Francesco PetrarcaPresso Antonio Zatta, e Figli, 1784 |
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Parole e frasi comuni
accorta affai affanno alberga alma altrui amor arda arde Avrian Babilonia Bafti begli occhj bel viso bella bramo cangiar CANZONE ch'a Ch'è ch'i Ch'ogni che'l chiome ciel coftei d'amor defio deftino deftra doglia dolcezza dolor donna effer Eufrate faggio fans fera fiede fignor fior foco foffe fronde ftanco ftato fteffo ftelle ftile ftrale fuggir gentil ghiaccio giorno gran infieme l'alma l'aura l'erba l'onde laffo lagrime lauro leggiadre loco lume madonna meco mille mirar moffi moftra mondo mortal morte nemica neve noftro nove occhi omai onefta onor paffo penfier Petr piacer piaggia pianger piango pietà poffo poggi pregio quafi quefta queſta Rapido fiume riva S'il diffi s'io saffo sdegno SESTINA sì dolce soave solea SONETTO sospir sospiri speffo speme spirto ſtato talor tofto trifto vede veder veggio verde verfi vidi vifta virtute viſta viver vivo voftro volve Voſtra
Brani popolari
Pagina 178 - ^Hiare fresche e dolci acque , Ove le belle membra Pose colei che sola a me par donna ; Gentil ramo, ove piacque ( Con sospir mi rimembra ) A lei di fare al bel fianco colonna; Erba e fior che la gonna Leggiadra ricoverse Con l'angelico seno
Pagina 309 - mie diurne ; Fonte se' or di lagrime notturne, Che 'l dì celate per vergogna porto , • : O letticciuol che requie eri e conforto In tanti affanni ; di che dogliose urne Ti bagna amor con quelle mani eburne Solo ver me crudeli a sì gran torto ! Nè pur il mio secreto, e 'l mio riposo Fuggo, ma più me
Pagina 107 - Dal vigor natural che v' apre e gira. Felice l' alma che per voi sospira , Lumi del ciel ; per li quali io ringrazio La vita che per altro non m' è a grado. Oimè ! perchè sì rado Mi date quel dond' io mai non son sazio ? Perchè non più sovente Mirate qual amor di me fa
Pagina 7 - van dolore ; Ove fia chi per prova intenda amore, Spero trovar pietà, non che perdono. Ma ben veggi'or sì come al popol tutto Favola fui gran tempo; onde sovente Di me medesmo meco mi vergogno : E del mio vaneggiar vergogna è
Pagina 16 - l gran nome latino Ch'ancor non torse dal vero cammino L'ira di Giove per ventosa pioggia: . Qui non palazzi, non teatro, o loggia, Ma 'n lor vece un abete un faggio un pino Tra l'erba verde e'l bel monte vicino
Pagina 84 - Digli: un che non ti vide ancor da presso, Se non. come per fama uom s'innamora, Dice che Roma ogni ora Con gli occhj di dolor bagnati e molli Ti chier mercè da tutti sette i colli . BALLATA IV.
Pagina 275 - Olci ire, dolci sdegni, e dolci paci, Dolce mal, dolce affanno, e dolce peso, Dolce parlar, e dolcemente inteso, Or di dolce óra, or pien di dolci faci. Alma , non ti lagnar ; ma soffri e taci ; E tempra il dolce amaro che n
Pagina 150 - miei danni piango e rido ; Perchè molto mi fido in quel ch' i' odo . Del presente mi godo , e meglio aspetto ; E vo. contando gli anni ; e taccio , e grido : E 'n bel ramo m' annido , ed in tal modo Ch' i' ne ringrazio e lodo il gran disdetto Che F indurato
Pagina 300 - a tal che non m' ascolta narro Tutte le mie fatiche ad una ad una ; E col mondo e con mia cieca fortuna Con amor con madonna e meco garro. Il sonno è 'n bando ; e del riposo è nulla : Ma sospiri e lamenti infin a l'alba, E lagrime che
Pagina 234 - e pallide viole ; Ombrose selve ove percote il sole, Che vi fa co' suoi raggi alte e superbe : O soave contrada; o puro fiume Che bagni 'l suo bel viso e gli occhj chiari, E prendi qualità dal vivo lume ; Quanto