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cento ventinove, consentirono alla proposta.

Appena finito un disturbo, ne surse un altro (1), e con un altro spagnuolo nella congregazione del di seguente. Giacomo Giberti di Noguera, vescovo d'Aliffe, in parlando su l'argomento pigliò a mostrare, che i vescovi anche dopo la morte del Salvatore non erano stati eletti, instituiti, e chiamati da Pietro, ma da Cristo, come Mattia e Barnaba : e che però Pietro avea detto al Signore: mostraci chi tu hai eletto :.ed affermarsi da Grisostomo, che Pietro in questa elezione pronunziò la sentenza data da Dio. Tale elezione essersi fatta coll'atto esterior degli apostoli, mentre disse lo Spirito santo: separate a me, e quel che segue. La separazione dunque, e la consecrazione rimanere agli uomini; ma il dar la podestà esser opera di Cristo, si com'è il dar l'efficacia a'sacramenti. Nel che fu ripigliato dal cardinal Osio in assenza del Mantovano e del Seripando, con

(1) Lettera de' Legati, ed altra del Visconti al cardinal Borromeo a' 3, e a' 16 di dicembre, e dell'arcivescovo di Zara, e del Foscarario al Cornaro, e al Morone a'5 di dicembre 1562.

dire, che tali discorsi nè conferivano al suggetto, nè valevano a edificazione, ma sì a distruzione: e che non conveniva ai vescovi il muover quistione sopra l'autorità del loro sovrano. La controversia con gli eretici esser questa: se i vescovi assunti dal papa fossero veri vescovi ed instituiti da Cristo: ed allora udirsi alcuni in quel luogo, i quali per contrario ardivano d'affermare, potersi creare i vescovi senza che gli assumesse il papa. Non si maravigliassero dunque, se talora in dir le sentenze sentivansi interrotti, quando non rispondevano alla cosa proposta, come dovevano. Ma il Noguera riprese, che mentre s'esaminava la giurisdizione dei vescovi, facea mestiero di ragionare ancora sopra quella del papa. E insurgendo il Granatese a difender il Noguera, e dall'altra parte rinsurgendo il Caselio quasi punto dal Granatese, già il contrasto e si dilatava, e s'infiammava : quando il cardinal Simonetta fe cenno al Caselio che tacesse e così tacquero anche gli altri contra i quali ei diceva, e si lasciò finire il Noguera, benchè non mancassero alcuni che cercarono d'impedirlo. Termina

to ch'egli ebbe, ricominciò il cardinal Osio con precedente approvazione del Lorenese che gli sedeva a canto, e disse: riputar lui, che in quella sacra adunanza ogni cosa fosse profferita per buon zelo : ma la vera controversia fra i cattolici e gli eretici consister solo in ammettere, o no per legittimi vescovi gli eletti dal papa: inverso la quale essere affatto estranee quelle disputazioni, se ci potessero avere ancor legittimi vescovi senza una tale elezione. Anzi in affermando ciò, favoreggiarsi gli avversarii più tosto che impugnarsi. Ma il Noguera volle da capo tenzonare in contrario: onde il cardinal Simonetta gli disse: ch'egli era insolente, e che desse ormai luogo agli altri di seguitare. Il che parendo meritato dalla contenziosa pertinacia dell'uomo, nè offese in universale i padri, quasi violazione della libertà, nè in particolare gli Spagnuoli, quasi onta della nazione.

Due novelle (1) in questi giorni arrivarono colà di gran momento agli affari publici si civili, come sacri. L'una fu la

(1) Il Diario agli 8, e una de'Legati al cardinal Borromeo de' 3 di dicembre 1562.

elezione a re de'Romani di Massimiliano re di Boemia primogenito di Ferdinando. Era ella occorsa in Francfort a' ventiquattro di novembre. E'l padre nella dieta si era portato con pia costanza, negando le condizioni favorevoli all'eresia, che i tre elettori di quella setta chiedevano in ricompensazione. Giuntone l'annunzio, il cardinal Madruccio vescovo e principe di Trento, e feudatario di Ferdinando, ne (1) celebrò immantenente publiche feste. E i Legati pendevano a far lo stesso in nome del sinodo con un solenne sacrificio di grazie, e con una orazione di lode : essendosi assicurato lo scettro imperiale in un principe cattolico, e di famiglia si altamente benemerita della religione: ma rimanevano con qualche dubbietà, forse per l'eccezione che i papi ragionevolmente aveano posta innanzi altre volte verso la persona di Massimiliano. Benchè pareva da lui purgata l'antica nota in quello stesso avvenimento, poichè, ricercato anch'egli da' principi protestanti di cose opposte alla sincerità della fede cattolica, avea risposto, ch'era fermo di vivere, e (1) Il Diario al 1 di dicembre.

morire in essa. (1) Ne scrissero dunque al cardinal Borromeo, ma ritenutasi facultà di venire al fatto senza attender la risposta. E così adoperarono per effetto : avvisandosi che il lungo tardare sarebbe stato un lungo negare, e di poi un presentare i fiori quasi già secchi. Adunque nel giorno ottavo di dicembre dedicato alla Concezion della Vergine, raddoppiandosi la letizia per la seguita, e risaputa coronazione, si venne a questa solennità. Celebrò il Muglizio arcivescovo di Praga orator cesareo, e fece l'orazion latina lo Sbardellato. V'assistettero sei cardinali, gli oratori de'principi, e tutti i padri del concilio. I primi, i secondi, e molti degli ultimi furon tenuti a convito, solito compimento delle pompose allegrezze, in nome di Cesare dall'arcivescovo celebrante. Fra tanto veggendo il pontefice, che i Legati si riserbavano, e a un certo modo si preparavano di proceder tosto a quella dimostrazione, riscrisse (2): parergli che innanzi

(1) Lettera del Visconti al cardinal Borromeo a' 10 di dicembre 1562.

(2) Lettera del cardinal Borromeo a' Legati ai 12 di dicembre 1562.

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