Il Propugnatore, Volume 10Francesco Zambrini, Giosuč Carducci G. Romagnoli, 1877 |
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... essa , monumenti novelli ed inaspettati ogni giorno vengano in luce . Restaurando quel ponte , ambe le epigrafi furono Vol . X , Parte I. 2 trasportate nel Museo lapidario di Verona per cura del celebre Luigi Gaiter a Verona.
... essa , monumenti novelli ed inaspettati ogni giorno vengano in luce . Restaurando quel ponte , ambe le epigrafi furono Vol . X , Parte I. 2 trasportate nel Museo lapidario di Verona per cura del celebre Luigi Gaiter a Verona.
Pagina 10
... luce della veritą documentata , e si sbracciano ad imbottar nebbia per un avvenire che secondo gli insani loro desi- derii confidiamo non venga giammai . L'epigrafe da esso fu ricopiata dal marmo nella sua integritą , sģ che nulla di ...
... luce della veritą documentata , e si sbracciano ad imbottar nebbia per un avvenire che secondo gli insani loro desi- derii confidiamo non venga giammai . L'epigrafe da esso fu ricopiata dal marmo nella sua integritą , sģ che nulla di ...
Pagina 41
... luce la sua , meglio in- titolata gli Orazi , nel 1641 , mentre sembra non toccasse tal sorte al- l'inglese Guglielmo Whythead , di cui tradusse in versi e dič in luce in Fi- renze per lo Stecchi e Pagani nel 1767 in 8 il nostro Antonio ...
... luce la sua , meglio in- titolata gli Orazi , nel 1641 , mentre sembra non toccasse tal sorte al- l'inglese Guglielmo Whythead , di cui tradusse in versi e dič in luce in Fi- renze per lo Stecchi e Pagani nel 1767 in 8 il nostro Antonio ...
Pagina 88
... luce , di qua o di lą , da quello scritto , Gią Orazio raccomanda di trarre luce dal fumo . Un luogo di quelle Confessioni dice : « Quando fum- » mo a Roma , il signor Anello ( ambasciatore - - 88.
... luce , di qua o di lą , da quello scritto , Gią Orazio raccomanda di trarre luce dal fumo . Un luogo di quelle Confessioni dice : « Quando fum- » mo a Roma , il signor Anello ( ambasciatore - - 88.
Pagina 93
... luce , non che ci scottiate od abbruciate . E questo pure credo che lo stesso Lorenzo avrą detto fra sč e sč : Costui chiamava ridicola la fede dei Lucchesi ai patti giuratimi ; ma non sarebbe ora pił ridi- cola la mia pietą , se ...
... luce , non che ci scottiate od abbruciate . E questo pure credo che lo stesso Lorenzo avrą detto fra sč e sč : Costui chiamava ridicola la fede dei Lucchesi ai patti giuratimi ; ma non sarebbe ora pił ridi- cola la mia pietą , se ...
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Parole e frasi comuni
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Brani popolari
Pagina 16 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Pagina 187 - O č preparazion, che nell' abisso Del tuo consiglio fai, per alcun bene, In tutto dall' accorger nostro scisso? Chč le terre d' Italia tutte piene Son di tiranni, ed un Marcel diventa Ogni villan che parteggiando viene.
Pagina 181 - E l' un l' altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, Nave senza nocchiero in gran tempesta, Non donna di provincie, ma bordello! Quell' anima gentil fu cosģ presta, Sol per lo dolce suon della sua terra, Di fare al cittadin suo quivi festa; Ed ora in te non stanno senza guerra Li vivi tuoi, e I'un l'altro si rode Di quei che un muro ed una fossa serra.
Pagina 181 - Li vivi tuoi , e l' un l' altro si rode Di quei che un muro ed una fossa serra. Cerca, misera, intorno dalle prode Le tue marine, e poi ti guarda in seno S' alcuna parte in te di pace gode.
Pagina 202 - E l' altro Ciel di bel sereno adorno : E la faccia del Sol nascere ombrata, Sģ che, per temperanza di vapori, L' occhio lo sostenea lunga fiata : Cosģ dentro una nuvola di fiori, Che dalle mani angeliche saliva, E ricadeva gił dentro e di fuori, Sovra candido vel, cinta d' oliva, Donna m' apparve sotto verde manto, Vestita di color di fiamma viva.
Pagina 167 - Ma dģ s' io veggio qui colui che fuore Trasse le nuove rime, cominciando: Donne, ch'avete intelletto d'amore. Ed io a lui: Io mi son un che, quando Amor mi spira, noto; ed a quel modo Che detta dentro, vo' significando. O frate, issa veggio, disse, il nodo, Che il Notaro e Guittone e me ritenne Di qua dal dolce stil nuovo ch' i
Pagina 461 - Non č il mondan rumore altro che un fiato Di vento, ch'or vien quinci ed or vien quindi E muta nome, perché muta lato.
Pagina 185 - Che il giardin dell'imperio sia diserto. Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom senza cura, Color gią tristi, e costor con sospetti. Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura De' tuoi gentili, e cura lor magagne, E vedrai Santafior com
Pagina 73 - Ahi gente, che dovresti esser devota, E lasciar seder Cesare in la sella, Se bene intendi ciņ che Dio ti nota! Guarda com' esta fiera č fatta fella, Per non esser corretta dagli sproni, Poi che ponesti mano alla predella.
Pagina 88 - Tu se' solo colui da cui io tolsi Lo bello stile, che m'ha fatto onore. Vedi la bestia2, per cui io mi volsi : Aiutami da lei, famoso Saggio, Ch...