimi.

Non meno fu abbracciato il parere del Mantovano in dar licenza assoluta dalla legazione al cardinale Altemps.

Alcuni raccomandati da esso, furo in sua grazia beneficiati.

Si commisero altresì al Visconti parole di grand'amore, e rispetto verso il cardinal di Loreno. Questi, allora che quel prelato avea preso da se congedo, si era disteso con lui molto in raccomandargli tre affari, la riformazione, la venuta del pontefice a Bologna, il sussidio da porgersi liberamente per aiutare ed inanimare i cattolici in Francia. Onde fu im

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