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IN VIENNA D' AUSTRIA,

Appreffo Matteo Cofmerovio, Stampatore della Cortes,

l'Anno 1668.

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1131.

1

BIBLIOTHECA
LOBKOVICIANA

ARGOMENTO.

A Difcordia per mettere il Cielo in fcompiglio getta nel Convito de gli Dei il Pomo d'Oro con la fentenza regiftratavi Diafi alla più Bella.

Giunone, Pallade, e Venere pretendo-· no à gara di confeguirlo; Giove ne rimette il giudizio à Paride figlio di Priamo Rè di Troia fiimato trà tutti i Mortali il più giusto, e che per manienerfi tale fe ne viveva lontano dalla Regia Paterna trà le folitudini del monte Ida; Paffavano reciprochi amori trà lui et Ennone belliffima Ninfa, e figlia del fiume Xanto, onde ella fprezzava Aurindo Paftore, che ardentemente l'amava. All' auvifo, che Mercurio porta à Paride dell' elettione fatta da Giove in lui per' Arbitro di quefta lite, Ennone fi turba, mà Paride l'afficura della coftanza del fuo affetto. Si prefentano avanti di lui le tre Dive procurando di guadagnare il fuo voto con promettere Giunone di farlo Signore dell' Afia, e dell' Europa. e Pallade di renderlo il più Gloriofo Capitano de fuoi tempi; ma Venere offerendoli il poffeffo delle bellezze d'Elena Regina di Sparta, ottiene la fentenza in fuo favore, che infieme col Pomo Paride le concede; Indi per riportarne il premio promeffoli, rifolve di navigare à Sparia; Ennone lo prefente, e feco fe ne duole, ma egli con nuove lufinghe ingannatala, s'imbarca fenza di lei faputa.

Per quefta fentenza Giunone, e Pallade fdegnate con Paride vanno machinando contro di lui le proprie A 2

vendet

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vendette, Giunone con richieder' Eolo à farlo naufragare col mezzo de iVenti, e Pallade con impuonere à Cecrope Rè d'Athene fuo devoto di perfeguitarlo cò l'armi. Venere refoluta d'ajutarlo prega Marte ad' affifterli, ond egli disfida Cecrope à ritrovarfi feco in luogo determinato con' un numero prefiffo de i fuoi per foftenerli con la spada la giustizia della fentenza data in favor di Venere.

Paride mentre naviga con profpero vento tutto allegro per le fperanze di confeguir Elena, adulato da fuoi feguaci per tal imprefa, viene affalito da fiera Tempefta, dalla quale effendo per reftar fommerfo, con' invocar l'ajuto di Venere vien da lei foccorfo con l'opera di Nettunno, che à preghiere di lei, e sù le promeffe di fargli ottenere l'amata Anfitrite, tranquilla il mare.

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Segue l'abbattimento tra Marte, e Cecrope, e quefti reftando perditore divien prigioniero di Marte, onde Pallade efacerbata mentre fi ftava in Athene implorando co facrifici il fuo favore nel Tempio a lei dedicato, con' un Terremoto l'atterra, indi comparfa agl' Atheniefi sbigottiti per quefto accidente, li da parte della prigionia del Rè, gl' inftiga ad andare à liberarlo à forza d'armi, & à recuperar il Pomo d'Oro, l'uno, e l'altro cuftoditi in una fortezza di Marte.

Giunone fdegnata con Nettunno perche habbia impedito il Naufragio di Paride, ricorre alla sfera del foco, facendo inftanza à quell' Elemento, che voglia defcendere fopra il Regno di Nettunno, e deftruggerlo, Quegli nega di farlo, per' effere contro l'ordine del Fato, ond ella maggiormente commoffa à fdegno, doppo l'efferfi doluta con Giove dell' havere rimessa ad altri la cognitione di questa Caufa, e non giudicatala egli fteffo come doveva, sfoga la fua rabbia per l'Aria mettendola tutta foffopra con pioggie, Grandine, Lampi, Tuoni, e Tempefte, onde ne riman deftrutta la deliziofa Villa di Paride, del quale havendo Ennone più volte ricercato, mà in vano, intefa finalmente

la fua

la fua partenza, e la cagione, che a ciò l'hà spinto, suenu= tafi prima per eftremo dolore, indi à poco difperata fi vuol uccidere; mà da Aurindo, che fopragiunge, impedita, à lui doppo qualche repulfa rivolge l'affetto.

Gl Athenieft guidati da Alcefte fpofa di Cecrope fi portano all' affalto del Caftello di Marte; mà rigettati da lui li vien fatto animo da Pallade, quale (gridata da Giove perche metta il tutto foffopra per questo Pomo d'oro, nel voler foftenere quel che fa, viene à contrato con Giunone; onde Giove per toglier tante contese delibera di ripigliare il Pomo, fulmina perciò la Torre, ove era racchiufo, e la dirocca commettendo all'Aquila, che vada a prenderlo, et ella partendofi a volo, ritrovatolo trà quelle rovine, lo riporta a Giove; Giunone,e Pallade fanno à gara inftanza di baverlo, mentre Venere portandofi al Cielo, fi rammarica, che voglia retrattarfi una fentenza fi giustamente data da un' Arbitro eletto da Giove. Egli dice, che vuol renderle tutte contente, e fatisfatte, riferbando quefto Pomo d'Oro alla maggior Principessa', che fia mai per nafcere al mondo, Figlia, e spofa de i maggiori Monarchi della Terra, la più Bella, e faggia d' ogn' altra, in cui perciò unite le Glorie di Giunone per la grandezza del fangue, e de gli Stati, i Pregi di Venere per la fua Bellezza, e le prerogative di Pallade per lo fuo gran fpirito, potrà ciafcuna di quefte tre Dive gloriarfi d'haver confeguito il Pomo d'Oro; Impuone perciò all' Aquila il confervarlo à quefta Grande Heroina per darglielo allhora, che eletta à propagare d' Auguftiffimi Heroi la più chiara, è Gloriofa Stirpe dell' Vniverfo, fi vedrà unita à la grand' Aquila Imperiale, Ciò detto, Giove apre i più riposti nascondigli del Fato, ove tra le Idee di tutti gl' Imperatori, Rè, et altri Prencipi dell' Auguftiffima Cafa d'Auftria, fi vedono l'Imagini di S. M. C. e dell' Imperatrice MARGHERITA con numerofa Prole. Le tre Dive ammirandola, fe l'inchinano moftrandofi contentiffime del de

A 3

creto

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