La Gerusalemme liberata

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G. Silvestri, 1824 - 540 pagine
 

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Brani popolari

Pagina 217 - Che mezzo aperta ancora e mezzo ascosa , Quanto si mostra men, tanto è più bella. Ecco poi nudo il sen , già baldanzosa , Dispiega: ecco poi langue, e non par quella; Quella non par, che desiata avanti Fu da mille donzelle, e mille amanti. 15 Cosi trapassa al trapassar d'un giorno
Pagina 189 - Ma ecco omai l'ora fatale è giunta , Che ' 1 viver di Clorinda al suo fin deve: Spinge egli il ferro nel bel sen di punta , Che vi s'immerge, e'1 sangue, avido, beve ; E la vesta che d'or vago trapunta , Le mammelle stringea tenera e leve , L'empie d'un caldo fiume. Ella già
Pagina 217 - grave. 12 Vez-zosi augelli infra le verdi fronde Temprano a prova lascivette note ; Mormora l'aura , e fa le foglie e l'onde Garrir , che variamente ella percote : Quando taccion gli augelli , alto risponde; Quando cantan gli augei , più lieve scote. Sia caso od arte , or accompagna ed ora Alterna i versi lor la musica óra.
Pagina 82 - udendo o vedendo altro d'intorno, Che le lagrime sue, che le sue strida : . Ma nell'ora che '1 Sol dal carro adorno Scioglie i corsieri, e in grembo al mar s'annida, Giunse del bel Giordano alle chiare acque, E scese in riva al fiume, e qui si giacque. 4 Cibo non prende già,
Pagina 217 - Nel tronco istesso , e tra l'istessa foglia , Sovra il nascente fico invecchia il fico. Pendono a un ramo , un con dorata spoglia. L'altro con verde, il novo e '1 pomo antico. Lussureggiante serpe alto , e germoglia La torta vite , ov' è più l'orto aprico : Qui l'uva ha in fiori acerba, e qui d'ór
Pagina 189 - Ella mentre cadea , la voce afflitta Movendo , disse le parole estreme, Parole ch'a lei novo un spirto ditta , Spirto di fè , di carità , di speme : Virtù ch'or Dio le infonde , e se rubella In vita fu, la vuole in morte ancella : 66 Amico, hai vinto : io ti perdon .... Perdona Tu ancora , al corpo no , che nulla pave
Pagina 190 - mormorando, un picciol rio: Egli v'accorse, e l'elmo empiè nel fonte , E tornò mesto al grande uflicio e pio. Tremar sentì la man mentre la fronte Non conosciuta ancor , sciolse e scoprio. La vide , e la conobbe ; e restò senza E voce e moto. Ahi vista ! abi conoscenza
Pagina 188 - Misero ! di che godi ? Oh quanto mesti Fiano i trionfi , ed infelice il vanto ! Gli occhi tuoi pagheran, se in vita resti , Di quel sangue ogni stilla un mar di pianto.' Così, tacendo e rimirando , questi Sanguinosi guerrier posaro alquanto: Ruppe il silenzio alfin Tancredi ; e disse . Perchè il suo nome a lui l'altro scoprisse
Pagina 199 - S'alcun giammai tra frondeggianti rive Puro vide stagnar liquido argento, O giù precipitose ir acque vive Per alpe, o 'n piaggia erbosa a passo lento, Quelle al vago desio forma e descrive, E ministra materia al suo tormento, Chè l'immagine lor gelida e molle L'asciuga e scalda, e nel pensier ribolle.
Pagina 32 - mostri, e non più intesi o visti, Diversi aspetti in un confusi e misti. 6 D'essi parte a sinistra e parte a destra A seder vanno al crudo re davante. Siede Pluton nel mezzo, e colla destra Sostien lo scettro ruvido e pesante : Nè tanto scoglio in mar, nè rupe alpestra, Nè pur Calpe s'innalza,

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