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l'emulo, e volersi prima certificar dell'effetto, e non ire in chiesa a una mischia: come è saggio consiglio di chi s'avvisa d'aver chiara la ragione, il non commetter la sentenza al cieco giudicio della forza: onde in tal accidente non avrebbe adoperato altro, che mandare i premeditati protesti a' presidenti per caso che coll'autorità loro non l'avessero sostenuto nel suo possesso. Ma il conte di Luna se ne distolse, e sparse di non avere innanzi saputo che si tenesse cappella quel di nella chiesa cattedrale, quando tra per divozione e per curiosità gli era surto in animo d'andarvi. Or parea convenevole ad esso e generalmente agli Spagnuoli, che 'l papa con più ardente cura si fosse intraposto per qualche onorata concordia. Ma egli vi procedeva con gran ritegno, sapendo quanto non solo il re, ma il regno di Francia si risentisse ad ogni leggier toccamento di questa quasi loro pupilla, e non parendogli buon senno il porger materia a molti cattivi spiriti in quel paese d'alzar come spezioso stendardo l'onore della nazione per farla alienar dalla sede apostolica, quasi ella volesse spogliar la Francia delle›

antiche preminenze. Dall'altro canto lagnavasi il re Filippo, che per esser lui più saldo nel mantenere al pontefice l'ubbidienza, il pontefice fosse men saldo nel mantenere ad esso il decoro. E sopra ciò scrisse una lettera agra all'orator Vargas, nella quale dicea, che se allora per servire alla causa di Dio avesse trascurati i rispetti della sua dignità nel concilio, terminato che ei fosse, avrebbe rimosso ogni suo ambasciadore da Roma. La qual lettera sentita dal papa, maravigliosamente il commosse: e rispose in sua giustificazione, che per loro fede gli Spagnuoli dicessero in ispecialità ciò che potesse egli fare senza que'tramazzi e queʼrivolgimenti, i quali erano ad essi più che ad ognuno in abborrimento. E lo stesso conte di Luna riprovò il tenore di quella lettera regia come troppo acerbo: e considerò saviamente, che i principi non deono innoltrarsi a dinunziare ciò che mai forse non giudicheranno buon consiglio di fare, per non avvilire in tal modo l'estimazione delle loro minacce. Adunque, non venendo allora special commessione dal papa, e non avendo i Legati balìa d'innovare,

non si trovava compenso. In prima il conte aveva seco disposto di presentarsi nella congregazione in mezzo de'due oratori imperiali, secondo il comandamento che essi ne avevano, e di star tutti e tre in piedi rincontro a' Legati finchè leggevansi le sue lettere, e dietro a ciò subitamente partirsi: ma un tal modo strano e nuvoloso di comparire non parea nè d'onore al re, nè di consolazione al concilio. Indi trattossi che i Franzesi non andassero quella volta in congregazione: ma essi erano di ciò ritrosi per non abbandonare il luogo nè pure un giorno: senza che nè anche la spontanea assenza de'Francesi per un di solo potea valere al concio della quistione, però che lo spagnuolo non sarebbesi contentato di star poi esule in perpetuo dalle adunanze. Ma come la forma del misto la quale vuol dominar fra i varii elementi, vale a tirare in unione la loro contrarietà, similmente conferì molto a mitigare l'austerità de' Francesi la gran disposizione del cardinal di Loreno, bramosissimo di tal concordia, come colui che stimava troppo vantaggio alla sua riputazione e a' suoi intendimenti qual

che lega almeno apparente de' suoi con gli Spagnuoli e con gl' imperiali, della quale egli fosse il capo e il rettore: e non lasciava industria per farla credere. L'autorità dunque di esso cooperando agli ufficii de' presidenti, fe accordar la lite per le congregazioni nel modo altre volte proposto (1), cioè, che quivi gli oratori franzesi tenessero il grado antico, e lo spagnuolo sedesse fuori dell'ordine presso al segretario di rimpetto a' Legati. Era gran desiderio negli Spagnuoli, che si prendesse a un'ora altresì spediente per le sessioni e per le cappelle: ma ciò si mostrava impossibile per la ragione altrove narrata, facendosi quivi alcune azioni, sì come di porger l'incenso e la pace, nelle quali non potea dissimularsi la maggioranza. E benchè si ponesse in ragionamento d' usar due paci e due incensieri allo stesso tempo, i Francesi fremevano ad ogni proposta d' equalità, e quando sentivansi premere a ciò da' Legati, minacciavano d'appellare ad un futuro pontefice non ingiusto e parziale, e ad un concilio (1) Lettera de' Legati al card. Borromeo de 20 di maggio 1563.

più libero. Onde a' Legati convenne di gettarsi all'estremo, e lor sempre odioso partito, cioè di rimettere questo nodo inestricabile dalle lor mani a quelle del pa, a cui amendue le parti dissero che sporrebbono loro diritti.

pa

Al travaglio che recava l'emulazione degli oratori secolari, se ne congiunse un altro per l'inchiesta de' procuratori ecclesiastici. Il suscitamento della quale ebbe cagione, o più tosto occasione da un detto dell' arcivescovo di Lanciano. Egli il giorno diciassettesimo (1) di maggio in pronunziando la sentenza sopra il terzo canone intorno a' rei usi prescrivente ai vescovi il fare le ordinazioni per se medesimi, e non per altrui, disse: che se i vescovi attendessero agli ufficii loro, sarebbe riformata la Chiesa, perciò che risederebbono e pascerebbono. Là dove al contrario i vescovi di Germania, e in primo luogo gli elettori, quasi disprezzavano d'esser vescovi. E in questo fervore voltatosi al Drasco vizio, soggiunse: Parlo a

(1) Atti di castel s. Angelo, e lettera de' Legati al cardinal Borromeo e dell' arcivescovo di Zara al card. Cornaro de'17 di maggio 1563.

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