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Limperadore viene ad Ispruch.- Il Commendone gli è mandato da'presidenti; e ciò che riporta. - Dansi gli articoli sopra il matrimonio a minori teologi. - Surge fra essi lite di maggioranza a titolo di nazione; e come s' accorda. · Lettere del re di Francia al concilio. Diceria pungente del Ferier in presentandole al convento, e risposta dal concilio renduta al re.

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Scontentezza de' cardinali di Loreno e Madruccio, andata d'amendue a Cesare. - Trattati quivi del Lorenese, e suo ritorno. - Consiglio tenuto dall' imperadore di varii teologi sopra dodici articoli. - Venuta a Trento del duca di Mantova per andare a Ferdinando, e morte allora accaduta del primo Legato suo zio. - Vita in breve rammemorata del defunto cardinale. Diligenze degl' imperiali e dei Francesi, perchè il papa surroghi ad esso il cardinal di Loreno. - Elezione fatta subito dal pontefice de' cardinali Morone e Navagero per nuovi Legati. - Dispiacere che per ciò trova il Gualtieri tornato di Roma nel Lorenese. - Uccisione del duca di Guisa suo fratello costantemente sofferta dal cardinale. - Morte e laudi

del cardinal Seripando. – Romore d'arme in Trento fra varie nazioni quietato con lunga fatica. - Lettere dell'imperadore al pontefice ed a' Legati con quattro petizioni. – Altra lettera di lui segreta al pontefice. – Risposte di Pio ad amendue. Viaggio del Lorenese a Vinezia, seguitato poi dal Visconti per trattar seco intorno all' andata da lui proposta del pontefice, e dell'imperadore a Bologna. – Il Musotto, già segretario del cardinal Seripando, si pone a servire quel di Loreno, e da lui è mandato al papa. - L' Olivo dopo la morte del Mantovano è confermato in tutti i carichi antichi da' pre"sidenti. Congrega degl' imperiali in casa del Granatese tenuta sopra l'uso del calice, e sopra l'autorità del pontefice. - Pace di Francia con gli ugonotti dannosa alla religionė. – Varii sensi in ciò del cardinal di Loreno. Oratore di Malta in Trento, e difficultà per lui di luogo. - Luigi d'Avila ambasciadore del re Filippo in Roma. – Sua instruzione, e risposta datagli. Venuta e ricevimento del Legato Morone in Trento, che tosto passa all'imperadore, e del conte di Luna. - Conferenze tra loro sopra le parole: proponenti i Legati. → Trattato intorno all'emulazione degli oratori fatto e in Trento, e con la reina di Francia, e con Cesare.-Agevolezza e concordia in ciò simulata da' Francesi, e perchè. – Ritorno del Lorenese da Vinezia. - Suoi lamenti ed affetti. – Mes*saggio da lui mandato a Cesare. – Sua instruzione, e risposta datagli. – Il cardinal Navagero entra d' improviso e privatamente, e perchè. - Corrispondenza introdotta frà lui eʼl

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renese.

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Novella

Lorenese per volontà del pontefice.
prorogazion della sessione fin aʼventi di mag-
gio, ed accidente in ciò avvenuto spiacevole ai
Legati. - Morte di fra Pietro Soto e sue let-
tere al papa in quel punto. – Accoglienze del
cardinal Morone in Ispruch. – Instruzioni da
lui portate, e trattati fatti in iscritto ed in vo-
ce sopra tutti i capi delle lettere di Ferdinando
al papa.
Difficultà più ardua in tre punti,
la quale finalmente si spiana dal cardinale
con una sua lettera a Cesare dopo il congedo,
e con la risposta che ne riceve. Ritorno del
Musotto da Roma con soddisfazione del Lo-
Lettera pia della reina di Scozia
presentata all' adunanza dal cardinal suo zio.
- Orazione di esso. Risposta del sinodo. -
Pareri esposti nella congregazione liberi e no-
tabili dal Lorenese e dal Granatese intorno ai
vescovi, a' cardinali, e ad altri argomenti.
Gravi malagevolezze in Trento ed in Roma per
la controversia fra gli oratori de' due re nel
concilio, acconciate finalmente in quanto era
alle congregazioni. - Sentenza detta dall'ar-
civescovo di Lanciano, che fa risuscitare nei
procuratori degli ecclesiastici la inchiesta del
creduto loro diritto sopra la voce in concilio,
rendendo assai perplessi i Legati. Ritorno
del cardinal Morone. Nuova prorogazione
concorde fin a' quindici di giugno.

Da poi che Cesare fu spedito felicemente

della dieta Augustana con assicurarsi del diadema imperiale in testa del figliuolo,

T. X.

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passò ad Ispruch, luogo sol cento miglia lungi da Trento, e dal quale poteva assistere al concilio quanto bastava per averne le notizie e per mandarvi gli ordini a tempo, senza avventurare a più solenne intervenimento la maestà della sua persona. Il vescovo delle cinque Chiese, come prima riseppe accostarsi l'imperadore, cioè a' ventisei di gennaio (1), mosse da Trento verso d'Ispruch a fine di prevenire ogni altro nell' informarlo. Antivedevasi che parimente il cardinal di Loreno o di propria sua voglia, o per commessione della reina il visiterebbe (2) si per ossequio, sì per trattato. Onde anche i Legati pensarono ad elegger qualche messaggio, che, sotto mostra d'ufficio riverente verso quel principe, sostenesse nel negozio la causa loro. E perchè l'andata del cardinale Osio divisata, come narrossi, dal Mantovano, sarebbe stata viaggio di maggiore e più lento navigio, deliberarono di

(1) Lettera del Foscarario al cardinal Morone de' 28 di gennaio, e una scrittura del Visconti al cardinal Borromeo a' 3 di febraio 1563.

(2) Sta nell'instruzione apportata del Mantovano al Visconti, e poi in una de' Legati al cardinal Borromeo de' 2 di febraio 1563.

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