Lettere familiari: Coll'aggiunta di alcune lettere di diversi uomini illustri al medesimo, Volume 2

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a spese dell'editore, 1844
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 27 - A tempo dei nostri avi si riguardavano i contadini come schiavi, e si trattavano su questo piede ; si credeva falsamente che quanto son più poveri , più fatichino ; quanto più avviliti, più buoni vassalli.
Pagina 53 - Ho impreso a scrivere in nostra lingua un corso di filosofia1 per quei giovanotti che son curiosi di sapere se le scienze potessero così parlare italiano, come una volta parlarono greco e poi latino. Il motivo che mi muove, è una massima, che può stare che sia falsa, ma...
Pagina 86 - Leibnizio, che quelli che chiamiamo « enti mondani », non sieno che attività sostanziali, accozzate fra loro a seconda de' loro rapporti, e giranti sempre. Bisognerebbe, riveritissimo signor d. Antonio, rinunciare ad essere anche mediocremente filosofo, per negare che il mondo non è per noi che un ordine di fenomeni. Questo mondo comincia dalla coscienza di noi medesimi, ch'è un fenomeno ; quindi si spazia per la coscienza delle sensazioni che ci vengon di fuori, che non sono che fenomeni. È...
Pagina 26 - La maggior parte de' contadini del regno non hanno terreno proprio. La massima parte de* fondi è andata in mano de' frati, e continua ad andare a precipizio. Sicché i cittadini per la maggior parte fatigano per ingrassar le I Midolla de
Pagina 28 - ... di diligenza quei doni che Dio ci ha fatti? E questo sto ora facendo. S'imprime a tutta furia la famosa Agricoltura Toscana di Cosimo Trinci con certe mie aggiunzioni.
Pagina 34 - Io sono oramai vecchio, né spero o pretendo nulla più dalla terra. Il mio fine sarebbe di vedere se potessi lasciare i miei Italiani un poco più illuminati che non gli ho trovato venendovi, e anche un poco meglio affetti alla virtù, la quale sola può essere la vera madre d'ogni bene. È inutile di pensare ad arte, a commercio, a governo, se non si pensa a riformar la morale.
Pagina 54 - ... facciano savia una nazione. Quel lume, dove non si scrive nella propria lingua, ancorché grande e brillantissimo, resta nondimeno sepolto in que' lanternoni di antiquari, donde non tralucono che pochi e tenebrosi raggi. Tornando al mio proposito, dico che l'Italia fu la prima ad ingentilirsi perché fu la prima ad avere una lingua capace di scienze. Si videro nel decimoquarto e decimoquinto secolo i migliori autori classici greci e latini tradotti nel nostro volgar parlare : comparirono ancora...
Pagina 22 - I. Perchè manca il danaro nelle provincie , o vi è in poche mani. II. Vi è molto nella capitale , e non vi ha nè arti nè gran commercio. III. Non vi ha da impiegarlo nè in terre , nè in altre compre sicure.
Pagina 19 - Il male crebbe a giugno , e ne' primi di Luglio i morti montavano a 300. il giorno. Siamo tuttavia a quelto fiato t Non fi dubita , che il male non fia.

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