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verso il suo re lo ritenne dal pronunziare, che quantunque consigliere antico di sua maestà, e da lei altamente beneficiato, la coscienza l'obligava di confessare che nella distribuzione de' vescovadi s'erano commessi gran falli. Ed acciò che nella propria sua confessione gli tornasse a lode ciò che nell' altrui rimprovero gli poteva esser puntura, fra cotali falli annoverò, che a lui si fosse dato il suo in età di quattordici anni. Nè altresì piacergli che l'elezione si facesse dal popolo: ma che si trovasse una forma la qual s'accostasse quanto più era possibile alla insegnata dal Salvatore, e dagli apostoli. E qui propose la contenenza de' quattro capi di cui egli era inventore. Conchiuse con acerba invettiva contra i vescovi titolari: massimamente avendoci talor due vescovi, e due patriarchi d'una stessa città, come di Costantinopoli, e d'altre in Grecia. E benchè uno di tali due fosse scismatico, nondimeno le confermazioni, e le ordinazioni fatte da esso aver suo valore. Doversi sperar che una volta la Grecia si riunisse: nel qual caso come poter due sposi d'una medesima Chiesa compa

rire in concilio? I vescovi titolari giurare, sì come gli altri, nella consecrazione, che anderanno a predicare a'popoli lor commessi: nel che mentivano allo Spirito santo, perciò che aveano contrario proponimento. O loro non doversi ordinare, o doversi mandare alle sue diocesi, benchè elle sieno in balia di principi infedeli, convenendo a' vescovi essere apparecchiati a sopportare il martirio per le lor pecorelle, come aveano fatto quei de' tempi vicini a Cristo. Per tanto si togliessero queste larve dalla Chiesa di Dio.

La seconda volta, quando finì d'esprimere la sua sentenza, disse: che era inconvenientissimo il commetter vescovado a cardinali diaconi: essendo abbominevole che ottenga vescovado chi non vuol esser vescovo. Disconvenire altresì, benchè in più tollerabil maniera, che le chiese fossero date in commenda a' cardinali preti, i quali nondimeno avrebbon dovuto andare a risedere: quantunque meglio sarebbe stato che i preti fossero preti, e non vescovi. Se volevano chiese, divenissero veri vescovi, pigliandole in titolo, non in commenda. Esser lui presto a la

sciare quella di Rems, si veramente che, ove ad un cardinale fosse disdetto di tener vescovado, più volentieri egli avrebbe deposto il cappello, andando a servire alla sua chiesa. E quindi presa materia di parlar sopra i cardinali, sentì che dovrebbono crearsi in età non minor di ventisette anni, o almeno nell' età dovuta al diaconato, il difetto della quale non doversi supplire con quel maestevole paludamento. Convenire che i vescovi si consagrassero, massimamente quei che stavano in concilio: essendo agli eretici di grave scandalo, che giudichino in cause di religione coloro, che non hanno podestà d'imporre le mani, e per poco son laici. Per tanto volersi fare un decreto, che tali o si consecrassero presentemente, o fosser privi del vescovado, o almen della voce sinodale. Discese a dire, che essendo state ignote alla Chiesa per cinquecento anni le dispensazioni, e di poi tanto male usate, avrebbe giudicato per buono l'astenersene almeno per cinque, o per due anni : e contra di esse allegò il consiglio datosi a Paolo III da quella celebre scelta di cardinali e prelati, e di poi andato alle stam

pe, di cui, ove ne fu luogo, assai ragionammo. Che le funzioni de'quattro ordini minori eransi constituite dapprima con grandissimo senno, onde convenia rinvenirle, ed esercitarle attualmente nella Chiesa. E produsse a quest' intendimento i libri dello stesso cardinal Osio, e dell' Aiala vescovo di Segovia, pregando il primo ad operare in quel tempo con l'autorità ciò che altre volte aveane desiderato col zelo. Questi furono i suoi concetti. Seguendo a parlare l'arcivescovo di Granata, si udi quasi (1) nel tutto concorde col Lorenese.

Aveva il conte di Luna fatte a' suoi Spagnuoli vive significazioni da parte del re a favore della sede apostolica: e'l marchese di Pescara non era rimasto di concorrervi, tenendo quivi più lungamente di ciò che per altro si richiedesse, il segretario Pagnano (2), affinchè instillasse nel nuovo oratore salubri sensi, nè sul primo avvento il lasciasse in preda alle impressioni di certi discordiosi più che

(1) Atti di castel s. Angelo a'5 di maggio, e lettera allegata del Gualtieri de'16 di maggio.

(2) Molte lettere originali del Pagnano al marchese da Trento sono appresso l'autore.

gelosi. Ed insieme aveva raccomandato per sue lettere il diligente patrocinio di quella causa ad alcuni prelati de' suoi più amorevoli e meglio disposti. Nondimeno fra la contrarietà delle informazioni e dei consigli stava l'animo del conte ancora incerto e diviso. Ma non meno il tenea sollecito la propria causa che la comune. Per quanto i Francesi divolgassero che stavano uniti con gli Spagnuoli, e che il contrasto intorno al luogo era acconciato, rimaneva esso in verità più discomposto che mai. Anzi erasi stato in avventura di qualche tumulto fin il primo giorno dopo la venuta del conte. Imperò che (1) essendo quello il terzo di festivo di Pasqua, e celebrandosi però solenne cappella nel Duomo, il conte stette in forse di comparirvi. Di che fatto consapevole Diego Sarmiento vescovo d' Astorga, s'argomentò di ritrarnelo ad ogni suo potere. E notossi che quella mattina il signor di Lansac venne più tardi del solito alla funzione, forse per avere odorato questo pensiero del

(1) Varie lettere del Visconti al card. Borromeo de' 19, de' 22 e de' 28 d'aprile e degli 8 di maggio 1563, e Atti del vescovo di Salamanca.

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